Giovanni Verga, Nedda, 1874

zoccoli che minacciavano la sua coda. ¶ - No! lo zio

Nedda aspettava ultima, colla sua scodelletta sotto il braccio

così era stato di sua madre, così di sua

sua madre, così di sua nonna, così sarebbe stato

così sarebbe stato di sua figlia - e dell'impronta

servigi. ¶ Nedda sporse la sua scodella, e la castalda

nera che fumava nella sua scodella, come se meritasse

suo, la distende sulla sua famigliuola; chi ha freddo

povera! ¶ - Pagagli intiera la sua settimana a quella povera

faceva pregare per la sua povera mamma. Di tempo

al misero giaciglio della sua inferma. Inciampò in una

cantando a sguarciagola la sua bella canzone, e tenendo

stendessero i rami sulla sua testa per proteggerla, e

soglia su cui la sua vecchierella soleva scaldarsi al

Nedda pensò che la sua mamma, il giorno innanzi

soleva coricarsi accanto alla sua mamma. ¶ E le ragazze

dopo la morte della sua vecchia, e perché non

la messa per la sua morta il primo lunedì

ella si stringeva nella sua mantellina tutta lacera, e

turbare la serenità della sua preghiera, e alle volte

muro e fumando nella sua pipa tutta intagliata, ella

senza voltarsi indietro, colla sua veste nuova di fustagno

brave scarpette, e la sua mantellina fiammante - ché la

volta si distaccava dalla sua. Tutt'a un tratto

fu in vista della sua casuccia, senza alcun motivo

dava a Nedda la sua casacca di fustagno perché

svoltare l'angolo della sua casuccia si fermò un

temesse di trovare la sua vecchiarella sull'uscio deserto

scemarle il prezzo della sua giornata. ¶ Ella aspettava il

prete che sapeva la sua vergogna, si nascose il

nascose il viso nella sua mantellina e tornò indietro

e si chiuse nella sua casipola, come un uccelletto

letto dove avea dormito sua madre, e le s