Matilde Serao, Cristina, 1908

si agitava, attirò la sua attenzione. Dietro la casa

porta bene, la sorella sua lo accompagnerà a Napoli

per suo padre, per sua zia Rosina che era

piano discese il cancelliere, sua moglie e sua figlia

cancelliere, sua moglie e sua figlia, Irene, una zitella

Peppino Fiorillo era alla sua finestra, pronto anche lui

sino alla porta della sua matrina, la signora Cannavale

dà tanti dispiaceri a sua madre? Figlia mia, pensa

le strade, con la sua aria stracca di un

di faccia, con la sua aria tragica di amante

la provincia e la sua crassa ignoranza. Don Ciccio

miserabile sfaccendato, che permetteva sua madre andasse in giornata

a far Pasqua con sua madre e la povera

Cosimo Demartino chiese a sua figlia Cristina: ¶ — Cristinella, lo

Rosina era morta della sua asma e Carluccio seguiva

prospero, non ha che sua madre, avrà in tutto

alla sera per la sua casa. Non si dissero

come quello di casa sua. Ella odiava gli imbrogli

era semplice, come la sua persona. Ella aveva bisogno

conviene. Cristina conservava la sua serenità; ma vedeva arrivare

subito. Scappò in camera sua, tutta la giornata non

incubo, respirava, riprendeva la sua serenità, la sua attività

la sua serenità, la sua attività. Si era nel

e giù, in camera sua per un pezzetto, parlando

febbrile si comunicò alla sua, salì al braccio, si

fuggire, nè divincolarsi: era sua, il moribondo se l

alta, chiamando Cristina la sua sposa, la sua cara

la sua sposa, la sua cara sposa, la sua

sua cara sposa, la sua fidanzata. ¶ — Non lo contraddite

l'aveva presa, era sua moglie, ora, la moglie

lotta, l'armonia della sua bellezza virile si era

è che l'anima sua era piena d'ideali

che non baciano, la sua intelligenza voleva conoscere ed

orizzonti della scienza, la sua fantasia sognava tutte le

è la misura: alla sua prorompente volontà mancava la

orgogliosa era diffusa nella sua fisonomia, che niuno osava

maldicenza, insolente per la sua bellezza, per la sua

sua bellezza, per la sua ricchezza, per la sua

sua ricchezza, per la sua indipendenza. Le avevano dato

quanto era stata la sua infermità di spirito e

minuto, senza riflettere, di sua libera elezione, di sua

sua libera elezione, di sua spontanea volontà, buttò via

volontà, buttò via la sua reputazione, il suo nome

il suo nome, la sua posizione, il suo avvenire

Lei camminava per la sua via, fatalmente, incapace di

l'amore era la sua nuova anima, era la

nuova anima, era la sua gioventù riconquistata la sua

sua gioventù riconquistata la sua bellezza purificata, perchè l

l'amore era la sua salvazione. ¶ Questa donna amò

un gesto, con la sua voce bassa dove non

matematico, andando diritto alla sua via, quasi rigido, quasi

guardare Guido, distesa nella sua poltroncina, con gli occhi

tutto pensa dietro la sua fronte di liscio granito

più efficaci, rendendo la sua idea con una lucidità

artista. Raccontando, l'anima sua si sdoppiava, il dualismo

era stata l'ultima sua sciagura. Così giunse il

carattere orgoglioso e la sua gioventù ribelle si spezzavano

allora. ¶ E metteva la sua mano su quella di

Lui la tratteneva nella sua, mollemente, con una strisciatura

le disse, con la sua voce insinuante e quasi

ferita. Guido ritrovò la sua parola seduttrice e la

tre anni in casa sua e da me non