Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

svolge, in tutta la sua dolorosa manifestazione: e da

molto devota, poichè la sua fantasia era troppo fervida

nelle orazioni: l'anima sua si distraeva e andava

perdono al Signore della sua poca attenzione, ma quel

la gran lampada della sua stanza, e quasi volesse

forma vivente muliebre alla sua gelosia; poichè ella vagabondava

nel suo paese, nella sua casa, può disporre così

tutto l'abbandono della sua giovinezza, con tutto il

tutto il candore della sua fede, per passare le

la prima volta, nella sua vita, ella apprendeva la

così i costumi della sua vita dissoluta di scapolo

matrimonio, Cesare Dias accompagnò sua moglie Anna e sua

sua moglie Anna e sua cognata Laura a villa

di sposarne una, per sua disgrazia: e il rancore

e il rancore della sua inconcepibile debolezza, ancora una

sola, per due mesi, sua sorella Laura con la

con lui, contro la sua volontà. Si lusingava, poveretta

lo amava, che la sua anima e la sua

sua anima e la sua persona gli appartenevano, in

si trovava sempre per sua sorella. ¶ - Grazie - diceva Laura

chi scriveva? Era nella sua stanzetta sulla sua scrivania

nella sua stanzetta sulla sua scrivania da fanciulla, in

sforzo, il turbamento della sua fisonomia si era dileguato

si potesse meravigliare della sua presenza: e si era

assai al sentimento nella sua apparenza, con quella tenerezza

una donna. La stessa sua forte inclinazione amorosa, inconsciamente

giorni, si ostinava nella sua figura di uomo perverso

mite, semplice, mostrando la sua fede nell'ideale principio

Anna le consacrava la sua adorazione. Adesso, egli andava

sè nella rettitudine della sua coscienza, si lasciava prendere

ancora, nell'acciecamento della sua passione per Cesare, ella

contessa di Béhague, una sua antica passione francese, con

il racconto con qualche sua osservazione, commentando con una

un altro, per la sua giovane moglie. Talvolta, Luigi

seconda. Infine, infine, alla sua maniera, era innamorato. ¶ Un

fosse stato amato nella sua assenza. In verità, egli

l'unico segreto della sua vita era Cesare, standogli

chiamata; Anna rimandò la sua cameriera. La signorina veniva

guardava la guancia di sua sorella, dove, lei presente

veramente da giovanotto, accompagnava sua moglie e sua cognata

accompagnava sua moglie e sua cognata, dovunque. Tutti facevano

voluto troncare, con la sua riservatezza, questo discorso che

risposto Laura, sorridendo a sua sorella, a cui questi

apertamente col corteggiatore di sua moglie, con quel vocabolario

che un marito accompagnasse sua moglie: ed Anna, dopo

che aveva sciupato la sua vita e il suo

mano: si vedeva la sua partenza precipitosa, quando ella

era andata: e la sua preoccupazione di ogni momento

con un galante saluto, sua moglie e sua cognata

saluto, sua moglie e sua cognata. Anna rispose sorridendo

una sedia. Lentamente la sua mano guantata carezzava l

che guardavano, come la sua voce carezzava i nervi

aver tanto sperato la sua presenza. ¶ - Saremmo ridicoli - replicò

folle dal principio della sua vita sino alla fine

stesso tempo. Non la sua collera, dunque, nè il

grandi sentimenti: era la sua noia che la feriva

lo stesso, mentre la sua infelicità era inguaribile, poichè

medesima essenza dell'anima sua? Perchè non restava nella

Perchè non restava nella sua casa, nella sua stanza

nella sua casa, nella sua stanza a pregare il

Era ritornato, con quella sua arte squisita d'amore

egli chiese, con la sua voce armoniosa, dove l

e non penetravano nella sua comprensione. Egli vide bene

serrava nel mistero della sua passione: tutta Napoli, è

era lieto, mostrava la sua lietezza, scherzava con Caracciolo

Caracciolo neppure cercava la sua, tranquillo, facendo il suo

mentre il segnale della sua seccatura, era sempre di

fatto i complimenti a sua moglie, per una elegante

prima volta. Infine la sua allegria si era comunicata

poco, ma tutta la sua fisonomia conservava quella vivacità

e Anna, seduta sulla sua sedia di riposo, con

scuotendo la cenere della sua sigaretta. ¶ - Tutta la vita

aveva detto nulla. Quando sua sorella e suo cognato

si era sdraiata sulla sua sedia di riposo, da

riannodando i cordoni della sua veste bianca, talvolta tirandone

vennero: la marchesa Sibilia sua zia, accompagnata da Gaetano

giovane entrò, con la sua correttezza inglese che temperava

temperava la vivacità della sua bionda gioventù. Era in

gentiluomo modellava benissimo la sua persona. Anna gli stese

egli chiese, con la sua tenera voce che carezzava

vide bene che la sua anima, ogni tanto partiva

le disse con la sua soave voce carezzatrice. ¶ - Quale

della tenerezza, era nella sua voce. Egli parlava, seduto

che era presso la sua sedia di riposo e

il campanello, e la sua cameriera comparve. Ambedue lasciarono

Anna le chiese la sua vestaglia di crespo crema

porta nel segreto della sua stanza, per un uomo

seguendo la consuetudine della sua vita da scapolo, che

le porte di casa sua. Così poteva rientrare, a

aprire la porta della sua stanza, passò nel corridoio

esaltandoli. ¶ Ella, seduta nella sua poltrona, chiusi gli occhi

l'inno di ogni sua facoltà, di ogni sua

sua facoltà, di ogni sua forza. Ella aspettava, fremente

in un'ora della sua vita, commozione grande quanto

ne tornò in camera sua, pensando che a un

la propria impazienza. La sua stanza, nelle sue tinte

e Stella rispettavano la sua volontà; ma incombeva su

tutta l'amarezza della sua vita perduta invaderle le

sarebbe certo venuta la sua ultima ora, in quella

suono potette uscire dalla sua bocca: non poteva che

In quel periodo della sua malattia, allorchè credevano che

la durezza ironica della sua voce. ¶ - L'aria di

era così disperata la sua affermazione che vi disparve

suo cuore e nella sua mente, ma dalle sfere

ombra leggiadra, trovando la sua strada al chiarore del

porta della stanza di sua madre, vi mise la

ricordo, il profumo di sua madre, sembravano tenderle le

mano, la fronte di sua madre si era appoggiata

era appoggiata e la sua mano ne carezzò il

piccola scrivania dove, certo, sua madre si era seduta

schiuse la porta della sua stanza. Aveva guardato l

già le undici. Nella sua stanza entrava il sole

Erano le undici, e sua sorella Laura, dall'altro

breve corridoio separava la sua stanza da quella di

egli poteva uscire dalla sua camera e dalla casa

tornato a sdraiare nella sua poltrona, vicino alla sua

sua poltrona, vicino alla sua scrivania e fumava una

questi fiori, quella indifferenza sua consueta: talvolta, ne prendeva

pensiero e di ogni sua vitale azione. Mentre la

andando e venendo, nella sua camera, sempre più calda

di Cesare, chiuso nella sua cornicetta di platino, sopra

la sorella, con la sua voce armoniosa. ¶ - Dammene una

casa e donato a sua sorella. Laura, in quell

giammai, aveva espresso la sua opinione in proposito; ma

frasi, aveva vibrato nella sua voce l'ironia di

poco dice; ma la sua serenità, adesso, sembrava un

risata così sanguinosa nella sua limpidità, che egli la

suo eterno pensiero, osservava sua sorella e le pareva

di passione, esagerando la sua delicatezza, perchè in fondo

per poi raggiungere la sua comitiva al Campo. Tutte

Anna anche attendeva la sua parola, ma non l

Anna era felice che sua sorella fosse così bella

cui aveva annunziata la sua prossima fuga - che debbo

domandò, guardandola con la sua freddezza dominatrice. ¶ - Niente - mormorò

egli aveva mantenuto la sua parola, ella mantenesse la

parola, ella mantenesse la sua. Soltanto, quando l'intimo

voce per ricondurla alla sua promessa, ed ella, immediatamente

in cuor suo, la sua generosità. A che quella

lionati e scintillanti, colla sua barbetta bionda e leggermente

ancora una volta, nella sua fantasia, tutto il paesaggio

dalle rose offerte a sua sorella da Cesare, ora

Cesare Dias irradiava la sua persona. La trovavano interessante

su lui tutta la sua attenzione, non sarebbe sfuggito

domandò Caracciolo, con la sua voce sonora e dolce

in cammino, forte della sua missione, tenendo gli occhi

fiera nel segreto della sua fierezza. Piena di questo

amore e tutta la sua vita al suo amore

voi mette tutta la sua ragione di vivere e

di febbre, appoggiava la sua mano carezzevole sulla mia

Anna doveva avere la sua idea. ¶ Certo l'amore

in quel riservo della sua prima lettera, Cesare Dias

essere amata? ¶ Così la sua mente positiva di uomo

il grave imbarazzo della sua situazione. Questo pensiero un

trovava, nelle risorse della sua mente, una formula per

avrebbe provvisto con la sua fredda saviezza, man mano

vi si recò alla sua solita ora, verso le

una delle attrazioni della sua maturità, fumando un eccellente

campanello, che annunziava la sua venuta, squillò nel cuore

quella una visione della sua fantasia. Egli, forse, aveva

tanta tenerezza: e la sua immaginazione era così vivace

Anna fossero ricominciati: e sua sorella Laura, ogni tanto

Ma invero tutta la sua vita era sfiorita, ella

modo che la naturale sua timidità cresceva, e le

a dire, superando la sua timidità di persona servile

lo scherno contro la sua passione? Egli intese e

posto il nome della sua bella e buona moglie

le stagioni estive della sua breve vita coniugale, da

serbata intatta, con la sua tappezzeria di raso azzurro

azzurro semispento, con la sua grazia intima, sentimentale delle

e delicato volto di sua madre, chiuso in un

tutta la esuberanza della sua vitalità si riversava in

non diceva nulla, della sua nascosta tortura, ma se

visioni. In verità, la sua decadenza morale e materiale

faceva che aumentare la sua forma di affetto, di

era partita per la sua destinazione, tutto quello che

crudelmente aveva lacerate in sua presenza, ella stessa gli

e così instancabile nella sua irruenza, offendeva tutti i

abbandonava così generosamente alla sua follia. Ma a che

mano di Anna nella sua; sapeva che questa sfumatura

non perdeva mai la sua superiorità di spirito, non

a villa Caterina, dove sua madre aveva amato ed

a dar pace alla sua anima, che le due

dove la gioventù di sua madre aveva subìto una

di Sorrento, eleva la sua bruna statua, quando essa

il piccolo volume della sua vita avesse avuta la

e gentile miniatura di sua madre, depose in offerta

buoni, si confondevano nella sua mente, ed ella, più

la delicata miniatura di sua madre, salutandole quasi fossero

vivere qui. ¶ E nella sua voce vi era qualche

talvolta ella usciva dalla sua stanza ed andava ad

torpore. Stella ritornava alla sua stanza niente rassicurata. Quello

faceva nella camera di sua madre morta. Villa Caterina

aveva molto cangiata la sua apparenza, il suo modo

stato, un tempo, la sua idolatria; si scorgeva che

tesoro di lealtà, la sua vita? Ma non aveva

che dovesse cifrare la sua novella vita dal giorno

voler bene maritare una sua pupilla? ¶ Anna aveva l

Anna poteva dirgli la sua opinione in proposito. Ma

innamorato, non molto, alla sua maniera, ma innamorato. In

se era lieta, la sua allegrezza scompariva, una tetraggine

inespugnabile. Ma con la sua ostinata volontà contava di

scultore potesse mettere la sua impronta imperiosa? Soltanto... egli

era spesso sentimentale, alla sua maniera, con un fondo

colui che con la sua presenza, co' suoi discorsi

sopracciglia aveva indicato la sua noia. Un giorno però

caricato le tinte della sua cortesia, ne chiese a

di reazione, tutta la sua antipatia nascente per Luigi

superiore ai giovani della sua classe. Luigi Caracciolo pensa

è venuto Luigi Caracciolo? Sua sorella istessa, così taciturna

come Anna Acquaviva! La sua collera era mescolata di

Il suo pentimento, la sua mansuetudine si mantennero profondi

quando aveva udito nella sua voce fremere lo sdegno

i sospiri, perchè Laura sua sorella non udisse, mille

dolore si sovrappose alla sua contrizione, il dolore continuo

di nuovo che la sua testa si smarriva, come

da fargli dimenticare la sua fanciulla? La contessa d

cui si sfogava la sua passione e il cruccio

trovarvi. ¶ E con la sua solita correttezza, si allontanò

ella potesse udire la sua parola, sedendo presso a

nel suo aspetto, nella sua voce anche l'odio

soggiunse Anna sorridendo. ¶ - La sua assenza mi dispiaceva tanto

damigella di compagnia, nella sua bonarietà. ¶ - Egli è così

si allontanò con la sua aria di vergine saggia

invece, conservava tutta la sua superiorità di animo, arrovesciandosi

devota, che vive la sua vita alle ginocchia della

delle terribili giornate della sua vita. Cesare Dias, un

se tutta l'anima sua fosse presa. ¶ - Che avete

ne andò, con la sua solita disinvoltura, mentre ella

non convinta, ostinata nella sua fede, ma rispettandolo nelle

o tre circostanze della sua vita, in cui egli

esasperazione, sentendo tutta la sua forza spezzarsi contro un

le aveva rinfacciata la sua fuga, ripetendo a se

foglio dal libro della sua vita, se avesse potuto

merletto mirabile, per la sua tovaglia di altare; Anna

soffoca dolorosamente, con la sua troppo luminosa presenza, a

passo nella esaltazione della sua passione, sapendo bene che

le avrebbe annunziato una sua partenza; e invece ella

quel vivace delirio della sua fantasia, ella ebbe lo

e il fine della sua vita. Ella doveva amarlo

di aver consacrato la sua esistenza all'amore. Una

che aveva macchiata la sua coscienza di fanciulla per

inverno, poichè durante la sua malattia il medico, Antonio

Stella Martini con la sua scialba e floscia fisonomia

le sopracciglia: e la sua mazzettina di ebano batteva

come il merletto della sua vestaglia. Era dunque venuto

questo amaro ricordo della sua pazzia: ella avrebbe reagito

nei primi anni, della sua miseria e della sua

sua miseria e della sua oscurità, ha rinunziato, intendete

il punto interrogativo della sua anima era soddisfatto. ¶ - I

edificio elevato innanzi alla sua fantasia dal discorso paradossale

niente, aveva perduto la sua stella del polo, si

alle onde furiose la sua preziosa zavorra: forse, senza

Carlo nella magnificenza della sua architettura, nella ricchezza dei

tutto il carattere della sua persona era preciso, ben

e in tutta la sua fisonomia vi era qualche

tutte le memorie della sua vita sfiorita, si era

dove Raul parla della sua Valentina, vi fu un

avvinghiata per sempre la sua volontà, senza tentativo di

scuro, che la stessa sua visione, nitida e tagliente

neppure di dare la sua attenzione alla musica, di

Alemagna ascoltava con la sua aria intellettuale, riprendendo subito

svolgeva, in tutta la sua leggiadra frivolezza e in

e in tutta la sua sentimentale profondità. ¶ - Vi piacciono

diritto di passar la sua serata con la donna

suo posto, obbediente alla sua consegna, costante se non

lo seppe. Due volte sua sorella Laura le parlò

innanzi la figura di sua sorella Laura: trasalì. Una

umiltà terrena innanzi a sua sorella, che non si

si posava bella della sua profonda virtù spirituale, fuori

dolcezza alla realtà della sua esistenza, dove ancora permaneva

la traccia spirituale della sua follia, reagendo, ribellandosi al

per dare sfogo alla sua filosofia. - Per quanto io

e così galante nella sua nerezza, e il vestito

sulle sue labbra, sulla sua persona, parendole di essere

e più poeticamente acconciata sua sorella, la savia Minerva

finanche alla visione di sua sorella Laura e di

la musica: e ogni sua forza, ogni sua volontà

ogni sua forza, ogni sua volontà si concentrava in

divino minuto con la sua estasi nascosta, con la

estasi nascosta, con la sua ingenua incoscienza di ogni

ogni male, con la sua cieca fiducia, con la

cieca fiducia, con la sua folle speranza; e mentre

poi? Chi dà la sua vita alla patria, a

riconoscenza? Chi dà la sua esistenza alla passione, chiede

povera figliuola e la sua mano carezzarle lievemente i

ripreso il carico della sua pesante esistenza e lo

Luigi Caracciolo, presso la sua pupilla Anna Acquaviva. Le

vuole assolutamente maritare una sua figliuola e che accarezza

dichiarò in tutta la sua veemenza. Vale a dire

il miglior sangue della sua giovinezza. Così un guerriero

ardente, aveva abbruciata la sua esistenza a tutte le

anche lui, come la sua bionda e candida moglie

cui doveva morire, nella sua stravaganza pensò che l

mangiava tutto solo la sua rendita, che odiava tutte

accomodato così bene la sua vita, in modo che

della correttezza - era la sua parola - correttezza - nè infine

scorretto - ah era la sua parola, la correttezza - così

aveva gittato via la sua vita, al soffio di

Dias seppe che la sua pupilla Anna Acquaviva si

vinto le esitazioni della sua rettitudine, il tutore oppose

messo a posto dalla sua glaciale alterezza, quell'innamorato

più oltre, con la sua stretta di spalle, moto

egli riprendeva immediatamente la sua correttezza. Ma l'analisi

Acquaviva era fuggita dalla sua casa, che aveva abbandonato

che aveva abbandonato la sua famiglia, per darsi in

Acquaviva fosse stata veramente sua figlia, egli avrebbe vegliato

fosse stata proprio una sua figlia, egli le avrebbe

avrebbe fatta, come la sua, un'anima di bronzo

Aveva dunque mancato alla sua missione di protettore, di

aveva avuto fede nella sua saviezza di educatore, nella

saviezza di educatore, nella sua vigilanza affettuosa! Anna Acquaviva

e quasi morente, alla sua casa, Cesare Dias e

lieve luce appariva sulla sua fisonomia, e poi ricadeva

Cesare Dias fuggiva alla sua notturna esistenza, dimenticando la

lei per udire la sua risposta, sempre la stessa

Fu un progresso nella sua salute, un giorno, quando

replicò lui, con la sua freddezza dominatrice - una follia

rientrata Laura Acquaviva: la sua presenza fece finire il

la guancia esangue di sua sorella, e costei, cullata

la nota iniziale della sua espressione. ¶ Più costoro eran

inetta e crudele nella sua inettitudine. Quando faceva il

anima traviata come la sua, il pentimento si faceva

quanto le avrebbe consigliato sua sorella. ¶ Mani e piedi

obliati, nei giorni della sua follia: e convalescente di

il suo parere, la sua idea, sopra un balcone

Dias, ingrandito ormai, nella sua fantasia, alle proporzioni di

le diceva Laura Acquaviva, sua sorella, la purissima, la

per quella poveretta della sua damigella di compagnia, Stella

Crocifisso, che passava la sua vita nel sacrificio, nell

guariva. Le restava, della sua malattia, non altro che

giorno, Laura con la sua aria distaccata da tutte

corretto di accentuare la sua noia e il suo

quei discorsi, poichè la sua anima fatta fragile, aveva

bagaglio, la dilettava, nella sua fantasia indebolita: le piccole

colpita, avendo obliato, nella sua grande febbre, tutte le

sempre che si nominava sua sorella. ¶ Cesare Dias la

abbandono del sonno giovanile. Sua sorella Laura, che dormiva

sera molto prolungata la sua solita lettura notturna, con

una statua e la sua vita era tutta nello

volendo vedere se realmente sua sorella Laura dormisse. L

il calore diffuso della sua testa che bruciava: e

poter sapere, certamente, se sua sorella dormisse. Uno spiraglio

di dover prolungare la sua aspettazione, la immobilizzò, quasi

confuso in cui dormiva sua sorella l'affascinava sempre

impetuosamente, nell'ardore della sua passione. ¶ Camminò, scivolando, come

attraversando di notte quella sua casa tranquilla, tremando finanche

e l'orgasmo della sua febbre le avevano turbata

orrore. ¶ Nell'oblio della sua disperazione, ella aveva lasciato

quanto soleva nella semplice sua manifestazione affettuosa, affannava un

dei tesori preziosi della sua bollente anima, ella fu

malgrado tutta la sdegnosa sua ironia, l'amor vero

ritornare sulla terrazza della sua casa. Solo quando ebbe

Anna fosse ritornata alla sua stanza, senza aver incontrato

incontrato nessuno. Rientrando nella sua casa egli era triste

ad arrossire innanzi a sua sorella! Un po' di

ella leggeva, Laura, quando sua sorella era sparita, andando

di uno sconosciuto la sua vita? Ah, forse Laura

quietamente. Quando vide avanzarsi sua sorella, col mantello nero

stendendo le braccia a sua sorella, piangendo, singhiozzando, gridando

cenno di pietà a sua sorella. Nell'alba invernale

Anna si doleva ancora: sua sorella, abbandonato placidamente il

Quale uomo! La sola sua presenza mi gela e

e quando discorre, la sua voce incisiva mi ferisce

da tanti giorni la sua fredda cortesia di tutore

presente, taciturna, con la sua aria distratta, e ha

parole. Era solo nella sua piccola casa: imbruniva. Poi

Anna Acquaviva, e la sua damigella di compagnia, Stella

bene il carattere della sua penitente, cercando di ricondurla

abbandonato per sempre la sua casa e la sua

sua casa e la sua famiglia, portando delle migliaia

che qualche persona di sua conoscenza si meravigliasse d

anzi, che sempre nella sua vita non avesse fatto

intorno al manico della sua borsetta da viaggio. Erano

solo all'udire la sua cara, tenera voce, tutte

il coraggio contro la sua coscienza. Si accorse di

veder Giustino, ecco la sua forza, ecco la ragione

ecco la ragione della sua vita, solo lui, l

e l'altro la sua guida Baedeker. I due

cameriere con la stessa sua aria indifferente li lasciò

sue parole, con la sua voce. Lo guardò, soltanto

offesa in tutta la sua superbia, o tremava di

tutte le delicatezze della sua anima offesa e calpestata

nè un singhiozzo dalla sua gola oppressa; pareva che

della porta di casa sua spalancata, illuminata, vide un

e tutti vedevano la sua pensosa malinconia. Forse egli

giusto. ¶ Pure, malgrado la sua perspicacia, nell'autunno, egli

altri si accorgessero della sua emozione. ¶ La interrogò ancora

Dias, e che la sua segreta tortura veniva sempre

possibile in compagnia di sua moglie, senza esagerare l

vista suo marito e sua sorella; Cesare pareva ridiventato

anni, che ballasse la sua prima quadriglia; egli si

facessero suo marito e sua sorella, così familiare, così

cordialità fosse scambiato fra sua sorella e suo marito

offriva il braccio a sua sorella, per entrare in

dava la mano a sua sorella, per discendere dalla

il pensiero dell'anima sua. E quasi, quasi, come

fiori per completare la sua toilette, le faceva cambiare

dall'essenza medesima della sua passione, cieca gelosia, ma

erano suo marito e sua sorella, per far penitenza

suo marito e di sua sorella, per frustare il

il marito, con la sua dominante voce. ¶ - Non mi

forze e lasciò uscire sua sorella e suo marito

atrocemente. D'allora la sua condotta fu stravagante, bizzarra

si faceva aspra, la sua voce si velava di

a chiudersi in camera sua, dove restava delle ore

domanda, ma nel vedere sua sorella Laura così serena

sguardo, nella trasparenza della sua carnagione, in tutta l

tutta l'espressione della sua fisonomia, le era caduto

e Caracciolo conservava quella sua consegna di uomo che

stanza dove era morta sua madre, chiedendo la grazia

sospettando, e trovava la sua punizione nello stesso ribrezzo

o tre volte. Spesso sua moglie discorreva ed egli

di non avvedersi della sua impazienza: allora glielo disse

portando sempre seco la sua cognata, glorioso di quella

quella stravagante seccatrice di sua moglie, che le inventava

ebbe il senso della sua disfatta. Mai più, mai

più avrebbe riannodato la sua vita; mai più, mai

visita, vivendo molto nella sua stanza; uscendo alla mattina

si facevano meno gravi. Sua sorella e suo marito

accusare, a un estraneo, sua sorella e suo marito

passava varie ore della sua giornata, distesa sulla sedia

l'essenza dell'anima sua, in tutte le fibre

ingiusta fra le donne. Sua sorella che era stata

offendere il candore di sua sorella! Quante volte, nei

narrargliela in tutta la sua crudeltà, quella pena d

fosse una fissazione della sua mente inferma. E una

capiva ormai, che la sua tortura era tutta interiore

suo marito e di sua sorella, non potendo sopportare

o si rinchiudeva nella sua camera, chiedendo l'isolamento

di Laura, per la sua assenza. Capiva, anzi, che

stato di tristezza di sua moglie, aveva cercato di

dopo, nella giornata, anche sua sorella Laura la trattò

napoletana: ella andò dalla sua sarta, si fece fare

esteriore, e continuava la sua strada, dimenticando subito l

giammai, nella tortura della sua passione e della sua

sua passione e della sua gelosia, esaltandosi e languendo

cuore era preso, la sua anima era presa, i

amor proprio, trionfante nella sua vanità, carezzata in tutti

immergere nella solitudine della sua stanza. E coloro che

atto - e sorrise a sua moglie così gentilmente, che

che voleva essere la sua serva, la sua schiava

la sua serva, la sua schiava? Andò a vestirsi

nel brutale trionfo della sua bellezza, per affascinare un

abito da casa. E sua moglie gli piacque subito

Era tristissima per la sua serata perduta, mentre sarebbe

inutile! Malinconicamente, domandò a sua zia che cosa volesse

fai? - aveva chiesto, a sua volta, la zia Sibilia

trovato ancora in camera sua, dietro ad annodarsi la

licenziò in fretta da sua zia e disse al

neri arricciati e la sua aria profondamente soddisfatta. Egli

era la gloria della sua beltà muliebre, Laura, era

come se tutta la sua anima fosse in quella

fra sè e la sua visione. Preghiera inesaudita! Invincibilmente

Laura aveva preso dalla sua cintura di amoerro bianco

a una allucinazione della sua vista, inferma di pazze

seduta, aveva sciolto la sua mano da quella di

quasi volesse soffocare la sua collera, si morsicò le

vacillando, incerta, affascinata. Nella sua allucinazione, Anna avrebbe voluto

nel suo sogno, nella sua follìa. ¶ Ma Laura non

trasformò nuovamente, con la sua fiamma, quel candore, quella

suo marito Cesare e sua sorella Laura. Parlavano. Laura

spiava suo marito e sua sorella, che si baciavano

appoggiando la testa alla sua spalla, guardandolo di sotto

si precipitò in camera sua, richiudendone la porta alle

morire in pace, nella sua tana. In camera sua

sua tana. In camera sua avrebbe voluto gridare, tanto

mordendolo, i gridi della sua collera e i singhiozzi

e i singhiozzi della sua disperazione. Tremava di freddo

convulsioni, in cui la sua carne e il suo

si guardò intorno: nella sua stanza regnava un gran

gli avanzi naufragati della sua bellezza e del suo

il tempo passasse. Nella sua camera era acceso il

passo lievissimo, uscì dalla sua stanza: tutto nell'appartamento

porta della stanza di sua sorella, tal quale come

il sonno quieto di sua sorella. ¶ Guardava quel sonno

Laura - disse, soffiando la sua voce soffocata e il

di coraggio interiore, la sua fisonomia si ricompose, ed

ricompose, ed ella guardò sua sorella, senza baldanza ma

il letto, ammantata nella sua bruna veste, terrea come

quella divina creatura, nella sua anima infernale, avesse inteso

come l'oro di sua sorella, che Cesare aveva

rosse e fresche di sua sorella, che Cesare tante

chiari e sereni di sua sorella, dove le labbra

sulla soglia, accennò a sua sorella di entrare. Laura

gli angoli, con la sua aria di stanza di

strappare dalla cintura di sua sorella, quelle rose già

esclamò Anna, ripresa dalla sua allucinazione. ¶ - Che hai visto

il corpo. La istessa sua umiliazione desolava Anna, più

neanche gli occhi verso sua sorella. ¶ - Non osi rispondere

nella immensa confusione della sua ragione. ¶ - E Cesare mi

e quella voce di sua sorella, fiera del suo

ami! Ma fremi alla sua stretta di mano, ma

chiedere pietà per una sua colpa, le sue ginocchia

subito la commozione. Lasciò sua sorella inginocchiata, abbandonò a

notte. Quando ritornò presso sua sorella, il suo volto

Laura, in piedi, guardando sua sorella negli occhi. ¶ - Lasciami

diritta e snella nella sua veste bianca, quasi non

si fermò e guardò sua sorella, quasi involontariamente. Anna

ombra il cammino della sua stanza. Anna, nella sua

sua stanza. Anna, nella sua immobilità non ebbe l