Lorenzo Venier, La puttana errante, 1531

coglionescamente crede, che la sua monna Laura pisciasse acqua

Cupido porgo all'imagine sua la presente opera non

onestassi la disonestissima disonestà sua. Valete. ¶ Pasquino alli lettori

de' cazzi è la sua foia, ¶ Che di squartar

inimici signori, ¶ La stomacosa sua geneologia ¶ Derivata da ladri

In sperma, che di sua potta arrabbiata ¶ Vien come

L'ostinati piatoni a sua pottaccia, ¶ L'Orco in

XIX ¶ Fu la corazza sua una schiavina, ¶ Che reggeva

le rotte, ¶ Che la sua mezzo braccio più larg

Quant'in la potta sua cresp'ha d'intorno

fetide ebraiche genie, ¶ Come sua potta in foia ribambita

il giubileo da la sua potta. ¶ XXVI ¶ Chi vide

duo millia venti ¶ Ebbe sua Signoria di fottiture; ¶ Da

ladre ¶ Cacciollo de la sua cagnaccia madre. ¶ XLI ¶ Mentre

paradiso, ¶ E fremitando la sua vulva et ano ¶ Disse

come la ribalda di sua mano ¶ Ne i sessi

lo franciosato furfantone, ¶ La sua nervosa incazzila asta squadra

al polmone; ¶ Poi la sua potta né tonda né

E dicea speronando la sua foia: ¶ «La potta e

un leone ¶ Potesse la sua foia avere stracca, ¶ Et

i cazzi stracca ¶ Per sua gratia al più grand

appetito, ¶ Perché de la sua potta era 'l confetto

tocca, ¶ E tutta la sua lingua tolse in bocca

Elle gli caccian la sua pinca in bocca; ¶ XX

La quale ne la sua potta stupenda ¶ Tien alloggiato

l dì de la sua morte. ¶ L ¶ Un cazzo

Comparisce a chiavar la sua comare. ¶ XVIII ¶ La carogna

con umiltate ¶ Tutta la sua fottuta e verde etate

fida, ¶ E tutta quanta sua geneologia, ¶ Al carro trionfal

man ciascun di lor sua vita porta, ¶ Et al

espresso. ¶ XLII ¶ Xerse a sua posta in Grecia con

con gli armati, ¶ A sua posta ser Cesar, cento

onore. ¶ XLIV ¶ Era la sua vituperosa insegna ¶ Un cazzo

divina, ¶ Che recchiede la sua gloria sfacciata; ¶ E inverso

Sisto giunse; ivi depose ¶ Sua corona di cazzi, e