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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pantaleo Carabellese, Il problema teologico come filosofia, 1931

concordanze di «sua»

nautoretestoannoconcordanza
1
1931
cap. III). Oggetto nella sua affermativa purezza ci risulta
2
1931
del sapere, che, a sua volta, è anche piena
3
1931
volta, è anche piena sua universalità. Perciò l'essere
4
1931
Spinoza è definitiva nella sua esigenza fondamentale: dovrà essere
5
1931
perchè c'è la sua universalità; c'è il
6
1931
perchè c'è la sua unicità. ¶ In un modo
7
1931
che, anch'essa, nella sua purezza viene a costituire
8
1931
essere in sè nella sua universale unità, e Critica
9
1931
rimanendo nei limiti della sua critica; giacchè la sintesi
10
1931
della filosofia pur nella sua esaltazione (cap. VI). ¶ L
11
1931
ed esigenza assoluta della sua negazione dall'altra per
12
1931
Kant, che, con la sua residua coscienza dogmatica, sentì
13
1931
e non sentì la sua vera scoperta. Kant ebbe
14
1931
soltanto in Hegel la sua piena coscienza. Egli ebbe
15
1931
il difetto di questa sua genesi storica, quando si
16
1931
di Kant ed alla sua intima esigenza logica che
17
1931
come risultato fondamentale della sua Critica l'inconoscibilità dell
18
1931
affrettava a cancellare questa sua scoperta aggiungendo che tale
19
1931
questo rigoroso esame della sua propria possibilità, scopre che
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1931
della stessa coscienza nella sua integrità, richiedeva anche il
21
1931
come l'essere nella sua assoluta semplicità, principio costitutivo
22
1931
in sè pur nella sua inconoscibilità? E si badi
23
1931
nella concreta coscienza; la sua inconoscibilità non è che
24
1931
di metafisica importa a sua volta una trasformazione nel
25
1931
ha la ragione nella sua purezza, giacchè un tale
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1931
critica dell'essere nella sua concretezza. ¶ Non si tratta
27
1931
falso quando nasconde la sua natura astratta e si
28
1931
possibile la coscienza nella sua concretezza, cioè domanda come
29
1931
portati dalla persona, nella sua stessa intimità, valutante. E
30
1931
questa ed importerà nella sua soluzione, almeno implicita, la
31
1931
l'assoluta analisi della sua stessa concretezza. ¶ 8. La filosofia
32
1931
quasi a integrazione della sua trascendenza, una opposta attività
33
1931
della filosofia sta la sua esaltazione, la rottura di
34
1931
nessuna di queste nella sua determinatezza implicita, ma vuol
35
1931
quindi, della filosofia; la sua effettiva divinità, che, nel
36
1931
tale vita, fu la sua deficienza: la negazione della
37
1931
conoscere come altro, nella sua esistenza, dalla coscienza che
38
1931
intendo coscienza non nella sua incoerenza volgare, ma coscienza
39
1931
ma coscienza nella massima sua coerenza che è concretezza
40
1931
volendo negare, per la sua evidente assurdità, il pregiudizio
41
1931
l'alterità in quella sua realistica concezione. ¶ Il significato
42
1931
priori dell'intelletto nella sua spontaneità non vale nulla
43
1931
necessario nella somma assoluta sua libertà». ¶ Orbene, rispondiamo, anche
44
1931
fondamento suo primo la sua giustificazione ultima nel detto
45
1931
processo per cui la sua negazione, già posta da
46
1931
oggetto e l'apparenza sua, è la continuazione della
47
1931
oggettività scolastica con la sua essenza universale e necessaria
48
1931
valore di essa dalla sua deduzione. I due concetti
49
1931
Kant, e perciò la sua oggettività è soltanto forma
50
1931
io quasi legge della sua libertà troviamo quelle azioni
51
1931
suo valore e nella sua deduzione. La soppressione del
52
1931
categorizzante del pensiero nella sua esperienza, pensando se stesso
53
1931
non-Io è (nella sua identità immortale con l
54
1931
quindi anche in questa sua estrema negazione della oggettività
55
1931
stesso. ¶ La coscienza, nella sua fondamentale e semplicissima essenza
56
1931
che questo carattere colla sua reciprocità di soggetto negava
57
1931
la quale per questa sua origine porta sempre un
58
1931
problema della rappresentazione nella sua origine percettiva è tutt
59
1931
la logica intima della sua dottrina ciò non richiede
60
1931
non richiede. Alterità, nella sua purezza, è invece proprio
61
1931
questo che coscienza, nella sua concretezza, importa non solo
62
1931
vedremo poi l'essenza sua. ¶ Qui dobbiamo ora occuparci
63
1931
invano Dio con la sua idea teologica: Dio, appunto
64
1931
se cogliamo nella origine sua e valutiamo criticamente il
65
1931
ridurre la soggettività nella sua molteplicità ad oggettività insussistente
66
1931
in contrasto con la sua fondamentale concezione critica della
67
1931
lo sviluppo metafisico della sua dottrina nella più profonda
68
1931
intellettività dell'io, la sua spontaneità, non vede la
69
1931
sempre più perdersi nella sua forma (Form) universale» (pag
70
1931
della ragion pratica nella sua trascendentalità, mostravano di non
71
1931
superata. L'Io, nella sua purezza di Io, è
72
1931
in sè nella assoluta sua esclusione dal soggetto; è
73
1931
sarebbe rimasta inesplicata nella sua natura di egoità, di
74
1931
quindi, proprio perchè nella sua singolarità si distingue da
75
1931
Se il tu nella sua distinzione dall'altro è
76
1931
è l'Io nella sua concreta sinteticità di persona
77
1931
l'io, anche nella sua sinteticità personale, e l
78
1931
il pensato (cioè nella sua sinteticità), lo pone anche
79
1931
pensato, e costituire la sua personale individualità, nascente dalla
80
1931
che appunto per questa sua unicità io non può
81
1931
ed egoità. Questa, nella sua tetica assolutezza, non è
82
1931
la coscienza nell'assoluta sua unicità. ¶ Io singolare, che
83
1931
l'individualità pensante nella sua distinzione dall'altra individualità
84
1931
l'Egoità assoluta nella sua tetica contrapposizione non sintetizzabile
85
1931
un id che come sua negazione esso pone in
86
1931
dell'oggetto, non come sua negazione ma come sua
87
1931
sua negazione ma come sua affermazione anche esso, vi
88
1931
la soggettività, che, nella sua molteplicità, è positiva anch
89
1931
affermare l'egoità nella sua purezza per porre la
90
1931
fa forte, in questa sua solitudine filosofica ma non
91
1931
ma non perchè la sua ingenua coscienza sia, in
92
1931
in sè che nella sua concretezza essa attua. ¶ 28. Il
93
1931
affermazione che, con la sua concretezza, essa fa della
94
1931
pur nel fascino della sua bellezza; ma la cellula
95
1931
energia che con la sua legge ci dà ragione
96
1931
quelle che questa nella sua ingenuità stima tali; ma
97
1931
Petro» dice con la sua cristallina chiarezza Spinoza9. C
98
1931
il pensiero, in questa sua sommità che dicesi filosofia
99
1931
e, proprio con questa sua affermazione, la dichiara irraggiungibile
100
1931
quel pregiudizio è a sua volta la più chiara
101
1931
in sè da questa sua essenza contraddittoria, anche quando
102
1931
con l'intima essenza sua. Il ricorso alla «idea
103
1931
senza mai travolgerlo nella sua circolarità. ¶ Ma non è
104
1931
partenza, proprio con la sua contraddittorietà, costituisce lo stesso
105
1931
in sè, proprio nella sua contraddizione, si riconosce come
106
1931
contraddizione sia, nell'essenza sua, dogmaticamente realistico, è ancora
107
1931
si chiuda soltanto nella sua storia, e la coscienza
108
1931
sue affermazioni, ignorandola nella sua storia. Nell'un caso
109
1931
filosofica nella impossibile costituzione sua, vana tentatrice della intimità
110
1931
a legge assoluta quella sua intima essenza contraddittoria dalla
111
1931
avevamo pur dedotta la sua falsità. L'antinomismo kantiano
112
1931
cosa in sè dalla sua contraddizione e la scoprirà
113
1931
più alto punto della sua elaborazione filosofica. Dall'altra
114
1931
si presenta allora, nella sua genesi e nel suo
115
1931
ragione poi afferma nella sua assolutezza, non solo, come
116
1931
termine della coscienza, nella sua distinzione da una oggettività
117
1931
di ciascun sentito nella sua diversità, ma bensì a
118
1931
di coscienza proprio nella sua purezza oggettiva. ¶ Negare senz
119
1931
Oggettività, che raggiunge la sua purezza, diventa cioè cosa
120
1931
quando è affermata nella sua assolutezza dalla ragione, quando
121
1931
ogni possibile relazione nella sua Unicità. ¶ La Critica cioè
122
1931
data dalla cosa nella sua singolarità, dal questo e
123
1931
che trova limiti alla sua universalità, tra apriori ed
124
1931
comune che ha la sua origine prima in quella
125
1931
quella che è la sua fondamentalissima esigenza: la distinzione
126
1931
non sarebbe cosa nella sua realtà; dinanzi alla distinzione
127
1931
richiede l'essere nella sua semplice assoluta unicità. ¶ L
128
1931
cosa in sè nella sua oggettiva purezza, ciò non
129
1931
di noi, considerato a sua volta come un questo
130
1931
il realismo, con la sua contraddizione, ci aveva cacciati
131
1931
io e cosa nella sua grossolanità realistica, io non
132
1931
appartenenza alla coscienza anche sua. ¶ La coscienza importa non
133
1931
questa perchè è la sua stessa sostanza. ¶ L'io
134
1931
è coscienza razionale, nella sua purezza di io non
135
1931
io è soggetto, nella sua assoluta inseità non è
136
1931
giustamente manifestava tutta la sua intolleranza, nega la critica
137
1931
dalla coscienza razionale nella sua concretezza, da quella che
138
1931
chiuda sè soltanto nella sua storia, ma riveda sè
139
1931
che si chiuda nella sua storia, è tanto chiusa
140
1931
la filosofia che ogni sua storia rinneghi, in quanto
141
1931
non solo toglierà dalla sua sostanza la extensio come
142
1931
che è la stessa sua sostanza. E reciprocamente Fichte
143
1931
trovare l'io nella sua purezza, senza scambiarlo, equivocando
144
1931
l'essere. Oggetto nella sua appartenenza alla coscienza del
145
1931
essere in sè nella sua esigenza di estraneità a
146
1931
unificazione che è la sua oggettività. ¶ Più persuasiva sembra
147
1931
pregiudizio della trascendenza nella sua accezione realistica. Errore di
148
1931
in quanto affermante nella sua correlativa soggettività, si unifica
149
1931
l'essere stesso nella sua assoluta unicità. ¶ Quando io
150
1931
Cartesio non vide, della sua formula, sta nel passaggio
151
1931
necessità della ragione nella sua assoluta unicità: non oggetto
152
1931
la schietta oggettività nella sua assolutezza. Aveva ragione Kant
153
1931
sè con l'apparenza sua. ¶ Si può opporre: «L
154
1931
il realismo travolga nella sua rovina l'esperienza. ¶ Un
155
1931
e che in questa sua sinteticità non ha bisogno
156
1931
o meglio con una sua propria inattingibile legge assoluta
157
1931
vista nella specifica esigenza sua. Cioè il problema critico
158
1931
della scienza nella assoluta sua universalità e necessità, la
159
1931
idealismo kantiano, dalla pura sua forma trascendentale aderente a
160
1931
conoscenza pura nella piena sua attualità non bisognosa di
161
1931
esperienza. ¶ L'esperienza nella sua specifica caratteristica è tacitamente
162
1931
come nell'idealismo, la sua provenienza da una esterna
163
1931
posta essa, proprio nella sua mancanza di universalità e
164
1931
quella provenienza, perde la sua stessa ragion d'essere
165
1931
ragione della conoscenza nella sua universalità e necessità, cioè
166
1931
e necessità, cioè nella sua unicità, nella sua oggettività
167
1931
nella sua unicità, nella sua oggettività. L'empirismo critico
168
1931
logicità del concetto nella sua universalità assorbe in sè
169
1931
dello stesso concetto nella sua universalità. ¶ Al logicismo puro
170
1931
concetto del mondo nella sua molteplicità, e si proclama
171
1931
del mondo, nella fondamentale sua psichicità, genera, come economica
172
1931
psichicità, genera, come economica sua espressione, quel concetto logico
173
1931
non per eliminarlo nella sua specifica esigenza, ma per
174
1931
se il realismo, nella sua pretesa realtà al di
175
1931
che ha avuto la sua realtà vera solo in
176
1931
esperienza. Donde o la sua assoluta sublimazione empiristica, o
177
1931
contenuto di conoscenza, nella sua oscura provenienza da una
178
1931
esperienza invece, proprio nella sua specificità, è esigenza della
179
1931
non sa nulla nella sua bianca purezza di foglio
180
1931
mente alla cosa nella sua estraneità al rapporto stesso
181
1931
l'immediata conseguenza della sua interpretazione realistica, e non
182
1931
che determina, essa, nella sua estraneità alla coscienza, uno
183
1931
la coscienza stessa nella sua integrità, è necessario trovare
184
1931
delle cose13. E la sua doppia faccia, quindi, per
185
1931
sapere, la cosa nella sua realtà, facoltà dell'immediatezza
186
1931
a sè stante nella sua singolarità. ¶ 39. L'esperienza realistica
187
1931
cosa reale causante la sua esperienza, come soggetto quindi
188
1931
come esperienza proprio quella sua forma nella quale essa
189
1931
nega l'esperienza nella sua specificità proprio perchè conserva
190
1931
cioè è coscienza nella sua relatività. E, giacchè relazione
191
1931
non richiedere una immanente sua apriorità, una astratta sua
192
1931
sua apriorità, una astratta sua aposteriorità. ¶ In questa, nell
193
1931
essere e la conseguente sua piena appartenenza al mondo
194
1931
del platonismo (e nella sua sistematica purezza e in
195
1931
l'avevano assorbito nella sua parte sostanziale) a dar
196
1931
ogni categoria, da ogni sua «azione necessaria». ¶ Crede così
197
1931
cosiddetto contenuto empirico nella sua caoticità è creazione dello
198
1931
Negare l'esperienza nella sua specificità, abbiam visto (§ 37), è
199
1931
soggettività di coscienza nella sua singolarità. E questa singolarità
200
1931
singolarità, intesa appunto nella sua essenza di alterità, non
201
1931
soggetto che sperimenta, nella sua essenza di altro singolare
202
1931
è il principio della sua coscienza nella esperienza. In
203
1931
esplicitamente la soggettività nella sua relatività con altri; non
204
1931
questo tavolo con la sua solidità, colore, forma ecc
205
1931
e quindi l'infinita sua esplicazione), anche se debbasi
206
1931
riguarda il soggetto nella sua alterità, ma il suo
207
1931
solo egli con la sua cosa. Se egli solo
208
1931
nella schietta e sola sua singolarità. Ed è questo
209
1931
stanno, proprio con questa sua validità comune a tutti
210
1931
Con essa, nella incessante sua generazione individuale, ma pur
211
1931
perciò quindi con la sua unica legge che la
212
1931
la natura, con la sua legge, quell'una immensa
213
1931
sperimentante, assolutamente chiuso nella sua singolarità; c'è una
214
1931
e quindi trovarsi nella sua infinita unicità in ciascuno
215
1931
stesso essere nella assoluta sua unicità in quanto conoscenza
216
1931
saranno l'Essere nella sua forma di necessità immanente
217
1931
intraducibile in concetti nella sua integrale purezza, è logica
218
1931
oggetto puro, e la sua distinzione dalla cosa reale
219
1931
scienza, scienza, che, nella sua fissazione di leggi alla
220
1931
la non meno proclamata sua pensabilità, voleva dire la
221
1931
rimaneva irrimediabilmente fisica nella sua forma scientifica. ¶ Nè poteva
222
1931
in sè con la sua oggettività. Non s'accorsero
223
1931
filosofica può affermarsi nella sua purezza di riflessione e
224
1931
della esperienza, ha la sua origine nella presenza della
225
1931
Altro, che, con la sua necessità di costituita cosa
226
1931
costituita cosa, con la sua necessitante essenza, si imponeva
227
1931
questa, l'alterità nella sua molteplicità era fatta sinonimo
228
1931
più determinata cosa nella sua propria esistenza, questa pietra
229
1931
condizioni fondamentali originarie, questa sua esperienza, nella riflessione che
230
1931
stesso oggetto-idea nella sua distinzione dalla cosa in
231
1931
Noi l'affermiamo nella sua positività: la natura, proprio
232
1931
immanente di essa nella sua purezza, al suo principio
233
1931
alterità di coscienza nella sua molteplicità. ¶ Ma perchè ciò
234
1931
con questa soddisfazione della sua esigenza è connesso un
235
1931
quindi rapporto, richieda a sua volta una unicità oggettiva
236
1931
coscienza dialettica cioè alla sua negatività. Dovremmo senz'altro
237
1931
Essere, perchè è, per sua natura, rapporto nell'Essere
238
1931
l'idealistico «pensato» nella sua passività cioè negatività, ma
239
1931
in sè, con la sua ideale oggettività, è il
240
1931
essere relativo con la sua reale soggettività, ecco quel
241
1931
evidenza la necessità della sua individuazione. ¶ 49. Critica dello storicismo
242
1931
concreto, il quale, a sua volta, riapre la possibilità
243
1931
il fatto umano, nella sua vivente determinata realtà, al
244
1931
vuole) della filosofia alla sua propria essenza, ai suoi
245
1931
è Hegel con la sua concezione della «filosofia come
246
1931
di governo, con la sua moralità, con la sua
247
1931
sua moralità, con la sua vita sociale, con le
248
1931
e scientifici, con la sua religione, con i suoi
249
1931
particolare aveva imposta la sua supremazia o col formarsi
250
1931
non servendosi, per la sua riflessione, come dei lambicchi
251
1931
vive in un'atmosfera sua assolutamente scissa da quella
252
1931
La coscienza che questa sua è una pretesa dà
253
1931
ne sia scoperta la sua essenza di oggettività pura
254
1931
che l'idea nella sua assoluta purezza non è
255
1931
fattura del soggetto nella sua relatività, ma è la
256
1931
così può imporsi alla sua astratta singolarità. L'idea
257
1931
somma e massima complessità sua e comprensivo quindi anche
258
1931
quasi con una concretezza sua propria, che toglierebbe ogni
259
1931
cui nasce anche nella sua inesatta e quindi superabile
260
1931
qualcosa è nell'essenza sua, è proprio Dio nella
261
1931
è proprio Dio nella sua problematicità. Problematicità, che vuol
262
1931
più vivo fervore della sua fede attuosa. Data l
263
1931
vero valore con quella sua degenerazione che è la
264
1931
è difficile depurarlo dalla sua soprastruttura, che lo nasconde
265
1931
e si manifesta in sua vece. Donde l'utilitarismo
266
1931
perchè Dio stesso nella sua singolare esistenza è intervenuto
267
1931
adorato dal credente, la sua propria esistenza, che egli
268
1931
allontana l'esperienza, nella sua integrità, da quell'intima
269
1931
quindi la religione nella sua purezza di fede intima
270
1931
Esso era limitato nella sua origine al di là
271
1931
filosofia, e determinato nella sua forma da tale sua
272
1931
sua forma da tale sua estranea origine: si trattava
273
1931
questa col darle una sua speciale esperienza. Non si
274
1931
esperienza religiosa con la sua rivelazione ed i suoi
275
1931
infine, per la stessa sua natura non può fondare
276
1931
la dimostrazione, con la sua intima essenza razionale, prende
277
1931
coscienza religiosa porre la sua base prima sulle argomentazioni
278
1931
nel proclamare questa pura sua essenza di fede testimoniante
279
1931
il principio giustificativo della sua ribellione, l'impossibilità di
280
1931
fomenta e nutre la sua ribellione. Anche il misticismo
281
1931
fine al teologismo nella sua impostazione e soluzione tradizionale
282
1931
Dio trovasse l'origine sua solo nella presentazione che
283
1931
della religione, donde la sua presentazione del problema di
284
1931
cui egli con la sua fede erigeva a realtà
285
1931
di Hume con la sua credenza, ma anche al
286
1931
di Berkeley con quella sua riduzione delle cose ad
287
1931
spogliare l'esistenza della sua falsificazione realistica. Senza questo
288
1931
questo «più», con la sua affermazione entro la coscienza
289
1931
cioè la coscienza nella sua molteplicità, si intende allora
290
1931
sentito proprio in questa sua esplicabilità. ¶ Esistenza e credenza
291
1931
quale giustamente fermava la sua attenzione il Gioberti, per
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la quale è, per sua natura, negazione di ogni
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compromettere l'altra nella sua capacità dimostrativa. ¶ 56. La religione
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viva perciò in una sua propria sfera inattinta e
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suo essere esistenza nella sua schietta, inesplicata alterità, è
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è provata da questa sua stessa generazione (§ 42, 45). E da
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reali si finge come sua propria esperienza. E si
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non si sperimenta nella sua purezza. ¶ E perciò nella
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così la religione nella sua pura essenza, e liberatala
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spirituale specifica, proprio come sua speciale esperienza, soltanto quella
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questo presupposto esca dalla sua forma di presupposto e
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annullata la religione nella sua specifica forma di fede
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profondarsi e purificarsi nella sua propria essenza. E si
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perciò non ha una sua propria esistenza. Il credente
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La religione con la sua certezza non ha in
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cui si sostanzia la sua coscienza: se quell'oggetto
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soppressa la religione nella sua specificità invece di ricercarne
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quale perciò in questa sua forma non è il
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la logica intima della sua dottrina che era proprio
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dei teologi, impenetrabile nella sua essenza, di là da
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dell'Essere nella assolutezza sua, che non è la
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Giacchè o nega la sua propria esistenza anche nella
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affermazione; o afferma questa sua propria esistenza con quella
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suo esistere con questa sua affermazione è il Dio
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Dio infatti sarebbe la sua stessa esistenza, come il
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e dall'altra la sua trascendenza. Avremmo quella trascendenza
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di Dio, cioè una sua reciprocità con me? Certo
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spiritualità di Dio. La sua novità dipende dall'aver
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per questa assolutezza della sua alterità, sarebbe l'Altro
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l'esistenza nella grossolana sua accezione realistica, dall'altra
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problema di Dio nella sua forma esistenziale. Per il
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posta l'esigenza della sua soggettività. Quando si vede
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l'incognita che dalla sua soluzione debba essere provata
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ontologico, dunque, con la sua prova dell'esistenza di
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elevare a sistema nella sua contraddittorietà. ¶ Non l'ha
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coscienza come tale nella sua concretezza, e tanto meno
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coscienza oggettiva (Dio) nella sua assolutezza. Ed è questo
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è Dio (Enc. § 51), nella sua assolutezza ed infinità; Dio
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nuovo Kant: opporrà la sua concretezza alla concretezza che
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negativa dell'argomento nella sua forma tradizionale, e da
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l'argomento resti nella sua forma esistenziale. ¶ 61. L'argomento
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residuo, l'Idea nella sua assolutezza che non consente
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se il credente, nella sua pura fede rivelatrice, sente
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si chiude, forte della sua intuizione, contro ogni contrario
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l'argomento ontologico nella sua forma positiva e in
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si accorge, in questa sua dichiarazione, che, a meno
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nella organica integrità della sua forma fondamentale e dei
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del Croce con la sua Memoria (18 marzo e 6 maggio
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e con tutta la sua opera storica e critica
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vivamente contribuì con la sua fondamentale collaborazione alla Critica
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hegeliano, riduce questo alla sua massima coerenza nella fondamentale
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dell'atto spirituale nella sua infinita sempre rinnovantesi assolutezza
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che egli fissò come sua propria dottrina nella Teoria
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l'atto spirituale nella sua concretezza, non esclude da
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l'uomo con la sua stessa attività spirituale viene
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rinfacciano come ateismo la sua dottrina, della quale mostrano
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viene a perdere la sua propria individuazione di problema
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viene a perdere la sua propria forma. Per troppo
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una risposta adeguata alla sua ansia profonda, pur essendosi
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dalla filosofia ebbe alla sua ansia il Varisco. ¶ Pur
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ha pure una personalità sua propria, con la quale
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Tarozzi che «per natura sua il pensiero cerca ciò
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dare per dimostrare la sua tesi è che la
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sa che io alla sua filosofia non obietto il
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inconcludente il filosofo nella sua singolarità. È appunto quella
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più dolorosa l'immatura sua perdita), non aveva neppur
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e che ha la sua ragion d'essere nel