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interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «sul»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
orologio, chinandosi un po’ sul suo polso, impallidiva...» ¶ «E
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addormentato con la testa sul tavolino. Sonnolenza avrà chiuso
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un po’ scarmigliata seduta sul fondo, in vestaglia. ¶ «È
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spalla, lo baciavo dolcemente sul petto, su quel suo
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donna abbassò gli occhi sul giornale ormai tutto spiegazzato
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è stampata anche lì, sul giornale, la stessa cosa
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cosa che aveva tatuata sul petto!» ¶ Mi alzai dalla
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me! Veniva a prendermi sul lavoro, il giorno dello
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madre quando mi vedeva sul corpo i lividi, i
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gamba. Buttai il giornale sul sedile di dietro. Abbassai
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cadere quasi di peso sul sedile dell’auto aperta
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sua volta in piedi sul tavolino. La chiazza del
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la cornice, e passarci sul volto con quelle loro
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alla volta ad assaggiarci sul collo, sulle braccia. La
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era caduta di colpo sul davanti, penzolava fuori dalla
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seggiole si spostavano saltellando sul pavimento, si ammassavano tutte
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addormentavo per qualche istante sul baldacchino, tra una frase
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con la testa poggiata sul tavolino. Si staccavano dagli
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faceva piombare di taglio sul tavolo. Si sentivano i
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prima di metterli infine sul carrello. ¶ Il braccio metallico
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rischiava di cadere addormentato sul carrello, perché l’alimentatore
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bianca era già balzato sul palco per le prove
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arrampicato da qualche istante sul palo per orientare meglio
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alla scaletta che portava sul palco. Mi stava indicando
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era arrampicato di nuovo sul palo degli altoparlanti, saliva
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dalla piazza. Ero finito sul sedile di dietro accanto
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Mi passai una mano sul volto. Il guidatore emise
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macchina partiva, si girò sul sedile, come per accertarsi
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rade e tutte appiattite sul terreno, scorgevo a tratti
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tre volte le dita sul palmo della mia mano
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spaccava con un coltello sul tagliere. Scorgevo la loro
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alle labbra, sembravano sempre sul punto di incendiarsi. Scorgevo
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Mi chinai a guardare. ¶ Sul pavimento era infine apparsa
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sonnecchiava con la testa sul braccio ripiegato. Non c
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bianca un po’ ripiegato sul ciglio della strada, per
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portiera, buttai la valigia sul sedile di dietro. ¶ Vibravano
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far credere di essere sul punto di cambiarli, un
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tutta contorta del guardrail, sul parabrezza si erano già
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terso che sembrava sempre sul punto di spezzarsi. La
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perfettamente immobile, sembrava dipinta sul parabrezza. ¶ Poi mi parve
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di annodarsi la cravatta, sul fondo di una grande
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parte, posai la valigia sul pavimento prima di buttare
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fragore dall’altra parte, sul pavimento di un cortiletto
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passanti. Qualcuno si bloccava sul marciapiede, per guardarmi, e
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di venirla a tagliare...” ¶ Sul pavimento non c’era
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erano ammassate e rovesciate sul pavimento batterie d’auto
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piano. Feci un passo sul balconcino dalla ringhiera piena
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letto erano orribilmente macchiate, sul cuscino c’era una
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ritorno nella piazza. Salivo sul baldacchino, il cieco mi
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poi salire di nuovo sul baldacchino per riprendere il
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e con i gomiti sul corrimano, premendolo leggermente, per
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scendere con un saltello sul pavimento della piazza, e
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mi scivolavano un po’ sul volto per il freddo
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cognomi tracciati con cura sul foglietto. ¶ La macchina era
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me la sentivo passare sul bavero del cappotto, sugli
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informava. ¶ Posavo gli occhiali sul comodino. Mi addormentavo di
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le loro mani passarmi sul volto, sui capelli. ¶ 5 ¶ Sonnolenza
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ferro del palchetto, incastrata sul sedile posteriore, premeva contro
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trombe cominciavano a torcersi sul portapacchi, giravano le loro
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la sua piccola ombra sul ciglio della strada, un
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qualcuno si sedeva ridendo sul nostro cofano, si lasciava
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fracassavano poco per volta sul selciato. Solo, d’un
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con la guancia posata sul selciato, vedevo gli ultimi
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gambe disarticolate e allargate sul selciato. Sollevò molto in
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a lungo col cieco sul modo migliore di disporre
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assestava con piccoli saltelli sul pavimento tutto bombato della
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costringeva a tossire rabbiosamente sul baldacchino. “Cosa sarà venuta
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falce e martello tatuata sul petto. È un combattente
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anche aperto la camicia sul petto nudo, ho capito
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a noi, potrebbe salire sul palco vicino a lei
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con la camicia aperta sul petto mentre lei fa
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Mi passavo una mano sul volto. Sonnolenza stava ancora
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con gli occhi socchiusi sul suo sgabellino. Il cieco
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vederla. Sentivo Sonnolenza sbadigliare sul sedile di dietro. Gli
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cofano ricadesse di colpo sul suo gancio allentato. ¶ Anche
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gli altoparlanti e caricato sul sedile di dietro la
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aveva già preso posto sul sedile davanti, suonava il
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alcune delle lettere stampate sul manifesto, nei punti dove
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pensando.» ¶ Puntavo i gomiti sul tettuccio dell’auto, restavo
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indietro, luccicava di brillantina sul contorno del suo volto
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insinuava assieme a Sonnolenza sul sedile di dietro, prendendo
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con gli occhi socchiusi sul suo sgabellino, in una
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quando appariva in piedi sul baldacchino, molto più in
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per sbaglio la colla sul volto, mentre il cieco
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fianco. Si era seduto sul marciapiede, mi osservava. ¶ «E
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ne stava tutta piegata sul filo della cornice, come
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qualcun altro si addormentava sul suo sedile, per un
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abbassato ed era apparso sul fondo lo Scorpione, e
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posizioni esatte delle stelle sul finestrino, congiungeva tutti i
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potessero più fare attrito sul selciato. Scorgevo la sua
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misi il primo piede sul palco. La piazza era
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1998
di risvegliarmi di soprassalto sul baldacchino. La piazza s
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dei riflessi di luce sul pavimento della piazza. Provai
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il cane. ¶ Mi girai sul traballante palchetto, agitai più
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e che si impegnava sul proprio onore a riportarlo
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falce e martello tatuata sul torace dell’uomo, non
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così piena d’incenso sul primo degli inginocchiatoi che
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quattro angoli, pareva sempre sul punto di scattare e
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pianeta si sfuocava completamente sul suo corpo, le sue
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con un piede solo sul tabernacolo, era rimasta immobile
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sue gambe, in bilico sul gradino, non si rovesciasse
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sue pieghe pareva sempre sul punto di schiantarsi. Il
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afferrare la patena appoggiata sul primo degli inginocchiatoi per
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sembrava che fosse sempre sul punto di scoppiare a
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un po’ frantumate passarmi sul volto, sulla fronte. Il
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poca distanza. Mi inerpicai sul suo zoccolo alto di
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la schiena, rimanendo seduto sul grande cubo di cemento
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per mettere il piede sul gradino successivo. Mi aggrappavo
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Mi spostavo ogni tanto sul ciglio della strada, quando
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1998
silenzio sulle spalle, seduto sul bordo di un piccolo
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1998
silenzio, stava seduto soprappensiero sul bordo del lettuccio. Sorrideva
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lo spazzolino da denti sul bordo dell’abbeveratoio, mi
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arrivati e di quelli sul punto di partire. Qualcuno
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come se niente fosse sul manto della neve, in
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scorto un piccolo rammendo sul tessuto. Dovevano avere cambiato
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rideva, ogni tanto, sedendosi sul suo nuovo letto un
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segni degli spari, come sul vetro la scheggia del
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1998
ultima volta la testa sul cuscino. Mi pareva di
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a passare a ondate sul terreno. Vedevo solo le
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intera bracciata di stecche sul sedile. ¶ Girato su se
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fragili pareti...» ¶ Il sedile sul quale stavamo seduti, già
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scorgergli una bava leggera sul filo delle labbra, alla
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guidavo, sistemarsi con cura sul sedile, e cercare a
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1998
vedevo balzare di colpo sul sedile, si puntellava con
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1998
avvertivo che stavano passando sul suo volto vampate leggere
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cigni che si spostavano sul filo dell’acqua a
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piume. ¶ «Metti le trombe sul tetto! Alza il volume
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1998
secchio nell’acqua, inclinato sul ciglio. Rigiravo il fondo
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1998
osservava restando in piedi sul gradino più basso di
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sentivo scricchiolare come sempre sul punto di spezzarsi, nelle
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1998
sistemavo un po’ meglio sul mio rotolo, mi pulivo
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1998
continuavano ancora a girare sul suo fondo. Cercavo di
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marciapiede, la facevo slittare sul ghiaccio con una sola
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porticina. Metteva il piede sul primo gradino, mi faceva
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Due uomini si gettarono sul sedile, lo staccavano a
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stava prendendo sottobraccio, camminando sul velo di neve a
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Sempio, passandosi una mano sul mento reso abrasivo dalla
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orientai uno degli altoparlanti sul sedile di fianco, l
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lei levava il braccio sul palco, come per indicare
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dall’altra parte, perché sul baldacchino non c’erano
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lasciava cadere con fragore sul pavimento della piazza. Mi
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la cornice, poggiata stavolta sul pavimento, rovesciata, e di
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sbarre che cadevano disarticolate sul selciato. Ne scaturivano scintille
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chinavo ancora di più sul sedile basso, già svuotato
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stato per un istante sul punto di parlargli, ma
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la testa gli piombava sul petto, non capiva se
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stava un po’ sollevato sul sedile dello scooter che
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lo scooter tutto inclinato sul terreno, per poter correre
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la sua grande ombra sul terreno, muoveva le braccia
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continuava invece a spostarsi sul terreno, diventava obliqua e
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si era tutta sgranata sul terreno, puntava senza fretta
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di colpo il sacco sul tabernacolo, lo serrava con
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tramortite sui tappeti. ¶ Seduto sul bordo del sepolcro scoperchiato
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angelo stava tutto chinato sul corpo di Gesù. ¶ Gli
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Anche Gesù stava seduto sul bordo del sepolcro, teneva
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si era adesso arrestato sul bordo del sepolcro, non
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gettati per lunghi tratti sul terreno. Rifrangevano tutta la
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mai trattenersi dal sedere sul suo seggiolino girevole, dopo
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erano bloccati all’istante, sul terreno. ¶ La luce era
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Qualcuno stava già camminando sul piccolo marciapiede di cemento
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se tenerlo in piedi sul palmo o se stringerlo
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in che modo girarmi sul ciglio della piccola scarpata
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parenti. Qualcuno era sceso sul fondo, guardava le arnie
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1998
Gatto stava lentamente salendo sul lampione. ¶ «E cosa sta
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facendo?» ¶ «Niente... è immobile sul seggiolino dell’armonio, non
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stia camminando tutta ingobbita sul pavimento. Non capisco bene
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un topo annegato, disteso sul pavimento. “L’avrà tirato
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finestrone assieme all’aliante. ¶ Sul fondo rimpicciolito del cortile
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più d’intensità, come sul punto di far saltare
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sordomuto dormiva tranquillamente adagiata sul cuscino, le api continuavano
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passando a piccole ondate sul suo volto, gli cancellavano
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entrambe le braccia rovesciate sul cuscino, la nuca nel
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lo sforzo, gli ballavano sul volto gli occhiali da
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per andare a posarsi sul Cavatappi, che continuava come
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infilati nei collari riverberavano sul nero delle vesti, qualcuno
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si passava il fazzoletto sul collo. Il padre priore
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sua testa era immobile sul libro spalancato, i suoi
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le teste molto chinate sul breviario, rasentando il muro
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vedendomi apparire. Ero già sul marciapiede di cemento. La
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scendevo con le ginocchia sul segmento d’inginocchiatoio al
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sorriso fosse intollerabilmente comparso sul mio volto. ¶ Di fronte
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di tanto in tanto sul ripiano lucido dell’inginocchiatoio
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camminavano tutti in silenzio sul sentiero, si sentiva solo
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tutte e due incrociate sul petto come un bambolotto
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il gesto d’inginocchiarsi sul gradino più alto dell
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facessero i cappelli, allineati sul sedile di dietro con
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chinare troppo la testa sul piatto. Anche alla fine
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si era inginocchiato improvvisamente sul terreno, aveva iniziato a
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calzoni o la veste sul terreno. Ne seguivo i
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di schiuma da barba sul mento, segno che erano
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tre cotte inamidate distese sul basso mobile. Ne indossai
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chiudesse mai del tutto sul suo corpo. Dovevo spostare
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1998
era calato di nuovo sul fondo della vasca. Gettava
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pentolino, la vedevo cadere sul pavimento, con qualche macchiolina
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nella pattumiera. Mi chinavo sul pavimento e mi pareva
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1998
passava, e a salire sul tetto della grotta si
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era tornato a calarsi sul fondo prosciugato della vasca
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nel sacco girando minacciosamente sul fondo con gli stivaloni
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Lo guardavo, tutto inclinato sul basso davanzale, la mattina
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con gli occhi fissi sul pavimento. «Cosa farai?» ¶ Tutta
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1998
volta gli occhi fissi sul pavimento, forse guardavamo entrambi
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1998
mattonella perché sembrava sempre sul punto di schizzare fuori
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1998
e con piccoli tonfi sul pavimento delle scuderie. Ma
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intera tavola in bilico sul ventre, la faceva ondeggiare
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1998
finestra camminando a tentoni sul pavimento tutto inclinato da
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non provi a mettermi sul tavolo?» mi consigliava intanto
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per non farmi rotolare sul pavimento, e poi farmi
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1998
tutto il mio peso sul petto e sulle spalle
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1998
essere riuscito a posarlo sul terreno, mentre mi trovavo
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1998
e due i piedi sul terreno. Le fiamme illuminavano
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1998
di scorgere la Pesca sul ponticello della vasca. ¶ Non
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1998
molto meglio, adesso, passando sul ponticello di ferro a
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1998
spegnendo in perfetto silenzio sul fondo ormai prosciugato della
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1998
la zampa di gatto sul suo corpo, neppure durante
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1998
sua carne nuda, come sul punto di cadere a
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1998
freni che rimaneva ancora sul manubrio, pianissimo perché il
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faceva scintille serrandosi direttamente sul cerchio di ferro della
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1998
già messo la valigia sul letto, stavo già per
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1998
la voliera. ¶ Mi issai sul sedile di dietro, mentre
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1998
oppure no. Ero seduto sul fanalino posteriore della moto
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1998
di girare la testa sul cuscino, per vedere anche
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1998
con entrambe le teste sul mio letto. Stava seduto
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1998
voluto girare la testa sul cuscino, per vedere anche
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1998
girando impercettibilmente la testa sul cuscino, provai a guardare
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1998
ancora i suoi lineamenti sul cuscino, nella camerata ormai
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1998
più i loro volti sul nero delle vesti. ¶ Pochi
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1998
girata verso il comodino, sul quale si stagliavano piccoli
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1998
stupore che avevano posto sul fondo della piscina alcune
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1998
tutti inginocchiati in silenzio sul pavimento, attorno al tavolo
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1998
liberò un piccolo spazio sul pavimento. Mi inginocchiai a
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1998
che tutto fosse sempre sul punto di dissolversi. Di
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1998
scalcagnati. ¶ Lo vidi arrampicarsi sul primo albero di cachi
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1998
cadevano ridotti a brandelli sul terreno. ¶ Cominciava a cambiare
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1998
impennarsi e ricadere leggera sul tavolo, raggiungere l’estremità
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1998
il primo inginocchiarsi pesantemente sul pavimento, come quando cadeva
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1998
farla diventare lucida inginocchiandomi sul pavimento. Anche il Gatto
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1998
orti e delle serre. Sul fondo della piscina il
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1998
la strisciolina del collare sul suo collo da poco
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1998
la sola stola nera sul camice e l’amitto
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1998
aveva abbassato la testa sul petto, imbarazzato. ¶ “Pareva più
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1998
se stessi, sembravano sempre sul punto di staccarsi dal
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1998
attraversare i viali gettato sul carrettino colmo fino all
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1998
il ponticello, mi gettavo sul sentierino in ripida discesa
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1998
la zampa di gatto sul comodino, prima di recitare
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1998
villa stava vibrando distintamente sul suo zoccolo di vetro
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1998
raccoglieva i pesci tramortiti sul pavimento, cominciava a ritagliarli
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1998
spostati. Posai il pentolino sul letto, mi sedetti sulla
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1998
Guardandola mentre cadeva serpeggiando sul pavimento, mi stupivo della
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1998
era srotolata e sparpagliata sul pavimento, solo un ultimo
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1998
garza cadde alla fine sul pavimento, presi dal comodino
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1998
sotto l’altro scivolando sul materasso voluminoso eppure quasi
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1998
il piccolo spazio vuoto sul cuscino, mentre già sollevavo
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1998
parte opposta, quasi seduta sul lettone e tutta girata
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1998
parevano continuare a dormire sul mio collo. Agitati e
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1998
Mi giravo un po’ sul fianco, mentre un altro
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1998
muovendo il braccio libero sul materasso inconsistente quando bisognava
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1998
Pesca puntava la torcia sul volto dell’altro fratello
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1998
torcia, si distingueva appena sul lenzuolo. Poi il volto
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1998
non faceva più attrito sul lenzuolo. Stavamo girando di
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1998
di nuovo la testa sul cuscino. Il tempo passava
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1998
la torcia giaceva accesa sul materasso. Faticavo a scoprire
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1998
occhi spalancati. Mi giravo sul fianco e li riaprivo
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1998
Lenìn doveva essersi seduto sul letto, con i piedi
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1998
caricarla, a piedi nudi sul pavimento. Mi girai di
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1998
Lo sentii distendersi piano sul lenzuolo, per non gualcire
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1998
infilai molto in fretta sul pigiama, misi tutti e
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1998
sua camicia sembrava sempre sul punto di scoppiare. Un
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1998
se ne stavano appollaiati sul davanzale della bifora, segno
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1998
di uno dei pesci sul piatto di portata. Sapevano
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1998
terra. Bortolana stava seduto sul davanzale di una delle
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1998
lungo i viali e sul tetto della grotta, oppure
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testa un po’ arrovesciata sul sedile. ¶ Poi la macchina
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1998
dello sposo e anche sul volto di Turchina. Qualcuno
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1998
si era finalmente mosso sul volante, le ruote avevano
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1998
che si stagliava eccessivamente sul suo sfondo, spostandosi verso
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1998
mentre le strangolava torcendosi sul busto, con una gambetta
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un altro gatto balzasse sul filo fumante con le
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il libro di preghiere sul comodino. Si affacciò alla
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Stava coi gomiti puntati sul basso davanzale e ondeggiava
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in alto, molto inclinato sul suo manico, in un
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non sporcare la veste sul terreno, che era diventato
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non la vedevo più sul corpo della Pesca, che
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Scurivano poco per volta sul terreno, raccoglievano piccole pozze
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le rane schizzavano atterrite sul fondo melmoso che si
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Lenìn inveiva confusamente, invisibile sul fondo della vasca. ¶ Ora
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stava orinando non visto sul suo fondo, quando gli
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rideva a bocca tappata sul ramo più alto di
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allargava e si restringeva sul suo corpo mentre camminava
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file, proiettavano piccole ombre sul pavimento appena lucidato. Mi
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Avevo lasciato la valigia sul letto. Camminavo di nuovo
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sempre parcheggiata nel cortile sul suo alto cavalletto, con
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Il Nervo stava seduto sul seggiolino girevole del vecchio
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po’ in avanti, arrampicandosi sul palo del lampione appena
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le luci. Mi inerpicai sul sedile di dietro, mentre
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del Nervo, tutta inclinata sul manubrio, sembrava allontanarsi fin
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per albeggiare. Ero seduto sul fanalino posteriore della moto
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una montagnola. L’acqua sul suo fondo era nera
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tutta lucente del cortile. Sul tronco di un grande
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di uno dei piedi sul terreno, cominciò ad attraversare
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di metallo, sembravano sempre sul punto di staccarsi. ¶ Imboccammo
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abiti ancora imbastiti distesi sul letto. Nella stanza dalle
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alto, posando il piede sul primo piolo di ferro
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cunicolo, posai i gomiti sul pavimento polveroso del solaio
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un unico maschio zoppicava sul davanzale di una delle
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il cielo. Il pavimento sul quale camminavo era un
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il pomeriggio. ¶ Stavo seduto sul tetto della ghiacciaia merlata
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di scale che portavano sul tetto della grotta. Mi
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stava già ballando abbracciata sul ponticello di ferro e
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altra, come due palloncini sul punto di scoppiare. Tutte
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meno quella in piedi sul tavolino, che continuava a
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un unico corpo addormentato. Sul ponticello di ferro Turchina
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la luce era ruotata sul tronco dell’albero borchiato
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la scaletta che portava sul tetto della grotta, quando
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disco stava già terminando sul giradischi più vicino, credo
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altra parte della grotta. Sul giradischi il disco era
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moltiplicate sull’asciugamano e sul pavimento. Stavano tutte arricciolate
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enormemente tutt’intorno, come sul pavimento di una fabbrica
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di fronte a sé sul davanzale, e mi pareva
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come addormentato. Si posò sul punto più lontano del
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pregarlo sottovoce, in ginocchio sul davanzale della bifora. Dalla
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avevano cominciato a posarsi sul davanzale. Entravano uno di
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con mille piccoli versi sul pavimento della piccionaia, accalcandosi
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e recitato le orazioni sul pavimento, perché non c
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vuoti che ancora restavano sul tronco. Li si sentiva
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nuovo la testa calva sul calcio del fucile, molto
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per la nicotina, asimmetrici sul volto. Finché una giovane
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ondeggiare. Arrivavano i pesci sul grande piatto di portata
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giovane coppia che fumava sul ponticello di ferro e
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nascosto tra il fogliame, sul tetto della grotta, che
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stanza col vestito allargato sul letto e pronto da
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pieghe che sembravano sempre sul punto di spaccarsi lungo
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della grotta, e poi sul ponticello di ferro, senza
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notturno mentre pregavo inginocchiato sul pavimento. Lo spazio estivo
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un incendio. ¶ 8 ¶ Circoncisione ¶ Seduto sul tetto della ghiacciaia col
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vidi mettere il piede sul primo gradino e subito
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del suo corpo persino sul terreno perché il sole
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prima che glieli fissassi sul corpo spostandomi con gli
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allinearsi a bocca spalancata sul primo degli inginocchiatoi. Manovravo
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che pregava in silenzio sul suo fondo. E posti
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Seduto dietro un tavolo sul fondo, il padre priore
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dei seminaristi stava collaudando sul fondo della piscina gli
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viola. ¶ Le guardavo, seduto sul bordo della piscina prosciugata
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le illustrazioni delle festività sul messalino, i santini che
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con la testa adagiata sul cuscino, stava sorridendo tra
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gli schettini ai piedi sul bordo della piccola scarpata
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Gatto stavano lottando avvinghiati sul pavimento. Si colpivano in
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dopo lo vidi chinarsi sul pavimento. Li colpiva entrambi
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pavimento. Li colpiva entrambi sul volto col grande rovescio
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che era tenuto chiuso sul davanti da una grande
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frange dorate che luccicavano sul piviale del padre priore
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gli occhi. ¶ Era finita sul gradino più alto dell
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ricadde una seconda volta sul tappeto, che stava incominciando
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altare. Stava già alitando sul suo disegno in rilievo
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dentro la piscina, camminando sul suo fondo per un
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improvviso. ¶ Posai le mani sul terreno gelato, per non
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nascosto e da solo sul pendio. ¶ Mi sfregai di
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gli occhiali stava seduto sul terreno gelido e in
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sui miei occhi. Seduto sul bordo di una vaschetta
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se bisognava invece basarsi sul pallone in libero volo
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la testa ancora chinata sul quaderno, ma mi tremavano
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si era mossa irresistibilmente sul foglio del quaderno che
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suoi occhi erano fissi sul foglio. Sorrideva. ¶ Abbassai il
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raggiunto la sua cattedra sul fondo della sala, ed
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gettava quasi a capofitto sul libro spalancato, ma si
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palmo di una mano sul mio banco. ¶ Mi accorsi
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per scaldarsi, si arrampicavano sul palo di un lampione
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ciò che avevo scritto sul foglio, nascosto dietro lo
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in mano, sembrava proprio sul punto di restituirmelo, se
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Il foglio giaceva dimenticato sul suo banco, così in
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capitava addirittura di trovarlo sul pavimento, fatto cadere dal
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mi capitava di scoprirlo sul suo comodino, in dormitorio
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compariva sempre di colpo, sul più bello. ¶ «Te lo
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dopo, mentre si arrampicava sul lampione, lo vedevo scendere
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i denti stretti, parve sul punto di lacerarsi di
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nuovo qualche piccola vibrazione sul filo dell’acqua. Mi
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campo. Farle asciugare prima sul calorifero non serviva a
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il suo sacchetto, sparpagliava sul letto tutte le sue
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volta mentre fumava rannicchiato sul pendio della collina, ma
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corpo, con i gomiti sul freddo parapetto. Rimaneva così
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rimanendo per brevissimi istanti sul bordo di quel silenzio
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possibile vederlo archeologicamente seduto sul bordo di una delle
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mi sembrava di essere sul punto di cadere per
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e l’aveva issata sul cavalletto. Mi pareva che
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e andai ad aprirla sul letto. Aprii anche il
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lasciai cadere di colpo sul letto. ¶ “Non ho portato
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di materiale e quasi sul punto di scoppiare, schedari
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armadi che parevano sempre sul punto di franare. Le
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matasse di ragnatele. Allargavo sul pavimento una delle tante
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istanti, mentre cucinavo qualcosa sul fornello. Ero in piedi
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unto che era rimasto sul suo fondo. Sentivo i
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notte, mentre stavo disteso sul letto senza gambe, mi
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indicando i giornali ancora sul pavimento, a poca distanza
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un pezzo di carne sul fornello. L’uomo intanto
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andavano veramente a cadere sul bordo del tavolo tutto
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il rumore dei topi sul pavimento, neppure il rumore
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nei giorni di pioggia sul pavimento della stanza. Ne
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Mi passavo una mano sul volto, per cancellare le
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il percorso dell’acqua sul soffitto. Sentivo una goccia
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mandare minuscoli spruzzi nebulizzati sul mio volto. Poi anche
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si sentiva passare distintamente sul volto, quando attraversavo una
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colpo, scricchiolava assestandosi meglio sul cerchione, lo stantuffo cominciava
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motocicletta era già coricata sul pavimento, si sfarinava mentre
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raddrizzarla, riuscii a issarla sul cavalletto. ¶ La guardavo, la
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poi provare a balzare sul pedale dell’accensione tutto
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capannello. Mi dovevo bloccare sul ciglio di un marciapiede
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nervi. Misi il piede sul pedale dell’accensione. Il
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caramellati passarmi e ripassarmi sul volto mentre manovravo slittando
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e degli indirizzi distesa sul tavolo, prima di affacciarmi
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marciapiedi erano sempre umidi sul fondo, traballavano un po
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marciapiede e poi ancora sul cavalletto. Sentivo che mi
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cima. Issavo la moto sul cavalletto, spingevo la cassa
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di posare la testa sul braccio. Mi addormentavo. La
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luce, mi lasciavo cadere sul letto. Doveva essersi lanciato
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scorgere qualcosa di inconsueto sul pavimento. Mi chinavo a
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facendo cadere le briciole sul pavimento, “non avrei dovuto
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forcella gemeva più forte, sul selciato. ¶ “La casa almeno
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portone. ¶ Issai la moto sul cavalletto, mi girai a
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gran mucchio di farina sul pavimento tutto imbiancato del
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prese della luce ammucchiate sul pavimento. «Facciamo un po
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mentre la faccio scaldare sul fornello...» La luce cambiava
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scorgere qualche topo stecchito sul pavimento. “Moriranno anche loro
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a molla appena scattata sul pavimento. “Come mai non
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già giorno fatto. Balzavo sul pedale dell’accensione, giravo
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bianco della camicia sbalzava sul nastro dello stradone, anche
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campanello. Aspettavo guardandomi attorno sul basso pianerottolo, finché la
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a chiudersi di colpo sul mio volto. ¶ «Può dire
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strada, e di balzare sul pedale dell’accensione, sempre
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delle immondizie, sentivo frusciare sul pavimento le interminabili, filiformi
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Coglievo qua e là sul pavimento il luccicare di
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mangiarlo. Battevo il piede sul pavimento, per farlo allontanare
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bocca, mentre già balzava sul sedile rialzato del furgone
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infatti oscillare qualche lampioncino sul retro dei caseggiati e
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Mi passavo una mano sul volto. “Andrò su a
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che il motore era sul punto d’ingolfarsi. I
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non volassero via sbattendo sul filo delle porte. Arrivavo
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stanza. Issavo la moto sul cavalletto, mi staccavo le
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di lasciarmi cadere vestito sul letto. ¶ La notte continuava
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dopo sulla moto, issata sul cavalletto a poca distanza
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di pioggia. Si spostava sul tetto, cercava di sistemare
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che camminavi di notte sul tetto!» gli dicevo sporgendo
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come se niente fosse sul dorso lucido d’acqua
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ancora per molto camminare sul tetto, sopra la mia
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dita, le fece cadere sul pavimento, deformate. ¶ «Finalmente una
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Mi passai una mano sul volto, sentivo che i
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stavo tutto di sbieco sul sedile, per potergli tenere
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entrare, scivolò in silenzio sul sedile accanto. ¶ «Senti, si
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guardarlo. Si era rannicchiato sul bordo esterno del sedile
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macchinina era già balzata sul marciapiede con le ruote
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qualche passo di corsa sul marciapiede gremito di passanti
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la forma del vice sul sedile di fianco. ¶ Lo
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vacillando per un po’ sul pavimento prima di riuscire
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riuscire a prendere posto sul sedile. Sbirciava per tutto
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Si agitava un po’ sul sedile, se la macchina
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non si lasciasse cadere sul pavimento. ¶ Guardavo verso la
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falce e martello tatuata sul petto!» ¶ Sentivo il cuore
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di andarli a depositare sul marciapiede. ¶ Mi spenzolai col
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ricopriva, quando era caduta sul pavimento e si era
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era intanto tutto allargato sul sedile di dietro, a
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faceva accomodare il cliente sul sedile di dietro, mi
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distendevo tranquillamente un braccio sul suo schienale. Il cliente
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pacco dei giornali nuovi sul sedile di dietro. La
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materassi di gommapiuma gettati sul pavimento... E nessuno con
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in tempo ad arrivarci... Sul tappeto, per terra. Sono
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ancora freschi... tocchi qui, sul capezzolo, questo nodulo che
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piombavano soffici e bianche sul marciapiede. ¶ In cucina il
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scarpette bagnate stando seduto sul bracciolo della poltroncina, si
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Guadalajara, sono stato anche sul fronte dell’Aragona, ho
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calorifero prima di piombare sul pavimento. ¶ «C’era una
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sedere accanto a sé sul divanetto. Ma solo un
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è là!» ¶ Stava seduto sul pavimento, con la testa
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lì vicino. ¶ Mi chinai sul Gagà. ¶ «Portami fuori di
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piccolo verso. Mi chinavo sul Gagà, gli fissavo gli
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aiuti a metterlo seduto sul letto!» mi chiedeva la
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donna. ¶ La vedevo accucciarsi sul pavimento, e piangere a
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in gola!» ¶ Si curvava sul letto, mi mostrava come
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di quei solchi ghiacciati. Sul marciapiede di fronte alla
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ancora lanciato e già sul punto di venire intercettato
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taglio della sua bocca sul leggero bagliore del cuscino
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che piangeva. Qualcuno saliva sul treno a parlargli, lungo
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a dismisura una mano, sul suo volto. ¶ Mi spostai
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sorprendevo mentre passeggiavano sottobraccio sul bordo del laghetto, in
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entrava. Scorgevo Dzeržinskij seduto sul bordo del laghetto. La
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al suo solito posto, sul cuscino. ¶ «Non si capiva
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ossa, segno che era sul punto di parlare. “Cosa
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visitatori andare e venire sul nastro dello scalone, camminare
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carrozzella, le ruote slittavano sul pavimento lustrato a specchio
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quella scheggia di lingua sul più bello...” “Li potreste
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un vecchio cameriere. Camminava sul bordo esterno dei piedi
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testa che era volato sul pavimento, lì vicino. Ondeggiava
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pavimento, lì vicino. Ondeggiava sul suo fondo convesso, si
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schegge d’acqua spaccarsi sul pavimento, tintinnare. ¶ La sala
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muovere quasi la bocca, sul cuscino. ¶ Sorrise, girandosi dall
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una sedia tutta intarsiata, sul fondo della sala. “Metta
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aperta come un imbuto sul cuscino. ¶ La donna usciva
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altra stanza, si chinava sul letto prima ancora di
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sentivo pestare i piedi sul pavimento, la sentivo urlare
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lasciando cadere il martello sul pavimento. ¶ Il corpo era
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era bianco, si espandeva. Sul lampione un cappuccio di
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mi pareva di scorgere sul balconcino il biancore della
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ordinata. Misi gli occhiali sul comodino, mi lasciai cadere