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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «sul»

nautoretestoannoconcordanza
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mia silenziosa cameretta affacciata sul fiume, ho temuto che
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grande, luminosa stanza affacciata sul fiume, che una padrona
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sconsolati i miei andirivieni sul vialetto lastricato del giardino
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seduta accanto a lei, sul bordo del letto, e
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che legge la mattina sul giornale scuotendo la testa
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a mettere le mani sul giornale, salto la prima
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raggiungo il binario, attendo sul marciapiede tra i viaggiatori
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le scale e crollando sul letto completamente vestito. La
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disegno tracciato verso sera sul parquet dai raggi obliqui
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offrendo loro del cibo sul palmo della mano. ¶ Ancora
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anniversario del nostro incontro. ¶ Sul come un’idea ce
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braccia e testa abbandonate sul piano della scrivania. Rincasando
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in lutto si cala sul viso il velo scuro
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a fatica la carrozzina sul vialetto di ghiaia. ¶ «Vede
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cadendo in malo modo sul parquet; poi mi feci
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e ansiosa di tranquillizzarla sul mio stato d’animo
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della gioventù più fanatica. Sul municipio rococò ora campeggia
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stesero la loro ombra sul verde brillante dell’erba
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quando davanti a noi, sul marciapiede, vediamo qualcuno inciampare
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un soldatino di piombo, sul lastrico del marciapiede; mentre
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uomo era lì, steso sul marciapiede, con il rivo
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punto interrogativo, non segnato sul margine di una pagina
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ben vigilata solitudine. ¶ Uscì sul viale, accolta dall’ombra
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un breve, circospetto arrischiarsi sul tratto meno frequentato del
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lacrime che scorrevano silenziose sul suo volto impietrito. Allora
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occhi, levandomi a sedere sul letto, e lo vidi
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la vestaglia frettolosamente allacciata sul pigiama e sulla bianca
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sopra e si gettò sul letto senza nemmeno svestirsi
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otto anni dormiva sdraiato sul tappeto ai piedi del
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all’assenza di Tristan sul tappeto, e anche se
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del centro per immettersi sul lungofiume e raggiungere quelle
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Natale, con un biglietto sul quale papà aveva scritto
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le teste ben allineate sul guanciale accanto alla sua
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non vuole vedere, esclusivamente sul primo dei due sostantivi
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mi sono sentita calare sul petto una pietra tombale
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della Wehrmacht: camminiamo insieme sul lungofiume, sul sinuoso belvedere
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camminiamo insieme sul lungofiume, sul sinuoso belvedere contornato di
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a rastrellare i villaggi, sul fronte orientale. Quante ne
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ma quella stella gialla sul tuo braccio, per me
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di piedi, e anche sul biglietto non aveva scritto
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cui va incontro laggiù, sul fronte orientale. Credo che
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ancora più alta. E sul corso principale, vetri rotti
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e la finestra affacciata sul fiume; ho tirato fuori
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piattino di vetro poggiato sul bordo del tavolino, e
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ad altro uso. ¶ Era sul punto di rinunciare a
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di passarci davanti trasferendomi sul marciapiede opposto. ¶ Così, grazie
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dimentico di essere ancora sul treno. Difficile arte, quella
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la frase. ¶ Dunque sono sul treno, ma dai treni
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serali. Infatti crolla subito sul pagliericcio, sfinita dal viaggio
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chiave, posandomela in silenzio sul palmo della mano. ¶ Ecco
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sera, mi gettavo stremata sul pagliericcio, avevo l’impressione
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a una certa distanza, sul viale che stavamo percorrendo
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i capelli di cui sul cranio rasato restava soltanto
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in un lungo corridoio, sul quale si affacciavano numerose
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con i loro stracci sul pavimento di una delle
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le braccia molli stese sul velluto, le gambe senza
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lei in salotto, rannicchiata sul velluto di un divano
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di una luce quieta sul fiume, sulle colline, sulla
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per sistemarne un altro sul piatto. Lo riconosco subito
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fregi d’oro affacciati sul buio velluto della platea
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della platea, e laggiù, sul palcoscenico, il valzer è
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l’acqua è lì sul comodino, le basta allungare
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notte. ¶ In questa casa sul fiume naturalmente non vivevo
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a vetri che dà sul giardino: adagio, o forse
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benissimo mentre procede così sul vialetto di ghiaia. Poi
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di ghiaia. Quando arrivai sul ciglio della scarpata vidi
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una piccola valigia aperta sul letto. Le sue mani
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spugnosi, che si posavano sul davanzale formando a poco
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di tanto in tanto sul viale giungeva ovattato e
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giudice si era seduto sul suo scranno per emettere
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la fredda neve posata sul giardino, e all’improvviso
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a fatica in equilibrio sul terreno impervio. Be’, pazienza
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le aveva lasciate lì, sul ripiano di marmo, senza
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Sonja chinando lo sguardo sul fascio di lettere che
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suo sguardo si posò sul cassetto del comodino nel
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dall’alba al tramonto sul marmo del pavimento. ¶ Era
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annaspando con le dita sul bianco del lenzuolo. ¶ «Proprio
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badando a non scivolare sul ghiaccio, tra il susino
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sopra e si gettò sul letto per dare sollievo
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quella pietosa finzione gettando sul tumulo appena richiuso un
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l’indirizzo della casa sul fiume, ma quello della
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vecchio aveva risparmiato abbastanza sul suo stipendio da poter