Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

e grasse, si delineava sul francobollo della sua lettera

e fuori, si dimenava sul sedile brontolando: ¶ — Non è

ridere! ¶ S'era seduto sul tavolo e brandiva il

è ancora chi crede sul serio che anima e

camicia lacera. Si sedette sul mio letto, mi guardò

Sì! Mi ha colpito sul viso... ¶ Il riso si

testimoniare. Mi ha colpito sul viso. Ma non era

ho cercato di montare sul predellino della sua carrozza

e mi gettai, esausto, sul letto. ¶ VI. ¶ Quando, a

un quaderno di musica sul leggio. Da una stanza

miei occhi si smarrivano sul tappeto, disegnato a grandi

detto che un uomo, sul punto di essere giustiziato

loro voci; un pappagallo sul trampolo; l'insegna d

posò accanto a me sul sedile. ¶ — Non mi riconosci

salice che ci piovevano sul capo. — Perchè non dovrei

I suoi occhi cadono sul servo, che la segue

E cercavo di cogliere sul volto di Daria un

tramandarci la propria opinione sul sacrificio di Fedone? Se

mascherina giapponese che è sul tavolo, con quei baffi

come se gli oggetti, sul tavolo, fossero stati mossi

candido, di molto bianco sul fianco... ¶ IX. ¶ Quella macchia

lo sguardo, la ritrovavo; sul marciapiede, sulle case, vicina

calda scendermi dalla fronte sul viso. Col fazzoletto premetti

anima rimaneva sospesa, come sul punto di abbandonarmi. ¶ Infine

scorsi una forma umana sul letto: un uomo vestito

placidamente disteso e addormentato sul mio letto. ¶ — Sterpoli! — gridai

seduto accanto a lui, sul letto, rassegnato ad ascoltarlo

Sterpoli era ricaduto bocconi sul letto, le braccia incrociate

letto, le braccia incrociate sul capo, la faccia schiacciata

e se la premette sul seno, mentre con tutto

nome. ¶ Entrai. Stava seduto sul letto, voltato verso l

limite, noi due seduti sul letto, noi due vicini

spaventoso, questo sogno rovinò sul mio capo, su me

le palpebre. Stavo disteso sul letto, con gli occhi

fatto di esser disteso sul letto, vestito, nè il

rosa purpurea che vedevo sul mio petto e che

me l'aveva appuntata sul petto? O meglio: chi

altro l'avevo ammirata sul candore niveo della gola

lieve di levante, e sul ponte fumavano i fornelli

e batteva il pugno sul ginocchio dove sentiva il

due dita tenuta sospesa sul capo di Egle, e

il braccio, gliela calò sul naso, finchè Egle la

ogni dito, lo pesò sul palmo della mano e

si calava ancora più sul naso le falde del

si posava ogni tanto sul suo capo e vi

si posa la mano sul capo di un bimbo

terrazza che si affaccia sul via vai, alle cui

con le mani strette sul cuore, così pallida che

si voltò. ¶ Appena adagiato sul letto il ferito riaprì

a pesare il dolore sul palmo della mano, come

tenendo le mani premute sul cuore, in quell'atteggiamento

striscia di luce gialla sul pavimento s'allargava e

la costrinsi a sedere sul mio letto. Poi, rimanendo

Battista. Egli era curvo sul capezzale di Silvio, e

una foglia di zucca, sul bordo del ruscello, la

ragazzo! Silvio si sedeva sul bordo d'una fontana

parlare, posava i fazzoletti sul cassettone, e si buttava

e si buttava supina sul letto. Là, con le

con le mani annodate sul capo, contemplava i travi

lei, posava la testa sul guanciale, avvicinava la gota

ronzio continuo della pioggia sul tetto, i più piccoli

tutti tirati a formare sul cucuzzolo un ciuffo di

una per una, chi sul collo chi sulla gota

E mollemente si adagia sul divano, fra la matura

abitava quella stanza fosse sul punto di raccogliere le

E la spinse dolcemente sul letto e l'abbracciò

e ritornò a sedere sul letto accanto a Silvina

sulla fronte, sulle gote, sul mento, sulla gola passò

burattino al quale, passata sul viso una prima mano

e incollata in fretta sul tondo della zucca una

si premette una mano sul cuore) come il mio

com'era apparsa improvvisamente sul mio cammino, così improvvisamente

col capo dolcemente posato sul suo seno, Soave le

derelitti. Egli era stato sul punto di morire, e

ed esausto cadde disteso sul letto. Rimase così alquanto

soltanto gli abiti, ma sul tavolo, in un secchiello

grigia, un cappellino grigio sul capo, un mazzo di

ombra sua nera distesa sul letto, poi non potè

mezzo alla stanza. Posò sul tavolo i fiori, si

respiro, vacillò, cadde riverso sul letto e rimase immobile

la tirò stretta stretta sul cuore e mormorò supplichevole

pettini che ella posava sul cassettone, e poi un

aveva creduto di vedere sul volto di Silvina, quasi

le odorò e, sollevandosi sul gomito, ormai completamente sveglia

i capelli annodati alti sul capo, con solo due

riusciamo a tenerlo disteso sul letto. ¶ — Silvina! supplicò Soave

stanza semibuia, disteso bocconi sul letto, con le gambe

rantolò il principe, sollevandosi sul letto, guardando minaccioso tutto

collana, andò a prenderla sul cassettone dove l'aveva

in silenzio, mentre Loreto, sul poggiolo strombettava la sua

lasciò cadere di traverso sul mucchio delle coltri disfatte

più di nascondersi, affiorò sul suo viso in un

rose bianche nel secchiello sul tavolo, i canditi sparsi

mani di Dio. Neppure sul tempo che poteva occorrere

Silvina si abbandonò sfinita sul letto, disfatta, e tremava

che la vecchia, curva sul letto, cercasse amorosamente di

gliela strofinai con furia sul viso, e afferrati i

forze se la strinse sul petto e non si

era sollevata, cercò ansiosamente sul suo viso non so

volle che si sedesse sul letto accanto a lei

potei indurla ad adagiarsi sul mio letto e ad

ad appoggiare il capo sul mio cuscino. Seduto accanto

vie e venne gridando sul molo. Ma quando vide

poi, gli aveva appioppata sul groppone fin dalla nascita

un salto a sedere sul letto, subito con la

spalle e lo trascinò sul letto dal quale s

si lamentava tutto rattrappito sul letto. Dopo qualche ora

chiuso, si rovesciò svenuto sul letto. ¶ Quando Perdifiato fu

sorgeva una vecchia chiesa sul cui frontone era scritto

nudo, la mamma portava sul vestito di marmo una

che abbassi gli occhi sul fondo della strada buia

gettai lungo e disteso sul suo duro materasso di

Mi levai a sedere sul letto, annaspando nell'ombra

cader lenti lenti sparpagliandosi sul davanzale, e mi pareva

con il capo piegato sul petto come se fosse

riassopii, richiudendo le palpebre sul biancore livido di quell

mi levai a sedere sul letto, e appoggiai l

io mi lasciai ricadere sul letto. ¶ Da quel momento

Tutti i registri pronti sul mio tavolo. Non hai

posare un ultimo sguardo sul ritratto della povera Armida

braccia, piegò il capo sul petto. — Tutto era pronto

dal fiume, e coricato sul freddo tavolo di marmo

palpebre mi si chiusero sul fioco e instabile lume

appoggiato accanto al mio sul guanciale, e che con

che s'era stretto sul viso. Sollevò il capo

smarrito, mi lasciai cadere sul letto. ¶ V. ¶ Sposai Luisa

lacrime. Io stavo seduto sul letto, con gli occhi

e mi sospirava quasi sul viso un: — Dèstati, Paris

mano mi si posava sul capo e un poco

sorriso malinconico e pietoso sul visuccio di Luisa. ¶ VI

a ridere. Luisa, piegatasi sul tavolo, ruppe in singhiozzi

letto, con le coperte sul capo. Poi la voce

misurando il suo passo sul mio, le mani affondate

così, mattina e sera, sul bianco accecante delle sue

ancora tenevo in mano sul tavolo. Luisa anche lei

fiori dalla brocca posata sul tavolo e di buttarlo

più vederli nella brocca sul tavolo; che da allora

sedeva sulla sedia o sul letto, e in fretta

in mano, si curvò sul letto per meglio assicurarsi

Isacco. ¶ M'ero sollevato sul gomito. Non ne potevo

vetro, vedevo Luisa curva sul letto di Isacco, con

sulla fronte, sulle gote, sul collo. Poi si curvava

Isacco, e abbandonarsi perduta sul suo letto. Era quasi

coricò, si abbandonò Luisa sul letto, si coprì con

inutili. Lo aveva ripreso sul cassettone, se lo era

perchè l'avesse presa sul cassettone, nè perchè l

sente le briglie abbandonate sul collo, prende la via

c'erano candele accese. Sul letto non vidi nulla