parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «sul»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
i chicchi avventati grandinavano sul fogliame dei gelsi, lo
2
1930
e i dormienti sentivano sul capo il piovasco e
3
1930
pregavano inginocchiate sull’erbe. Sul cielo si spampanavano dei
4
1930
le paratìe sgusciate di sul costato s’afflosciavano sulla
5
1930
fondo al teschio, scintillava sul viso, abbagliava l’altro
6
1930
roncolito, baffi bianchi irti sul viso scarnato, egli pareva
7
1930
astro d’argento lampò sul teatro della guerra; tinse
8
1930
grogi come le galline sul bastone del pollaio: qui
9
1930
sera ti fu tirato sul grugno una cenciata fradicia
10
1930
isola dei pioppi addensati sul cimitero di Staranzano muovendosi
11
1930
l’arcate del portico sul piazzale, mettevano archi d
12
1930
i cipressi alti, raddoppiati sul muro dal sole calante
13
1930
lucciole d’oro volavano sul drappo di seta; calabroni
14
1930
confitti nel viso e sul teschio, la gabbia del
15
1930
mettevano un ronzìo infuocato sul carnaio. ¶ I soldati eran
16
1930
un tremito d’oro sul cielo incenerito. Le talpe
17
1930
caldaione rovesciava dei bolliti sul pietraio che ruttava fumacee
18
1930
Cafarnao. L’uomo camminò sul pietraio con la sicurezza
19
1930
delle case Bonetti elevate sul carabotto, mettevano sulla coverta
20
1930
Le granate si tritolavano sul tagliamare e sulle murate
21
1930
un impacco di marciume sul costato. I pantaloni diacciavano
22
1930
in fila indiana passano sul ciglio dello stagno, vanno
23
1930
Un’altra sassaia strepita sul capo. Il tuono e
24
1930
dei draghi cercano vermi sul cielo lutulento. ¶ Gli sdrapel
25
1930
sdrapel mettono cirri gialli sul ceneraccio. ¶ Lo schianto rompe
26
1930
acqua smottano. I sacchetti sul parapetto sembrano cagnacci affogati
27
1930
campagna, col pensiero volano sul ceppo, sotto la cappa
28
1930
il cavo dello sterno sul petto velloso e rivoltava
29
1930
soldati strisciavano come rettili sul pantano. ¶ Pioveva in eterno
30
1930
gli occhiali a stanga sul viso leccato dalla pioggia
31
1930
barbe di granturcale, con sul dosso scarnato gli emblici
32
1930
quelli di smalto infissi sul ceffo delle statue gotiche
33
1930
del costato che apriva sul ventre una sciaminea che
34
1930
entro un dischetto abbagliante. Sul viso ridotto all’ovale
35
1930
dei visceri s’attortigliavano sul pietraio dove sfiatava il
36
1930
uno zoccolo di pietra, sul teschio rapato egli aveva
37
1930
con le mani schiacciavano sul capo i pensieri come
38
1930
cuociono l’argilla grumata sul pelame sdraiati al sole
39
1930
i faggi, gli ontani sul costone del Debeli accercinati
40
1930
si sentì gocciolare verde sul viso ancora impastato di
41
1930
Quelli bianchi marmati battevano sul tetto note d’aurora
42
1930
argentando le ghiaiottole, sospirava sul greto. Il Tarmito si
43
1930
sulle frappe, sulle corteccie, sul pietrame. ¶ I soldati fantasticavano
44
1930
Alcuno pensava di rovesciarle sul concio. La brama insaziata
45
1930
il vento faceva vagare sul polverone, quando il grugolìo
46
1930
Una ragazza empìta, giaceva sul pietrame caldo come le
47
1930
sulla Quota – scendevano camminando sul fuoco: i loro occhi
48
1930
strade colavano metallo ardente. Sul nero delle caverne l
49
1930
stati al fronte girottolavano sul pietrato come bestie spaesate
50
1930
sentì un bacio diaccio sul petto. I soldati degli
51
1930
Tarmito uscì solo. Di sul ripiano del grande scalone
52
1930
sentinella tutta verde passeggiava sul pietrato, la ciarpa celesta
53
1930
che dal cortile nereggiava sul mare, il cielo lucente
54
1930
Alcuni poggiate le gomita sul tavolo tenevano il testone
55
1930
la sua ombra geometrica sul piazzale ghiaiato, gli spalti
56
1930
di zolfo lampò giallo sul viso della donna. ¶ — Vieni
57
1930
sua camerata si gettò sul pancaccio vestito, su quello
58
1930
abatini e i ragazzi. Sul prato vi fu uno
59
1930
invelato di bianco colava sul tetto del treno. All
60
1930
del capo s’attediava sul davanzale della finestra di
61
1930
al campo col giogo sul collo come i giovenchi
62
1930
cenere. Gl’incendiari colti sul luogo, venivano schioppettati. Dispersi
63
1930
i ragazzi diacciavano loro sul petto emunto; nel capo
64
1930
che gli aveva spenti sul viso. ¶ — Li custodiremo come
65
1930
infermate dalla elefantiasi, legate sul posto, aspettavano gli uomini
66
1930
quali erano stati scompartiti sul tavolo squallido della Camera
67
1930
la potenza delle balene sul caporuota, armati di ferro
68
1930
bagliori elettrici, i draghi, sul cielo, come chiocciole colossali
69
1930
altissimi, bianchi, crociati, passavano sul drappo celeste, dei batuffoli
70
1930
abbandono di quando riposavano sul loro letto. ¶ I muri
71
1930
Una fabbrica bombardata metteva sul cielo le capriate come
72
1930
Il tetto era tritolato sul pavimento. Dei morti eran
73
1930
per la prima volta. Sul cielo impassibile le stelle
74
1930
ramelli mettevano foglie verdi sul morto. I portatori lo
75
1930
si stamparono in nero sul pietrato. ¶ — Oh Signore, salvateci
76
1930
ha battuto la testa sul pietrame angoloso, ci sono
77
1930
e si è satollata sul pastone. Ha scarnato i
78
1930
reciticcio. La notte di sul boddume i ranocchi gli
79
1930
a prua, si affisò sul mare: gli zigomi e
80
1930
soldato — ha da morire sul suo ramo che sarebbe
81
1930
difende sulla sassaia e sul mare, ma il marinaro
82
1930
Il battaglione avanzava trampolando sul selciato, le gavette scampanavano
83
1930
che io bramerei guerreggiare sul mare. — Il marinaro dando
84
1930
terriccio sugli occhi e sul collo. Il mondo pare
85
1930
aggelandola. Pacca di monte sul pietrame, spicinìo di una
86
1930
fuligine. Nuvole dense soffiano sul pietrame, la terra ingorga
87
1930
con un cecio paonazzo sul naso ciccioso, glabro, coperto
88
1930
forza, calzate le trattrici. ¶ Sul crinale del Sabotino c
89
1930
seduti, con le mani sul fucile, dialogavano; chiese il
90
1930
sognava di morire schioppettati sul campo della via e
91
1930
e le mani accoppiate sul petto come pregasse per
92
1930
altro come nella trincea. Sul terreno tribolato pareva aspettasero
93
1930
stillava il sangue come sul drappo della Croce. ¶ Lettere
94
1930
dai piedi della Vergine sul mondo. Cristo: caricato della
95
1930
trifogli facevano riposare ognuno sul ciglio davanti casa sua
96
1930
quando batte il lino sul pietrato dell’aia. Gli
97
1930
Isaia compose l’ossa sul tappeto. Come un Gran
98
1930
sagola, baciò il rosso: sul bianco apparve come nella
99
1930
lo straziò sui pietrati, sul fasciame delle coverte, nelle
100
1930
che Isaia aveva acquistato sul porto di Genova il
101
1930
lo deportarono nel Brasile. Sul frontespizio vi era impressa
102
1930
canala. ¶ Il Tarmito passeggiava sul pietrato andando da poppa
103
1930
morbide, riabbassava il capo sul libro. Ai piedi dell
104
1930
uscivano degli indumenti sgualciti. Sul dorso egli aveva un
105
1930
Cesare si tolse di sul dorso il fagotto, lo
106
1930
affunghito era il Profeta, sul cui viso, un dì
107
1930
che da secoli soffiano sul genere umano saranno sepolte
108
1930
gli occhi la calafatatura sul risegolo del fasciame. Era
109
1930
interroghiamo Isaia. ¶ Isaia stava sul carabotto a poppavia: contro
110
1930
infedele. ¶ — Non siamo sicuri sul mare, nè nel mezzo
111
1930
poso ovunque, ma non sul mare: dice l’uccello
112
1930
mostruosa del “Cretic”. ¶ Sdraiato sul cofano pareva invaso da
113
1930
Il Profeta conturbato seduto sul fasciame pareva contasse le
114
1930
di rotta passeggiava vigile sul ponte, i comandi giungevano
115
1930
desiderò d’essere condotto sul carabotto di prua per
116
1930
strapiombate. Quando fu basato sul carabotto impallidì e grondò
117
1930
sospiro: — Mai più! ¶ Assopito sul carabotto parve il condottiero
118
1930
certame si fa legare sul caporuota di prua. ¶ I
119
1930
Padre! ¶ La nave andava sul pelago lenta e silente
120
1930
Il sacco si distendeva sul corpo di Isaia e
121
1930
ei. ¶ Il corpo ruzzolò sul tavolone, un ancorotto parve
122
1930
La nave filò accecata sul mare della Patria. Nella
123
1930
bastimenti a vela passavano sul mare vaghi come ombre
124
1930
ghiaiottola, sussultava un rantolo sul cordame dei nervi. Il
125
1930
una vergola, si spiaccicò sul pietrato, vi pose il
126
1930
Negro; repentinamente sentì fiatare sul viso l’alito caldo
127
1930
seguì per le scale. Sul primo ripiano il Tarmito
128
1930
altra, le chiatte. Appena sul precipizio della calata il
129
1930
uggiolò lungamente, si scarnì sul pietrato. ¶ — Uomo in mare
130
1930
luogo. ¶ — È già abboddito sul fondo. ¶ — Sulla calata abbaia
131
1930
Italia. ¶ Le caserme, alte sul porto, occupavano buona parte
132
1930
ed ivi si sedette sul muro di cinta. Gli
133
1930
l’erbe, spolveravano nero sul mare. ¶ Gli occhi supplichevoli
134
1930
randa in tondo rilievo sul cielo lattato, il mare
135
1930
che li portò valorosamente sul mare. ¶ I bastimenti, il
136
1930
ossa di Nicodemo mettevano sul lastrone il teschio e
137
1930
e per i morti. ¶ Sul vertice di un mondo
138
1930
altra, sparpagliate alla rinfusa sul greto di un fiume
139
1930
con la mano aperta, sul fondo della città aveva
140
1930
e sotto il sogliolo, sul pietrato, un’inferriata da
141
1930
arcata del portale metteva sul pietrato un arco trionfale
142
1930
rinceppati d’ontano, battendo sul pietrato toni neri con
143
1930
dei capelli fecero spuntare sul pietrame erbe d’ombra
144
1930
spinse lo guardo lontano sul mare, navigando verso il
145
1930
le Pizzorne sembravano nere sul cielo elettrico. Digiuni com
146
1930
morti: — Domani li troveranno sul ratto del fiume affogati
147
1930
e sputò lo scudo sul palmo della mano. ¶ Niccolao
148
1930
avessi messo il bianco sul nero riporterei assù il
149
1930
Con la cesta pesante sul capo, risalì i corsi
150
1930
Maraviglia lo colse vedendo sul ciglio un tumulo scavato
151
1930
i capelli ben abbarbicati sul cranio erano radi e
152
1930
vittima poggiava la testa sul seno della tormentatrice, sul
153
1930
sul seno della tormentatrice, sul rimanente del giovine corpo
154
1930
di legno sanguigno ramificavano sul cielo turchino con vene
155
1930
Un cavaliere “gaucho” nero sul cielo, stava in arcioni
156
1930
cielo, stava in arcioni sul recado avvolto entro una
157
1930
vostro nome fatato: Isaia. Sul Rio apparve l’imagine
158
1930
di lanciare una canoa sul Rio si abbevera per
159
1930
voluto stabilire una signorìa sul suo cadavere: “Morto, bruciatemi
160
1930
e muoveva le dita sul petto come fa il
161
1930
parole riabbassò gli occhi sul libro, si alzò in
162
1930
vi attedia. Quando saldato sul recado, in groppa ai
163
1930
poi lo fece assidero sul recado, gli consigliò le
164
1930
tatuato di figure geometriche: sul petto un disco giallo
165
1930
celeste che gli strisciava sul ventre. Sull’ossa delle
166
1930
tacevano, il rospo saltellava sul pollino, i fiori si
167
1930
un cielo bianco lattato, sul contorno fosco delle foglie
168
1930
tronchi delle ossa schiezzate sul cielo, alcuni colavano il
169
1930
grande silenzio di cielo. Sul bosco s’udiva come
170
1930
con un sole tatuato sul petto velloso, il quale
171
1930
prunaie, gli occhi smaltati sul viso olivastro. Osservato che
172
1930
riccio, i quali poltigliavano sul limo giallo; sulle sponde
173
1930
gli uomini salirono armati sul recado. Gli indiani catturati
174
1930
boschi inceneriti dalla calura. Sul terreno cotto v’erano
175
1930
per aprire una picada sul sentiero ostruito da grandi
176
1930
uscirono in un prato sul quale correva un piccolo
177
1930
a bestioni colossali, rapati sul grugno e sulla cuticagna
178
1930
di cielo fresco apparve sul bosco scerpato. ¶ Dalla guida
179
1930
tutti quelli che incontrate sul vostro cammino. Gli indigeni
180
1930
per avvertirli della presenza sul luogo dei carovanieri. Il
181
1930
Nicodemo! Tu ci condurrai sul luogo del supplizio. ¶ L
182
1930
palme alitate crepitavano come sul fuoco, uomini e bestie
183
1930
cercando di orientarsi ora sul cielo, ora sugli stagni
184
1930
Fu sepolto? ¶ — No, rimase sul suolo. ¶ — E le carte
185
1930
travagli, i carovanieri pervennero sul luogo del supplizio. Si
186
1930
esaminò lungamente: la fenditura sul temporale lo risegolava di
187
1930
del bacino schiantato saldate sul tampone dei trocanteri erano
188
1930
soltanto la bandiera campeggiare sul cielo. ¶ Un teschio identico
189
1930
teschio stampato in bianco sul drappo nero del cielo
190
1930
capo e Filiberto sfinire sul primo pilastro. La madre
191
1930
con un telo nero sul capo come cercasse, impazzita
192
1930
notte Isaia s’alzava sul letto. I lamenti dei
193
1930
perchè noi siamo qui sul ciglio di questo rio
194
1930
di brina che sguisciavano sul corso come anguille celesti
195
1930
si alzò e di sul catro indicò la via
196
1930
fondo. L’ometto, ingiallito sul luogo, aveva il volto
197
1930
capelli color ombra svolazzavano sul teschio arso e scaglioso
198
1930
Tarmito aprì una mano sul torace dell’omino che
199
1930
tetto. Di lassù, scorciata sul davanzale, come una fata
200
1930
questi esseri sembravano imbullettati sul selciato. Man mano che
201
1930
tutto, i capelli crepitavano sul capo delirante: — Vili! per
202
1930
sera che lo incontrai sul canale del paese. ¶ — Quante
203
1930
amava i libri. Giù sul carretto ci si è
204
1930
un po’ di caffè. Sul banco nero: una grande
205
1930
d’ottone, si stemprava sul nero. La moglie dell
206
1930
in un canto, quelli sul pavimento avevano fatto presa
207
1930
con un solo piede sul marciapiede. ¶ — Cesare, mi raccomando
208
1930
di dottrina fu caricato sul carretto, il Tarmito vi
209
1930
celeste rappresentava la terra sul mare. Il globo cernierato
210
1930
in equilibrio il mondo sul vertice del cono. Quando
211
1930
Quando la palla precipitava sul tavolo e questo la
212
1930
s’agitavano pian piano sul petto, faceva dei conti
213
1930
mare tenebroso: — Oh Signore! ¶ Sul cervello manipolato dalle deduzioni
214
1930
Gli passò una mano sul viso scabro. Il Tarmito
215
1930
cielo, le agavi serpeggiavano sul verde rorido delle aiuole
216
1930
I burattini si accapigliavano sul proscenio spennandosi come galletti
217
1930
fosse un polipo arrossato sul fuoco; la vita gli
218
1930
dalla atassia locomotrice, andava sul marciapiede come uno che
219
1930
che pesti l’uva sul tino colmo al tomito
220
1930
con una gamba basata sul tacco, allora muoveva la
221
1930
L’arnese s’impancò sul medesimo sedile e si
222
1930
arnese che aveva messo sul ceffo gli occhi freddi
223
1930
rondine gli avesse fatto sul viso. Fuggendo, sentì scolare
224
1930
freddo della guazza notturna sul ferro. Anche la saliva
225
1930
di terracotta si posò sul bianco e lo pertugiò
226
1930
Ombre immani s’abbattevano sul Tarmito, lo inghiottivano, lo
227
1930
marino, spettacolose navi veleggianti sul mare di lampone, aranci
228
1930
la cintola, li congegnò sul capo affibbiandola sotto l
229
1930
della selva che rombava sul tetto di casa sua
230
1930
su come colonne ritorte. ¶ Sul ginepraio degli aghi, dei
231
1930
Dei bruchi cardavano alacri sul fogliame carnoso, quelli minatori
232
1930
turchini giallo verdi saettando sul fogliame lo granivano di
233
1930
bimbo emunto che puntava sul capo un carico più
234
1930
ragazzi, tutti col canestro sul capo dove s’erano
235
1930
le loro strilla misero sul Rio un chiacchierio d
236
1930
cinque arcate nere zampa sul greto, il ponte che
237
1930
Matti” quando son seduto sul “recado” con lo schioppo
238
1930
rettile che l’ha sul dorso è velenoso e
239
1930
e mettevano un fiume sul capo, le ripe del
240
1930
tuoni e li acciottolavano sul greto. Nella luce delle
241
1930
la notte era calata sul porto e la folla
242
1930
dolciastro del lievito inacidito. Sul pietrato uggiolavano vecchie infiammate
243
1930
argento: la lanterna, abbagliava sul colossale braccio di pietra
244
1930
la serenità dei pellegrini sul limitare di un santuario
245
1930
vedo. — E Amedeo, saltato sul carabotto di prua, si
246
1930
meschini ciondolavano la testa sul petto come una zucca
247
1930
ratte come se camminassero sul fuoco e voltavano il
248
1930
uno sull’altro; sparpagliati sul rimanente dell’impietrato, giacevano
249
1930
i monti cretacei spiccavano sul cielo tenero di celeste
250
1930
esplosione di eliche bolliva sul grigio stagnante. L’alba
251
1930
rassodò gli scafi profilandoli sul fondo del cielo abbagliante
252
1930
Gli emigranti erano ammassati sul pietrame, sotto le tettoie
253
1930
e il ghindò ripercosse sul ventre di acciaio la
254
1930
altro, qualcuno pareva ruzzolato sul pendìo precipitante sul mare
255
1930
ruzzolato sul pendìo precipitante sul mare. Lecci e cipressi
256
1930
i fumaioli filavano nero sul cielo come i camini
257
1930
aver fatto come guardingo sul carabotto di prua quando
258
1930
rassegnazione, essi andavano là sul mare come a un
259
1930
dormisse piegato in due sul tavolo di marmo dove
260
1930
uomo poggiò le mani sul tavolo, si tirò su
261
1930
sollevava pulviscoli di smeraldo sul mare. In quella luce
262
1930
l’ancorotto potesse arare sul fondo si dovettero filare
263
1930
camminavano a piè nudi sul mattonato impolpo di una
264
1930
molli e gli occhi sul viso giallo, il ventre
265
1930
un camice nero aperto sul petto lo parava fino
266
1930
lume andò a spaccarsi sul soffitto e vi esplose
267
1930
intelaiatura di una porta, sul fondo caldo fuliginoso, staccò
268
1930
faceva le mattìe assieme sul fosso. Guardami bene — e
269
1930
quando facevano le mattìe sul fosso del paese. ¶ — Vieni
270
1930
a un crespo lilla. Sul comò una spazzola un
271
1930
di nuvole sfavillanti, spiccavano sul groviglio dei cordami, il
272
1930
nero volante, le pietrificava sul silenzio del mare. La
273
1930
una mandria di tori sul firmamento abissato, e su
274
1930
Sciami di aironi diacciati sul verde impenetrabile, remigavano con
275
1930
un gocciolìo di perle. Sul gran piano del cielo
276
1930
il fremito del vento sul mare. La pioggia degli
277
1930
le fenditure delle rupi. ¶ Sul gran piano del cielo
278
1930
colanti dalle nevi disciolte sul giogo del Pirenèo al
279
1930
da quelli che pasturavano sul cielo. ¶ Si udì come
280
1930
dell’ammazzatoio, fuggisse impazzito sul gran piano e vi
281
1930
pollacconi, si muove adagio sul cielo senza vento. ¶ Passano
282
1930
dei pini e porta sul mare il profumo della
283
1930
Una donna tutta strappata sul viso e sulle mani
284
1930
pitturiamo la vela stesa sul prato fiorito. Ci faremo
285
1930
di ferro s’innestavano sul pietrame, colossali Z tra
286
1930
dalle ceste colme ruzzolavano sul pietrame. Quando si scorgeva
287
1930
alberato da antenne nere. Sul mare palpitante, barche d
288
1930
del paese travagliavano costì sul ciglio del gran fiume
289
1930
di api. Qualcuno piovigginò sul capo della signora Dina
290
1930
fuoco ti sarà gettato sul fuoco e tu meschino
291
1930
lo ammiccavano. Egli camminava sul cordone di pietra picchiottandolo
292
1930
e ferigne erano vuote. Sul ponte degli zigomi c
293
1930
i paesi si conformavano sul suo orrore, le montagne
294
1930
vetrici e i salicastri sul ciglio dell’Arno sembrano
295
1930
cieco, accattone, mi porrò sul capo un cappello da
296
1930
come una torre saracena, sul pavimento di una stanza
297
1930
pastrano era una corteccia sul dosso e lustrava come
298
1930
La famiglia si sedette sul pancone, il taglio dei
299
1930
che il destino imprime sul viso dei refrattari dicevano
300
1930
cascati morti dal sonno sul tavolo e la donna
301
1930
e i catecumeni passeggiavano sul mare dalla parte di
302
1930
erano grumate di nicotina. Sul capo lo spettro aveva
303
1930
che il taverniere teneva sul tavolo, sembrò esser fatto
304
1930
secco stoiato assiderato, di sul sogliolo dell’uscio, avvincò
305
1930
L’altro scolava lacrime sul petto che sussultava; e
306
1930
era fatto uno sgraffio sul viso che infoltò coi
307
1930
delle spie. Bisognava inseguirle sul terreno insidioso. Un polisse
308
1930
facessero due punti neri sul muro di rimpetto. Il
309
1930
mio ritratto comparve stampato sul giornale. La spia. ¶ Il
310
1930
vetro e lo teneva sul palmo della mano, e
311
1930
con la testa poggiata sul grand’omero, sorridente a
312
1930
i rivoletti che son sul gran corpo di basalto
313
1930
si posò una mano sul lato manco. ¶ — E come
314
1930
pile rimboccavano acqua argentata sul pietrame grigio. Le pioppete
315
1930
che racchiudesse la morte. ¶ Sul fresco degli alberi, il
316
1930
corso di un fiume sul cui greto tumultuava uno
317
1930
via e la costringono sul baratro sonante, il Tarmito
318
1930
piedi impietrati che scoscendono sul precipitar dei ravaneti, che
319
1930
un fanciullo s’adagiò sul grande omero bollente e
320
1930
benedizione. — Chinò il capo sul tavolo e benedisse il
321
1930
tracolla, poggiò le mani sul manico del martello che
322
1930
le vele s’abbisciavano sul fondo. ¶ Sulla cima della
323
1930
scolpito in alto rilievo sul cielo, con spade lucenti
324
1930
che s’era rilevato sul mare. Nella campagna l
325
1930
le pinete s’incurvavano sul mare, i velieri che
326
1930
biancheggiavano come aironi stanchi sul cielo viola. Sotto l
327
1930
si ponevano le mani sul cuore come colui che
328
1930
nuvola tuonante che veleggiava sul Pian di Versilia oscurandolo
329
1930
gemevano qualche lacrima calda sul capo delle creature. Vecchi
330
1930
del paese, altri cantavano sul loro tono. ¶ Quando la
331
1930
afflosciati dal continuo giacere sul ciglio delle vie. Un
332
1930
favolose scolpite nel cipresso sul caporuota di prua, facevano
333
1930
folla e uscì solo sul piazzale ma non parve
334
1930
taglio e dal colore. Sul carabotto di prua, seduta
335
1930
quel giornalista che vende sul canto della Posta. ¶ — E
336
1930
concio. ¶ Tutti si drizzarono sul carabotto, la notte era
337
1930
vento di marzo; anche sul mare, cielo capovolto verso
338
1930
pesanti. Qualcuno s’avvincava sul pancone, s’attortigliava al
339
1930
si tirava di peso sul compagno vicino. ¶ Su tutti
340
1930
sparpagliati alla marina, stavano sul saluto. ¶ Sulle braccia del
341
1930
la Vergine celeste ritta sul mondo, col serpe verde
342
1930
come un paretaio gigantesco; sul cornicione più alto un
343
1930
la ombravano di fogliame. ¶ Sul sogliòlo c’eran passati
344
1930
di Liguria era sbalzato sul viso della signora Dina
345
1930
la signora Dina, eretta sul busto solido come di
346
1930
in gola la macuba. Sul viso smunto di Federigo
347
1930
asprito di porri seccaricci, sul ponte gli ci s
348
1930
quando attizziva la torcia sul selciato pareva un demone
349
1930
dalla bocciuola della libbretta sul capo dei ragazzi stregati
350
1930
castità di un giglio. Sul viso di spermaceto s
351
1930
Gli occhi aveva dilatati sul viso infiammato e i
352
1930
ponevano delle salviette bagnate sul capo bollente della signora
353
1930
ti dipingo gli occhiali sul grugno, ti scasso il
354
1930
impoverita ridotta a giacere sul concime con l’abito
355
1930
talliti, incordati, con soprossi sul viso incostolito, roncolati, imbottacciati
356
1930
che aveva della cisterna. Sul soffitto congiuravano i burbiglioni
357
1930
con una copertina marmorizzata sul quale vi era un
358
1930
accoppiate. Sulle braccia e sul petto egli aveva dei
359
1930
sedie come tante galline sul baston del pollaio e
360
1930
anima nelle mani accoppiate sul petto. Sul tetto della
361
1930
mani accoppiate sul petto. Sul tetto della chiesa si
362
1930
serbatoio d’acqua incatramato. Sul tetto al posto della
363
1930
via la pezzuola di sul viso, e quella rossa
364
1930
tacquero e si chinarono sul morto, uno prese il
365
1930
con delle lacrime aggelate sul viso smunto. La Signora
366
1930
Filiberto diacciavano la fronte sul marmo e condolendosi si
367
1930
sui capelli a spazzola, sul naso ricalcato, sulle spalline
368
1930
e i pomelli davano sul celeste, gli occhi lustravano
369
1930
piede mancino non era sul sodo. Era lui in
370
1930
e soffiandogli alito caldo sul viso. ¶ — S’era detto
371
1930
l’attacco, rimaneva cenderone sul marciapiede con la bocca
372
1930
poi si davano fondo sul piazzale della chiesa vecchia
373
1930
invece a Narbona e sul posto dove fui incicciato
374
1930
traito ci hanno scritto sul pozzo: Infamità italiana. Però
375
1930
sulle zampe di dietro, sul pancione aveva una sottana
376
1930
vino e si sedette sul pancone al tavolo. ¶ — Lo
377
1930
ti spengo il caldano sul grugno. ¶ — Fatti asciuttare, fatti
378
1930
si risciacquavano la bocca sul suo conto. ¶ — Ha un
379
1930
lacrimatoi, saltellavano come pesci sul ratto di un fiume
380
1930
che tengono gli abati sul raccètto inamidato. Un gilè
381
1930
anni, gli si avvilucchiano sul viso. ¶ — Come va? — chiedeva
382
1930
e la gobba gravava sul fil delle reni. ¶ Il
383
1930
e se la pose sul petto ansimante, ci accoppiò
384
1930
è sotto il Caldaro. Sul muro dell’orto: Morte
385
1930
Signore. ¶ Le massaie tramescolavano sul focolare il caldaione dove
386
1930
dalla fissazione malinconica, stringeva sul petto gagliardo una cassetta
387
1930
passaggio, si gittò ginocchioni sul pietrato dell’aia. ¶ Nel
388
1930
la pelle scoiata di sul dosso di un bufalo
389
1930
profondità del Rio sospeso sul ponte fatto di fibra
390
1930
Le scrofe grufolavano incantate sul pollino. ¶ Le donne le
391
1930
Un sonno mortale gravava sul capo degli uomini e
392
1930
verdi. I soldati rimbalzati sul piano della carretta vi
393
1930
gesso. ¶ Un intera fattoria, sul cui piazzale due platani
394
1930
schiena, con le corna sul pietrato o rivolte al
395
1930
intestini pulsavano e sbisciavano sul sangue che i soldati
396
1930
far pasqua di vino. ¶ Sul pietrato c’era una
397
1930
peso e posto rivelto sul culo della cassa. Quattro
398
1930
riso, poggiando il ginocchio sul buzzo della bestia, gli
399
1930
sangue gli schizzò bollente sul viso; una donna con
400
1930
bestia fu posta spraccata sul fondo con la pancia
401
1930
fondo con la pancia sul piano. ¶ Lì vicino, delle
402
1930
batterono la mano aperta sul ventre. ¶ — Se ne potrebbe
403
1930
A uno stallino appoggiato sul rovescio della fattoria, c
404
1930
una specie d’incudine sul capo stazionavano lì presso
405
1930
cardinale: note di sangue sul tono calcina delle pareti
406
1930
colore del cielo. ¶ Di sul secondo ammasso di pietrame
407
1930
ramello d’acacia spiccava sul cielo turchino, gli si
408
1930
argento. ¶ Le fanterie andavano sul pietrato come coloro che