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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Mario Sobrero, Pietro e Paolo, 1924

concordanze di «sul»

nautoretestoannoconcordanza
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e ingombre. Per giungervi, sul ballatoio che sovrasta vertiginosamente
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colla camicia nera aperta sul petto, insaponandosi le braccia
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che giocavano a rimbalzare sul sofà, corrono presso la
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Pietro soffia di malavoglia sul cucchiaio. Non è forte
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il reduce si china sul piatto, egli lo studia
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con un sorriso ossequioso sul viso rotondo. E Pietro
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paghi. ¶ La frase richiama sul viso di Antonia un
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nome di patria richiamava sul loro labbro soltanto il
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divennero silenziosi; Paolo, abbandonandosi sul guanciale, chiuse gli occhi
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Pietro Artero, trattenuto quasi sul bordo della spianata, si
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risolutezza, puntano i piedi sul terreno, reagiscono agli abbrancamenti
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Qualche ufficiale si trova sul passaggio della colonna, ma
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entrambi abitavano. ¶ Quando udirono sul ballatoio il passo di
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soprascritta. Col mento poggiato sul pugno che stringeva la
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carico da spingere, battendo sul lastrico le scarpe logore
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Nell’androne e fuori, sul marciapiede, in un attimo
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vanno? ¶ Anche Davide uscì sul terrazzino, sotto il quale
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s’era lasciata cadere sul sofà con un sospiro
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uomini. ¶ La colonna, che sul suo passaggio diffondeva una
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Paolo fermò lo sguardo sul padre, con espressione di
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del giovine si fissarono sul padre. Senza por mente
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supplicare il fratello, perchè sul carro fossero posate anche
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porta che s’apriva sul corridoio, apparve all’improvviso
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modo riconoscerlo o carezzarlo. Sul suo volto traspariva fievolmente
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un’increspatura di sogghigno sul volto. La stiratrice alzò
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decidere riguardo alla madre. ¶ Sul viale che limitava da
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ufficio. ¶ Posato il vassoio sul tavolino, uno sparuto garzone
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con una fiamma improvvisa sul suo volto d’uomo
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di posargli una mano sul ginocchio, e non voleva
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di nuovo una mano sul ginocchio. – Se tu conoscessi
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della classe dominante, angariata sul lavoro, spregiata nell’esistenza
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le spalle, si abbandonò sul divano chinando la testa
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un tratto insopportabili. Uscì. ¶ Sul viale passavano soltanto drappelli
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la luce serena che sul volto della città diffondeva
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tavola che aveva dinnanzi; sul suo viso di mostruosa
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riprendeva l’omicciuolo mentre sul suo viso il ghigno
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essere deforme che gesticolava sul palco. Non gli incitamenti
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di cena, Maria giunge sul portone accompagnando un carretto
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prigione soffocante, così alta sul suolo che quando si
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ragazza aspetta il meccanico sul portone. Sale insieme a
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la cena che cuoce sul fornello. ¶ — Vedi? – gli dice
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portato, quasi senza volerlo, sul percorso del corteo perchè
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mentre la gente schierata sul loro passaggio li salutava
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di garofani rossi puntato sul seno parevano ringiovanire, era
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una colonna dei portici, sul fianco degli armati che
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ardore, passandosi il fazzoletto sul viso – di voler cambiare
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davanti alle quali, prona sul pavimento, Clelia passava le
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che stavano in crocchio sul canto di una piazza
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di non prenderlo troppo sul serio, nè accordavano molta
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mezzo ad essi, distesa sul marciapiede con la testa
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e che per agire sul serio occorreva una preparazione
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sarebbe trasportata la lotta sul suo vero terreno; la
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la certezza gli pesava sul cuore dolorosamente. Tutto gli
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a riversare il soverchio. Sul viale passavano cantando altre
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una piega di braveria sul pallido viso imberbe. Tutti
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legno, piegava la testa sul petto erculeo e non
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registrando ogni cosa scrupolosamente. Sul portone s’intese un
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fa come vuoi. – E sul piano della grande scrivania
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tozzo le sfuggì rotolando sul tappeto. ¶ A mezzanotte la
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guardia s’era allungata sul pavimento a ridosso dei
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l’enorme corpo disteso sul pavimento il meccanico trovò
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e si allargava adagio sul piano di cemento. – Aiutatemi
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occhi cessando di lamentarsi; sul divano ove fu adagiato
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forza e si piegò sul moribondo: – Lottiamo per tutti
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di piombo e sempre sul punto di mancarle, vanno
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cucina, si abbandona piangendo sul sofà. Nella stanza c
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triste che si piega sul bambino, crede di vedere
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dalla stanza si spande sul ballatoio, appare una bizzarra
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sbrèndoli che gli cade sul petto villoso entro la
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che vuol fare finalmente sul serio, esalterete la “conquista
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udì un libro cadere sul tappeto. Accostò di nuovo
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la mano sulla fronte, sul viso emaciato dalle fatiche
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che corresse un fremito sul suo viso pallido. – Sì
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una battaglia fra italiani.... ¶ Sul viso eccitato del giovine
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letto, ella si accasciò sul pavimento e i suoi
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le posò la destra sul capo, quindi rimase come
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si abbattè di colpo sul tavolone sentendo confusamente che
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irriconoscibili, ammucchiati o sparsi sul pavimento squarciato dalle esplosioni
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la fronte del palazzo, sul marciapiede, sul selciato, fino
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del palazzo, sul marciapiede, sul selciato, fino a mezzo
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letto, posò la destra sul braccio vigoroso del figlio
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era vicino – andavo sempre sul molo con le mie
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molta gente la sera sul molo. ¶ Davide conobbe ad
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popolo. Non aveva più sul petto l’emblema con
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esclamare battendo il pugno sul davanzale: – E bisogna tacere
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casa, dove restava disteso sul letto o seduto in
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tra poco – rispose Pietro. Sul suo volto non era
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abbagliante. Coi gomiti puntati sul davanzale e il mento
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giovine, che stava allungato sul suo lettuccio con un
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Davide, posato lo sguardo sul quaderno ch’era sopra
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respiro; posò una mano sul ginocchio del nipote cercando
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Senti! – disse Pietro ergendosi sul busto e ritraendosi quanto
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ragione avrebbero avuto effetto sul nipote, in cui non
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solo, con la giacca sul braccio, il cappello in
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per mettere il bricco sul fornello. ¶ — Questa vita non
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operaia si lasciò cadere sul sofà, abbandonando le braccia
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russare. Dalla porta spalancata sul ballatoio la notte mandava
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ogni vena, ella scappò sul ballatoio. Vide aperti nel
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senza zoccoli, per aspettarlo sul pianerottolo, col largo petto
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la donna, si disegnò sul suo volto un’espressione
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giovinezza e non pesare sul piano che lo sosteneva
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col capo alquanto reclinato sul petto, Davide si abbandonava
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di seguirlo si chinò sul morto, gli posò le