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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «sul»

nautoretestoannoconcordanza
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La figura si issò sul davanzale e restò alcuni
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il volo e piombò sul selciato, a venti metri
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un pendaglio di bronzo sul ballatoio, tintinnò con discrezione
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e la posò distrattamente sul piano di porfido, quindi
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vista la figura stesa sul letto. ¶ Infine c’era
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occhiata alla figura distesa sul letto, come se si
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olio santo, lo posò sul tavolino insieme al rituale
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letto e si chinò sul malato. «Commendatore mi sente
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sulle palpebre, sugli orecchi, sul naso, sulla bocca, sulle
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espulsa con forza, ricadendo sul letto come un bussolotto
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e le gettò entrambe sul divanetto ai piedi del
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nella mollica, le strofinò sul limone e le sciacquò
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allo scrittoio a ribalta, sul quale ticchettava una parigina
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aggiunto pestando il piede sul tappeto Aubusson che copriva
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perfezione. ¶ Si era imbarcato sul Giulio Cesare, il transatlantico
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Era rimasto a lungo sul ponte, dopo che tutti
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delle sue paure danzare sul soffitto basso della cabina
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la finestra che affacciava sul fianco del palazzo. Oltre
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con le iniziali LS sul fumaiolo avevano solcato i
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testa. ¶ Niente da dire sul commendatore, invece, per carità
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Erano circolate delle ciarle sul matrimonio, sul conto della
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delle ciarle sul matrimonio, sul conto della moglie. Ma
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uomo riservato il commendatore, sul quale non c’era
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non posso tirarmi indietro sul più bello?» ¶ Poi aveva
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della notte ancora stampati sul viso: le palpebre gonfie
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in minuto. Poi uscì sul ponte e si appoggiò
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si stagliava ad anfiteatro sul rosa del cielo. Le
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andava avanti e indietro sul marciapiede spiccavano africani in
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si decise a salire sul tram. ¶ Mostrò l’indirizzo
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biglietto di prima classe sul Giulio Cesare, ma lui
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sottotetto, un’ampia terrazza sul fianco. Una costruzione solida
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un pesante portone verde. Sul ballatoio del primo piano
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reggeva un cappello floscio, sul braccio un soprabito spiegazzato
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una mano rinsecchita posata sul bracciolo. ¶ Il vecchio, imbacuccato
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e posò il rimanente sul piattino. Inutile farsi tante
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le spalle e mise sul fuoco la caffettiera. ¶ Del
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quel tira e molla sul pianerottolo della morte la
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un gesto annoiato, arginando sul nascere una delle interminabili
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un fornello e macinò sul tegame una spruzzata di
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in camera e adagiato sul letto. Poco dopo era
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commendatore era già composto sul letto di morte, rivestito
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fughe giallastre e brillanti sul selciato fradicio, dove le
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addirittura istantanea. ¶ E proprio sul più bello. ¶ Sì, perché
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bel teatrino, subito finito sul nascere, all’apertura del
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cadere a peso morto sul divano del suo salottino
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dell’altro che aveva sul gozzo e intendeva rigurgitare
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fortuna era andato, proprio sul più bello. Come se
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luci soffuse, e alitasse sul volto di ciascuno. ¶ Che
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giorni e giorni, sempre sul suo letto, sempre tra
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commendatore era stato adagiato sul letto. ¶ Ersilia sospirò, lavò
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cerchio luminoso si proiettò sul pavimento. Il resto della
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ombra che si proiettò sul muro, un’ombra sottile
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passeggiare avanti e indietro sul marciapiede, sotto l’acqua
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aveva le idee chiarissime sul da farsi. A ogni
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salma era stata composta sul letto. ¶ Nick lo aveva
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incerta creava strani contrasti sul volto esangue del defunto
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la figura scura stesa sul letto, resa ancor più
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facendogli una gran coccarda sul capo, affinché la bocca
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Aveva accolto il feretro sul portale della basilica e
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breve e sobrio panegirico sul defunto. ¶ Il giorno seguente
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non prendere decisioni affrettate sul futuro, e di affrontare
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alle sue pastorali preoccupazioni, sul momento rimase interdetto, ma
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Monsignor Malacalza si agitò sul suo imponente seggiolone scuro
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Monsignore deviò lo sguardo sul crocifisso che lo fissava
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che una volta mise sul fuoco una tazza di
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d’istinto si protese sul desco, a riparare le
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si passò il fazzoletto sul viso con una smorfia
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stesso posto: il salone sul fondo del cortile era
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e la dicevano lunga sul tempo trascorso dall’ultimo
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parlare posò una moneta sul banco. Lei lasciò suonare
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chiacchiere inutili!» Jole posò sul tavolo una zuppiera di
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si mette a ciarlare sul prossimo. Sai che bello
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dico?» Jole si sporse sul tavolo con gli occhi
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giù, s’è imbarcata sul tassì ed è andata
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in giro delle ciarle sul conto del povero commendatore
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aria come i passeri, sul conto di suo zio
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tornò in camera trovò sul comodino una tazza di
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tazza di camomilla calda, sul tavolo una pentola d
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gli premesse un cuscino sul volto. A quel punto
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Nicolò riportò il racconto sul binario giusto. «Dunque, diceva
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mi ha salutato. Dietro, sul bagagliaio, avevano legato un
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Gioconda Pescetto fece capolino sul ballatoio, illuminandolo di riflessi
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Ma non stiamo qua sul pianerottolo, si accomodi. Entri
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così quando qualcuno passa sul pianerottolo, vado a guardare
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di geranio rosa, trattenuti sul davanzale da una piccola
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L’Ersilia doveva essere sul pianerottolo quando c’è
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il quale le posò sul marmo. ¶ Un altro gesto
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fece la perpetua rizzandosi sul busto, ma se l
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trofie al pesto languivano sul loro piatto di portata
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corsa, infilandosi la vestaglia sul pigiama, aveva ascoltato l
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stava finendo di stirare, sul tavolo di cucina. Piegò
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si spende niente!» Slargò sul tavolo un’altra federa
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sospirò, incrociò le mani sul ventre e lo fissò
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Nicolò si fermò deluso sul primo scalino. «Come sarebbe
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terrazza colma di piante, sul fianco del palazzo. C
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cominciò a disporre ordinatamente sul tavolo carte e fascicoli
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stipata di vasi colorati, sul fondo della stanza. «I
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la prima si apriva sul salone d’ingresso, la
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quanto un uomo, disposto sul fondo dell’ambiente. ¶ «Vede
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sbarrato, dipinto di bianco, sul lato opposto una robusta
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curioso. ¶ «In un cortiletto sul retro del palazzo, un
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munite di inferriate, affacciavano sul retro del palazzo. ¶ «Accidenti
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al cavalier Damonte chino sul tavolo ingombro di scartoffie
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testa. Forse ha battuto sul marciapiede.» ¶ Fu a quel
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barattolo di marmellata rotolò sul selciato, lei si chinò
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quando si era imbarcato sul Giulio Cesare. Aveva lasciato
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scorrere lo sguardo attorno, sul bel mobilio, i bei
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era sfuggito, al quale sul momento non aveva prestato
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e il saturno gettati sul divano. L’arciprete era
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sottana, si lasciò cadere sul seggiolone Luigi XV e
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Jole depose un vassoio sul tavolino accanto alle poltrone
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sulla scrivania e posò sul giovanotto allampanato dal braccio
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Galanti appoggiò i gomiti sul piano della scrivania e
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un’estremità della fila, sul marciapiede, un palo sosteneva
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credendo d’essere seduto sul sofà di casa sua
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e lo abbiamo messo sul bagagliaio dietro. Sa, l
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Jole l’aveva posata sul tavolo tondo, nella camera
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lasciò rimboccare la camicia sul braccio sinistro, sentì il
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si era ritrovato sdraiato sul marciapiede subito dopo l
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volta daccapo. ¶ Nicolò camminava sul marciapiede sinistro, fiancheggiato dalle
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si affrettava a salire sul marciapiede e restava stipata
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sentì urtare con forza sul lato sinistro, perse l
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muso del tram, rimbalzò sul respingente, volò verso sinistra
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per la prima volta sul muro del palazzo, e
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e poi di nuovo sul bordo di pietra del
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pozza di sangue rimasta sul marciapiede. Le vetrine scintillavano
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d’inchiostro sbilenca, caduta sul barocco verde e oro
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scostante, decisa a stroncare sul nascere qualunque chiacchiera di
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il poveretto ha battuto sul tram, è rimbalzato e
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picchiato la testa, prima sul muro e poi sul
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sul muro e poi sul marciapiede. È svenuto, sa
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XIX e sulla credenza, sul vassoio d’argento, spiccava
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ha battuto la testa sul marciapiede. Lo hanno portato
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tenesse un cuscino premuto sul viso, la mancanza d
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il lavoro a maglia sul davanzale della finestra e
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spavento...» intrecciò le mani sul ventre e fissò Nicolò
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che c’è lassù, sul monte Gazzo. Ha sempre
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ad avere un’idea sul motivo, sebbene fosse solo
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passaggio di una formica sul marciapiede: non muove foglia
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come una molla. «Ma sul vaso, santo cielo! Quello
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dei vasi di geranio sul davanzale?» ¶ «No, non credo
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per tenere i vasi sul davanzale ci ho fatto
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fosse data la zappa sul piede in quel modo
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a trillare e vibrare sul tavolino dell’entrata. ¶ «Ma
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me l’ha posata sul letto a me. Capisci
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po’ stanco, perciò sedette sul secondo gradino dello scalone
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quello, il portone sbarrato; sul lato opposto la porta
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lui come il corporale sul calice. ¶ Monsignore, conscio di
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pace! Ormai... ¶ Inutile pianger sul latte versato, caso mai
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Si avvicinò al tavolino sul quale era posato il
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alti gradini che portavano sul fondo della cisterna. Si
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portò il piede destro sul ginocchio sinistro e prese
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su di lui riversandogli sul viso uno schizzo di
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porta che si apriva sul salone d’ingresso. ¶ Pensò
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testa cucita: ha sbattuto sul marciapiede.» ¶ Marini fece un
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commendatore l’ha bloccata sul ballatoio. Allora lei gli
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in fretta e furia sul tassì. Sono alta anch
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Infine tornò. ¶ Stava spargendo sul pavimento del liquido che
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alla sedia si dibatteva sul pavimento. ¶ Poi tutto accadde
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sedia e si issò sul davanzale. Sciortino scattò verso
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Ma Jole, in piedi sul parapetto, guardava già in
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un fagotto informe giaceva sul selciato a pochi metri
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scura si allargò subito sul terreno. ¶ Solo il vecchio
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quei fatti, su Jole, sul suo rapporto malato con
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ma quando sono arrivata sul ballatoio del primo piano
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era morta?» ¶ «Subito no. Sul momento ho pensato che
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hanno poi pensato. Forse sul momento ha creduto che
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Malacalza, telefonando per rassicurarsi sul fatto che lei stesse
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gli occhi. ¶ «Be’, informazioni sul suo prozio Lisandro Storace
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questa Gilda.» ¶ Nicolò sobbalzò sul letto, adesso era tutto
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braccia conserte e appuntò sul giovane uno sguardo fermo
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gli pose una mano sul braccio come avrebbe potuto
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Quando si dice morire sul più bello!» ¶ Galanti riprese
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il cozzare delle boccette sul biliardo, dove nonostante i
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pallina da ping pong sul tavolo verde. ¶ A volte
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da ping pong cadde sul pavimento e ci rimase