Pino Cacucci, Nahui, 2005

occhi grandi, smisurati, spalancati sulla realtà senza più coglierla

plastiche, abbandonato con voluttà sulla sabbia dell’oceano, mostrato

la donna si siede sulla solitapanchina nei giardini dell

anziana signora che siede sulla panchina? ¶ La donna ha

velo di malinconia cala sulla città, sui passanti, sui

generale Mondragón si sedette sulla poltrona preferita, rassegnato: quella

delicato di una mano sulla spalla. ¶ “Carmen... Che fai

della lampada a petrolio sulla scrivania. ¶ “Ho paura, papà

dietro la mano appoggiata sulla fronte, poi fissò la

finivano crivellati di colpi sulla porta di casa o

la redingote, la gettò sulla toletta, si sfilò il

Si appassionò ai colori sulla tela, dimentica delle ore

collettiva. Diego Rivera dipingeva sulla tela per tenere in

frutto acerbo che cada sulla terra battuta, Dio mio

alla Merced, Gerardo salì sulla terrazza da cui si

addio tutto! Sento che sulla mia testa si sta

rimise saldamente i piedi sulla terra messicana: pensava di

torso nudo, si affacciò sulla porta del rifugio. L

Il suo sguardo errò sulla Coronilla, da cui si

Dio’, cioè il tempio sulla piramide. È affascinante.” ¶ Toño

Cancro e il Caribe, sulla stessa linea che in

luce del sole, finendo sulla bocca di tutti, sarei

procurò i migliori collaboratori sulla piazza: Xavier Guerrero, Jean

conto di aver amalgamato sulla tavolozza cristalli, polveri, resine

modo? ¶ La vide. Non sulla tela o nei colori

spalmarsi sull’avambraccio anziché sulla tavolozza, per la fretta

sparpagliati ovunque – pantaloni abbandonati sulla spalliera di una sedia

il palmo delle mani sulla nuca, sul collo, lungo

chioma d’oro scompigliata sulla sua preziosa testa, si

di spiccare il volo sulla città... E correvo, assorbendo

non poteva certo scrivere sulla pratica “assassinato dal fantasma

condividevo tante sue idee sulla religione e sulla falsa

idee sulla religione e sulla falsa morale dei benpensanti

dei fianchi, si chinava sulla scrivania per accoglierlo dietro

mostrarsi compiacente, si ritrovava sulla scalinata a scendere i

destra ripiegata e appuntata sulla spalla e sebbene lo

dolore, gli occhi fissi sulla lettera che stava cercando

giorno andrai a pisciare sulla lapide di quel lurido

chiome sciolte o raccolte sulla nuca, acconciature antiquate o

disordinati, adesso le ricadevano sulla fronte ma senza più

impalcatura e lo rovesciò sulla testa di Nahui. ¶ Pietrificata

le mani sui capelli, sulla fronte, sulle guance, per

punto lui la rovesciò sulla scrivania, la penetrò con

guancia ma la colpì sulla spalla, quindi scese i

tigre. L’ho aspettata sulla soglia del salone, indeciso

l’azotea, la soffitta sulla terrazza, piccola ma decorosa

con una splendida vista sulla città e sui vulcani

e scrisse alcuni articoli sulla condizione della donna anticipando

nel suo appartamentino e sulla terrazza assolata. Un successo

le seconde comparvero ovviamente sulla stampa bigotta, prensa de

poi ascoltare forbite disquisizioni sulla tecnica fotografica di Antonio

poi, appoggiata la lama sulla giubba, fece saltare via

la sua grande casa sulla Glorieta Condesa – nell’allora

alcuni suoi scritti comparvero sulla prestigiosa “Revista de La

andirivieni degli scaricatori, cercando sulla tavolozza gialli abbaglianti per

quel marinaio: doveva essere sulla quarantina, era prestante, i

danza delle dieci dita sulla tastiera. Poi, senza rendersene

sudore sul suo collo, sulla tenue linea della spina

dita sulle sopracciglia folte, sulla guancia ruvida di barba

un amore sublime che sulla tela assumeva espressioni di

sognanti, velati dal piacere, sulla nave o sulla terraferma

piacere, sulla nave o sulla terraferma, in saloni sontuosi

una raccolta di recensioni sulla sua opera che ci

tropicale, felice di sentire sulla pelle quel sole caldo

tramandare quella versione eroica sulla mortedel capitano Eugenio Agacino

in quel Natale del 1934, sulla rotta L’Avana-Veracruz

Nahui si lasciò caricare sulla corriera per Città del

ala della casa paterna. Sulla soglia, i due scrittori

suoi scritti venivano pubblicati sulla rivista specializzata berlinese “Zeitschrift

vi avanzava ardite considerazioni sulla radioattività – anticipando l’avvento

che venne semplicemente ignorata –, sulla materia e sulla concezione

ignorata –, sulla materia e sulla concezione spaziotemporale, fino a

si ritrovarono di fronte, sulla porta a vetri, vicinissime

aver alimentato tante leggende sulla sua presunta ninfomania, ora

avventurandosi in lunghe dissertazioni sulla poesia e la letteratura

tu che mi aliti sulla bocca, questa bocca che

alcune singolari poesie profetiche sulla bomba atomica e i