Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

del pomeriggio si riflette sulla sua fronte bagnata di

da letto che affacciava sulla via: era Sasà, un

e un berretto calato sulla fronte che gli copriva

ho detto, affacciava proprio sulla strada, perciò c’era

astronauta e a casa, sulla parete sopra il letto

per primo è andato sulla luna,” avevo risposto fiero

primo mattone, la struttura sulla quale ho poggiato la

fatti di cronaca, soprattutto sulla malavita organizzata. Me ne

aveva dato un buffetto sulla mano e aveva risposto

chi le chiedeva notizie sulla mia carriera scolastica, rispondeva

partire con “Quindici uomini sulla cassa del morto”, il

la faccia di Paperino sulla tasca posteriore. Ciononostante, Beatrice

mi schioccò un bacio sulla guancia, quindi sorrise prima

e il nonno russava sulla poltrona, quando Sasà sbucò

aveva gli occhi puntati sulla copia de “Il Mattino

meravigliandomi che esistesse qualcuno sulla terra in grado di

diede un buffetto affettuoso sulla guancia e uscì di

imbattuto in un documentario sulla trasmissione del pensiero e

l’unico che conosceva, sulla solita sedia di paglia

insieme in soggiorno, mamma sulla brandina e io su

il respiro di uno sulla guancia dell’altro, senza

bacinella con un ago; sulla punta dell’ago, lo

quei giorni erano transitate sulla Terra. Lui sembrava folgorato

sono ovunque, Sasà, anche sulla tua testa forse, fra

aveva poggiato una mano sulla sella. Non sapevo neanche

al furto. Di documentari sulla telepatia neanche l’ombra

che ha messo piede sulla luna. Un eroe.” ¶ Lei

di Criscuolo, e riflettevo sulla assenza di Sasà, che

occhiali che mi ballavano sulla gobba del naso e

mi poggiò la mano sulla spalla per dirmi che

di nuovo una mano sulla spalla e aggiunse: “Gli

da avere maggiore controllo sulla schedina, e il nonno

mio padre per imbarcarsi sulla prima nave che li

che li avrebbe condotti sulla grande isola ai piedi

terrazzo con affaccio diretto sulla piazza ne era stracolmo

sono pulito il culo sulla federa del cuscino, ho

tramite una fetta biscottata sulla quale avevo provveduto a

ruolo. Cercai di riflettere sulla frivola vita di mia

della camicia un’audiocassetta sulla quale erano scritti a

a quel fantastico pomeriggio sulla Mehari, mi sembra di

mi diede un buffetto sulla guancia e il cinque

il cinque, quindi montò sulla moto e iniziò un

ultima vhs della fila, sulla cui copertina spiccava Lino

fronte e tanti palloni sulla testa. Non certo il

gli posò una mano sulla spalla e lo condusse

stava prendendo il sopravvento sulla gelosia che mi aveva

angolo. ¶ Io, invece, restai sulla porta, intimidito certo, ma

che se ne stava sulla porta e sussurrai un

ma che doveva trovarsi sulla destra, perché proprio da

alla camera di Viola, sulla cui porta campeggiavano cinque

una boccia di vetro sulla cassettiera sotto la finestra

messa ancor di più sulla difensiva. ¶ “Si chiama Red

per appoggiare il muso sulla mia gamba e ora

i titoli delle canzoni sulla cassetta. Le sue sembravano

pezzo che avevo ascoltato sulla Mehari, il preferito di

gli tirò un buffetto sulla spalla. ¶ Erano ancora tutti

avanti fino a sera. Sulla solita tovaglia di plastica

stelle e di pomeriggi sulla Mehari, a parlare con

famiglia iniziavano le discussioni sulla possibilità di lasciare le

ci stanno a fare sulla Terra, che nun servono

vicino per chiedergli spiegazioni sulla seconda guerra mondiale, lui

con il braccio appoggiato sulla fronte e la bocca

l’articolo. ¶ “Un’ipotesi sulla quale stanno indagando gli

con lui in giro sulla Mehari, e mi ha

simpatico e gentile,” risposi sulla difensiva. ¶ “Hai visto quello

intermittenza del nonno, rimuginai sulla conversazione appena conclusa, sul

come il miglior ragazzo sulla terra. Così non avevo

alla parete di tufo sulla quale spiccava la scritta

con la cornice dorata sulla parete di fronte al

schioccato un fulmineo bacio sulla bocca. ¶ Il concerto era

secco delle sue dita sulla mia guancia. ¶ Ama ¶ Qualche

tutori,” replicò Beatrice, raggomitolata sulla sedia accanto al telefono

prendere dall’euforia e sulla strada del ritorno esclamò

non ero tornato indietro sulla decisione, anche se dopo

l’opera appena conclusa. ¶ Sulla parete svettava la scalcinata

provavo a scrivere qualcosa sulla mia agenda, che portavo

molto difficile restare concentrato sulla lettura e resistere alla

con un candido bacio sulla guancia, ma lei sorrideva

faceva bastare i giri sulla moto di Mauro, lei

Mi posò una mano sulla spalla e disse: “Seguimi

di nuovo in giro sulla Mehari con il mio

iniziare una sterile discussione sulla qualità dell’abitazione, ma

a forma di crocifisso sulla parete. Lui sorride e

un semplice segno chiaro sulla parete gialla, lì dove

aveva schioccato un bacio sulla fronte e aveva aggiunto

gioia di mamma che, sulla via del ritorno, commentava

era presentato Nick Kamen sulla sua Vespa Special argentata

però quando si sistemava sulla poltrona con la flebo

e posai l’indice sulla riga appena lasciata a

sul dondolo, la testa sulla mia coscia. Ero rimasto

capelli che si diramavano sulla mia pelle per poi

non vorrei passare inutilmente sulla terra, come quasi tutti

non ero d’accordo sulla sua teoria riguardo alla

barba di tre giorni. ¶ Sulla stanza calò il silenzio

fermarono a discutere, lui sulla moto e lei affacciata

discorsi sugli eroi e sulla guerra alla criminalità mi

discussione sugli eroi e sulla lotta alla mafia.” ¶ Giancarlo

il nostro portone, seduto sulla sua moto con accanto

mi tirò un buffetto sulla spalla, “sei un maschio

restò con la guancia sulla mia spalla, a tirare

solo pochi capelli attorcigliati sulla fronte e una folta

test sul sonno, anzi sulla mancanza di sonno. Avevo

pastello che si addossavano sulla striscia di terra che

ancora avvolto dalla foschia. ¶ Sulla spiaggia di Miliscola c

lasciò cadere la mano sulla sabbia. ¶ Mi accovacciai accanto

correndo, lanciai gli occhiali sulla sabbia e mi tuffai

riemersi, papà era ancora sulla battigia, con la canna

otto e mezza e sulla spiaggia erano comparsi i

risposi: “Una Seriola dumerili”. ¶ Sulla tavola calò il silenzio

si assopiva il pomeriggio sulla sedia della cucina, con

dalla ringhiera, “affaccia direttamente sulla piazza...” ¶ Mi appoggio al

gli poggio una mano sulla spalla e torno dentro

gli si fosse abbarbicata sulla faccia a ricordarci la

di finta pelle (sempre sulla stessa bancarella), un paio

stile Ray-Ban (visti sulla bancarella accanto a quella

mi schioccava un bacio sulla guancia sinistra. ¶ Nella foto

poi volumi di diritto, sulla navigazione e altri che

che si stavano addensando sulla piazza mi avrebbero concesso

diede un buffetto affettuoso sulla guancia. Quindi sollevò lo

gli avrei detto. ¶ Poi sulla mia strada arrivarono canzoni

un ragazzo barbuto che sulla spalla porta con orgoglio

di mezza lunghezza disordinati sulla testa, il naso un

Giancarlo tanto amava e sulla quale perse la vita