Marco Missiroli, Senza coda, 2005

gambe che lo pestavano sulla schiena e sullo stomaco

con la bambina felice sulla carta d’argento. ¶ Quando

molliccio gli si appoggiò sulla lingua, scivolava in ogni

colorati che si posavano sulla scrivania e poi di

saliva. Ancora due passi sulla corteccia e Luigi avrebbe

schiacciò la scarpa destra sulla corteccia venata e sentì

rigagnoli scendevano sulle guance, sulla ferita, sulla terra. ¶ Alzò

sulle guance, sulla ferita, sulla terra. ¶ Alzò la testa

Gli mise una mano sulla testa e lo accarezzò

Si mise una mano sulla bocca, l’altra in

Gli mise la mano sulla testa e lo accarezzò

solo sguardo. ¶ Sentì improvvisamente sulla guancia, sul collo, la

E ancora sul collo, sulla spalla. La sentì arrivare

macchie nere che erano sulla sua schiena e sulla

sulla sua schiena e sulla pancia. Quando le ho

le misure. Li appoggiò sulla tavola, davanti a Pietro

Nino se lo passava sulla pelle fischiettando un ritmo

mani e le asciugò sulla tuta verde. ¶ “È meglio

vestiti e si appoggiò sulla pelle bagnata per lo

Fece scorrere le dita sulla portiera fino ai fanali

destra e a sinistra. Sulla plancia tutte le luci

la Bianca uscì scricchiolando sulla ghiaia. Accelerò. Ora vedeva

tra i capelli e sulla fronte. Tornò davanti ai

tozzo, appena scoperto, appoggiato sulla portiera. L’altro, tra

gli mise una mano sulla testa, strofinandola sui suoi

lenta, con le mani sulla gola. Arrivò davanti alla

insieme tutti e tre sulla Bianca, e lui sarebbe

Quello che si agita sulla poltrona rossa è il

fianco. Aveva le piume sulla testa e l’arco

lei. ¶ La pioggia batteva sulla lamiera del cofano e

il cappuccio lasciandolo pendere sulla schiena, tanto non serviva

la cartella che ballava sulla schiena. Superò la piccola

e passandosi il polso sulla fronte. ¶ Pietro alzò gli

seduti su uno scalino, sulla seconda rampa. Sorridente e

disse, sistemandogli la cartella sulla schiena. “E tu, Luigi

passò una mano prima sulla bocca e poi contro

gli mise una mano sulla spalla. ¶ “È tardi,” fece

teneva nel suo studio sulla scrivania, chiusa in una

cenere gli era caduta sulla camicia. ¶ “Prima o poi

al vulcano con Nino sulla Bianca”. ¶ “Chi?” chiese Carmine

Tenne lo sguardo basso, sulla cartella che gli toccava

un angolo. Si fermò sulla ciotola blu sopra il

cucina e si sedette sulla stessa sedia di prima

urla, puntava gli occhi sulla lampada dal cappello chiaro

gli appoggiò una mano sulla spalla. ¶ Avanzarono insieme, con

Pietro schiacciò l’occhio sulla crepa nel pannello. Poi

gli fece una carezza sulla guancia. Lo abbracciò fino

si mise una mano sulla bocca. Poi, senza respirare

bianco. Si rifletteva fioca sulla macchina da scrivere al

accarezzare sulle spalle e sulla testa. ¶ Annuì e senza

appoggiò per un attimo sulla sua guancia, era fredda

Guardò la busta appoggiata sulla cassapanca. Avvicinò il coltello

rompere!” ¶ Luigi si avventò sulla busta, la lingua di

mani di Luigi erano sulla busta aperta. ¶ “No! Faccio

Pietro con le mani sulla bocca. ¶ Luigi asciugò la

prima. La colla era sulla carta, la busta nel

schiena che scivolava molle sulla poltrona, mentre la sua

le scarpe che battevano sulla ghiaia accanto alla fontana

che i pugni picchiavano sulla porta chiusa. “Nino! Nino

disse appoggiandosi una mano sulla pancia. ¶ Tornò alla fontana

e posò gli occhi sulla loro cintura. Dentro la

si asciugò la fronte sulla spalla. ¶ Pietro non riuscì

terzo piano che dava sulla strada. Lo vide, con

davanti al muro o sulla Bianca ad aspettare che

il sangue che colava sulla strada. Giovanni Logiusto aveva

Pietro e l’appoggiò sulla sua spalla. Gli parlò

suoi occhi, nel naso, sulla pelle come complici silenziosi

Luigi guardando la busta sulla cartella. ¶ Pietro non disse

gocce di colla colarono sulla busta sporcandola appena. ¶ Poi

freddo dappertutto. Lo stendeva sulla pelle blu e su

quando lei lo baciò sulla fronte, poi rimase a

rispose. Gli occhi andarono sulla parete di fronte, verso

rombo delle automobili seduto sulla gradinata di fronte alla

capelli biondi, scomposti, scendevano sulla fronte, nascondendo in parte

sottili, il panciotto nero sulla camicia bianca. E le

giardino, asciugandosi il sudore sulla fronte. Ogni tanto si

occhi alla margherita ricamata sulla tovaglia, mentre la bocca

sfiorava sull’orecchio e sulla guancia. Gli toglieva i

letto, le mani incrociate sulla pancia, le gambe appena

sul letto, ora sei sulla mia gamba. Ti vedo

aria. ¶ Poi prendo te sulla porta. ¶ Siete cattive e

sua stanza, sul letto, sulla sua pancia. Lui non

sul séparé in legno, sulla finestra chiusa. E quando

bianchi. E il sangue sulla strada. E Carmine. ¶ Pietro

leggera, le mani strisciarono sulla testa, sul viso, sul

Teneva una mano premuta sulla spalla, suo padre, contro

gli appoggiò una mano sulla bocca, e Pietro abbracciò

al muro, le mani sulla testa. ¶ Adesso voleva solo

teso e tenero, centrato sulla rivelazione dell’infanzia. Lo