Vittorio Alfieri, Maria Stuarda, 1788

è sempre; ¶ ma nel suo, chi 'l può dire

onore ei, che del suo, ¶ con empia man traea

fin che per mezzo suo vedea da lungi ¶ la

tua t'offro in suo nome. ¶ Maria ¶ A prova

il solo ¶ successor del suo regno è il figliuol

non ella, ¶ entro il suo regno, in ben guardata

dirle, che Arrigo, a suo talento, ¶ sta in corte

I generosi sensi ¶ del suo gran cor, già nel

pace, ¶ primo mezzo in suo nome oso proporti... ¶ Maria

accordi; ¶ brama dunque in suo cor ch'io li

crucciar più sempre il suo maligno core. ¶ Botuello ¶ Ciò

o finto il minacciar suo lungo ¶ di uscir del

della Scozia accoppia ¶ nel suo cor giovenil di Roma

del regno, in quanto suo di legge il soffre

in feroce tempesta. Ogni suo danno, ¶ per una parte

ei sol, vuole il suo peggio... Eppure ¶ colpa mia

colpa mia grave ogni suo danno or fora. ¶ E

ei mai volgesse il suo pensier, mio incarco ¶ ad

un re fuor di suo seggio, ¶ più che a

nascer l'erede ¶ del suo non men, che del

Elisabetta, e il regno suo: recenti ¶ son nella patria

dell'ingannato. In nome suo, ten prego, ¶ esci d

e il saper del suo ritorno ¶ la cagion vera

proprio padre il sangue suo tradisce, ¶ il suo onore

sangue suo tradisce, ¶ il suo onore, se stesso? Insania

chiedea... d'Elisabetta, ¶ in suo favor, l'aìta. ¶ Maria

in queste ¶ mura il suo figlio: a Elisabetta quindi

Anzi che noto ¶ questo suo nuovo tradimento fosse, ¶ tu

il colle, ¶ ove il suo regio ostel solo torreggia

a un colpo ¶ il suo furor tu fai. Null

possa in lui quel suo parlar, non meno ¶ che

forse è Lamor stromento suo. Va', corri; ¶ fa' ch

di nostro culto, a suo talento ei spera ¶ il