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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

concordanze di «suo»

nautoretestoannoconcordanza
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largamente. Il mare, il suo amico mare, grande, solenne
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gli mandava, con il suo sommesso alenare pieno delle
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ch'ei conosceva, il suo saluto, gli diceva la
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Era stanco. ¶ Povero padre suo! Avea mancato a lui
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idealità, facendo meravigliare del suo fuoco gli stessi suoi
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risonato nel profondo del suo cuore e della sua
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sua memoria e al suo cuore. ¶ La voce di
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cuore. ¶ La voce di suo padre. ¶ * ¶ * * ¶ E Marino rivide
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sue tele, in ogni suo gesto, questa sua grande
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sua grande bontà, questo suo grande amore. Ed era
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che avea posto al suo fianco, luminoso di arte
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che per lui sgomentava suo padre morente, sarebbe stata
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non dovea somigliare a suo padre!... ¶ Avrebbe egli sempre
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sempre riuscito?.... ¶ Quella sera, suo malgrado ei s'era
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per un momento il suo animo.... Ed egli ora
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e a' comandi di suo padre morente. Egli sentiva
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oscure e silenziose il suo passo echeggiava sonoro. A
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Egli ristette, così, vinto, suo malgrado, dal grande incanto
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tende, parea mettesse il suo velo di tedio sulle
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indugiava ad aprirle. ¶ * ¶ * * ¶ Sul suo volto appariva la leggera
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breve fiamma colorì il suo pallido volto. Poi la
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conosceva coteste passeggiate del suo irrequieto padrone! Passeggiate brevi
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luce? Gli parlava del suo paese lontano? dello scopo
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la Fede. ¶ * ¶ * * ¶ Povero padre suo idealista e poeta! ¶ Marino
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sul cavalletto, ove il suo quadro, incominciato e da
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mesi attendente il tardo suo svogliato pennello, parea lo
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e rifulgere tutto il suo modernissimo sogno di idealità
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ricordava questo. ¶ Povero padre suo sì grande e tanto
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solo, avea rivolto ogni suo pensiero, ogni suo ultimo
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ogni suo pensiero, ogni suo ultimo affetto sopra di
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sopra di lui, il suo figliuolo. ¶ E lo aveva
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aveva voluto sempre al suo fianco: ne' suoi viaggi
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pennello e dopo, quasi suo malgrado - certo senz'averne
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Lavorava a sbalzi, vinto suo malgrado da momenti di
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portava in arte. Qualche suo breve lavoro era piaciuto
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lo sfondo costante del suo essere interiore. ¶ Veniva forse
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questo amore avea tremolato, suo malgrado, tante volte, negli
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avesse lasciata penetrare nel suo cuore, la dolcissima anima
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avrebbe amata perdutamente. ¶ Così suo padre aveva amato, così
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promesso al padre, al suo letto di morte che
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innondare lo studio del suo bacio allegro, fugandone per
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di vita in cui suo padre, amante e fidente
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il mare con il suo urlo incessante gli rispondeva
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errare il sorriso, il suo sorriso amico e buono
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Sempre così dolce il suo sorriso degli occhi buoni
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sfinita!.... Io vedevo il suo misero corpicino, arso dalla
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senza la luce del suo amore! le notti insonni
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non sapeva nulla del suo stato - e intanto guardava
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mare. L'ultimo sorriso suo fu per me e
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della stessa creta?.... Il suo cuore era dunque il
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aveva io rivissuto il suo amore - quello che a
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troppo eccelsa ormai pel suo miserabile giaciglio... ¶ Ed io
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con l'ebbrezza del suo bacio, avea dato l
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superbo, ancora, malgrado il suo male! ¶ - Oh, lo conosco
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E rividi Dalgas, nel suo lettuccio miserabile, che la
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si alzò, splendida nel suo pallore. ¶ Sollevando alto il