Domenico di Giovanni, [Sonetti], 1449?

tornando una golpe al suo macchione ¶ Trovò Ercole ignudo

ritonda ¶ Ogni natura di suo corso sferra. ¶ E onde

onde nostra mente tien suo loco ¶ Da memoria, da

due gualchiere, ¶ Per lo suo andar con tanta continenza

E 'l Frullana di suo paghi lo scotto. ¶ E

Ferraù si menava il suo a mano; ¶ E quand

morrete nel fin di suo veleno: ¶ Vostri nimici sieno

Sermonando Ottaviano a i suo' Poeti, ¶ Ch'eran dalle

Che una zucca con suo capo vano ¶ Rifar volesse

tal disìo porta il suo petto caldo, ¶ Ch'egli

occhio, ¶ Donde stillava il suo calido umore. ¶ Battaglio non

Di Cornamusa, e 'l suo bordone, il vieto: ¶ Dietro

Mangio sol carne di suo Gonfalone. ¶ E perch'ei

Re, ¶ Prigion poi nel suo ricco, e bel Milano

ciuffetto. ¶ Ognun teneva il suo nemico stretto, ¶ Non facendo

vestrosso; ¶ Disse il compagno suo, lasciatel dire, ¶ Non ci

non sa tornare al suo proposito, ¶ È in questa

l'abbi Minosso in suo procinto, ¶ E Setanasso a

seno: ¶ Costui becca il suo nido; e fra costoro

BURCHIELLO. ¶ Amore, e Carità suo fuoco accese ¶ Dante a

a caso ¶ Dona al suo bell'Idioma tal diletto

Chi ne concesse al suo dolce intelletto, ¶ Tanto riso

volto? ¶ E Ircana, il suo volto ¶ Gli volse, perch

le fusa torte al suo marito; ¶ Che metter ti

quanto il dosso, ¶ Del suo voler giammai tu non

ha moglie, nè nel suo corpo osso. ¶ E la

che pesi ¶ Il nome suo a certi corpi umani

alcun commendi, guarda pria ¶ Suo proprio stato; e non

in Risposta ad un suo Sonetto. ¶ Ben ti sei

Sire; ¶ Ma d'un suo schiavo, che 'l cervel

pesti quoja; ¶ Con quel suo soggettin, che m'è

E questo era il suo desìo, ¶ E per scampar

le consonanze ad un suo Sonetto. ¶ Messer Tortoso quanto

l'alto in maggior suo sostegno ¶ Oimè, che poi

tanto amauro: ¶ Erano i suo' fior d'auro, ¶ E

Bench'ella fusse di suo corso al fine: ¶ Ma

alla Fortuna, o al suo spendio ¶ Misto fra scuro

quel fantino, ¶ E il suo stava a guisa di

diventa bugiadra, ¶ E con suo' occhi dispetto sfavilla. ¶ Dunque

Di medicine mastro in suo sembiante, ¶ E dichiarommi suo

suo sembiante, ¶ E dichiarommi suo proponimento. ¶ Siccome a te

n sul coglier del suo frutto. ¶ Consigliami, che son

MOGL. COSÌ SCRIVE AL SUO MAR. ¶ Quella Ariadne, che

caro dee tenere ¶ Nel suo error l'altrui castigamento

ortica, ¶ Che sarìa più suo pregio, che l'orbache

Per farsi dello stato suo bottega ¶ Sempre mandando il

prigione ¶ Che far del suo onor a niun cristiano

E tutto il tempo suo t'ha bestemmiato, ¶ Sforzò

ben le corde al suo strumento. ¶ Però s'arman

E quando attrista il suo agricultore ¶ Vin, sal, gruogo

Lana non fè giammai suo cuojo, o vello, ¶ Candele

Candele non fè mai suo sevo, o grasce, ¶ E

E 'nvetriato par ciascun suo osso ¶ È nero vivo

Ciascun ci mette il suo parere in cronico, ¶ E

par che l'andar suo senta di gotte; ¶ Và