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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «suo»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
che in faccia al suo c’era cresciuto quel
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1956
nozze Maria disse a suo padre che voleva fare
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1956
se n’andò al suo pollaio, tirò fuori il
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1956
regalò un medaglione col suo ritratto. ¶ E neanche quella
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1956
Re ci trovò il suo anello di brillanti. «Maria
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1956
ritrovò il medaglione col suo ritratto, s’alzò da
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1956
del Re aveva il suo banchetto un ciabattino gobbo
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1956
sposare l’indomani il suo innamorato, piombò in una
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1956
Regina seppe che anche suo marito aveva fatto la
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1956
su: si sposò il suo innamorato di prima e
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1956
le mise addosso il suo cappotto e le disse
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1956
Re a dire: – Poverina, suo marito muore, gliela dovete
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1956
casa e trovò che suo marito era già morto
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1956
ragazza ebbe finito il suo racconto. – Non voglio essere
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1956
Giuseppe Ciufolo prese il suo zufolo e se ne
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1956
una bottiglia piena del suo sangue, io ti sposo
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1956
era il signore sul suo bianco cavallo. Il giovane
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1956
Il giovane passò al suo fianco, e, senza dir
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1956
a mezzanotte usciva sul suo cavallo bianco, e non
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1956
il giovane fuggiva sul suo cavallo chiamato Rafanello. Quando
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1956
tignoso fu condotto al suo cospetto, gli chiese perché
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1956
avrà da lei il suo fazzoletto sarà il prescelto
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1956
tignoso le cedette il suo letto e lui s
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1956
che gli aveva regalato suo padre, e a cavallo
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1956
a manca e il suo cavallo metteva paura a
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1956
fuoco, tutto rincantucciato nel suo vecchio mantello. La Reginella
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1956
capanna e corse da suo padre: – Venite a vedere
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1956
mercante nacque un figlio suo. Un giorno, questo figlio
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1956
apprese la verità sul suo ritrovamento. Allora volle andarsene
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1956
da un altro Re suo fratello. Mandorlinfiore per il
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1956
a quell’altro Re suo fratello, e Mandorlinfiore partì
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1956
che per ordine di suo padre doveva darle marito
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1956
a chi toccava, il suo bambino lo mangiavano. Toccò
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1956
alla maggiore e il suo bambino fu mangiato. Poi
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1956
di Re che era suo padre andando a caccia
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1956
finito di stendere il suo argento intorno, disse al
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1956
che la buonanima di suo padre gli aveva parlato
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1956
una volta d’un suo compare sorcio campagnolo, che
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1956
entrò. ¶ Il compare di suo padre era morto anche
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1956
a lui che è suo nipote lo riceve così
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1956
fedele alla memoria di suo padre, prese a odiare
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1956
una cesta vicino al suo letto. E la sera
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1956
gazza che covava nel suo nido in cima a
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1956
ne andò per conto suo, e mise da parte
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1956
come al solito il suo: – Buongiorno, mercante dalle sette
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1956
a dire tutto al suo figlio maggiore. Il figlio
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1956
gran carriera e il suo robustissimo cavallo faticava a
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1956
sapeva dove dirigere il suo cavallone: ora sbatteva col
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1956
casa. E lui, col suo ciuco, spesso s’accompagnava
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1956
quel danaro che il suo padrone gli aveva messo
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1956
e col figlio nel suo palazzo. Giunto all’età
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1956
non aveva mai visto suo nonno, dice alla madre
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1956
che era sicura del suo potere d’impietrire la
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1956
disse che lui il suo Regno ce l’aveva
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1956
vassoio d’oro sul suo terrazzo. ¶ In faccia a
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1956
sua mela! Chiamò il suo servitore più fedele e
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1956
la guerra contro un suo cugino. Disse alla sposa
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1956
il bambino, e al suo posto misero una scimmia
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1956
il bambino e al suo posto ci mettono un
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1956
in un canestro come suo fratello. ¶ – Ma che storie
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1956
una: questo era il suo cibo quotidiano. Le sue
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1956
bellezze del mondo nel suo giardino. ¶ Venne il Re
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1956
balla in giardino e suo fratello maggiore era dovuto
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1956
lo porto. ¶ Diede il suo anello alla sorella, montò
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1956
eremita che aveva aiutato suo fratello. ¶ – Ahi! – disse l
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1956
più alto. Accompagnato dal suo canto tornò a casa
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1956
lo riempiva tutto col suo suono. ¶ Il Re che
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1956
erano quelli spariti dal suo guardaroba. Gridò: – Ah, traditora
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1956
si complimentarono per il suo coraggio; da quel giorno
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1956
tanto era ricco di suo. Il Re, sentendo che
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1956
però faceva correre il suo sguardo in mezzo a
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1956
sei tu! – gli fece suo fratello. ¶ – Sì che sono
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1956
albero la gobba di suo fratello e gliel’appiccicarono
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1956
portare da mangiare a suo padre in bottega! ¶ Allora
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1956
ti porto da mangiare. ¶ Suo padre pensò: «Chi è
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1956
a cavallo d’un suo dito. ¶ – Oh, che bel
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1956
e sotto c’era suo figlio e l’abbracciò
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1956
uscire, e tutto il suo spasso era guardare dalla
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1956
come i pavoni. Il suo Regno è il Perù
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1956
Ce l’avete il suo ritratto? ¶ – Eccolo, Maestà. ¶ – È
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1956
mettere mia figlia al suo posto. ¶ Il Capitano aveva
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1956
voleva con sé il suo canino. – È stato il
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1956
l’avrebbero accolta al suo arrivo. ¶ A mezzanotte, adagio
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1956
allontanava via per il suo viaggio. Ma il materasso
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1956
da sposa e il suo canino. ¶ Quando fu verso
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1956
banda, alla testa del suo esercito, andò alla casa
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1956
noia. ¶ Andò, vendette il suo gomitolo, comprò una coratella
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1956
altre volte, prese il suo gomitolo, lo vendette e
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1956
Le misero vicino il suo innamorato e lei lo
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1956
e a strepitare. Arrivò suo marito, che la figlia
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1956
diede la lettera del suo padrone, che chiedeva gli
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1956
raccontò anche lui del suo gigante. ¶ – E voi? – disse
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1956
la Principessa vestita del suo manto più prezioso. – Mia
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1956
casa e disse a suo padre: – Papà, mi sono
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1956
di regali, proseguì il suo viaggio. ¶ Arrivò in un
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1956
locandieri e continuò il suo viaggio. ¶ Incontrò una vecchietta
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1956
e la invitò al suo palazzo per mettersi ben
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1956
giunta al cospetto di suo padre, l’abbracciò e
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1956
era l’Uliva, perché suo padre era per lei
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1956
stava di guardia, perché suo padre non apparisse all
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1956
era accorta che a suo figlio le bellezze di
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1956
soldati alla difesa del suo Regno. Prima di partire
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1956
di stare soltanto nel suo palazzo; e perciò eccoglielo
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1956
Ma mi manca il suo pestello. ¶ Tutto come aveva
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1956
raccattò e disse a suo padre: – Tenete qui: tornate
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1956
sono qui secondo il suo volere. ¶ Il Re non
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1956
del Re dicesse il suo parere. Ma ora, con
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1956
Appare il Re col suo seguito e lo vede
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1956
spogliare e mettere nel suo letto. Poi licenzia i
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1956
e avrebbe continuato il suo nome; così si risolse
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1956
mise a cavalcioni del suo baule, che non aveva
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1956
aver dato retta a suo padre. ¶ Tutt’a un
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1956
sé fosse calato il suo baule carico di ogni
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1956
col cadavere. ¶ Giuseppe, col suo lume, volle esplorare bene
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1956
stanco e disperato sul suo baule e ogni tanto
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1956
scusa di servirsene per suo passatempo, e con essa
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1956
e qual era il suo pianeta. Gli astrologhi guardarono
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1956
e le mandò un suo raggio. Dal momento in
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1956
Re non voleva che suo figlio sposasse una ragazza
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1956
con la speranza che suo figlio la scordasse. Non
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1956
stata l’innamorata del suo sposo) disse: – Oh, sono
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1956
l’ora precisa del suo compleanno. A un tratto
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1956
se ti dà il suo vestito, in cambio del
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1956
in cambio dette il suo camiciotto e le sue
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1956
vecchio e ci mandò suo figlio. Il Principe prese
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1956
chiedeva il perché del suo viaggio. E sentito che
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1956
l’ho messo al suo posto, – disse il Gigante
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1956
straordinarie poteva raccontare al suo ritorno, quando gli venne
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1956
boccone, e studiava un suo piano per sfuggire dalle
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1956
qui nel prato del suo giardino. ¶ – Ah, sì? Ah
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1956
Mio padre e il suo ciambellano si sposarono il
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1956
Aveva riconosciuto nel Generale suo marito il Re di
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1956
la scusa che il suo Generale stava male. Venne
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1956
e gli espose il suo caso: – Ma sei pazzo
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1956
da principe, montato sul suo tiro a sei e
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1956
male che abdicò in suo favore, e il fornaio
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1956
pensò di scrivere a suo fratello Re di Parigi
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1956
pigliasse per un po’ suo figlio a Corte, così
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1956
Parigi mi riconosca come suo nipote. Ma se parli
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1956
pariglia di cavalli dal suo branco che pascola nei
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1956
come potessero sapere il suo nome. – Chi è? – fa
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1956
a vederla tornare così suo padre non ne avrebbe
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1956
Isolina. Quando riavrà il suo spirito ritornerà viva. ¶ La
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1956
dal contadino, andò da suo padre quello vero, il
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1956
miracolosa e restò come suo fratello ospite del palazzo
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1956
non vedendo tornare il suo secondo figlio, cadde nello
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1956
decrepito e barbuto nel suo casolare e gli palesò
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1956
la bottiglia e al suo posto ne misero un
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1956
che mi riportiate il suo cuore. Ne va della
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1956
gli mandava Andreino, il suo esercito era già pronto
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1956
cane: ricordati che il suo nome è Bello, e
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1956
guinzaglio e seguitò il suo cammino. ¶ Verso sera arrivò
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1956
in testa tutto il suo indovinello. ¶ Quando arrivò in
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1956
il decreto del Re suo padre è dedicato a
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1956
s’era risolto per suo padre in un grosso
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1956
maggiore, il beniamino di suo padre, doveva starsene lì
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1956
giorno che era fuori suo fratello entrò in camera
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1956
Non volendo palesare il suo nome e la sua
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1956
ammirata gli buttò il suo fazzoletto ricamato lo prese
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1956
di palesare l’esser suo, perché se non v
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1956
v’erano macchie sul suo onore sarebbe diventato Principe
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1956
messo, signor padre, col suo editto di giostra! ¶ E
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1956
alla bacchetta che il suo uscio non si potesse
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1956
Non ebbe migliore fortuna suo fratello. Rimasto povero, tentò
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1956
bello e raro, il suo sposo erediterà la Corona
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1956
diceva di scrivere a suo padre, e ogni giorno
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1956
Antonio si sedette al suo fianco e la carrozza
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1956
Re stava per proclamare suo erede Antonio, e Giovanni
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1956
bisogno del regno di suo padre, perché ha già
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1956
da marito. Un Re suo confinante aveva tre figli
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1956
uva salamanna perché al suo paese non cresceva, domandò
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1956
con te. ¶ – Sempre al suo comando, – disse il giovane
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1956
e s’abbassava al suo respiro, ci pensò un
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1956
stalle. ¶ C’era il suo cavallo che mangiava biada
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1956
o una traccia del suo compagno cacciatore, ma si
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1956
quello di prima. Il suo sguardo non riusciva a
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1956
E andò subito da suo padre, a dirgli che
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1956
Fiordinando mandò a chiamare suo padre e sua madre
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1956
fosse successo qualcosa al suo uomo, e disse alla
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1956
figlio del Re col suo corteo, tanta fu l
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1956
sua madre conosceva il suo segreto, e a vederlo
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1956
ho avvertita forse a suo tempo? Tutto quel che
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1956
al comò, aperse il suo cassetto, ci frugò dentro
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1956
una moglie a modo suo non la trovava. Un
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1956
si riveste da par suo; poi torna fuori. «Comunque
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1956
rincresceva di perdere il suo anello; così si mise
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1956
e Pietro divenne il suo cameriere di fiducia. Tutti
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1956
Pietro, che aveva di suo tutti quei quattrini del
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1956
voleva al posto di suo padre, tanto disse e
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1956
fuori di città. Al suo posto ci andò Pietro
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1956
fecero, ognuno per il suo verso. ¶ Nel palazzo erano
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1956
il Re comandò il suo fido scudiero Tonino di
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1956
morire, li chiamò al suo capezzale e disse: – Figlioli
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1956
meglio dell’altro. ¶ – Il suo nome? ¶ – Spaccamuro. ¶ – Spezzaferro, Schiantacatene
195
1956
quando vide che era suo fratello sempre con quei
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non era lei, ma suo fratello che era entrato
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1956
mai doveva esser mangiato suo fratello. Il Drago le
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1956
Drago le rispose che suo fratello non si poteva
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1956
gli avrebbe fatto mangiare suo fratello; e il Drago
200
1956
a casa dopo il suo giro intorno al mondo
201
1956
legata al basto del suo asino, finché non la
202
1956
moglie riportò Tabagnino nel suo buco sotto la cenere
203
1956
Il Re nominò Tabagnino suo segretario e sempre lo
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1956
Abbi pazienza, – le rispose suo padre. ¶ Ma un giorno
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1956
a un tratto al suo fianco comparve una bella
206
1956
che ha qui il suo palazzo pieno di ricchezze
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1956
se lo prendeva al suo servizio. Il Re, visto
208
1956
da un altro Re suo vicino, e lui era
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1956
sposo? ¶ Sandrino prese il suo ritratto di prima e
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1956
questo candeliere, – disse al suo servitore più fidato, – e
211
1956
voleva star per conto suo; finché un bel giorno
212
1956
tipo fatto a modo suo. Quando si sveglia il
213
1956
il locandiere, e al suo fischio cominciarono a volare
214
1956
che questo era il suo liberatore e il suo
215
1956
suo liberatore e il suo marito. Il Re trovò
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1956
prese in spalla il suo staio di quattrini, abbracciò
217
1956
s’arrabbia perde il suo staio di quattrini. ¶ Fiore
218
1956
che non solo il suo staio, ma altre dieci
219
1956
Arciprete, ed entrò al suo servizio. Fecero il solito
220
1956
Lo chiese a un suo sottoposto, molto fedele e
221
1956
per uno, e di suo ci aggiunse uno schioppo
222
1956
di seta nera, col suo seguito. Quando furono a
223
1956
orecchio dove fosse il suo liberatore. Ma il carbonaio
224
1956
dovessero misurare ognuna al suo posto per vedere se
225
1956
non vedendo tornare più suo marito, lo credette morto
226
1956
domandava alla gente di suo fratello. – Uno che somiglia
227
1956
giovane capiva che anche suo fratello maggiore era passato
228
1956
a sapere tutto di suo fratello, delle sue nozze
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1956
sapeva più quale fosse suo marito. Ma il primogenito
230
1956
voleva saperne, perché il suo pensiero era d’aiutare
231
1956
Livorno era arrivato il suo bastimento che si credeva
232
1956
buona azione e salvato suo padre da chissà quali
233
1956
palazzo. Sulla porta del suo appartamento c’era scritto
234
1956
svegliò a casa di suo padre, col baule e
235
1956
la figlia minore al suo capezzale, dalla contentezza cominciò
236
1956
E si coricò al suo fianco. ¶ Il ragazzotto si
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1956
è l’acqua del suo pozzo –. Non era ancora
238
1956
e lo scopo del suo viaggio. ¶ Passati i tre
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1956
fosse morto e al suo dolore per la vista
240
1956
cristallo Giovanni vide passeggiare suo fratello. ¶ – Gugliermo! – gridò, – sei
241
1956
oro la darà a suo padre e la mela
242
1956
argento la darà a suo nonno. ¶ Il Re mandò
243
1956
tutti con sé al suo palazzo e là vissero
244
1956
entrare perché ha il suo povero nonno malato. Ma
245
1956
povero nonno malato. Ma suo nonno è contento che
246
1956
il Re disse a suo padre: – Guarda, papà, che
247
1956
orecchio del Re che suo figlio faceva all’amore
248
1956
damigelle, – aspetti che torni suo padre e lo dica
249
1956
mese venne a trovarla suo padre come al solito
250
1956
la fece passare nel suo palazzo, con l’ordine
251
1956
ed era sempre malinconica. Suo padre le domandava sempre
252
1956
entrò nello studio di suo padre, si buttò in
253
1956
sopra il viso, e suo padre gli disse che
254
1956
a sospirare, a pregare suo padre, tanto che egli
255
1956
alzò e scrisse a suo padre: «Mi trovo in
256
1956
e aveva lasciato un suo ricordo. ¶ La Strega Bistrega
257
1956
mettere il cane al suo posto nel sacco. Quando
258
1956
che aveva stabilito con suo padre. ¶ Bisogna sapere che
259
1956
sciocchezze, figlio mio, – fece suo padre. ¶ – Sì, padre, voglio
260
1956
una matta, poi chiamò suo padre, e anche lui
261
1956
volle andare a prendere suo padre. Arrivò in carrozza
262
1956
lo presentò al Re suo suocero e alla Principessa
263
1956
felice e contento del suo stato; non uno che
264
1956
era un altro Re suo vicino, gli dissero, che
265
1956
corse a cercare il suo seguito: – Venite! Venite! Mio
266
1956
accompagnato in Paradiso il suo compare morto. ¶ – Ti sogni
267
1956
Signore e metà nel suo, e si mettono a
268
1956
trovò la sposa al suo fianco, andò ad aprire
269
1956
via; ma in cuor suo, il cane si rodeva
270
1956
traditrice e tutto il suo palazzo vengano quassù dove
271
1956
cambiarono di posto: il suo giù nel bel mezzo
272
1956
Morì una ragazza, e suo fratello, che era un
273
1956
L’indomani portò a suo padre il danaro e
274
1956
il lavoro; perciò quando suo figlio compì i quattordici
275
1956
disposto a insegnare a suo figlio la scienza della
276
1956
che, terminate le scuole, suo padre gli disse: – Figlio
277
1956
che gli aveva dato suo padre, e si portò
278
1956
portò la giovane sul suo bastimento. La fece battezzare
279
1956
tornò a casa da suo padre. ¶ – Benvenuto, o mio
280
1956
così bene, pensava al suo sposo lontano. – Solo Bella
281
1956
suonava in giardino il suo sposo. ¶ Ogni giorno le
282
1956
Sulla riva c’era suo padre che voleva riabbracciarlo
283
1956
andò a caccia col suo Primo Ministro, e stanco
284
1956
era il beniamino di suo padre. Anche lui entrò
285
1956
la corona del Re suo padre: era sopra il
286
1956
sella e tornò da suo padre. ¶ A rivedere la
287
1956
andava lui. ¶ Camminava col suo paniere pieno di fichi
288
1956
del Re disse a suo padre: – Uff, questi fichi
289
1956
raccomandazioni partì per il suo viaggio. ¶ Appena il mercante
290
1956
ragazza le disse che suo figlio era vivo, prigioniero
291
1956
porta e ad abbracciare suo padre, di ritorno dal
292
1956
il pappagallo ma al suo posto trovarono un bel
293
1956
pergola della vigna con suo fratello l’agnellino che
294
1956
dicendo che era un suo regalo per la Principessa
295
1956
che tutto fosse al suo posto: aperse la finestra
296
1956
a dolergli. Il Re suo padre mise bandi a
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privo di conoscenza nel suo letto, la Principessa voleva
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del Principe e il suo giubbetto giallo, quello trafitto
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sua gratitudine e il suo amore. ¶ La sera stessa
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sera stessa disse a suo padre che voleva sposare
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disposta a sposare il suo figliolo porco. La figlia
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fu trovata morta nel suo letto. ¶ Il vecchio Re
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giovanotto doveva essere il suo sposo. Ma come fare
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giovanotto che sta nel suo palazzo. ¶ La Principessa aveva
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quello era proprio il suo sposo. Cominciò a dirgli
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destra, c’è il suo palazzo. Lo riconoscerà subito
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lei mi porta da suo padre, le darò i
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Re del Sole con suo marito? ¶ E l’uomo
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figlia del Re e suo marito! ¶ E quei due
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figlia del Re con suo marito? ¶ – I ravanelli un
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stato l’ordine di suo padre. ¶ – Dunque, voi avete
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cane, e portiamo il suo cuore al padrone. Voi
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commiato, e continuò il suo viaggio. ¶ Cammina cammina, a
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e nel vecchio riconobbe suo padre. Il rimorso l
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s’imbatté in un suo zio, fabbro. – Zio, – gli
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diede un pranzo in suo onore, con tutti i
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mise a letto al suo posto. ¶ Arrivò la bambina
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asciugato questo mare col suo becco, non morirai. ¶ – E
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va e arriva al suo paese, ma era tanto
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dei suoi, ma il suo cognome nessuno l’aveva
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e appena vide quel suo devoto, fece: – Ma bravo
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era la Madonna, il suo bambino era Nostro Signore
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giovane; subito, prese il suo fazzolettino più fino e
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annegata, scannata, morta nel suo letto o chissà dove
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lì a contemplare il suo granchio, quando sentì suonare
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rinuotato via per conto suo e, non trovando più
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che il figlio del suo Re domanda udienza. ¶ Il
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tornò a Palazzo col suo sposo, e i due
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e scoppiò in lagrime. ¶ Suo padre, quando seppe la
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seppe la ragione del suo pianto, le disse: – Ma
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il Re raccontava del suo viaggio. E disse che
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un caso come il suo, d’un Re fatato
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andrà a dormire col suo sposo, un biscione abbia
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notte che dormirà col suo sposo, dalla finestra entrerà
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mentre lei e il suo sposo dormivano, sono entrate
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scrisse una lettera a suo padre, chiedendogli perdono e
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dell’innocente e il suo riscatto come termini d
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ordinandolo sul ritmo interiore suo lirico e corale, il
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del novellatore, con un suo stile, un suo fascino
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un suo stile, un suo fascino. Ed è attraverso
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anche lei, da un suo nonno, una infinità di
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tutte le popolane del suo rione ha educato alla
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tradizioni che escono col suo nome. Ella ha ripetuto
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a correre per conto suo di bocca in bocca
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uno scrittore, e il suo libro si presenta perciò
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e che ha il suo sapore appunto in questa
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supporre abbia avuto un suo importantissimo epicentro nella Francia
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senza rivali, e al suo «cunto» (l’ultimo del
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fatiche e speranze, il suo «contenuto». ¶ Già la maggiore
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PIER PAOLO PASOLINI al suo Canzoniere italiano, antologia della
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sua vita e il suo ambiente sociale. Naturalmente, anche
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popolari toscane, raccolte dal suo amico Giovanni Siciliano nel
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Verona ha avuto un suo solerte raccoglitore: Arrigo Balladoro
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aveva raccolto nel 1869 al suo paese natale, a Carpeneto
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libri molte leggende del suo paese, Baiardo, nell’entroterra
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per la fiaba nel suo complesso: tra i singoli
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consegnò la borsa col suo denaro e la lettera
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una svolta, vide il suo cavallo legato a un
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la parrucca nera: il suo cranio era tutto ricoperto
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il tignoso credendolo il suo figlioccio, mentre il vero
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nel bosco, trovò il suo cadavere pieno di ferite
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tartaruga; e con il suo lento passo, partì per
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In quel momento, col suo passo trotterellante, ecco che
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questa le promise il suo aiuto, si mise a
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ci invita più al suo banchetto! ¶ Il capitano si
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e si ritirava nel suo cantuccio. ¶ Finalmente un bel
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Re prese Giuanin a suo servizio, e gli voleva
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il cane nero dal suo ventre uscirà un’aquila
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lui teneva ancora a suo servizio. A vederlo così
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e lei domandò a suo padre il permesso di
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musica che usciva dal suo becco, vide tutt’a
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furtivamente, s’avvicinò al suo letto e le pose
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Argento s’avvicinò al suo letto piano piano e
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tra i capelli il suo gelsomino, e faceva finta
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sacco, e figuratevi il suo piacere a ritrovare la
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asino fischia e il suo padrone raglia ¶ era una
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bagno nel vino caldo. Suo padre, per scaldare il
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paese e bastava un suo soffio per portare via
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che Perina sposasse il suo figliolo. ¶ (Monferrato) ¶ 12 ¶ La biscia
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la fece salire sul suo asino per portarla a
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Alla mattina dopo, nel suo orto, il pesco era
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sua lancia e il suo scudo d’argento. Vinse
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la tessitrice – era il suo mestiere – l’aveva filata
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doveva partire per un suo viaggio ma aveva paura
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giovane, invece, spingeva il suo cavallo su a strappi
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giovane che arrivava col suo cavallone e lo spronava
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il cavaliere e il suo destriero. ¶ A Parigi la
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mandato a prendere il suo scettro e la sua
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tornò a casa, e suo padre vinse la scommessa
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per la bravura del suo amico, ma, se non
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Maestro Refolo fece del suo meglio, ma non riuscì
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di tasca e al suo posto ce ne misero
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si vide davanti il suo figliolo. ¶ – Tata, – gli disse
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sotto gli occhi di suo padre, si trasformò in
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erano soli, riprendeva il suo aspetto umano. ¶ Ma il
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invece di mangiare il suo filone di pane, lo
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bella donna sposa, e suo marito faceva il marinaio
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era così impermalito del suo tradimento, che le voltò
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che quello era il suo nome tra le Sirene
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gettava un’ombra sul suo viso. ¶ – Non sei felice
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l’aveva riconosciuto: era suo marito. ¶ – Questo lo trasformeremo
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sentì che in cuor suo le aveva già perdonato
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bianco e ritrovò il suo sposo. – Taci, – gli disse
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poté far ritorno al suo paese, ma non faceva
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porto, s’imbarcò sul suo bastimento e sciolse le
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pochi giorni vendé ogni suo avere, e comprò i
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Il Re continuò il suo viaggio e a un
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delle tre penne di suo cognato uccellatore e le
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al Nemico. Vedendo che suo padre non c’era
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d’andare a trovare suo padre e sua madre
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fuggì senza dire il suo nome. Il secondo giorno
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sempre, dice che il suo sposo l’ha tradita
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chiasso tutt’intorno al suo palazzo, e spalancando finestre
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saltare dentro, avvolto nel suo mantello. ¶ La Fata Aquilina
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a spiacerle che tra suo figlio e quell’altro
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che Cannelora non era suo fratello bensì il figlio
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inutili. Cannelora prese il suo fucile a due canne
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salì in sella al suo cavallo, prese il suo
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suo cavallo, prese il suo cane al guinzaglio e
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due e due al suo compagno. Gli ortolani non
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di questi signori a suo piacere, gli dia un
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vedere com’era questo suo genero, tirò una noce
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Oro era fatato, il suo corpo da morto non
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andava a rivedere il suo bel viso, e piangeva
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per l’anima del suo Filo d’Oro. Poi
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sparì e Filomena al suo posto vide comparire il
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posto vide comparire il suo sposo. Tutta tremante si
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giorni lo sposalizio di suo figlio con quella Principessa
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ma solo per ingannare suo fratello e andare una
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chiamarono un altro ciabattino suo collega, e lo fecero
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si può dire il suo dolore. Subito fece gridare
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pareva che dormisse, il suo viso non diventava neppure
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povera madre aspettarono al suo capezzale per settimane intere
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e le misero il suo vestito da sposa, che
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il tormento che divorava suo figlio e lo faceva
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giovane che desse loro suo figlio Sole, perché il
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uomini vestita con il suo abito da sposa, dalle
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in una nicchia, chiamò suo padre e gli disse
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gli rispose: – Aspetta, a suo tempo parlerà. ¶ Tutti i
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allargò in aria il suo mantello e lo prese
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tuo marito? – le chiese suo padre. ¶ – Una folata di
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la santa benedizione di suo padre e si mise
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la corona per conto suo, e dominare il Regno
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più a nascondere il suo amore e disse: – C
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capretto e prenderemo il suo cuore. Ma le mani
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bosco passasse, con il suo carrozzino, un Lord inglese
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Inglese, ricordandosi che nel suo carrozzino aveva della stoffa
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aspettando un bambino quando suo marito ebbe una guerra
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contro i nemici col suo esercito. ¶ Mentre lui era
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rispose di aspettare il suo ritorno, che avrebbe visto
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e torniamo al Re suo marito. Terminata la guerra
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quale non fu il suo dolore non trovando più
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dell’opera buona il suo bastone sbocciò tutto di
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che lo voleva per suo sposo. Era una giovane
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la stessa strada di suo fratello Ciccillo, e quando
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morto. Questo morto era suo fratello, e appena lo
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il Re dormiva del suo sonno più profondo, s
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s’accorse che il suo compagno non era il
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trovato la sposa. Il suo regno passava in eredità
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mette a battere al suo deschetto. ¶ – Ah, figlia di
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facesse per riguardo al suo sposo che non poteva
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una bottega per conto suo. ¶ Cammina cammina, la Principessa
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tetto del Palazzo di suo padre e di sua
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chiesero perdono, invitarono anche suo padre Imperatore e per
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venirsene con lui sul suo cavallo. ¶ – Lasciatemi in pace
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affacciata al balcone. Dal suo balcone vide il fratello
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invece che sotto il suo guanciale quella borsa di
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lui aveva dato a suo fratello maggiore. ¶ – Dammi i
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donna. ¶ Il Re nominò suo fratello generale, e io
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ne stava chiusa col suo ramo di datteri e
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Ninetta si rivolse al suo ramo di datteri e
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Questa diventa matta col suo ramo di datteri! Andiamo
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Intanto Ninetta diceva al suo ramo: ¶ Gràttula-Beddàttula, ¶ Scendi
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mano di Ninetta per suo figlio. L’indomani aprirono
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che fu cacciato dal suo trono e preso prigioniero
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cominciò a girare in suo favore: e un giorno
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e un giorno arrivò suo fratello e i suoi
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Sfortuna aveva riguadagnato il suo Regno, mandò gli Ambasciatori
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nella paglia dove dormivano suo padre e sua madre
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bambina ebbe quattro anni, suo padre disse alla moglie
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Chi va fuori dal suo paese ¶ Si finge conte
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aver fatto impiccare il suo fratello innocente. Ella rispose
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Palazzo e va da suo padre. – Grazia, Maestà! Mi
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passare lo scrivano di suo padre. – Don Tommaso! Don
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passava a casa di suo padre. ¶ Dopo un po
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trabocchetto, Caterina corse da suo padre. – Papà, questa è
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ella, dal balcone di suo padre, vide il Reuzzo
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affacciava al balcone del suo palazzo, sfoggiando ogni giorno
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che il bambino era suo primogenito e a suo
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suo primogenito e a suo tempo doveva essere Re
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partito, Caterina scrisse a suo padre che mandasse subito
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Andò a casa di suo padre, passò per il
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cane: ammazziamolo e col suo sangue imbrattiamo le fasce
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per invitare alle nozze suo padre e sua madre
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gli aperse l’animo suo, raccontandogli come non poteva
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vecchio in groppa al suo cavallo e giunsero in
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e la riportarono al suo palazzo. Il Re voleva
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mordendosi le mani. ¶ Dal suo palazzo, vedeva là di
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andò a trovare un suo compare. ¶ – Per San Giovanni
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Don Giovanni tornò dal suo compare e si fece