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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi, 1934

concordanze di «suo»

nautoretestoannoconcordanza
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si sia impossessato del suo segreto al punto che
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arco, e che dal suo cantuccio t’invita all
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una porticina pargoletta al suo fianco, e destinata a
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che incontriamo, possiede il suo ingresso speciale sulla via
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Giovanni Boccaccio visse il suo Decamerone, o tutto lo
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il comandamento avuto dal suo signore. Appresso alla quale
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usati pigliar poteva a suo piacere. Ma, venuta già
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con gli spilli ogni suo atto od espressione. E
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nostre sorelle, stato a suo tempo agente di beni
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quelle attrattive che il suo tempo poteva concedere. Quasi
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Roma che fu a suo tempo un avvenimento tanto
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che oramai attaccate al suo carro fosse il lavoro
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era nel pieno del suo rigoglio giovanile, quando un
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E avendo Giselda col suo istinto di donna, scoperto
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aperto la sconsigliarono nel suo unico interesse, facendosi scudo
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e la sconfitta, il suo amore trasformato in odio
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cosa che per il suo orgoglio calpesto rappresentava l
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aveva creduto di far suo e di essere di
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amministratrice delle case; il suo disagio e la sua
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e lei, dal canto suo e senza volerlo dimostrare
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era mostrata dal canto suo riconoscente di un tale
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anche il resto. ¶ Al suo paese nel Valdarno, la
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Giselda, che dal canto suo s’infischiava delle faccende
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osservatore esperto che il suo disfacimento fisico, la sua
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mori erano stati il suo forte… e anche il
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forte… e anche il suo debole. ¶ A tale grido
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e troppo avvilimento al suo orgoglio per sentirne parlare
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il racconto, aggiungendo di suo un piccolo ragguaglio e
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e giudicando con quel suo tono di lasciar correre
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sguardo intelligente: «al tempo suo ella aveva lasciato correre
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a fuggire, stringendo il suo bambino al petto si
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un signore, dal canto suo, non avrebbe preso loro
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podere i frutti del suo malumore e delle sue
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colonnello in testa col suo stato maggiore. ¶ Al primo
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ricominciare. Conservava imperterrita il suo amore per essi, un
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cinque di Carolina, al suo aprire gli occhi non
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alle faccende domestiche, il suo vecchio lavoro di aggiuntatora
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affetto e inviando a suo tempo, per il nascituro
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Ricevuta la notizia del suo stato grave, Teresa e
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per ora, nel caso suo, non c’era che
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anch’essa nel caso suo, e che sarebbero state
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grigia mansuetudine e al suo affetto di donna rassegnata
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sua presenza ed il suo sguardo agitavano ed eccitavano
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ma troppo bassina al suo confronto… La parola che
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bel saldo sopra il suo seggio il santo vecchio
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pietà, in tutto il suo squallore. L’apparire dell
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e che malgrado il suo abito fosse di una
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tutto nero, e il suo rumore che faceva accapponare
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cui era soffuso il suo viso, quasi avesse portata
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le quali raffreddate dal suo contegno finivano per guardarlo
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sua timidità e il suo riserbo, disturbare il dolore
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vedevano le zie, col suo sorriso più luminoso, quasi
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piedi al ricordo, col suo tovagliolo costruì una specie
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strano letto conferiva al suo spirito di fanciullo uno
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per potersi lavare a suo talento. Di maniera che
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come una professione di suo pieno gradimento. Teresa diede
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al ragazzo fin dal suo arrivo, impedivano d’incaricare
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che faceva, o dal suo sguardo interrogativo tanto suggestivo
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aveva potuto pensare al suo stato con senso pratico
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cui veniva custodito il suo cordoglio. ¶ Remo fu il
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leggera e rapida il suo stridere lunghesse. ¶ «Come stai
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lui sarebbe venuto a suo tempo, e dalle quali
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da un giovane maestro, suo collega, che sparì lasciandola
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la direttrice aveva il suo piano prestabilito che custodiva
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fondo alla stanza, il suo sguardo oltrepassava tutte le
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la morte. Sopra il suo cassettone era un bel
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quel giorno fu il suo ultimo errore. ¶ Questa eccezionale
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poco più, e il suo bacio esprimeva tutta l
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e la gentilezza del suo stato di vergine. Sarebbe
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minore vaghezza dal canto suo; e il più delle
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radice nel fondo del suo essere; e anche se
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chiamato Belisario, era il suo vero nome, con tutta
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diceva loro: “comandi, servo suo, le sono obbligato, i
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suoi puzzi e il suo bestiame non meno puzzolente
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una mucca e il suo vitello, e in quale
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che non era del suo carattere, ma con prontezza
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il facchino come faceva suo padre, o il barrocciaio
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come il padre del suo degno amico Palle. Non
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pareva di leggere nel suo sorriso come il minacciato
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è sopra per il suo irragionevole annaspare non accorgendosene
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modo che, fino dal suo arrivo, senza dare importanza
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armonizzandone i colori: nel suo abito era sempre un
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Remo, compreso del fatto suo era stato ben lungi
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serva, invece, per il suo grado infimo, vedeva perfettamente
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nulla di male, sul suo valore: sapeva il fatto
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valore: sapeva il fatto suo ed era capace di
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minimamente, anzi, era nel suo cuore la fiducia e
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immunità soprannaturale fosse sul suo capo. Era bene dove
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felice! Ci voleva il suo carattere”. Quale nozione, poi
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corde per giungere al suo cuore, esperimentato tutte le
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in quell’ora; il suo fiuto, oramai esperto, le
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tutti avevano imitato il suo gesto inginocchiandosi davanti alle
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i ragazzi, sputava il suo ultimo dente. ¶ Non potendo
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vedremo in seguito, il suo contegno coi maschi era
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resistervi: Giselda. Fino dal suo ingresso aveva guardato l
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male era immune dal suo contagio. ¶ E Remo, fin
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e premura per il suo stato di salute: “Hai
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essendo il fondo del suo animo altèro e nobile
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rifutava al calcolo, il suo ardimento era disinteressato, in
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purezza che raddoppiava il suo ardire. Remo in fondo
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che passava per il suo garzone rappresentava la parte
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se ne liberava col suo contegno che generava freddezza
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scontrosità istintiva, e il suo pudore virile. Gli pareva
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e massicce e il suo sorriso buono e furbo
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leva, un tampone… del suo corpo tutto sapeva fare
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vi era salito il suo conducente: pareva aspettarlo, chiamarlo
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casualmente per Parigi al suo scoppiare. Ella aveva a
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come lascerebbe immaginare il suo rango, si circondava esclusivamente
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n’era scatenato nel suo spirito quanto quello inesorabile
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di farlo procedere. Il suo posto legittimo era oltre
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una tela finissima, un suo speciale indumento detto “combinazione
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che soltanto l’eroismo suo e di Palle eran
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quella donna per il suo modo di fare e
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questo passo dipendeva il suo avvenire. ¶ «Trentacinquemila lire?» ¶ «Da
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insolenza che era nel suo atteggiamento e nelle sue
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contessa lasciava capire, col suo buon umore, di trovare
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notevolissimo. Era finalmente sul suo piano, in una degna
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era scettici sul conto suo, mostrava le rughe, le
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nei loro sogni. Il suo corpo aveva una plastica
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parlare, e fu il suo silenzio una confessione. ¶ Teresa
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dire, si urtavano nel suo animo i sentimenti più
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la profonda purezza del suo cuore e la semplicità
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sorridente e irremovibile nel suo responso, mentre le donne
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girarlo, evadere per un suo recondito fine, e ritornarci
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parte del dottore: il suo accento era convincente da
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di un millesimo il suo parere. La ragazza, per
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elemento faceto era di suo intimo gusto. ¶ «Onore… onore
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giovane. E siccome il suo convincimento assoluto era che
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senza indugio, che il suo dovere è uno solo
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una vittima pendere dal suo labbro, ma leggendo chiaro
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sorelle l’attesa del suo verdetto, sentiva insieme che
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guardò e rise al suo modo rapido e sfuggevole
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la testa ritrovando il suo aspetto vivace, i vicini
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seta, un vestito non suo, si capisce, ben lavata
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le ragioni precise del suo viaggio, ma ne sapevano
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piluccare, e annaspando di suo per dare ad ognuno
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sorridente, che rispecchiava nel suo animo un senso profondo
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stata pronunziata sotto il suo tetto, che aveva occupato
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facile capire se il suo intervento tendesse in favore
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tutto quello che il suo animo conteneva per lui
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nei primi giorni del suo arrivo a Santa Maria
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slancio sentimentale, riprese il suo piglio crudele e gridò
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non aveva opposto il suo potere nella certezza che
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era rimasta spettatrice. Il suo istinto le suggeriva di
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altra, molte sigarette. Il suo era l’atteggiamento teso
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del Calvario seguirà il suo Signore fino in cima
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sentiva che sarebbe stato suo dovere opporsi con ogni
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segno di vita. Nel suo cuore penetrava sempre più
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a nulla per il suo materiale tornaconto: “Giselda! Niobe
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illusione. Era uscita dal suo tormento quella voce, dal
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tormento quella voce, dal suo tormento che aumentava sempre
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venire a prenderle, il suo era stato uno sfoggio
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gli altri, era il suo giuoco d’abitudine: comprendendone
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lasciarle tranquille, poverine, nel suo dolore, nella loro preoccupazione
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re se stessa, il suo disagio invincibile nel rivederle
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comprendere la inopportunità del suo invito nel caso avesse
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il contromovimento istintivo del suo stato servile: il padrone
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più piccola importanza al suo discorso, però non ripeteva
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benissimo Firenze e il suo pittoresco circondario, vi manda
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e alla freschezza del suo corpo si abbarbicarono insieme
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disinvoltura, a parlare del suo matrimonio. ¶ Le carte dovevano
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turbinosa, Peggy, per il suo matrimonio sognava un’ora
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industriale di New York, suo padre ha inventato una
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è facile”, era il suo motto, e bastava questo
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facilissima, primitiva, elementare. Il suo non era un matrimonio
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intelligenza per ricordarle il suo discorso: “te lo dicevo
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ama molto l’Italia, suo padre si professa romano
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un ballo dato in suo onore. E siccome sulla
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Peggy dichiarò come anche suo padre, da giovane, non
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di esso e del suo spirito, confondeva i due
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si sarebbe ribellato il suo animo disinteressato, refrattario ai
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nelle danze modernissime; il suo raccoglimento, un po’ eccessivo
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dalla sua persona, dal suo contegno, anzi pareva attratto
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genuino e bestiale. Il suo cuore avido di vita
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bersaglier. ¶ Peggy dal canto suo, abituata alle irruenze del
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freddo che ripercuoteva sul suo viso l’abito bianco
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che passava sopra il suo piatto e nel bicchiere
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che pareva accompagnare nel suo cammino il giovane sposo
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punto Remo, lasciando il suo posto col bicchiere in
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bicchiere. Palle prese il suo e lo batté appena
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ebbe un segno nel suo corpo che rivelasse l
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vicinanza di lui, il suo alito che ne sfiorava
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state trasportate tutte al suo albergo nei giorni precedenti
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l’ultima cosa in suo potere il nascondere la
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spiando una parola dal suo labbro, non riuscendo a
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dubitare della generosità del suo animo e della sua
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quale dipendeva tutto il suo avvenire, un affare che
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rispose Niobe ritrovando il suo tono di voce «sie
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risultava in tutto il suo splendore. La fotografia era
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vomitando loro addosso il suo livore. ¶ Le tre donne
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non era rivolto il suo interesse. ¶ «È vero, sì