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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Sandro Veronesi, Una giornata con Manlio Cancogni [introduzione a "Azorin e Mirò" di Manlio Cancogni], 1996

concordanze di «suo»

nautoretestoannoconcordanza
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lo salutava con un suo distico propiziatorio: «Come va
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lui rispondeva sempre, nel suo diabolico accento versiliese, «Finché
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dì ghe vabbene»; Gianfranco, suo figlio quarantenne, nerboruto e
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York dove vive il suo nipote ormai uomo. Siamo
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mi ha comunicato il suo indirizzo, e per spiegare
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di Azorin e Mirò, suo racconto d’esordio. Di
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sedermi sul divano del suo soggiorno (piccolo, fresco, tipicamente
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anni Cinquanta, dove il suo genio irregolare ha fatto
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posso farlo. ¶ *** ¶ Del resto, suo indirizzo a parte, Cancogni
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mio romanzetto giovanile, a suo tempo ostinatamente – e giustamente
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Carlo Cassola, ha il suo peso. Ma ce l
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di parlarne con il suo autore. Senza contare che
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problema-intervista, schiodandoci dal suo soggiorno. Il “su” naturalmente
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diventato cascata: quello del suo compagno ancora non si
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dietro a stento: il suo passo leggero pare più
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Montefeltro, col rovinio del suo corpo trasportato giù per
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dal quale spicca il suo ultimo balzo la scabra
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così il protagonista del suo primo romanzo. Cancogni invece
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e mi scandisce il suo malinconico ammonimento: «Tan m
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e invece sono diventato suo amico.