Umberto Fracchia, Il perduto amore, 1921

portò la notizia del suo ritorno. Egli scriveva a

stanchezza nè dolore. Il suo volto pallidissimo, di un

la sua voce, il suo modo di gestire, la

con minor meraviglia. Il suo pensiero non era con

non poter meritare il suo amore. Un altro servo

sollevò il capo. Il suo volto si animò: balenò

diffondeva la malinconia del suo sorriso senza nè inquietudini

cadere in me il suo seme diabolico, e quel

piangendo e sentii il suo esile corpo tremare contro

il mio petto, il suo cuore battere, le sue

vedevo Lisa Lama col suo muccetto di capelli tinti

del notaio e di suo figlio, Paolo Sterpoli, fu

amici a bere un suo vecchio vino d'uva

profumato. Sempronio ha sepolto suo padre, e si regala

aprendosi, lasciò scoperto il suo collo, su cui brillava

senza tremare sostenevano il suo sguardo torvo e minaccioso

lunghe, e illuminò il suo viso. ¶ Paolo attendeva, con

rapido, violento, strappò dal suo collo la collana con

stanza. ¶ — Daria! Daria! ¶ Il suo richiamo si ripetè due

l'hai ferita nel suo orgoglio. Infatti che cosa

si apriva scoprendo il suo collo niveo, la sua

piangere. Ella piangeva. Il suo sdegno, la sua forza

le mie ginocchia il suo corpo molle, il tepore

fessura dell'uscio; il suo riso vitreo mi feriva

il mio viso il suo alito di ubriaco. Si

erano miti e il suo atteggiamento umile. In quel

rimisi ogni cosa al suo posto. Poi, ancora, m

bianco, mentre tutto il suo viso color di cera

sotto l'impassibilità del suo volto... Non si giudicano

d'acqua offriva il suo grembo translucido a un

suoi polsi! Come il suo cuore è indifeso! Le

la fronte e il suo viso s'adombra, sembra

sorella. ¶ Strana creatura! Il suo corpo aveva quindici — anni

suoi polsi. E il suo viso era invece senza

sua parte, sbagliata nel suo insieme. I suoi occhi

buttò con tutto il suo peso contro la spalla

mi guardò, ma quel suo sguardo non mi disse

sua grande felicità, il suo smisurato orgoglio, annegano in

per un uomo, il suo lato interessante. E poi

senza dubbio tutto il suo orgoglio e la sua

domandò Daria. ¶ Accostandosi al suo orecchio, Clauss mormorò: ¶ — Volete

Mi sembrava che il suo viso giallo e gonfio

tanto che sentivo il suo cuore battere contro il

penavo a respirare. Il suo cuore batteva sempre più

Le sue labbra, il suo mento tremavano, e le

e sulle gote. Il suo povero corpo scompariva nelle

mi avvolse con il suo sguardo buio, beffarda e

una madre guarda il suo bimbo morto. Poi si

avanzava strisciando. Sentivo il suo alito gelido sulle mie

brillare sulla nudità del suo collo. Quella pietra preziosa

si chiamava Bombita, e suo padre era un facchino

la stoppa, e il suo viso era tutto macchiato

pietre preziose. Ma nel suo sacco, che stava posato

quell'orologio, e il suo cuore aveva da un

in porta, con il suo sacco in spalla e

gemme del mare. Il suo tubino calato sulla fronte

vecchio orologio chiuso nel suo sacco fosse scoccata l

fosse più bello del suo. Allora certamente Rosina sarebbe

verde! ¶ Porfirio sentiva il suo vecchio cuore scoppiare, e

Allora Porfirio afferrò il suo sacco per il collo

che quello smeraldo era suo, assolutamente suo, e che

smeraldo era suo, assolutamente suo, e che non gli

mostrarsi da meno del suo sublime benefattore, e quando

illuminava in tutto il suo splendore, egli pregò a

coricò, per dormire, nel suo lettuccio di stracci. Ma

avendo già pagato il suo tributo d'entusiasmo alla

degna di un savio suo pari. Egli dunque continuò

in porta con il suo vecchio sacco sulle spalle

modestia e semplicità. Il suo tesoro lo portava annodato

si svegliò. Un rigattiere suo concorrente gli chiuse gli

alfine mi ridestai dal suo sonno malefico, tutti mi

soddisfatto e spezzò il suo pane. ¶ PARTE TERZA ¶ Silvina

posava ogni tanto sul suo capo e vi si

solito cupe come il suo carattere, fogge capricciose come

stravaganti delle nuvole. Il suo segreto, credo, consisteva nel

scomparire del tutto, il suo corpo piccolo stava come

vestita pareva che il suo abito la portasse, e

dei suoi modi, il suo carattere scontroso e indipendente

fosse incontrato con uno suo capriccio. Non aveva mai

incapace di parlare. Il suo piccolo cuore batteva nella

dalle sue labbra. Il suo corpo era inanimato, e

la benda intorno al suo capo, gli aggiustò i

del fiume, mentre il suo irlandese impazzito caracollava solo

suoi sogni, cioè il suo spirito, il suo pensiero

il suo spirito, il suo pensiero, la sua volontà

lieve il peso del suo corpicino, quanto fosse fragile

in quel momento il suo orgoglio l'aveva abbandonata

doloroso e appassionato, il suo bell'abito scuro si

improvvisamente le porte del suo cuore, che erano prima

di una veilleuse il suo respiro calmo nel sonno

che l'adoro, nemmeno suo padre che si farebbe

piccolissimo è tutto in suo potere, di lei quando

salire le scale col suo passo pesante e cadenzato

luce della fessura, il suo viso era completamente buio

ogni verso sotto il suo viso — questa lettera che

in fondo, e il suo viso non si scompose

sposato Silvina a modo suo, rubandola alla sua propria

quell'abbaino, e, il suo primo pensiero, quando al

perchè Silvio in ogni suo pensiero, in ogni sua

vantava già in cuor suo, e pensava che Silvio

non perdere nulla del suo fascino, ella si pettinava

una lunga lettera al suo signor padre, nella quale

Silvio le aveva dipinto suo padre come un uomo

sè. Rimpinguò così il suo tesoro, che già era

incontrava per caso nel suo continuo peregrinare in cerca

la maggior parte del suo tempo, quando non era

di dichiarare l'esser suo, di richiamare sopra di

un garofano rosso nel suo giardino e, civettando dinnanzi

consegnato a Silvina il suo magro tesoro, l'abbracciò

le morbide coltri del suo buon lettuccio, dove era

trovava sull'uscio del suo appartamento e doveva rispondere

con un inchino al suo saluto. Non s'eran

di nero. Intorno al suo collo portava sempre annodata

trina nera, e il suo aspetto era quello di

memoria ormai lontana del suo sposo il tributo modesto

quasi deforme; e il suo collo lungo e sottile

la cintola poi il suo corpo s'arrotondava in

così sola, senza il suo Silvio! Chi sa come

concluse madama Humbert un suo lungo discorso che Silvina

ne rallegrò in cuor suo. ¶ La fleur est sans

fermi, senz'anima. Il suo viso giovane terminava in

più a lei il suo sgabello, e sottovoce le

poltrona, anzichè coricarsi nel suo letto sola, lassù, in

ospedale per riprendere il suo posto fra i vivi

prima notte che il suo istinto si decise ad

e madre, tutto il suo passato, e oserei dire

e vi stabilì il suo dominio. ¶ Colei che s

come seta, illuminando il suo pallore di strani riflessi

ammirare quanto giovasse al suo profilo la bocca così

a lungo, mentre il suo viso si imporporava, chiudendo

così strettamente allacciato al suo, non era il corpo

al pensiero che il suo letto di fanciulla era

stata sola, perchè il suo pudore l'aveva abbandonata

tutto poteva prendere, fare suo. Non esistevano più ostacoli

Stanislao. Senza attendere un suo invito, egli si fece

mai del principe Stroztki, suo amico? ¶ S'interruppe, e

e liscia come il suo viso. Non s'era

tortora, che stringevano il suo piede sottile e lungo

questo punto critico del suo discorso, egli si arrestò

freddo ed ironico. Il suo silenzio e la sua

sola, a lungo. Il suo viso non aveva traccia

capo dolcemente posato sul suo seno, Soave le disse

pochi minuti accanto al suo letto e poi se

a considerar pietosamente il suo stato, il suo viso

il suo stato, il suo viso bianco e scarno

aveva abbandonato solo nel suo letto di ospedale, senza

nè sua madre nè suo padre, che ne sarebbero

palpito di gioia. Il suo cuore fu così alleggerito

forse, avrebbe udito il suo passo nel corridoio avvicinarsi

con lei, appoggiato al suo braccio, dopo aver fatta

mentire, per ottenere il suo perdono. Forse Silvina gli

braccio. Poi vide il suo viso tutto colorito, e

si udì che il suo rantolo soffocato. Poi Silvina

sfuggire alla fissità del suo sguardo. A Silvio bastò

nulla dei giorni del suo delirio; ma quella spiegazione

sola alla quale nel suo lungo fantasticare non avesse

rigori dell'inverno, il suo corpo ora così debole

di salvezza. Sperare in suo padre era assurdo. Sua

poi Silvina coricarsi al suo fianco, all'altra estremità

da ogni parte il suo pastrano. Quindi lo sbottonò

esclamò tenendosi appesa al suo collo e accarezzandolo con

piccina, pensava in cuor suo con tristezza che veramente

e vedendo che al suo collo mancava la collana

delle ampie tasche del suo pastrano nuovo, ne trasse

di nascondersi, affiorò sul suo viso in un rossore

più triste realtà, il suo viso tanto mutato mi

giorno in giorno il suo viso si faceva più

nata Silvina. Trasportata nel suo letto, riaprì gli occhi

non lasciò più il suo letto. Ella teneva accanto

Dopo due settimane il suo stato era disperato. I

di noi, in cuor suo, aveva già chiuso quel

tutti fossimo intorno al suo letto, e quando ci

degli ordini. Udii il suo singhiozzo soffocato. Mia madre

muoversi, a riscaldarsi del suo debole sole, a consumare

nuovo raccolti intorno al suo letto, come sempre a

già rassegnata in cuor suo a non vedere appagato

non vedere appagato il suo ultimo desiderio, l'annuncio

mia madre sciolse il suo abbraccio, e guardando Silvina

sollevata, cercò ansiosamente sul suo viso non so quale

forse pentita, quantunque il suo maledetto carattere le impedisse

mio padre, invocare il suo perdono. Avrebbe dovuto mortificarsi

di veder compiuto il suo ardente desiderio, sarebbe stata

venuto a prendere il suo posto accanto al letto

cercava di soffocare il suo pianto. Ah! perchè non

in quella notte, il suo dolore, ed egli preferì

pietà anzichè obbedire al suo cuore, si lasciò vincere

scomparire e riapparire il suo freddo splendore nelle circostanze

tutti abbastanza chiara, nel suo intreccio molto comune e

secoli, quando ritornerà il suo turno di maleficio, non

guardi il mondo dal suo davanzale come se fosse

un'altra volta nel suo piccolo guscio. No, il

quali era scomparso il suo sguardo, aveva incominciato a

un superbo smeraldo. Il suo cuore palpitò. Era quella

pietra verde che col suo splendore la teneva incantata

l'ultima volta il suo passato, e la collana

vedere, malediceva in cuor suo il boia destino che

Prisca dormiva profondamente nel suo letto fatto di stracci

Accolito che, coricato al suo fianco, ronfava con le

che cosa avesse il suo caro marito per lamentarsi

non si sarebbe detto suo figlio. Ma a lei

aperto ai piedi del suo letto e tutti i

spalancato. Sua moglie e suo figlio l'avevano abbandonato

inferno ai piedi del suo letto allargarsi sempre più

vide anche pendere dal suo collo lo smeraldo che

e potè alzarsi dal suo giaciglio, prese la gruccia

quale pareva seguire ogni suo atto con quelle sue

si sprigiona più dal suo verde lume. Ed io

e poi percepisco il suo respiro pesante e calmo

lungo e disteso sul suo duro materasso di crine

Aveva detto: Paris? Il suo accento mi riusciva nuovo

Egli si alzava dal suo banco, che era nascosto

pettinatura, l'espressione del suo volto avevano nulla di

pensare: — Poverina! Aveva il suo destino scritto in fronte

lo distruggono. E il suo viso che non esprimeva

la miglior parte del suo!» ¶ Nel pomeriggio continuai la

i capelli sciolti, il suo corpo mingherlino appena velato

e sempre con il suo colletto lucido, inamidato. Pareva

braccia distese verso il suo corpo, come in un

me la consegna del suo lavoro d'ufficio. Nobile

ed ossa, non il suo fantasma. Le ombre hanno

tremando in tutto il suo povero corpo, che io

levava su me il suo sguardo di bambina spaurita

diventata mia moglie, il suo piccolo letto di fanciulla

che voleva farne Esposito, suo fratello; ma rispettai il

del cuore, sotto il suo piccolo seno molle, tepido

e la povertà del suo corpo fossero indizio di

sposo, e lasciarla al suo sonno innocente e beato

vece, e coricarti al suo fianco? Far contento Esposito

veniva incontro con il suo mesto sorriso, mi toglieva

soddisfatta mi sorrideva del suo sorriso buono e innocente

conoscere l'effetto del suo primo richiamo. Io non

metteva in capo il suo cappellino spennacchiato, al collo

ai suoi clienti. Il suo mestiere era infatti di

vestiva per uscire, il suo povero cappellino se lo

fossero bene inanellati. Il suo modo di camminare per

cosa sono io, al suo confronto? Non sarò certo

Non sarò certo il suo tipo. Ogni donna, infatti

infatti, ha un tipo suo d'uomo. E quantunque

lei era appunto quel suo continuo mascherare la gratitudine

così premurosa in ogni suo atto e pensiero, era

mortificanti per pagarmi il suo debito di riconoscenza. Ma

sotto il naso, il suo viso di mummia io

di allietare con il suo amore la vita di

in silenzio, misurando il suo passo sul mio, le

Rimetteva la sedia al suo posto e Luisa lo

amico del cuoco di suo zio. Allora, ogni domenica

tenda che nascondeva il suo letto. Ed io, guardando

mestamente l'avarizia del suo piccolo corpo di eterna

appena appena rosea, il suo ventre piccino e piatto

in lei? Perchè il suo cuore è così silenzioso

anche trovarla in un suo bacio, in una sua

mi ami? ¶ Sentivo il suo respiro. Un sibilo sottile

vino delle cantine di suo zio, i dolci della

di non sentire il suo respiro sulla mia nuca

sulla mia nuca, il suo odore di fieno nelle

Dunque vado. Prende il suo involto di camicie, ed

Ed Esposito, oh! Esposito, suo fratello, certo non l

momento ero pronto al suo richiamo, pronto a lasciarmi

fu profondamente toccata. Il suo silenzio mi confermò nei

che s'alternava col suo. Una voce d'uomo

che si addormentasse, il suo letto non faceva che

modo ricade sopra il suo capo. Un castigo, qualunque

infilò le scarpe. Il suo passo lungo il corridoio

in tumulto, con il suo battere precipitato e ineguale

viso vicino vicino al suo. Aveva strofinato uno zolfanello

che sembrava addormentato. Il suo viso non era più

e abbandonarsi perduta sul suo letto. Era quasi giorno

scollatura si vedeva il suo corpo schifoso di vecchia

sua orrenda nudità. Il suo capo tremava vertiginosamente, i

osò guardarsi. Vide il suo volto disfatto, la sua

benissimo che era quel suo coltellino d'argento che

avesse coricata là nel suo letto per farle fare

rivivessi intera in ogni suo minuto. Fu una giornata

Luisa giaceva immobile nel suo pallore di morte, con

mani tutte macchiate del suo sangue, il viso bianco

e Luisa con il suo viso bianco, di cera

la paralitica con il suo viso di scimmia, qui

chiuse gli occhi. Il suo viso spettrale si rigò