Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

facilmente, i misteri del suo spirito restano impenetrabili. Niuno

portava in giro il suo fornelletto, con le cogome

casa, a ricacciarsi nel suo lettuccio caldo, con la

di sua mammà, di suo papà: nominava i fratelli

un romanzo in un suo quaderno, grosso grosso: ella

vestito da donna, col suo grande corpo sconquassato, troppo

spavento che produceva il suo occhio guercio, bianco, pauroso

ufficio, Adelina Markò, col suo sorriso benevolo, col suo

suo sorriso benevolo, col suo passo ritmico, portando i

l’inserviente, mostrando il suo viso appuntito e olivastro

e si sedette al suo posto, dietro la scrivania

guardava in aria, col suo contegno di distrazione che

l’uomo effondeva il suo amore in quel giorno

gridò Ida Torelli, dal suo posto; — aspetta aspetta, che

Peppina Sanna pensava al suo bell’ufficiale di marina

il dispaccio, pensava al suo studente di legge di

guardavano per leggere sul suo viso monacale, l’impressione

domandò la direttrice, dal suo posto. ¶ — Niente, direttrice: abbiamo

che era contenta del suo posto: pure la lettera

a cedere financo il suo giorno di festa, che

pregava; ella prestava il suo ombrello e se ne

casa sua; prestava il suo scialle e tremava di

La Spira, poichè il suo articolo intitolato: Il Monarcato

titolo del giornale, il suo numero, il titolo dell

di spirito, arrossì nel suo delicato volto di bruna

sette, l’ora del suo pranzo: vi ritornava dopo

in fretta: fuori trovava suo padre che l’aspettava

non si muoveva dal suo posto e per aver

prima a muoversi dal suo posto per andare dalla

scrivania e fissandola col suo occhio tondo, bianco e

Cristina Juliano tornò al suo posto, dimenando il lungo

d’inquisitore, con quel suo ronzare fra le macchine

voleva risposta, con quel suo abbrancare improvviso del registro

direttrice può conservare il suo posto, maritandosi? Le ausiliarie

io sono stata nel suo turno e lo so

implorassero di alzarsi dal suo posto, di raggiungere il

interrompere il direttore nel suo controllo. Quei minuti che

che va male il suo orologio, che mancano dieci

Caterina Borrelli, scrisse col suo grosso carattere storto, questa

venire a fare il suo dovere. ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . …Che giornata fu

dava la firma del suo dispaccio, Peppina Sanna aveva

Lavallière, detta così pel suo bianco volto ovale e

terza le prestava il suo medaglione d’oro, quando

dovessero spezzarsi sotto il suo impeto: essa batteva, batteva

dall’altro scalone, col suo grande corpo slogato da

passato nella cintura del suo vestito di seta nera

entrò, la prima, col suo fermo passo virile, portando

buttandoli in fondo al suo cappellino di feltro. ¶ — E

Tecla si sedette al suo posto, tirò a sè

e Chiarina Althan; il suo lavoro e i suoi

impagliato; — soggiunse Chiarina, col suo sorrisetto un po’ enigmatico

era anche messa al suo posto e impuntiva l

Pausania entrava lentamente, col suo passo di deità olimpica

e si mise al suo posto, con una misurata

finiti. E faceva il suo lavoro con una certa

sua inesauribile allegria, col suo brio di straniera un

messa ad amare il suo fidanzato. Il matrimonio era

presto e con tanto suo piacere, signorine? — strillò Anna

Anna Doria, scombussolando il suo cestino per trovare le

di biancheria, dappertutto il suo motto for ever, insieme

insieme alla iniziale del suo nome: ai vestiti non

pensando ognuna in cuor suo quanto fosse ingenua e

bastava, non bastava al suo ardente bisogno di amore

aveva messo su, col suo fuoco, con la sua

confronti; Eva Muscettola al suo desiderio insoddisfatto di esser

raccoglieva il premio del suo amore; e Maria Gullì

colpita da sterilità, adorando suo marito, vedendo che la

una bimba: invano il suo fidanzato, Giulio Vargas, ricco

Eva, al braccio del suo cavaliere, Innico Althan, un

ed ella, in cuor suo, ammirava quel giovanotto che

il capo sotto il suo cappellino azzurro, un soffio

cose: — Willy era il suo amante, — Willy non poteva

guardando negli occhi il suo cavaliere, con una seduzione

delle granite, bellissima nel suo vestito di Worth, portando

facendo ondeggiare armoniosamente il suo vestito di seta nera

nulla, nella dolcezza del suo ebetismo, ma era tutto

ella non parlava, col suo contegno di dea riflessiva

ore Massimo Daun, il suo fidanzato, che le aveva

non osando confidare il suo segreto, neppure alle stelle

andava sempre diritto al suo scopo, senza esitare e

isola orientale trattenesse il suo fuggitivo. Chiarina e Tecla

lampada elettrica dirigeva il suo grande raggio bianco sulla

gran quadriglia e nel suo raggio, nel circolo processionale

Giovannella, nel pallore del suo volto emaciato, pareva quasi

colei che attende il suo momento, non ballava, li

suoi occhi e il suo spirito erano altrove, là

viaggiatore che posava il suo bagaglio sul grande tavolone

sua madre e il suo fidanzato. Maria Gullì-Pausania

Giulia scortata sempre dal suo sciame di giovanotti, di

Bariatine che partiva pel suo viaggio di nozze, erano

sorella Candida Montemiletto e suo cognato Francesco Montemiletto. Strano

giunta alla liberazione del suo spirito, a uno stato

che serbava gelosamente il suo segreto, rodendosi di dolore

sua sorella e con suo cognato, con sua sorella

sorella Maria e con suo padre: non più Angiolina

aveva consentito, anche pel suo figlio assente, purchè la

di duecentomila lire; il suo figliuolo poteva sperare e

vide subito che il suo fidanzato era nel gruppo

sempre più carina, nel suo vestito di lana azzurro

Olga Daun, guardando furtiva suo marito, che già si

ricchissima, felice, amante di suo marito, la morte le

Un mormorìo nacque sul suo passaggio, qualche voce femminile

anzichè dare spettacolo del suo dolore, si nascondeva per

velo. Invano lo stesso suo confessore le aveva consigliato

sempre più liberarsi il suo spirito dai legami della

cognatina, la fidanzata di suo fratello. Avevano il numero

sospettoso, rabbioso, cattivo di suo marito le avrebbe fatto

il numero sessantaquattro. Il suo innamorato, Vincenzino Spano, non

arrivata a barattare il suo numero con quello di

sue lenti, intorno al suo dito indice. ¶ Tutte quelle

completo dell’amore, il suo Vincenzino Spano era giunto

di Vincenzino, guardava il suo innamorato con gli occhi

Santoro aveva sempre il suo aspetto sereno di stupidona

in fondo a un suo camerino, dove lo si

pomidoro, rossi, appetitosi: un suo fratellino teneva il suo

suo fratellino teneva il suo posto, chiamando i numeri

formati, ognuno mettendosi al suo posto, così vi era

parlare: e guardava, invidiandoli, suo fratello e Margherita Falco

regalatile dalla Malagrida, sul suo vecchio abito bianco, era

e non osava dirlo, suo fratello, e la sua

sue parole, inebbriandolo col suo sorriso. ¶ Tutto quel boschetto

di malinconia. ¶ Elvira Brown, suo marito, il vecchione ingrugnato

ingrugnato e nauseante, il suo bel fratello con la

sfioravano: Elvira e il suo marito che le dava

la pizza esercitava sul suo stomaco atonizzato una strana

Galanti aveva accanto il suo dottore in chirurgia cui

tozza grossolana, regolando il suo passo su quello di

una serva, trascinando il suo corpaccio disfatto, la Malagrida

partire, ella infilò il suo braccio sotto quello della

gloriosa della magnificenza del suo innamorato. ¶ Ora, a mezzanotte

lavata e stirata al suo vecchio corpetto di raso

le sciarpe, portandole sul suo letto, instancabile, cercando di

mancanza delle sedie, col suo sorriso di bella ragazza

era al posto col suo dottore in chirurgia, Mariannina

appoggiata al braccio del suo tenentino che aveva fatta

come un tronco nel suo vestito nuovo di velluto

che faceva svolazzare il suo breve strascico di seta

Eugenia diventava sopportabile col suo busto di Parigi e

di Parigi e il suo vestito di madame Ricco

di lana crema, del suo vecchio corpetto di raso

troppo, due bottoni del suo vestito: Enrichetta dovette condurla

andò a scegliere il suo cavaliere. Mancava sempre una

Margherita Falco e al suo fidanzato che la sorte

smorfiette per esprimere il suo rammarico; la sala crepava

Mascarpone un cuscino del suo lettino, sottile, con una

a Gennarino Mascarpone il suo specchietto verdastro, per la

Enrichetta, portando ancora il suo vecchio busto di raso

sul naso e il suo bel vestito di lana

perduto un tacco del suo stivalino e se ne

portava in giro il suo dono, tutti erano d

e si ritirò al suo posto, molto scontenta. Neppure

Froggio, per causa del suo tacco, mancò il colpo

colpo, tornò zoppicando al suo posto, malcontenta, quasi piangente

un piglio grazioso, il suo braccialetto di argento; tutte

malgrado la pochezza del suo valore. Le Sanges schiattavano

della metà almeno il suo discorso, fece dire alle

se ne tornò al suo appartamento in via dei

stretta la mano del suo fidanzato, chinava il capo

con un’amante di suo padre, accanto a sua

sua cognata che tradiva suo fratello, fra un fiato

e borbottava con quel suo fare di buona donna

di movimenti: ma il suo immenso vantaggio era appunto

con occhio inebetito il suo fascio di libri; De

la decima volta il suo compito di lingua italiana

soddisfatta, perchè almeno il suo zero se l’era

professore — fece quella, col suo filo di voce. ¶ — Venite

Sanctis restava ritta nel suo banco, con le braccia

tutto insospettito con quel suo viso antipatico, cercava di

intelligente, studiosa, lasciò il suo posto, dopo aver guardato

disegnata: Judicone tornò al suo, chinando la faccia nel

potette più ricominciare, il suo male nervoso che le

che si moltiplicasse nel suo meccanismo di rotelline: ella

un soldo per il suo incomodo, poi, aspettando, Carolina

rialzata la manica del suo vestito per mostrare alle

sorridente, nella consolazione del suo cervello algebrico e del

cervello algebrico e del suo cuore di docente. Alle

ritinti in verde al suo vecchio cappello, stringeva nelle

rapidamente, Bellezza prese il suo ventaglio con un’aria

corridoio aveva incontrato il suo vecchio padre, un ufficiale

per la morte di suo marito, avendo cinque fra

piangeva, aveva sempre il suo contegno di persona dubbiosa

avere la certezza del suo errore. ¶ — Deste, Diaz, Donnarumma

era così laida col suo viso senza ciglia e

senza potersi levare dal suo posto, le brevi canzoni

faceva sedere attorno al suo letto e li guardava

di marmo, visto il suo zelo e l’amore

ispettore è capitato nel suo villaggio, essa gli si

morta hanno ritrovato il suo giornale: non avendo neppure

con una sorella e suo cognato, ha detto loro

accalcava non solo nel suo vasto quadrilatero, addossandosi alle

che era venuta dal suo castello di Recale, e

soddisfatta di sè, del suo salone rosso e oro

dodici, aventi ognuna il suo pretendente in piazza, o

arrivava gente, ella chiamava suo marito, con maggior dolcezza

dote militare, pensava al suo bell’ufficiale biondo, dalla

rosso. Clementina Riccio, dal suo balcone, agitava il fazzoletto

commossa, a vedere il suo bell’ufficiale in tutta

dato un bacio al suo bambino che le avevano

Sì, Grazia Orlando: e suo marito, il padrino. ¶ — Ti

consolata e ha sposato suo cugino, lo zoppo.... che

Federico Mastrocola era al suo posto, alla piccola finestra

che doveva diminuire: nel suo volto pallido di fanciulla

intravedeva seduta, china sul suo lavoro all’uncinetto, una

vedeva, occupata solo dal suo lavoro, disinteressata da quello

Luisa Ciccarelli e a suo marito: sono stato con

guancia esangue, stuzzicando il suo cuore silenzioso e secco