Pietro Metastasio, Giustino, 1713

mostrata noia dell'amor suo, rotto il velo della

fece chiaramente palese il suo affanno ad Asteria, figlia

cui la picciolezza del suo legno e la stanchezza

Sofia ivi impaziente il suo ritorno sospirava; la quale

e così persuadendole il suo disperato amore, bevve una

legata ¶ Dalla ragione il suo poter disperde, ¶ Né danno

potrai. ¶ E se col suo valore il gran Camillo

potrà penetrare entro al suo seno; ¶ Ché il mio

la cagion d'ogni suo danno, ¶ In un momento

alla mia doglia, ¶ Del suo vago sembiante il core

talora ardente fiamma ¶ In suo proprio alimento ¶ Anche il

E quanto l'amor suo m'era noioso. ¶ Or

figlia, ¶ E del consorte suo le voglie regge; ¶ E

piede: ¶ E ad un suo cenno solo ¶ Le stridule

ria cagione ¶ Nel corpo suo si asconde; ¶ Entro l

tosto ¶ La cagion del suo male, e fa ch

partenza ¶ È causa del suo affanno; ¶ E se non

che lungamente ¶ Libero dal suo impero alcun non lassa

la bellissima Sofia ¶ Col suo gentil nipote, agevol cosa

io senta dolor del suo tormento; ¶ E dirle ancor

se, come Teodora, il suo consorte ¶ Udirà i nostri

E chi del fallo suo più l'ammonisce. ¶ In

Tal che sopra il suo autor cade la tema

I comandi eseguir del suo signore! ¶ Ciascuno ai premii

non sento piacer del suo diletto: ¶ Ché trovar non

è stabilito? ¶ TEOD. Il suo nipote appunto, ¶ Il bel

foglio, ¶ Testimonio sarà del suo comando. ¶ SOF. Dunque tosto

è dolor che il suo piacer non abbia: ¶ Ché

importuno, ¶ Fa minor col suo gelo il tuo piacere

Disturbasse, o regina, il suo ritorno. ¶ TEOD. Deh non

appena. ¶ Ma saria del suo stato ognun contento, ¶ Se

Che vuoi serbare al suo diletto sposo ¶ Trattien... ¶ TEOD

Senza che nebbia al suo veder s'opponga! ¶ Ma

ammanto ¶ Al duro carcer suo l'alma richiama. ¶ SOF

Senza che all'onor suo punto s'opponga, ¶ Tutto

Leone ¶ Ed al tiranno suo figliuol crudele, ¶ Che sarà

barbaro stuolo, e nel suo stato ¶ Riduce un'altra

dal supremo sacerdote, ¶ Al suo liberator grato si mostra

poco o nulla al suo veder si oppone. ¶ Ma

allora ¶ A Marte il suo furor, ¶ E al gran

le future genti ¶ Nel suo parlar Giustinian ravvisa; ¶ Né

nutrita, ¶ Ha timor del suo fato.Alla mia mente

tollerar con pace il suo tormento? ¶ SOF. Deve la

non coprono affatto il suo colore. ¶ Ah ch'egli

mio bene; il volto suo l'accusa. ¶ Oh doloroso

la vita? ¶ FOS. Il suo dolor l'uccide, ¶ Perché

volle ¶ Farti felice. Al suo volere immenso ¶ Chi potrà

cagione io fui del suo morire: ¶ Io pagherò la

A sostener perché del suo ritorno ¶ La speme ancor

sua pena ed il suo pianto. ¶ SCENA QUARTA ¶ asteria

quel che ottiene ¶ Del suo desir l'oggetto; ¶ Perché

fa più grave il suo perire ¶ Quant'era più

e crudele, ¶ Che per suo danno il mondo appella

lui Cleone ¶ Rese col suo sapere e sposa e

L'umor soverchio dal suo peso tratto ¶ Uscìo di

affinch'io possa ¶ Al suo lato morir, giacché alle

lei la vita, ¶ Il suo morir mi donerà la

sua morte? ¶ AST. Il suo periglio ¶ Pur troppo è

appena. ¶ AST. Mira il suo volto, e ne sarai

avrebbe l'alma dal suo nodo sciolta, ¶ Se maggior

Rimosse e consumò col suo vigore ¶ Ogni rimasta qualità

sposi ¶ Rendendo sol col suo saper la vita, ¶ Tanto

misura. ¶ IMP. Al merto suo non trovo egual mercede

Saggia consorte; ond'al suo arbitrio lascio ¶ Chieder ciò