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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «suoi»

nautoretestoannoconcordanza
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intatte o coltivate, i suoi boschi pieni di neve
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di Kostja, che nei suoi discorsi non pareva rintanato
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aveva anche prima. I suoi allarmi continuavano. Un giorno
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in Asia e ai suoi progressi. Infatti l’opera
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tagliare pietre per i suoi grandi ponti. ¶ Marco era
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dalle sorelle, che nei suoi discorsi parevano pensare e
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Quando si metteva i suoi guanti e i calzettoni
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russi, faceva correre i suoi pensieri dietro la ferrovia
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l’aveva costantemente nei suoi pensieri. Si figurava che
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cantieri. Senza dubbio i suoi ministri, gli uomini del
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sale di uno dei suoi molti palazzi. Infatti lo
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era in aspettativa dei suoi effetti, col cuore gonfio
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caso dell’ultimo dei suoi sudditi. Ma bisognava aspettare
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gli ricordava tanto i suoi viaggi di emigrante, quanto
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più lontani, somigliavano ai suoi. Erano impervi e rocciosi
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del mistero, con i suoi volti sornioni e falsamente
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vicina foresta, quando i suoi lontanissimi antenati vivevano in
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su di me i suoi rimproveri silenziosi, per averlo
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stessa. Nasarka invitava i suoi amici. Mangiavano e poi
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sopra di noi i suoi occhi spiritati. Falalej invece
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sue geremiadi e ai suoi sfoghi. ¶ Molto più sul
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Ci guardava con i suoi occhi vuoti e fissi
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a riprendermi, con i suoi tentacoli di mostro marino
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la fame gagliarda dei suoi anni, e poi si
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come tutti conoscessimo i suoi familiari, o li dovessimo
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non trovare più i suoi guanti di lana. Cominciò
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viene zio Eroska coi suoi carri.» ¶ «Ma cosa dici
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anche per lui i suoi richiami bizzarri e sottili
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ricominciato a gettare i suoi sfavillii sopra gli operai
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d’argento. Con i suoi cedri ed abeti carichi
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I ventri capaci dei suoi barconi si riempivano ancora
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e ancora dominasse i suoi sogni e i suoi
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suoi sogni e i suoi pensieri di vecchio. A
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o quando pioveva, i suoi nipoti trasportavano nella rimessa
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faccia all’ascoltatore i suoi occhi chiari e pieni
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un movimento brusco i suoi capelli bianchi e lunghi
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la vita e i suoi molti anni, che lo
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grandissimi e cespugliosi. I suoi capelli bianchi, tagliati a
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a tutto, con quei suoi occhi da asiatico ridotti
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righe allusioni precise ai suoi tradimenti. Gli pareva che
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sua totalità e nei suoi significati generali. Allora ci
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sedevo su uno dei suoi panconi, mi pareva di
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vassoio di rame. Nei suoi gesti, un po’ negligenti
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di un harem. I suoi abiti avevano ricami e
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smarrimento che tremava nei suoi occhi, e si sentiva
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esigevano. Ma subito i suoi occhi fuggivano in un
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una storia. Nessuno dei suoi proprietari, tranne il primo
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e l’ottusità dei suoi sottoposti, perché tra lui
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elevava la muraglia dei suoi funzionari. ¶ Sul forestiero mi
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aveva dato subito i suoi frutti. Pochi giorni nella
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dalla ferrovia e dai suoi problemi, e che fosse
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dentro di sé. ¶ I suoi occhi gelatinosi non vedevano
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di cuore. Lontano dai suoi amici, dalla vita luminosa
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alzarsi la mattina. I suoi sogni si aggiravano attorno
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e propria e i suoi problemi, ma una ferrovia
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della taiga e dei suoi acquitrini. Correva voce poi
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del rumore ritmico dei suoi zoccoli, che nella fuga
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sole che sorgeva. I suoi raggi suscitavano riflessi dorati
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suo padre e i suoi nonni erano stati cacciatori
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a fessura, e i suoi lineamenti non tradivano la
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come andasse accumulando nei suoi confronti misteriosi rancori. Dava
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insieme malamente, tanto i suoi gesti erano scattosi e
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antro di lupa. Dai suoi scialli neri sciamavano come
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Nasarka. ¶ Ogni tanto nei suoi discorsi balenavano le cupezze
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i paesi con i suoi coltelli affilatissimi. Anche Katja
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arrivasse fino a far suoi gli argomenti di padre
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e degli entusiasmi dei suoi coetanei, come incastrato in
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di lasciar sbrigliare i suoi sogni in quella direzione
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lo stesso. Erano tutti suoi amici, e nella buona
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Gurka ci prestò i suoi attrezzi. Lo faceva volentieri
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caliginoso fastidio verso i suoi simili. Ogni volta ci
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la ferrovia e i suoi lavori. Ma non era
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mucca, e tutti i suoi frequentatori sentirono che era
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sua stalla e i suoi animali, come i contadini
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mano per ottenere dai suoi uomini tutto ciò che
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ancora, come sempre, i suoi veli grigi. Lui era
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si rivolgevano tutti i suoi pensieri e tutte le
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o della morte dei suoi lavoratori e dei suoi
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suoi lavoratori e dei suoi soldati, delle lacrime e
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che avesse pronunziato nei suoi confronti un chimerico giuramento
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neanche aver rivisto i suoi, e senza aver potuto
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irrazionale, e rovesciare i suoi imprevedibili contenuti sopra di
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quasi il capofila dei suoi spaventi stralunati. Non riusciva
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Eppure quei due erano suoi buoni conoscenti, ed erano
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copertamente e subdolamente i suoi andamenti. Era la jella
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nostra totale insignificanza nei suoi confronti. Stupidamente avevo sempre
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noi. Avevo ceduto ai suoi allettamenti, e per la
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per lui erano fatti suoi, nei quali la nostra
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imbarazzante e pesante dei suoi occhi danneggiati. ¶ «Io so
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era stato attratto dai suoi palazzi, o forse proprio
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Non parlò più dei suoi occhi, come ritenesse l
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fine, perché tutti i suoi tentativi di fuga erano
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mai sciolto. Ma i suoi fedelissimi non c’erano
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nascondervi il resto dei suoi giorni. ¶ Dopo essersi imbattuto
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qualcosa avesse risvegliato i suoi interessi. Era Falalej. Parve
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soffiandoci da dietro i suoi consigli divertiti. Falalej beveva
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dell’oppio e dei suoi effetti, e gli aveva
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Desiderava che tutti i suoi amici ci fossero; che
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degli operai, puntando i suoi occhi vuoti sopra le
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fine a tutti i suoi guai?» ¶ Mi schiarii la
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attenzione era assorbita dai suoi rapporti con Silvestro, sempre
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dell’Imperatore e dei suoi ministri.» ¶ «Che cosa vuoi
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si opponeva, con i suoi geli smisurati e i
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geli smisurati e i suoi calori infernali… ¶ «Allora noi
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leggerezza e innocenza ai suoi passi di lupa. «Sì
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Lo Zar e i suoi familiari non sapevano più
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La piena fangosa dei suoi rimorsi gli impediva persino
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della naia e dei suoi rituali non sapevano ancora
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con ritardo, quando i suoi colleghi erano già stati
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le fissava con i suoi occhi velati dalla cateratta
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attorno, Ajdym, Falalej, i suoi amici friulani, i carnici
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conchiglia e uno dei suoi fucili, e ad Ajdym
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loro mani sopra i suoi occhi, né il fresco
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Cacciò via malamente i suoi familiari, che gli si
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chiese: “Rachele piange i suoi figli e non vuole
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entravano Rachele e i suoi figli? E Ajdym piangeva
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sue chiese e dei suoi conventi, né i bianchi
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i bianchi colonnati dei suoi palazzi, né il palco
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propria storia e i suoi bizzarri commerci con l
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come una violazione dei suoi confini e della sua
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se i ricordi dei suoi luoghi si fossero sfasciati
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che aveva guidato i suoi attraverso le montagne dell
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di me bracciate dei suoi materiali stravolti e stralunati
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di lui. Adesso i suoi occhi senza attese e
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compagno privilegiato, per i suoi ultimi giorni siberiani? Perché