Pietro Aretino, Angelica, 1535

presenti, tenendo fatal ventura se aviene che ciò me

et erra chi non se inchina ad accendervi lumi

o ch'io favelle ¶ se pria non porgo i

lassuso il volo pigli: ¶ se in vece de la

Libra vuoi locarti ¶ a sé ritirerà Scorpio gli artigli

d'Angelica, che spinse ¶ sé ad amar con tanto

fece uscir tosto di se stesso. ¶ 13 ¶ Ei vide l

coppia giacque; ¶ egli udí, sé struggendo a dramma a

sue membra conte ¶ e se pietà celeste non avia

inesperto Orlando ¶ non diede sé, che esperienzia molta ¶ avea

ch'ha pur di sé qualche pietade, ¶ " Sarà mai

un bel boschetto a sé scopre vicino, ¶ che d

il ciel dispose; ¶ e se l'effigie hai di

e vivo ¶ essempio a sé trasse il corrier di

lume perde e di se stesso in forse ¶ li

con un sospiro ¶ in sé riviene e fa di

nudo. ¶ 28 ¶ E benché lodar sé non sia permesso, ¶ il

qui sí vaga veder (se questa è vera), ¶ di

sua pena grave, ¶ spia se 'l garzon piú ch

empia donna nostra ¶ e sé felice in ogni parte

né pace avrem giamai se non per morte -. ¶ Ferraú

saggie tempre ¶ non regge sé, fece le luci torte

Angelica mal grado; ¶ e se in altrui le inique

inerme; ¶ et alquanto in se stesso ritornato, ¶ tenea le

da l'affanno, ¶ di se stesso s'avede e

del sir di Circassia ¶ se riconobbe l'uom di

ma Virtú, che da sé 'l vede in oblio

tua somma gloria fia se tutto ignudo ¶ vinci la

gran re circasso. ¶ E se tu giuri che il

l'accora ¶ che in sé lo fa dubbiar tutto

dono ¶ ella fe' di se stessa, onde il felice

e la vita e se stessa in cortesia, ¶ 68 ¶ si

fissa e intenta ¶ (e, se non che non lice

eterna e singular memoria, ¶ se intoppo non avea sua

il suo furor ponea, ¶ se la mia gran pietà

in don li diè se stessa e 'l suo

creano un rio che se medesmo mena ¶ nel suo

chiari nidi eletti; ¶ e se di voi scorgano i

mesto ora ne cela ¶ se nuvoletto alcun lo adombra

ogni beltà smarrita, ¶ 14 ¶ che, se ben ella come il

beltate, ¶ ch'ha di sé le vaghe alme innamorate

Mentre l'effigie a sé conversi avea ¶ gli occhi

si voglia. ¶ 22 ¶ Strano signor, se di contrarie cose ¶ doler

doler si debbe e se ne vive alcuna ¶ che

u' sono e fui, ¶ se non quando ch'io

la sede vostra. ¶ 35 ¶ Ma se a me date tanto

archi e strali a sé fece venire, ¶ poscia al

quel duol ch'avria se de' suoi patri ¶ vedesse

poco a poco; ¶ per se stesso mercé piangendo chiede