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Domenico di Giovanni, [Sonetti], 1449?

concordanze di «sì»

nautoretestoannoconcordanza
1
1449
basso stil a te si è un gioco. ¶ CCLXXVIII
2
1449
per lo mondo, ¶ Come si trova in molto savio
3
1449
Ed il lor fin, si anno male a fare
4
1449
tal riparo, ¶ Che non si sazia la tua voglia
5
1449
Specchio, in cui luce bello splendore, ¶ Provvidenza famosa
6
1449
con tutto il cuor si vuole amare, ¶ Amar si
7
1449
si vuole amare, ¶ Amar si vuole con tutta la
8
1449
con bene operare, ¶ Amar si vuole diligentemente, ¶ Io dico
9
1449
tutto quel, che più si vale ¶ È il ben
10
1449
Femina, d'ogni male si è convento, ¶ Femina è
11
1449
e danno, ¶ Femina, mal si pensa tutto l'anno
12
1449
in cui ogni ben si trova. ¶ Difendile se puoi
13
1449
che senza lor, vi si fa stento; ¶ Se una
14
1449
fallo, ognun, par che si muova ¶ A bestemmiar chi
15
1449
tre uova, ¶ E poi si pente se a ciò
16
1449
pente se a ciò si ridusse, ¶ E tanto ben
17
1449
Dieci son quelli, che si mangian fuori, ¶ Quei dentro
18
1449
è perso; ¶ Gli altri si mangian tutti, e son
19
1449
nomi de' frutti, ¶ Quai si mangian di fuori, o
20
1449
sorbe ¶ Dentro e fuori si mangian tutti, ed orbe
21
1449
ed orbe ¶ Comunalmente tutti si divora: ¶ Gli altri che
22
1449
che di fuor pur si assapora ¶ Ciregie, corne, datteri
23
1449
Nespole a cotal modo si manduca, ¶ L'altre che
24
1449
Pina, Granate, pur così si suca ¶ Limoni ancor di
25
1449
anni in sù, e' si vuole ¶ Adoperar la
26
1449
in sù, e' sì si vuole ¶ Adoperar la sferza
27
1449
sia Figliuolo. ¶ CCXCII ¶ Sempre si dice che un fa
28
1449
l'ebbe tenuto, ¶ Lui si provò che me l
29
1449
forzar mi vuole, ¶ Arrechimi fatta ricordanza, ¶ Che facci
30
1449
dirittura, ¶ Fugga dall'ira, che dismisura ¶ Di mal
31
1449
cerviero a veder chi si scuopre, ¶ L'infame al
32
1449
Sentendo già che scope si procaccia: ¶ Tu pari un
33
1449
s'avviene; ¶ Ma più si maraviglia ogni persona, ¶ Che
34
1449
un sacco? ¶ E che si vantan trartele di tacco
35
1449
disse loro, ¶ Egli ha grosso il cul, che
36
1449
orbache; ¶ Però gran cura si abbi alle brache. ¶ CCXCIX
37
1449
amicizia, e il parentado ¶ Si stima or poco rispetto
38
1449
il digiuno, ¶ Per cui si veste ogni corpo di
39
1449
le vivande che quivi si becca, ¶ E tutto che
40
1449
A dir che chi si alloggia a mala frasca
41
1449
non v'è chi si pasca. ¶ CCCII ¶ Io vidi
42
1449
un Grosso, ¶ Del qual si tosa in due fiate
43
1449
l'opera appien certo si fece ¶ Come è usanza
44
1449
mordendosi qual matte ¶ Or si volgon per tetti, or
45
1449
Verro ferito, che strame si batte; ¶ Per quello ancor
46
1449
Questi che amaron già la buccolica ¶ Fanno ora
47
1449
e 'l caldaico, ¶ Non si contano nel Diluvio subiti
48
1449
cerchio da Larico ¶ Non si discerne al tempo fusco
49
1449
Gridando, oimè, oimè, che si ripiega ¶ Lo spenzolante Gonfalon
50
1449
Ma i pescator faranno co i giacchi, ¶ Che
51
1449
lucciole. ¶ E in Sorìa si vendon le bertucciole, ¶ Che
52
1449
La terra vi riman rasa e piana. ¶ E
53
1449
piana. ¶ E ben che si dicesse che cento occhi
54
1449
che niuna così prava ¶ Si mettesse a negar come
55
1449
gambe torte ¶ Avrebbe spaccio dalla brigata, ¶ Perchè da
56
1449
Perchè da quello arèn si gran sitata, ¶ Ch'ognun
57
1449
istar costante alla ragione ¶ Si volle fiammeggiar tutta la
58
1449
dalle pastinache; ¶ E fù grande la piena al
59
1449
ceci in brodo, ¶ Laonde si crucciò l'Ombrone, e
60
1449
stia 'l coverchio. ¶ Poi si recaro a cerchio ¶ Gli
61
1449
male, ¶ Però che più si stima chi più erra
62
1449
pupilla, ¶ Le più volte si trova ghiotta, e ladra
63
1449
Sendo ben brutta allor si tien leggiadra, ¶ Mentre che
64
1449
l'uomo a lei si ponga, ¶ Pensi di non
65
1449
e' non fu pelle in calcina ¶ O d
66
1449
m'avviene, ¶ Ed e' si sia di chi si
67
1449
si sia di chi si vuol l'affanno, ¶ Ed
68
1449
a noja, ¶ E chi mi rifiuta, mi rifiuti
69
1449
Che quel che non si può, folle è 'l
70
1449
è doglia; ¶ Stà in , e nò, voler, saper
71
1449
tronchette. ¶ CCLXIV ¶ MEDICINE. ¶ CAPITOLO. ¶ duramente un sonno mi
72
1449
al male di gola torrai ¶ Tre gracchi di
73
1449
fa che siano arrosto, ¶ che di Luglio al
74
1449
Luglio al fuoco non si geli. ¶ E se di
75
1449
umor discesi ¶ Nell'unghie, torrai tre pipistrelli ¶ Nati
76
1449
cui la pianta troppo si scolora ¶ Della cotolla, togli
77
1449
non saprai ¶ Che ben si sia; e al mal
78
1449
Togli una madia, e la cuocerai. ¶ Con sette
79
1449
poi con queste cose te striga ¶ A tuo
80
1449
e beraite le cervella ¶ che di verno mosca
81
1449
mitriato in gogna ¶ Veggendomi sotto a vil matricola
82
1449
chiuso alla graticola ¶ Ebbe lungamente mi bisogna ¶ Quando
83
1449
l Padre dal Figliuol si parte, ¶ E l'un
84
1449
un fratel coll'altro si percuote, ¶ Non val senza
85
1449
Adunque la sua parte si riscuote, ¶ Chi me' di
86
1449
che poco puote. ¶ Ma torbide note ¶ Converrà che
87
1449
torbide note ¶ Converrà che si purghi con ragione, ¶ Beato
88
1449
Ha la giustizia tua rotte l'ale? ¶ Porgi
89
1449
i corbi. ¶ CCLXVIII ¶ COME SI ELEGGE IL DOGE DI
90
1449
o nuove carte ¶ Determinatamente si ragiona, ¶ Qual sia più
91
1449
E senza libertà loro si parte. ¶ Il consultor s
92
1449
con sua Polizìa ¶ Ordina la patria, e 'l
93
1449
fa lo schiavonesco, e si vi frulla ¶ Senza toccarne
94
1449
contemplar l'onnipotenza, ¶ Come si vede chi va ben
95
1449
prudenza; ¶ E vera sperienza ¶ Si vede, e chi fatica
96
1449
sublimi ingegni addivenire ¶ Qual si fa il ferro usitato
97
1449
Quando ogni bestia legata si snoda, ¶ E 'nsieme parlan
98
1449
Gola, che 'n Diacceto si trastulla, ¶ È scioperato, e
99
1449
Non bolle il Sol sopra gli Etiopj, ¶ Com
100
1449
Avendo il tempo tuo male speso: ¶ Ben puoi
101
1449
stronzoli senopj, ¶ E duri , che 'l cul parratti
102
1449
canapa per te già si maciulla ¶ Per pettinarla, e
103
1449
e diligenza: ¶ Una Quercia si taglia, alta, e gentile
104
1449
tuo Stambecco, ¶ Ch'a inalzarmi ordisce laude: sile
105
1449
bontate. ¶ CCXVI ¶ Egli è forte, o Albizotto, il
106
1449
ingenerato, ¶ Onde lo stringe il paterno amore, ¶ Che
107
1449
soggettin, che m'è a noja ¶ Pare un
108
1449
è sciocca, ¶ Che non si spinse mai da corda
109
1449
far tal schiamazzìo, ¶ Che si destò la seggiola, e
110
1449
strutti, ¶ Come per voi si aspetta, e vostre prove
111
1449
Con quanto amor Gesù si fece umano; ¶ E dico
112
1449
entrò; e non lontano ¶ Si fè d'ammaestrarci, anzi
113
1449
torniamo al mangiare, ¶ Quì si consuman più minuti assai
114
1449
Chi a rovescio non si mette gli occhi ¶ Papi
115
1449
volo giungono ogni preda, ¶ che il conte di
116
1449
Ca tel'assordo per si' San Lorienza: ¶ Se Liello
117
1449
più non mi riduco, ¶ mal stan li fatti
118
1449
ho il mio cul forte riturato, ¶ Che se
119
1449
fuoco ¶ A qual Medico si vuol dottorare, ¶ Se primamente
120
1449
ho il mio cul avvezzo e costumato, ¶ Che
121
1449
E ho il budel netto, e delicato, ¶ Che
122
1449
di virtù, e non fatti, ¶ Ch'i' ho
123
1449
A guisa di virtù si rendon ciechi. ¶ Ahi arte
124
1449
questo in sul mal si vorrebbe ¶ Ordinato l'impiastro
125
1449
mal liber sarebbe, ¶ Prima si converrebbe: ¶ D'accordo esser
126
1449
lume il Sol, quando si leva il giorno: ¶ E
127
1449
occhi, onde il dolor si stilla ¶ Mi rimembra sibilla
128
1449
Che 'l cor vi si vedea per lo condutto
129
1449
il sacco, ¶ E scuoterò le costure, e 'l
130
1449
tante Muse, e con lunga foggia; ¶ Ed anche
131
1449
restato al fonte, ove si cresima. ¶ CCXXXIX ¶ BURCHIELLO CONTRO
132
1449
Non vuo' tu, che si dica, vello vello, ¶ Un
133
1449
ne vien con canti soavi, ¶ Allor passando alzò
134
1449
tu, che gridi con alto suono, ¶ Che par
135
1449
che colla mente ¶ Vi si iscarmiglia, il maggio perirete
136
1449
che le retesine ¶ Furo frettolose, che i pedagnoli
137
1449
vadan contenti, ¶ Che quì si muor di fame a
138
1449
Dico che in questo si vuole aver fede. ¶ Che
139
1449
tutta la mercede ¶ È mancata fra tutti i
140
1449
E dei capponi ordina col cuoco, ¶ Che non
141
1449
tal vin che non si leni ¶ Con un tegame
142
1449
chiose. ¶ CCXLVII ¶ Secondo che si scrive nel decreto, ¶ Pepo
143
1449
quel, che di virtù si piega. ¶ Ancor vidi Colui
144
1449
vidi Colui, a cui si niega ¶ Per virtù di
145
1449
Facendo i versi suoi dolci, e degni ¶ Nullo
146
1449
Che lieve Burchio mosse lieve onda. ¶ CLXXI ¶ Bench
147
1449
Diresti, dell'andare ognun si pente: ¶ Le panche suonan
148
1449
pente: ¶ Le panche suonan terribilmente, ¶ Com'eglin son
149
1449
paglia, e di strame; ¶ si vergognan, che passan
150
1449
e di strame; ¶ Sì si vergognan, che passan di
151
1449
come il cul, quando si rade. ¶ CLXXIV ¶ CONTRO UNA
152
1449
sottilezzi ragguardando, ¶ Nè da piccol buco, tanto umile
153
1449
più cercava sua misura ¶ gli parea più chiaro
154
1449
chiaro, che Cristallo, ¶ E diceva, egli è più
155
1449
creatura. ¶ Ma pur quando si fu molto aggirata ¶ Di
156
1449
E non trovando ella si fu turbata; ¶ E diceva
157
1449
voglia. ¶ CLXXVIII ¶ Io son magro, che quasi traluco
158
1449
via, son per cadere, ¶ poca è l'esca
159
1449
Ma non mi curo, sono avviato, ¶ Che s
160
1449
Sangredale, ¶ In picciol'ora si saria fondato: ¶ E d
161
1449
ben dimenar, che non si crolla: ¶ E dopo questo
162
1449
i' beo d'un tristo, ¶ Che non sarebbe
163
1449
E hovvi delle Gatte corrotte, ¶ Ch'a chi
164
1449
in su la schiena si morde; ¶ Isguainando i
165
1449
su la schiena sì si morde; ¶ Isguainando i bocciardi
166
1449
un capello: ¶ E tal si mostra ben di me
167
1449
in quel tempo, non si può orinare: ¶ L'un
168
1449
Secondo che 'n Camaldoli si canta. ¶ CLXXXIV ¶ Se i
169
1449
Però coperto omai portar si vuole, ¶ Che tu sei
170
1449
Io le gratterei forse il pennecchio, ¶ Che più
171
1449
e fatti stare unito, ¶ ch'ogni volta ti
172
1449
un par d'occhial bene addosso, ¶ Che non
173
1449
bene addosso, ¶ Che non si muovon mai d'in
174
1449
è quì venuto, ¶ Che si berebbe Ottobre, e San
175
1449
tutto il verno vi si fan carboni; ¶ Con tanti
176
1449
scudo il mio ingegno si fida: ¶ Che non son
177
1449
inchina, ¶ Che' pesci non si muojono or di gielo
178
1449
empiendo il sacco, ¶ Come si vede per questi paesi
179
1449
magagna, ¶ Nè mi tengo alto aver la testa
180
1449
ciò alcun di me si lagna, ¶ Son genti, che
181
1449
di quel, ch'e' si sia: ¶ Farei gran villanìa
182
1449
fresco; ¶ Ma stu sarai fiero barberesco, ¶ Vedrollo in
183
1449
E dell'essere stato manesco, ¶ Per Giuppitèr, ch
184
1449
l Mellon è nato ¶ Si volge indietro; e poi
185
1449
al bagno alla Porretta, ¶ Si disdirrebbe andandovi in guarnelli
186
1449
O se pur vi si tien le tende tese
187
1449
toccherai di molte cionte, ¶ rivolto a' tuoi versi
188
1449
olio, e lo froda, ¶ che ristora il car
189
1449
cul d'un Paladino, ¶ come un pesce di
190
1449
schiavo, che 'l cervel si becca; ¶ Ben sei addosso
191
1449
che 'l muso ancor si lecca? ¶ La forca, per
192
1449
altr'jer da Napoli, ¶ ch'abbi i tuoi
193
1449
che quasi il piato si perdè ¶ Per non saper
194
1449
sentendo questo la Gorgona ¶ Si messe nelle man di
195
1449
a cimare, ¶ Ed Eolo forte a sospirare, ¶ Che
196
1449
Innanzi che la Cupola si chiuda ¶ Certo sarà gran
197
1449
Fan come quel, che si castrò i coglioni ¶ Per
198
1449
cuoce, ¶ Ch'io aveva secca questa voce, ¶ Che
199
1449
Poi starnutì, e fè gran romore, ¶ Ch'una
200
1449
su n'un sorbo ¶ Si sconciò ch'era grossa
201
1449
l ranno caldo, ¶ Burchiel si rimarrebbe in sul colore
202
1449
egli non ha 'n vil bassezza il cuore
203
1449
deschetto, ¶ Che mia madre si leva dal telajo: ¶ E
204
1449
gridando un poco, ¶ E mi dice, andrestine a
205
1449
toe le molle, e si lo vuol coprire: ¶ Io
206
1449
fanciullo? ¶ Se gli è tenero, ove son tanti
207
1449
l'ale, come va basso? ¶ Così le lor
208
1449
insin sopra il ginocchio; ¶ ch'io vedeva il
209
1449
Parmigiano, ¶ E come lin si filerebbe a rocca; ¶ E
210
1449
ci è per lui rincarato, ¶ Che non se
211
1449
cera: ¶ Nè più denti si guasta un calzolajo, ¶ Nè
212
1449
san di lezzo: ¶ Campi si è in padule, e
213
1449
come Micci. ¶ CXLIII ¶ Qua si manuca quando l'uomo
214
1449
esce il tegame: ¶ Quà si cucina in pentole di
215
1449
strutta mette a fuoco. ¶ ch'io ci temo
216
1449
Quà dalla porta, ove si dà la micca. ¶ Quand
217
1449
netto, ¶ Senza mia pena si ritrovi il furo. ¶ Questo
218
1449
meraviglia. ¶ CXLIX ¶ Un gatto si dormiva in su n
219
1449
in questa terra una fatta usanza, ¶ Ched'ei
220
1449
volte ¶ Di Setanasso; arete gran code, ¶ Che vi
221
1449
e colle rene. ¶ Questo si è, che gli han
222
1449
altri studianti più moderni, ¶ Si vorrebbon mandar dove che
223
1449
via. ¶ Ora quel che si sia, ¶ Per mio consiglio
224
1449
cristei, ¶ Ch'al buio si vedean, tant'eran lucide
225
1449
e l'altro piagne ¶ son duro in sul
226
1449
ginocchia pajan due castagne ¶ son ben magre, da
227
1449
studio fu mandato; ¶ E si chiamò in battaglia l
228
1449
crosta tutta, ¶ E negotta si bagna stando in molle
229
1449
l popol cresce, ¶ Onde si fan le parti di
230
1449
ci muffa: e sol si mesce ¶ La vena, che
231
1449
male studiata in gioventudine, ¶ ch'io non ti
232
1449
un bollor nel pentolin si sgretola ¶ Lustra di fuori
233
1449
che esser soleva già pratico. ¶ Ma se Iddio
234
1449
a mezzo Maggio; ¶ Sicchè si tien, che Vico sia
235
1449
par che costei ¶ Sia gentil di sangue, e
236
1449
Il ver dal falso, si conosce, e lima. ¶ Rettorica
237
1449
stima. ¶ E la quinta si è Geometrìa, ¶ Che ogni
238
1449
gran dirittura; ¶ La settima si è Astrologìa, ¶ Che 'l
239
1449
ciascun'Arte; ¶ Ma contentar si può chi ne fa
240
1449
d'un Giojello ¶ Bel , ch'un simil mai
241
1449
Però ch'in Alessandra, ¶ ben venduti vi si
242
1449
Sì ben venduti vi si sono i zoccoli, ¶ Che
243
1449
zoccoli, ¶ Che ricogliendo vi si vanno i moccoli. ¶ XCIII
244
1449
noccia. ¶ Per tal cagion si mosse un da Bologna
245
1449
Oimè lasso, perchè non si corre ¶ Con lance, con
246
1449
co' coglion distesi, ¶ Sicchè si vegga dove si dee
247
1449
Sicchè si vegga dove si dee porre: ¶ Cento once
248
1449
beato fiume: ¶ Non ci si mangin lepri, o altro
249
1449
lasche, e spinosi rifritti ¶ Si trovan per lo letto
250
1449
stava in cervelliera, ove si dice ¶ Per la crudele
251
1449
res divine; ¶ Che non si può far palle Fiorentine
252
1449
di Donna Andruccia: ¶ Sicchè si fè d'un Frate
253
1449
che 'l vin non si meschi, ¶ Acciò che questa
254
1449
Fanno al liuto mio lunga guerra, ¶ Che corda
255
1449
vi stà, che non si spezzi; ¶ Tanto fè Diomede
256
1449
scacchi matti alla 'mpastata ¶ Si puon dare a seguenza
257
1449
tu, se le farfalle ¶ Si voglion lamentar del lor
258
1449
Perchè i Barbieri han corte le spalle. ¶ Dico
259
1449
buone palle ¶ Alle stinche si fan per tre quattrini
260
1449
smemorati ¶ Fussin coloro, onde si parte il sale: ¶ Ch
261
1449
Medusa, or mi soccorri, ¶ che dalle Cicogne mi
262
1449
la gatta col topo si tranquilla, ¶ O gufi, quanto
263
1449
questo la Sibilla? ¶ Tal si fè Febo nell'ardente
264
1449
in corte, ¶ Che vi si piglian colle vangajuole. ¶ Poi
265
1449
piglian colle vangajuole. ¶ Poi si rivolson colle code torte
266
1449
mio gorgoglia forte. ¶ Poi si furon accorte, ¶ Che 'l
267
1449
celesti, e veloci palafreni, ¶ che 'l Ciel n
268
1449
Però chiascun ne' gamberi si specchi, ¶ Che sempre portan
269
1449
l'acqua negli orecchi ¶ hanno in odio il
270
1449
i guanti. ¶ Però nessun si vanti ¶ Di pigliar bene
271
1449
acetosi, ¶ Se prima non si prova a gli spinosi
272
1449
è stato quest'Anno gran secco, ¶ Che molte
273
1449
e corde di stambecco ¶ Si trovano alla riva al
274
1449
latte di scalogni ¶ Fecion grande, e sterminato Anteo
275
1449
che 'ntese le misure ¶ gli disse: ei sarebbe
276
1449
l mio calcagno forte mi duole ¶ Nè sò
277
1449
La paglia poi, che si vende a covoni, ¶ Ha
278
1449
Ma i pescator feron ben co i Giacchi
279
1449
Che d'ogni legge si trovano Idee, ¶ Però Sammaritane
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In sul treppiè fecion gran bollore, ¶ Che le
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piglia moglie pur che si difendi ¶ Frate Cappuccio verso
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Le nostre frontigiane, ¶ Son 'ndurate nella nostra fede
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mette le corna non si vede. ¶ CXXI ¶ Cuor di
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arra, ¶ Colui, per cui si fa sì spesso sciarra
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per cui si fa spesso sciarra, ¶ E mette
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scuro: ¶ Un berricuocol duro ¶ Si mosse per pietà, ch
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e senza la staffetta ¶ Si mosson due Ghiandaje da
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tre piè. ¶ Poi molti si trovarono spiacevoli, ¶ A tal
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gialla; ¶ Un'Arista misalta m'imballa, ¶ Che sai
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Che sai, che quà si mangian volentieri. ¶ E alquanti
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tavola, o 'l trespol si dimena. ¶ LI ¶ Cesare Imperator
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testuggini, nè granchi ¶ Mai si conoscon quando sono stanchi
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dice Caton Ghieremia ¶ Non si vorrebbe aver se non
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gl'introibi grande armata, ¶ ch'io v'annunzio
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questo Papa Ciambellotto ¶ Stillar si fece Trespoli, e Predelle
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fichi castagnuoli: ¶ E' non si vinse, e fu grande
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oriuoli, ¶ Perch'a Milan si mangia pan di miglio
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mangia pan di miglio: ¶ ch'io mi maraviglio
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e 'l carro non si muove: ¶ Veder vorrei omai
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stanno all'oggia, ¶ Portan gran collari a' lor
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in amore, ¶ E non si trova una viuola al
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Secondo il Magnolin più si fa dura; ¶ E quanto
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Poi che non più si dice mattutino ¶ Tengasi almeno
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Re Bravieri. ¶ Quanto ben si distendon gli usolieri ¶ Tra
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suoi Greci. ¶ Che spesso si spogliassino i brachieri. ¶ Che
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Che Cavalier sien fatti si ragiona. ¶ Però v'avviso
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Come fra gli Spezial si ragionava, ¶ Io credo, che
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Perchè nel buon covile ¶ Si ghiribizzan cose esterminate, ¶ Però
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senza cresta, ¶ Conoscer non si può quand'è castrata
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l'ore s'odon , e none, ¶ Vanno in
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presenti, ¶ Che non faccin volgere il Lione. ¶ Ma
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pan fresco col caldo si cuoce, ¶ Perc'hanno le
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le cicogne i piè lunghi, ¶ E trema a
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in mezzo il taglier, ch'io v'aggiunghi
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l'uova de' Cacchioni, ¶ che bollendo i Maccheroni
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Di Giudici, e Pedanti scorretti, ¶ C'hanno maggior
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gli avevan messi a gran serra, ¶ Che di
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di contumace? ¶ Dico di , se tu passi quei
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Che beon vin di cattiva razza. ¶ E un
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Bue, che cadeva sollazzando, ¶ Si sostenne in su l
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Messer Otto beendo non si crucce, ¶ E 'l Frullana
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virtù, che mai non si trasforma; ¶ Onde per Dio
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rifare? e quì non si travagli ¶ Verun, che venga
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quella chiusa; ¶ Non ti si fa per or cotal
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Medusa; ¶ Anzi fa che si menin le mascella ¶ Nel
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Disse poi Micheroccio, ora si vuole, ¶ Che tu, e
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lordarlo col Miccio non si suole, ¶ Quei di Pincerna
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innamorar la Padronessa: ¶ Ognun si guardi dalle Brussignacche, ¶ Rame
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Secca, lessa, ed arsiccia ¶ Si dà per frutte a
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campo di lupini: ¶ Ferraù si menava il suo a
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vide Diana ignuda, ¶ Che si bagnava nel beato truogo
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balle d'uve fesse ¶ Si spacciano a Figline per
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campanelle, ¶ E in Valdilamon si maciullava ¶ Per portarne a
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Perch'al Panico non si vende vino, ¶ E i
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rotta, ¶ Perchè in Mugel si fanno le scodelle: ¶ E
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perch'a Prato non si fa più gozzi ¶ I
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tempo, che l'aceto si vendemmia: ¶ L'un'era
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Laico; ¶ Ma venne lor fatta la bestemmia, ¶ Che
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perchè in Mugnone ¶ Vi si fa troppa carne di
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vittoria; ¶ E se romor si leva in Orbatello, ¶ Fuggi
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ch'ancor di paura si scacazza, ¶ E non sa
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o 'l zafferano ¶ Non si troveria mai saggina in
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facea gran guazzo. ¶ Allor si mosse una Bertuccia in
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Ciscranne ¶ Hanno già messo lunghe le zanne, ¶ Che
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caldi d'oggi son grassi i gufi, ¶ Ch
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smemorati Nicchi, ¶ Le Cornacchie si vanno già a riporre
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scorta lor diceva: ognun si muovi, ¶ E tristo a
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Mostarda. ¶ E quando Troia se combatteva, ¶ Quei da
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che piangeva. ¶ E Mugnon si doleva, ¶ Che la minestra
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e due lettiere cucciole ¶ Si stavano ammannite co i
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figlian tra mezzuli ¶ Fecion gran cacacciola alle lucciole
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Arpa co i piedi, ¶ Si trastullavan' al ponte a
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E le Chiocciole allor si dolson meco, ¶ Perch'una
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l cervel del calamajo duro, ¶ Ch'avrebbe asciutto
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la ghirlanda, ¶ Però che si disdice a voi tignosi
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Orgagna, Orgagna, ¶ E Burchiel si tuffò nel Mar di
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invaghir dell'Acqua pazza. ¶ che se i pedignon
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E lo Iddio Marte si giuocò gli arnesi, ¶ Che
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A dir che non si rada contr'a pelo
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lume di lucerne spente ¶ Si cava molta colla de
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Lione. ¶ E perchè Salomone ¶ Si lasciò cavalcar già dalla
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avevan fatto l'uova, ¶ Si che fra i neppitelli
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San Gennajo, ¶ Han fatto 'ngrandire il mio cannajo
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a letto, meco ognor si cruccia. ¶ E una melarancia
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loro, ¶ Che trassinando merda si fan d'oro. ¶ XXXII
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riva diventaron'oche. ¶ Sicchè si trovan poche ¶ Persone, che
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mantello, ¶ Perch'a Pontremol si faceva armata, ¶ E di
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bianco pieno una infornata ¶ Si vergognò veggendo don Baccello
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natura un velenoso vermo ¶ fero, che dà morte
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Pietà mi venne, e gli ricopersi ¶ In Galilea
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senza sprecche: ¶ Allablì, simble si, talba, meonne, ¶ Lecsalem, scasach
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cavoli, e di lasche ¶ Si fuggiron nel Porto di
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Eran le genti antiche mal pratiche, ¶ Che Argo
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fiera bestia di Perseo ¶ Si dolse Balaam, quando disse
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di cipolla, ¶ Ch'aprir si possa il capo di
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È fatta luce, onde si rende merto ¶ De' tre
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che 'l pigro Boote si disciolga ¶ Dalla catena, onde
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disciolga ¶ Dalla catena, onde si sciolse Giuda: ¶ Chi crederà
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e chi sia che si dolga ¶ Veggendo la mia
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Norcia se ne fè fatta pieta, ¶ Che la
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pieta, ¶ Che la corona si coprì di ruggine; ¶ E
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E 'l vento era grande, che i pennacchi
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sconfitti. ¶ E gli Aliossi si levaron ritti ¶ Allegando Boezio
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A star nello stidion insieme fitti: ¶ Il Papa
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turca, e saracina ¶ Non si converta udendo la rapina
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Santo Disma, ¶ Ed ora si frequenta da' maggiori, ¶ Che
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Onde per tal sofisma ¶ Si vive, e gode senza
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frate, ¶ Eran di lungo dall'onestate, ¶ Che si
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sì dall'onestate, ¶ Che si sarìa disdetto fra gli
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esempio d'umiltate; ¶ Or si vanno a procaccio a
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Sacramento che debito tale ¶ Si stima un soffio al
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sotto all'ulmo ciaschedun si tiene ¶ Di saper Leggi
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E nulla sanno dove si conviene; ¶ Ed è ciascun
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conviene; ¶ Ed è ciascun ingrato, e sconoscente, ¶ Che
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Men grado n'hai, son cattiva gente: ¶ E
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Proverbio, che per me si conta, ¶ Che chi a
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stessa non sa che si voglia. ¶ CCCXII ¶ I' credo
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della pancia i' ero trafitto, ¶ Ch'il fiato
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era un, che non si vede stanco ¶ Di 'mbuffar
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mbuffar merda, e gittava dritto, ¶ Che nel mio
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per Grieve convien che si scaglia ¶ A far nella
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dell'Alma, ch'è cara. ¶ La voglia di
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Il corpo n'è stanco, lasso, e vinto
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Ma questi ch'anno freddi gli orecchi ¶ Non
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E già la gente si guarda da lui ¶ Qualunque
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borsa allato s'ei si appressa, ¶ Dicendo, questo che
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Che facesti di lui bella, e netta, ¶ Degli
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Ma tu hai poi piena la bonetta, ¶ Che
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venditore ¶ Nella dolcezza che gli orsi allieta; ¶ E
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E pur di notte si pastura, e pasce. ¶ Lana
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La casa mia ha doppia la boccia, ¶ Non
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de' pensar quel che si fa di state. ¶ CCCXXIV
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Lecco. ¶ La bocca tua piena è di bocconi
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ghiottoni. ¶ I' ti darei fatta medicina, ¶ S'io
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a Niccola io son scosso ¶ Costì gli persi
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viso rosso. ¶ Se poi si regna in me il
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poltracchie, ¶ Vedi che pur si scuopron vostre macchie ¶ De
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ha munto: ¶ Or questionam, si possa far per legge
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beneficio, ¶ Ch'ogni ragion si rende al die judicio
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fumo, e grilli hai pien la testa, ¶ Fondato
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son frà gente di nuova pratica, ¶ Che tengon
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pratica, ¶ Che tengon modo dagli altri scevero, ¶ Che
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Che ti ha ristretto el budel culare, ¶ Che
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crespa del culo, e scopare, ¶ Che senza intoppo
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Il Capitan de' venti si riserba ¶ Per governar le