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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «sì»

nautoretestoannoconcordanza
1
1796
un cutuctù compose ¶ che si piccava un po’ d
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1796
oggetti e immagini fallaci, ¶ le turbar la fantasia
3
1796
per cui intrapreso avea gran viaggio, ¶ inesausta materia
4
1796
Che te ne pare?» ¶ Si strinse ei nelle spalle
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1796
giornata ¶ aveala estremamente affaticata. ¶ Si rimbarcaron poi nell’altro
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1796
per giunger là dove si sbarca ¶ avean contrario il
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1796
stessa a quel lavor si pone, ¶ e in guisa
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1796
Perciò tenne ciascun stil diverso ¶ come scrivesser in
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1796
di stile identità non si distingue; ¶ e il senso
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1796
vedendo che la prova contraria ¶ erale riuscita al
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1796
tradotta, ¶ ove trovar autografo raro ¶ quanto quella mogolla
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1796
gli studi ¶ ove sol si vedean boschi e paludi
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1796
cameretta e ivi così si lagna: ¶ «Che è ciò
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1796
finché meglio l’affar si manifesta ¶ o che ti
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1796
rasa, ¶ né altro alloggio si trova ad uopo tale
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1796
di campagna. ¶ Aica – Aica si chiamò sua moglie – ¶ appena
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1796
non ha l’alma imbelle ¶ e passa sopra
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1796
pel suo servizio ¶ indispensabilissima si rende. ¶ Semicircolarmente in frontespizio
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1796
nella capitale; ¶ chi credea si trattasse alla sordina ¶ qualche
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1796
chi sostenea che non si tratti ¶ che di scrupoli
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1796
Ma chi non ha grossolano ingegno ¶ più s
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1796
E il destro camerier ben provvide ¶ che niun
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1796
ma titol parve poi triviale ¶ che in oggi
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1796
di “sua Divina Maestà” si tratti. ¶ Tanto più che
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1796
gli onori. ¶ Or qui , gazzettier, qui sì bisogna
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1796
qui sì, gazzettier, qui bisogna ¶ applaudire al magnanimo
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1796
al magnanimo rifiuto: ¶ se spesso applaudiste alla menzogna
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1796
tributo? ¶ Finalmente non è gran vergogna ¶ di modestia
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1796
per più mesi esaltar nobil tratto. ¶ Né a
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1796
alma grande a lei si debba il pregio, ¶ ovver
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1796
mogol ciaschedun giorno ¶ indispensabilmente si raduna. ¶ Ed eccoti il
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1796
senator, cervel fantastico, ¶ che si credea d’intendere il
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1796
fu presente a session strana, ¶ ond’ei primiero
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1796
qualità ¶ a Turachina attribuir si de’ ¶ degna della mogolla
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1796
chiamato Aseità». ¶ A vocabol nuovo e inusitato ¶ sbalordì
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1796
altre lingue indagar se si vorranno, ¶ termin si troverà
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1796
se si vorranno, ¶ termin si troverà compensativo, ¶ e avervene
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1796
favealla ¶ di cui non si udì mai cosa più
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1796
a un oggetto attribuire ¶ si suol l’aseità: termin
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1796
più ascose ancora ¶ fan che con maggior sollecitudine
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1796
in Caracora; ¶ né scevra si sentì d’inquietudine ¶ finché
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1796
oggi d’esser filosofo si pregia. ¶ Guardimi il ciel
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1796
e a gran difficoltà si sottopone. ¶ Per ingegno o
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1796
cerchisi d’ottener che si propone, ¶ che se poi
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1796
o nuova ¶ ragion, tanto si fa che alfin si
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1796
si fa che alfin si trova. ¶ Pur quantunque Azzodin
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1796
Pur quantunque Azzodin autor si crede ¶ di perversa moral
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1796
vanto alcun di lor si dia ¶ d’aver fatto
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1796
la fama a strombazzar si stanchi. ¶ Per gran vittoria
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1796
aurea medaglia a lei si conia; ¶ or l’odi
51
1796
alle milizie, ¶ ed or si fa venir con spesa
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1796
dal detto altrui sedur si lascia e crede. ¶ Per
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1796
per il corpo politico si spande ¶ dai punti estremi
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1796
naturale ¶ di profonda politica si picca ¶ e ove ficcar
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1796
in quella danza; ¶ ma si dovea con previo manifesto
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1796
usanza: ¶ che se non si può sempre aver ragione
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1796
instancabil energia ¶ di minister illuminato e attivo ¶ dicean
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1796
deponga e in lei si fidi, ¶ ch’ella a
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1796
tutto in cruccio ¶ e si sprezza la tonaca e
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1796
vendicar oltraggio tanto. ¶ Anzi, si vuol che Piancarpin avesse
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1796
d’armar, se occasion si offra opportuna, ¶ contro lo
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1796
in tutti i ministeri ¶ si scorgea gran fermento e
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1796
poiché sol quel che si dice e vede ¶ e
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1796
e non quel che si tace e che s
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1796
onora, ¶ perciò comunemente oggi si crede ¶ e si credea
66
1796
oggi si crede ¶ e si credea comunemente allora ¶ che
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1796
attese; ¶ il qual, sebben si risolvesse in vento ¶ – come
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1796
splendido equipaggio, ¶ né far si vide mai più bel
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1796
altri di nome non chiaro e noto. ¶ A
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1796
governa, ¶ in cui bontà, rara in altri, annida
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1796
di sloggiar giammai ¶ e si ridea di quel viaggio
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1796
apostata t’infama. ¶ In spinoso e delicato affare
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1796
però punte mortali, ¶ che si credea più di Cuslucco
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1796
brutta!» ¶ E Toto – or superbo, allor sì umile
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1796
or sì superbo, allor umile – ¶ che di Cuslucco
76
1796
barbarie ignote ¶ tengonsi e crudei tratti inumani, ¶ però
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1796
là da Calpe e si tuffò nell’onda ¶ o
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1796
pel fiume in pria si cala ¶ e il fiume
79
1796
eoe, ¶ l’ordin sacerdotal si riverito ¶ ed ogni Can
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1796
vestito; ¶ dal che dedur si dee ch’egli è
81
1796
se talun sovr’altri si sublima ¶ per virtù rare
82
1796
di piante, ov’ei si chiude e serra; ¶ altri
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1796
il favor di Fo si manifesti. ¶ Allor beato è
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1796
la plebe, a cui si niega ¶ penetrar nel gran
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1796
ampia scalea su vi si ascende ¶ che dignitade accresce
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1796
d’ambi i lati si distende ¶ e forma vasto
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1796
a uom mortal non si concede. ¶ Son però i
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1796
doppio senso ognor torcer si possa. ¶ In mezzo della
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1796
erta opposta un bosco si stendea, ¶ d’antichissime piante
90
1796
nuvoli immensi, ¶ che o si spargon per l’aere
91
1796
scoprendo questo suol ratto si butta ¶ sulle novelle piante
92
1796
torzon l’ignora – ¶ che si unir col serafico Francesco
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1796
ne’ fervori suoi vi si rinselva ¶ il bonzo entusiasta
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1796
il bonzo entusiasta e si tartassa ¶ con orrende percosse
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1796
siccome da naval ciurma si stila ¶ concordamente alzato e
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1796
che da gran tempo si sentia appetito; ¶ onde, seguendo
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1796
destrier lentando il morso ¶ si van cercando e fan
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1796
accanite schiere erra e si mesce, ¶ la zuffa aizza
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1796
natura abbatte ¶ prevenzion che si succhiò col latte. ¶ Marte
100
1796
allor la gloria attribuir si volle ¶ sopra ogni gente
101
1796
le navi allor che si lanciaro all’acque. ¶ Ed
102
1796
e bello, ¶ come or si suol fra noi, titol
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1796
suol fra noi, titol si dava: ¶ l’“Orsacchin”, lo
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1796
ignaro costruttor mai non si spiccia: ¶ racconcia e aggiunta
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1796
far acqua accenna; ¶ or si rompe un timone, or
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1796
ch’esperti e bravi ¶ si riputar nei nautici mestieri
107
1796
virtù, s’odia e si teme, ¶ e mai non
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1796
ciascun perde coraggio e si confonde; ¶ e intanto Ataia
109
1796
cibo alla ventura ¶ andando, si gettar sopra il bestiame
110
1796
per la collina ¶ capanne si scorgean di pescatori ¶ che
111
1796
vedendo la flotta peregrina, ¶ si ritirar ne’ luoghi interiori
112
1796
fatta qualche debole difesa ¶ si rimbarcaron frettolosamente, ¶ e avendo
113
1796
feste e in spettacoli si spese, ¶ e invan le
114
1796
presso a lei fedel si tenne, ¶ e favor nuovi
115
1796
Caracora ¶ tratto talun da possenti auspici ¶ venne sovente
116
1796
Esule dalla patria, ei si rivolse ¶ a Federico imperator
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1796
fine non degno ¶ di grand’uom, di sì
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1796
sì grand’uom, di sublime ingegno. ¶ Catuna, essendo
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1796
che a ogni poter si comperasse ¶ di quell’autor
120
1796
siasi indotta pur quanto si vuole, ¶ non vi fu
121
1796
fu nel saper talpa cieca ¶ che non volesse
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1796
onde al di fuor si mostri il bel lavoro
123
1796
numeri e degli astri ¶ si solean preferir le barzellette
124
1796
cicale ¶ che all’ingresso si stan del suo soggiorno
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1796
sullunar prosperità comparte. ¶ A folli scempiezze ei ridea
126
1796
Carpin riprese «Assai sovente ¶ si favellò, poiché d’alloggio
127
1796
buona ¶ fortuna tua non si cangiasse in rea. ¶ E
128
1796
Piancarpin riprese ¶ «Dacché insiem si vivea, quando Siveno ¶ di
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1796
ed ogni età; ¶ che si temea di tradimenti occulti
130
1796
che, giungendo in paese discosto ¶ un inviato della
131
1796
ingresso pubblico e solenne. ¶ Si divisero poscia e con
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1796
il Te Deum, come si stila, ¶ venian con torchi
133
1796
dava oracoli ¶ e se si dilettava a far miracoli
134
1796
ed all’industria libertà si lascia. ¶ Così però cautelar
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1796
Voci e calunnie tai fattamente ¶ irritar quei fanatici
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1796
pinse al bivio, qual si pinge Alcide: ¶ Gloria le
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1796
le cosce e por si vede ¶ in ciaschedun de
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1796
desse allora ¶ che insiem si ritrovaro in Caracora. ¶ I
139
1796
emblematico. ¶ Femmina colossal vi si vedea ¶ indosso a cui
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1796
lor l’ignoranza e massiccia, ¶ tanta di gusto
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1796
franco risponde quei, né si sconcerta: ¶ che chi vien
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1796
la corona, ¶ se qual si dice è generosa, e
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1796
essi e del miracolo si ride. ¶ Or mentre in
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1796
e mille bocche ognor si spande, ¶ standosi ella al
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1796
memoria di Tommaso ¶ mai si scancellerà dal petto mio
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1796
col seguito e bagaglio si lasciasse ¶ il latore e
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1796
altre mani ¶ eccidi fe’ barbari e inumani. ¶ L
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1796
qui a narrar occasion si porge. ¶ Popolosa e possente
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1796
propon? Toto lo vuol? Si faccia: ¶ cosa ingiusta non
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1796
non essere l’onor necessario ¶ quando non è
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1796
è il dover che si prescrive ¶ praticabil fra quei
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1796
fra quei con cui si vive. ¶ L’affar deciso
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1796
tal arte e abilità si rara, ¶ a forza di
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1796
quelle filastroccole e chimere ¶ si prendean per ragion solide
155
1796
da sua Gran Caneria, ¶ si vede astretta alfin contro
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1796
Poi Tiribara a leggerlo si rende ¶ al ministro dell
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1796
ogni sfera è ognor raro ¶ che quei che
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1796
leggea, Cutsai dormia. ¶ Pur si destò sul fin della
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1796
e il sentimento ¶ che si dovea sostituire invece ¶ di
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1796
mio da te eseguir si debbe». ¶ Al pover Tiribara
161
1796
il tuon con cui si dette increbbe ¶ e fra
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1796
maggiore, ¶ e sia quanto si vuol d’ingegno corto
163
1796
E come di ragion si mise in furia ¶ contro
164
1796
alte imprese. ¶ Catuna allor si diè gran pena e
165
1796
che, confidato a Toto, ¶ si riserbava agli usi militari
166
1796
in simili processi, ¶ vi si trovar mischiati i capi
167
1796
mentre una tal revisione ¶ si gia continuando e il
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1796
scoprir le colpevoli persone, ¶ general trovossi il peculato
169
1796
sopr’ordine, ¶ porre invan si tentò freno al disordine
170
1796
freno al disordine. ¶ Capo si fe’ Turcan dei malcontenti
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1796
e villaggi a saccheggiar si pose, ¶ devastò le campagne
172
1796
Turachina, ¶ benché affettar tranquillità si veggia. ¶ Costernata è la
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1796
di sospetto vano, ¶ ma si scorgea il fermento universale
174
1796
del Gran Cane. ¶ Non tosto sentor Tommaso n
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1796
gl’impende, ¶ e con atroci modi e violenti
176
1796
nobile ardire ¶ Tommaso allor si presentò a Catuna. ¶ «Che
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1796
Tu sol, in tempo perverso e rio, ¶ tu
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1796
molto di me forse si loda». ¶ «Ma Toto ov
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1796
e fra i villan si tenne ¶ e più ruvido
180
1796
ella cattivar con impostura ¶ si volesse de’ popoli l
181
1796
soldo in ragion lor si consente ¶ rubar e saccheggiar
182
1796
aere il tuono, e si fan guerra ¶ i venti
183
1796
lo sguardo e non si volle ¶ impacciar nelle dispute
184
1796
venia contro canaglia. ¶ Primier si mosse il capitan mogollo
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1796
sciabola in alto, e spietato ¶ fendente scaricogli sopra
186
1796
il buffone in guerra: ¶ si rivolge e del nudo
187
1796
bada. ¶ Dal fianco allor si dispiccò del zio ¶ il
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1796
donna apparse. ¶ A spettacol fatto il veglio fiero
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1796
orribili vi stampa. ¶ Di feroce crudeltà all’aspetto
190
1796
lo vede, a lui si volse ¶ e menò un
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1796
cuoio e lo zuccotto. ¶ Si piegò sull’arcion, gli
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1796
quell’orribil botto; ¶ ma si riscosse e cotal onta
193
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che Amore e Maestà si fero amici. ¶ Dramma giocoso
194
1796
s’ei da lei si discostava un poco ¶ correagli
195
1796
sbrigò ben volontieri ¶ e si richiuse in camera soletto
196
1796
in camera soletto ¶ e si pose a giacer nell
197
1796
E giunto poscia in lontan paesi, ¶ tosto la
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1796
in pria temette, ¶ poi si sbarazza; e senza far
199
1796
in mezzo della stanza ¶ si ferman ritti ritti in
200
1796
capelli sparsi ¶ a passeggiar si pose e a tranquillarsi
201
1796
amico! ¶ Io possente in vasta monarchia! ¶ Lo splendor
202
1796
del vento. ¶ In fretta si ritira e non più
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1796
nel mondo nuovo. ¶ A ridicol lazzo da commedia
204
1796
un gran prurito ¶ e si lasciò cader sopra una
205
1796
lodar lo spirto di buon signore ¶ e lo
206
1796
color che in anticamera si stanno: ¶ forse, da ingiusta
207
1796
le pubbliche vie ei si mostrava ¶ in mezzo a
208
1796
resi allo Stato, ¶ e si torran le norme ed
209
1796
fra la plebeia oscurità si lascia. ¶ Ma Scardassal in
210
1796
e col pensiero ¶ che brillante sorte a lui
211
1796
subitamente incontro a lui si mosse, ¶ chiamollo amico e
212
1796
era egli e come si nomava, ¶ e dietro dietro
213
1796
armenti e biade, ¶ che si stendea dalla Chentea montagna
214
1796
acque pien nel Baical si getta. ¶ E per vieppiù
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1796
mille leghe ¶ i maghi si radunano e le streghe
216
1796
o che di fatto si credesser veri, ¶ noi, che
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1796
non credean che tutta si concentre ¶ in pochi rami
218
1796
e pantani e non si sporca. ¶ Altri vivean fra
219
1796
d’aerea nobiltà, ciascun si dette ¶ prodigiosa immaginaria origine
220
1796
cui marca d’onor si stampa; ¶ allor le gentilizie
221
1796
pelle ¶ di feroce leon si ricoperse ¶ al suo primo
222
1796
per asino ben tosto si scoperse, ¶ che l’asino
223
1796
dove aperta forza usar si niega ¶ l’ascosa frode
224
1796
contagio istesso ¶ dall’uom si stende in sul più
225
1796
di chiara antica origine si pregia, ¶ e di se
226
1796
o preventivo avviso ¶ tosto si faccia entrar, né si
227
1796
si faccia entrar, né si trattenga; ¶ e nel tempo
228
1796
e nel tempo medesimo si espresse ¶ chi farsi entrar
229
1796
soccorsi miei. ¶ Ma creder comune e sì ristretta
230
1796
creder sì comune e ristretta ¶ la sfera de
231
1796
casi v’è chi si compiace ¶ di creder l
232
1796
inquietudine ¶ – istinto all’uom natural, sì antico – ¶ pronto
233
1796
all’uom sì natural, antico – ¶ pronto ha ognor
234
1796
il camerier che ivi si rese ¶ entro aureo vaso
235
1796
alcuno. ¶ Levossi Osmida e si tirò da banda, ¶ e
236
1796
falso ¶ Osmida mai non si saria prevalso. ¶ E poscia
237
1796
usata. ¶ Io bestemmiai vessazion orribile ¶ e Caracora e
238
1796
di ciò che lor si dee, somma o valsente
239
1796
pretende, ¶ ridicolo e spregevole si rende». ¶ Bassò gli occhi
240
1796
tempo e chi ti si avvicina». ¶ Peraltro assai sicuro
241
1796
aura vana il Mogol si pasce e gode, ¶ lo
242
1796
esercizi appar più destra, ¶ si rivolge la cura a
243
1796
ivi s’aduna, ¶ brillar si veggia in pubblica palestra
244
1796
a me, se dominar si lascia ¶ dalla garrula Trulla
245
1796
E allusivo scambievole motteggio ¶ si fero entrambi; e alfin
246
1796
di questa gente esaminar si vuole, ¶ schiavitù e dispotismo
247
1796
sempre l’animo vil si manifesta. ¶ Ben vorrebbe Catuna
248
1796
la natura mai non si disvia: ¶ perciò all’intento
249
1796
dal consorzio comun se si rimove ¶ e riceve opportun
250
1796
men ritrosa al forastier si presta. ¶ Vedrai pur anche
251
1796
anche damerin galanti ¶ che si piccan di vezzo e
252
1796
Sol però nella capital si osserva ¶ più d’una
253
1796
soavissima dolcezza; ¶ che qualor si solleva a degni oggetti
254
1796
non usan sol di spietati modi ¶ con femmina
255
1796
che con sacri nodi ¶ si scelser per compagne han
256
1796
al più eccelso barbassoro, ¶ si distingue per rango militare
257
1796
o decoro ¶ in rango comun, sì popolare ¶ che
258
1796
in rango sì comun, popolare ¶ che persino i
259
1796
ciò non dicon poi male. ¶ Pur le gabelle
260
1796
esterno, in guisa tal si priva ¶ de’ nautici vantaggi
261
1796
uomini dabben son qui pochi ¶ che centenaria vecchia
262
1796
corte ¶ tornaro indietro e si trovaro innanti ¶ alla facciata
263
1796
tragicomica giornata ¶ che cotestei si fe’ chiamar regina; ¶ e
264
1796
e in gran pensier si tenne. ¶ Tommaso, a quel
265
1796
mutoli alquanto e alfin si scossero ¶ e altra materia
266
1796
fra lor cortesi offici, ¶ si diviser contenti e buoni
267
1796
o donne, in Tartaria ¶ si vede ciò che non
268
1796
vede ciò che non si vede altrove, ¶ onde nel
269
1796
ei seguia, che alfin si rende ¶ in solitaria parte
270
1796
E tosto che Tommaso si spogliò, ¶ «Bravo!» Toto dicea
271
1796
compagna al fianco ognor si tiene ¶ ed a nuovo
272
1796
contemplò Tommaso ¶ e più si confermò ch’egli era
273
1796
sia di Putifarro ¶ e si vedrà se voi Giuseppe
274
1796
della China. ¶ Sculti qui si vedean gruppi lascivi ¶ in
275
1796
quando Tommaso, affaticato omai, ¶ si partì dalla vedova d
276
1796
profana, ¶ a prattiche divote si converse ¶ e nel mistico
277
1796
scritture, ¶ l’aver spesa mal la vita tutta
278
1796
d’intrigo e damerin si mostri. ¶ Alla malvagità che
279
1796
ottenne ed un poter estenso ¶ ch’ella omai
280
1796
nuovo favor tenne nascosto. ¶ Si sparse in corte allor
281
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non so che vi si conosce». ¶ E tutte concludean
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del trono ¶ Catuna, che ben distingue il buono
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mensa era imbandita. ¶ Vi si assisero intorno, e avidi
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timor che il gorgozzul si scotti, ¶ gli interi polli
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il ben col mal si confondesse! ¶ Oh quanti, che
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è egli?» «Eccolo là! , quello!» «Ah ah! Quel
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notturna scena, ¶ e dietro si traen la turba folta
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che il capron dietro si mena; ¶ e nel gran
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acconce ¶ e riverenze fa goffe e sconce, ¶ quegli
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mondo costa all’uom poca cura! ¶ Gli incliti
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Poi soggiungea: «Tu che ben di tutto ¶ ragioni
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squallido e teso ¶ che si vagheggia, e tante miro
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usò finché l’ottenne. ¶ noto è in Asia
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maschil che in te si scorge, ¶ esser tu devi
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a lei veder solo si tratta. ¶ Piaccile sol: la
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l’Usbeco ¶ avventure lasciam luminose. ¶ Stranier negletto e
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e spaziosa sala. ¶ Ciascun si prostra a lei, ciascun
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fe’ delle dimande, ¶ e si dieron scambievoli risposte; ¶ e
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dir qual simpatia ¶ fer che al primo istante
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il bue l’uom si valuta, ¶ si compera, si
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l’uom si valuta, ¶ si compera, si vende e
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si valuta, ¶ si compera, si vende e si permuta
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compera, si vende e si permuta. ¶ Quindi il germe
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o tosto in lor si spegne, ¶ che non appreser
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certo ei par, che rapidamente ¶ fondato non avria
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rapidamente ¶ fondato non avria vasto Impero, ¶ se inclita
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e varie ¶ conquiste fer facili e veloci, ¶ che
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esasperate e disdegnose ¶ a presuntuoso ardir sarete, ¶ vedendo
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sol fra quei ¶ che si spaccian d’illustre alto
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de’ buoni ¶ è scarso che vi si scorge
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scarso sì che vi si scorge appena ¶ e sì
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si scorge appena ¶ e rare ne son l
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rette intenzioni ¶ talor montar si vegga in sulla scena
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merto altrui ¶ e che basse in petto idee
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petto idee ricoveri. ¶ Mi si mostri il malvagio, e
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l’onest’uom mi si mostri, e ovunque sia
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Dimmi: chi mai in remote parti ¶ portò si
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sì remote parti ¶ portò si guaste e sfigurate l
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i Grandi a chi si porse ¶ ai lor disegni
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villan barbuti; ¶ e di strano lusso odi i
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numero a ognun non si permette. ¶ Esempli grazia, più
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infra di lor permettere ¶ si degna, e l’alto
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Baburro, il direttor, che si consiglia ¶ espor sue sciocche
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acciò perfetto nel mestier si renda ¶ talor Catuna il
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idea soccomba. ¶ Perciò cara si compra e qua si
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si compra e qua si attira ¶ o penna mercenaria
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occhio a riguardar lungi si tiene, ¶ picciol l’oggetto
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A pietà Turachina alfin si mosse: ¶ tolse l’abuso
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a travaglio inuman lungi si mena. ¶ Sicché o pere
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grandioso elogio a me si faccia ¶ d’uso che
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e confusi; e qui si chiaman Iassa. ¶ Or con
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negherò lode a chi si debbe. ¶ Sicché volle a
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e moltissimo poi, se si combina ¶ amante del piacer
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pompa e splendido apparato ¶ si rendan note al mondo
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aspetto; ¶ di leggi vi si parla e di riforme
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riforme, ¶ s’ingrandisce e si esagera ogni oggetto; ¶ di
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grosso avea il naso. ¶ Si provvide di scudo e
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men spregevoli ai nemici ¶ si reser che insoffribili agli
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onde ancor Babilonia avvien si dica. ¶ Il Califfo colà
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tai non eran poi rari ¶ che, a vero
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senza domino ¶ del mondo si credea supremo sire, ¶ e
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o turco o saracino, ¶ si volea sovran dritto attribuire
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di Babilonia sulle mura, ¶ decantati e sì meravigliosi
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mura, ¶ sì decantati e meravigliosi, ¶ fur fatti costruir
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e sul sentier notatogli si tenne, ¶ finché per scale
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e insensato. ¶ Volea risponder, si volea scusare; ¶ ma il
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Zelmira e nell’andar si tasta, ¶ omai de’ fatti
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onde misure tai prender si deve ¶ che non ci
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opposto, ¶ la cosa ella ben gli spiana e
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sol, comunemente ¶ l’amante si congeda dall’amata, ¶ che
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nel congedarsi un amator si regola: ¶ queste son cose
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Tommaso da Zelmira alfin si parte, ¶ volgendo in suo
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e infatti allor non si saria potuto ¶ le cose
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lampa del diurno lume ¶ si spense interamente entro l
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in viril veste ¶ che si tenea leggiadramente in sella
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e far breve soggiorno, ¶ si fermar finalmente a un
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la mancia, ¶ e poscia si rimisero in viaggio ¶ con
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in tali incontri fer gran bravure ¶ che oggi
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gran bravure ¶ che oggi si prenderian per imposture. ¶ Dopo
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nel circasso suol già si comprende. ¶ Qui da lungi
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che a gran destin si serba, io ven provengo
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bella ¶ sotto manto viril si ricoprisse; ¶ arse nel cor
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Mengo, e a Scardassal si volse e disse: ¶ «Con
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prese 1’abito fratesco ¶ e si fe’ francescano; e favorito
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terra, ¶ e altro non si vedea che armi ed
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armi ed armati; ¶ e si facean un’ostinata guerra
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da un tanto ambasciador si deve, ¶ scritto in latino
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un lungo breve. ¶ Batù si degna di guardarlo appena
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al campo mogol quei si tratenne, ¶ visse sovente e
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lasciamlo andare, ¶ e per lunga e disastrosa via
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a morire, ¶ per successor si elesse Ottai suo figlio
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discorsi fur: vario bisbiglio ¶ si sparse allor, che saria
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lice o non lice, ¶ si fece proclamar imperatrice. ¶ Turachina
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far moto ¶ e tener si facea sin l’orinale
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abilità buffona ¶ – che tuttodì si disapprova e piace – ¶ di
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dal lavoro. ¶ Per ordine si stan del trono ai
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e cariche ¶ in altri si vedean posti assegnati, ¶ vestite
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la cosa in lungo si traea, ¶ Tommaso, che agli
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più che può volea. ¶ Si mischiò, si confuse entro
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può volea. ¶ Si mischiò, si confuse entro la folla
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sei? ¶ Come giungesti in lontan paese?» ¶ «Me di
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al trono?» ¶ Quei più si stringe a lui, poi
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le attente cure, e gentil lo credi, ¶ che
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picciol naso e par officioso, ¶ e quel fier
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frizzi. ¶ Non era Renodin arguto e dotto, ¶ ma
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gran talenti militari ¶ sovente si parlò nelle gazzette. ¶ Ei
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d’inquieta gelosia ¶ Azzodin si rodea per la vicina
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di persone accorte ¶ tributari si rese e parziali ¶ i
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Per le sue mire, diverse e tante, ¶ danaro
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le glorie d’Azzodin si conti ¶ che pe’ suoi
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del partito d’Azzodin si tenne. ¶ Ma tanto più
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di risa. ¶ Caiucco passion forte e bella ¶ ereditata
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suo padre, ¶ che fu pien di qualità leggiadre
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Er’ei per Azzodin cieco e matto ¶ che
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ch’esser nemico esercito si finge. ¶ Non teme Ottai
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se talun di regnar si mostra indegno, ¶ impunemente torgli
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che condannato a morte si dolea ¶ che alla giustizia
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iniquissima facea. ¶ «Ciò che si fa, si fa per
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Ciò che si fa, si fa per tuo vantaggio
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in residenza, ¶ mai non si vide occasion ommettere ¶ sovrana
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Can e d’Azzodino ¶ – l’un che l
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Aiton che s’ei si presentasse ¶ tratto vantaggio avria
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in che cotanto ei si distinse, ¶ farlo in Armenia
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altrove volgete e non si arreste ¶ l’inezie a
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d’immortal gloria a alto segno ¶ e d
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par di lui nessun si vide ¶ cavalier della tavola
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e ovunque al ver si dia ¶ ed all’eccelsa
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gli effetti pravi ¶ di fatti balocchi da fanciulli
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appo lui risieda e si ricoveri ¶ dei costumi il
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credeasi – e invan non si credea – ¶ che Aiton di
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munificenza ¶ cogli stranieri principi si picca, ¶ per aver sopra
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a Catuna Aiton puntualmente ¶ si pose a far il
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che sol per complimento ¶ si fosse indotto a far
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fosse indotto a far gran viaggio, ¶ ma trassene
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tal Tommaso. ¶ Molta festa si fer nel rivederse ¶ e
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diversa classe, ¶ poiché sol si chiedea da Fareddino ¶ che
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aiuti e lo soccorra, ¶ credulo non era e
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già fu che dominar si vide ¶ dall’Aurora oltre
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con pomposa corte ¶ ir si vedea talor per le
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poi meco Zelmira unir si volle, ¶ di schifar tal
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tal compagna er’io folle?» ¶ Cui Fareddin: «Comunque
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racconta poi, per menzogner si prende. ¶ Quegli a un
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fortuna e il destin si prenda gioco. ¶ Un crocifero
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cotant’auge e in lontan paese ¶ seder fra
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insiem vedute ¶ d’indole diverse e di figura
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Del resto nel mestier l’un che l
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fra lor vario dialogo si tenne, ¶ e in tal
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a parlar del Pontefice si venne; ¶ e ogni qual
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in atto di partir si volse e disse: ¶ «Più
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Fareddin tollera e ingolla ¶ fatte ingiurie, ascoltator tranquillo
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La dorata coreggia, onde si cinge ¶ i fianchi, Fareddino
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groppon gli tribbia; ¶ Carpin si volge e ’ncontro a
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e ’ncontro a lui si spinge ¶ ed un solenne
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chi più l’Asia si pregi ¶ dal lido Egeo
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incontro alle grand’isole si stende, ¶ e il Ceilan
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in bassi canal vi si dirama ¶ e in mille
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fu duce a soffrir pertinace ¶ in guerra mai
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la specie umana? ¶ Non si formar così l’anime
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che fu per Azzodin folle, ¶ quelle massime sue
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Turachina ¶ dall’eccelso Orenzeb si promettea ¶ di quello che
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aspetto miglior, in van si volle ¶ alterargli gli oggetti
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tortuosi avvolgimenti ¶ già ferver si vedean le liete danze
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fella ¶ invidiò lor felicità bella. ¶ Toto, cui legge
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suscitar dovesse ¶ e far che in eterno ei
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cura, ¶ in un angol si sta, sola e pensosa
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amori ancor più rei ¶ si volse il drudo e
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intente ¶ all’opra ha ch’altro non vede
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colui ¶ che fa giuoco pazzo e temerario. ¶ Grandi
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s’ignora. ¶ Quei che ben somiglia a un
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ecco un nuovo spettacolo si scerne. ¶ Tonda è la
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fra agiati origlier sovra si mira ¶ sedersi la bellissima
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fra le Grazie Venere si pinge, ¶ stavasi in mezzo
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sguardi degli antichi amanti ¶ si riscontrar nel rimirarsi in
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lor cotanto favorevol fu, ¶ del presente gli occupò
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contemplativa. ¶ Poi da Zelmira si congeda e riede ¶ ove
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avanti a lor, dietro si stringe. ¶ Ella gli oggetti
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piccina alma vigliacca ¶ e si rannicchia entro quel gran
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che son moderni e si dirian vetusti. ¶ Qui talor
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che vigoroso e forte ¶ si sente ond’aspirar a
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sul dosso aduna, ¶ coraggioso si pose a far sua
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alla divinità ch’ivi si cole ¶ tanto sembran più
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raffreddamento ¶ e fra lor si formasse e fra i
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austero ¶ e sol colui si veneri e s’estimi
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e infin al mar si stende; ¶ Pitù da Gengiscan
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dicea che da lui si riguardasse ¶ e il carica
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avea straordinari. ¶ E ben si potea dir che Turachina
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il valor fra noi si faccia; ¶ e codardo qual
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vita a me costui si prova, ¶ a me, che
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coloro erane dato ¶ che si volean allontanar da corte
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con essi in luoghi lontani ¶ sepolti sian del
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Poiché sebben fra lor differenti ¶ di dignità, di
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e coll’opra util si rese ¶ negli affar di
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sicura e lieta ¶ libertà si sedeano a crocchio o
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illustre amico! ¶ Quanto insiem si mangiò! Quanto si bebbe
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insiem si mangiò! Quanto si bebbe! ¶ D’insulse cerimonie
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d’orsi. ¶ E poscia si sdraiava ebbro e satollo
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scherzo da lei far si lasciava; ¶ e mentre il
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bell’umore, ¶ scaraventai ceffon badiale ¶ che te lo
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e mille rei ¶ come si taglierian torsi di cavolo
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eran questi, e costavangli poco ¶ che assai sovente
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e disse: «Ei ben si vede ¶ che meco a
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d’eroe, qual Gengiscan si crede, ¶ ma il ritratto
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d’imbelle pietà stimol si sente. ¶ Se il guerrier
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O cosa importa, ¶ quando si tratta di fondar Impero
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né prove son di squisito gusto; ¶ ma degli
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suoi ¶ annoverar come primier si debbe ¶ che, se ombra
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scimitarra e col bastone ¶ si pose a riformar la
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ch’egli ha fatto ¶ si crederia sicuramente un matto
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il nome mogol non si rammenti». ¶ «Comunque sia» Bozzon
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la moglie mia ci si comprende. ¶ Dama di corte
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quell’uso singolare ¶ che si mantiene ancor presentemente: ¶ che
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qualche ciurmeria, ¶ ch’ei si lasciava governar da lei
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Ma siasi pur come si vuol: successe ¶ al genitore
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che Gengiscan per successor si elesse, ¶ poiché la Tartaria
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col puro dispotismo ognor si resse. ¶ Il Can si
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si resse. ¶ Il Can si noma il successor, né
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la nomina pretese: ¶ perciò si fe’ girar certa scrittura
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alla naturale ¶ ei non si vive poi cotanto male
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fu il primier che remote ¶ contrade – o caso
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che giova? ¶ Il prigionier si cerca e non si