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Giacomo Leopardi, Canti, 1837

concordanze di «te»

nautoretestoannoconcordanza
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povera ancella. ¶ Chi di te parla o scrive, ¶ Che
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loco? ¶ Nessun pugna per te? non ti difende ¶ Nessun
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E piangi e di te stessa ti disdegna; ¶ Che
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so ben che per te gioia non senti, ¶ Che
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la fama che di te lasciasti, ¶ Son bronzi e
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oscura. ¶ Ma non per te; per questa ti rallegri
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costei, che sì meschina ¶ Te salutava allora ¶ Che di
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tu forse mirando a te non credi. ¶ Taccio gli
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l'ultima sera. ¶ Beato te che il fato ¶ A
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patria nostra. Ecco da te rimoti, ¶ Quando più bella
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nostri alti parenti, ¶ A te ne caglia, a te
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te ne caglia, a te cui fato aspira ¶ Benigno
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che n'affoga. Oh te beato, ¶ A cui fu
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O caro immaginar; da te s'apparta ¶ Nostra mente
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allora, il pianto ¶ A te, non altro, preparava il
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un'altra volta? ¶ Da te fino a quest'ora
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Vittorio mio, questa per te non era ¶ Età né
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tuoi quest'ermo lido, ¶ Te nella polve della vita
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ciel ne caglia: a te nel petto sieda ¶ Questa
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conservato scudo. ¶ Virginia, a te la molle ¶ Gota molcea
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Movi ad alto desio. Te l'echeggiante ¶ Arena e
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e il circo, e te fremendo appella ¶ Ai fatti
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illustri il popolar favore; ¶ Te rigoglioso dell'età novella
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s'onora: ¶ Ma per te stesso al polo ergi
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notte moribondo appello; ¶ Non te, dell'atra morte ultimo
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gente, allor che ignuda ¶ Te per le piagge e
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intenti il viator seguendo, ¶ Te compagna alla via, te
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Te compagna alla via, te de' mortali ¶ Pensosa immaginò
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curvo ¶ Etra insegnava. E te d'umani eventi ¶ Disse
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Dolor non forma, e te di colpa ignudo, ¶ Men
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nove stelle insegna. ¶ Or te, padre de' pii, te
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te, padre de' pii, te giusto e forte, ¶ E
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tuo nutrici e sedi, ¶ Te de' celesti peregrini occulte
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età dolce famiglia, ¶ E te german di giovinezza, amore
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viver che daranno a te le stelle, ¶ Certo del
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fece all'affanno. A te la speme ¶ Nego, mi
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e quanti ¶ Piacquero a te: non io, non già
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Quanto, deh quanto ¶ Di te mi dolse e duol
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sì tosto, ¶ Amor, di te m'accorsi, e il
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Pesami, è vero, ¶ Che te perdo per sempre. Oimè
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per sempre ¶ Parto da te. Mi si divide il
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alcun tempo; ¶ Non a te, non altrui; che non
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felice appresso ¶ Chi per te sparga con la vita
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gente ¶ Anima voli? o te la sorte avara ¶ Ch
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giornata incerta e bruna, ¶ Te viatrice in questo arido
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de' giorni miei; di te pensando, ¶ A palpitar mi
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destinata sua vita consuma. ¶ Te più mite desio, cura
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chi patria non ha. Te punge e move ¶ Studio
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Morte, deserto avviva. A te conceda ¶ Tanta ventura il
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maraviglia il sen. ¶ Da te, mio cor, quest'ultimo
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conforto mio ¶ Solo da te mi vien. ¶ Mancano, il
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O Nerina! e di te forse non odo ¶ Questi
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Che qui sola di te la ricordanza ¶ Trovo, dolcezza
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Dico: Nerina mia, per te non torna ¶ Primavera giammai
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mia che posi, oh te beata, ¶ Che la miseria
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alcun dolor: beata ¶ Se te d'ogni dolor morte
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divenute son, fuor di te solo, ¶ Tutte l'opre
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Gioia celeste che da te mi viene! ¶ Come da
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in lieto giardino, a te ritorno, ¶ E ristora i
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gran tempo assai ¶ Senza te sopportai; ¶ Quasi intender non
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desiri, ¶ Fuor ch'a te somiglianti, altri sospiri. ¶ Giammai
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deserto ¶ Non venni a te, che queste nostre pene
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scorso, ¶ Ch'io di te non pensassi? ai sogni
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tempo ¶ Sperar, se non te sola; ¶ Solo aspettar sereno
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il morire. Omai disprezza ¶ Te, la natura, il brutto
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quell'ardor che da te nacque è spento: ¶ Perch
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è spento: ¶ Perch'io te non amai, ma quella
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mio ¶ Supplichevol vedesti, a te dinanzi ¶ Me timido, tremante
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canto ¶ Non cercar dentro te. Canta i bisogni ¶ Del
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sorge. ¶ Mira dinanzi a te come s'allegra ¶ La
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o tenera prole: a te serbato ¶ È di cotanto
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che si serra ¶ Di te nel petto mio, ¶ Mostrato
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dall'altra parte, ¶ Che te signora e fine ¶ Credi
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o qual pensiero ¶ Verso te finalmente il cor m
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dal fato o da te fatte immortali. ¶ XXXV ¶ IMITAZIONE