Alessandro Manzoni, Adelchi, 1822

ti sfugga: il padre ¶ Te lo comanda. ¶ SCENA TERZA

mio prego ¶ grazia appo te? ¶ DESIDERIO ¶ Sollecito fu sempre

in cielo, ¶ Abbracciata da te. No; ch'io non

nol puote. ¶ Detto io te l'ho; né volentier

ei venne; e a te si vanta ¶ Grande avviso

Dell'empia razza a te nemica e a noi

attinger li possa. A te, per mezzo ¶ Il campo

E come ¶ Nota a te fu? come al nemico

mia scelta, innanzi a te soltanto ¶ Tutto vola sui

ritira) ¶ DESIDERIO ¶ Figlio, a te, rege qual son io

l'omaggio accetta, ¶ A te promesso da gran tempo

gli ha spersi; a te d'intorno ¶ Li chiamerà

quell'amato Adelchi, ¶ Per te, per quei che soffrono

attestarlo. ¶ ANSBERGA ¶ Oh! da te lunge ¶ Queste memorie dolorose

dir così; ritorna in te; respingi ¶ Questi fantasmi; il

segga ¶ Qui presso a te: son così stanca! Io

voglio ¶ Star presso a te; voglio occultar nel tuo

io sono Ansberga: a te d'intorno ¶ Stan le

nati videro ¶ Trafitti impallidir. ¶ Te, dalla rea progenie ¶ Degli

Il non aver pietà, ¶ Te collocò la provida ¶ Sventura

Era da men di te; che ora tra i

immenso ¶ Trarne, sta in te. Vuoi tu fermar la

Carlo ¶ Tal nunzio apporterò! Te più felice, ¶ Che puoi

sciagurato! ¶ Perché menti a te stesso? Il mormorio ¶ Di

Sì; per sua bocca ¶ Te l'offre Iddio: grato

TEUDI ¶ L'aspettano da te. ¶ ADELCHI ¶ Dove son essi

me lo dia. - Da te, mio Teudi, ¶ Un più

Dono ha Carlo per te. ¶ DESIDERIO ¶ Re del mio

Vendicato morir? Ma in te del cielo ¶ Io la

brando che fera: a te vassalli ¶ Son quei che

padre ei chiede, ¶ E te pur anche, o sire

dovea ¶ Esser pianto da te! Misero! io solo ¶ Ti

oh quanto ¶ Lunge da te soffersi! Ed un pensiero

ah! pur che vinto ¶ Te dal dolor quaggiù non

in cielo ¶ Fia contro te, né il nome tuo

tuo nemico ¶ Prega per te, morendo. ¶ SCENA NONA ¶ ARVINO