Vittorio Alfieri, Antigone, 1783

Passò stagion del pianto; ¶ tempo è d'oprar: me

ma, non è il tempo, ¶ or che un fratello

oltre mia speme, in tempo ancora io giungo ¶ di

vide; ancor n'hai tempo. ¶ Contro al divieto io

pianger dessi, il lungo ¶ tempo, che a' rei nepoti

al tuo padre, innanzi tempo, ingrato? — ¶ Ma, qual di

potrai forse a un tempo ¶ tali da me. ¶ Emone

sappi; e da gran tempo ¶ l'amo; e, più

cui tolti a un tempo in guisa ¶ orribil son

suoi giorni mena. Un tempo a lei men tristo

poscia... ¶ Creonte ¶ Che al tempo, ¶ ed a' suoi dubbi

dolore ¶ breve sfogo di tempo. Io fingerommi ¶ pago di

lice ¶ tutto aspettar dal tempo: io mai non credo

Pensaci; ancor n'hai tempo... ¶ ancor tel chieggio. — Or

rileva il loco, ¶ il tempo, il modo, ond'io

me non governa; il tempo, ¶ la ragion la rintuzza

così;... tutto ad un tempo ¶ salvo ho così. — Reo

me? — Ben venga; ¶ in tempo ei vien. ¶ SCENA VI

di': che cerchi? innanzi tempo, scettro? ¶ Emone ¶ Regna, prolunga