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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «tempo»

nautoretestoannoconcordanza
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ho creduto per molto tempo che fosse tutto il
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cose si capiscono col tempo e l’esperienza. Possibile
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lo sapevo, e quel tempo era passato. Me n
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di rive. Da quanto tempo non bevevo di quel
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la gente, a lasciarle tempo, vuota il sacco. ¶ Ma
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palpebre magre per guadagnar tempo. ¶ Io mi fermai, lui
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non c’era piú tempo. E Mentina aveva detto
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delle scarpe. Da quanto tempo non andavo piú scalzo
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convincere Cinto che un tempo ero stato anch’io
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n’è. Basta aver tempo di cercarli –. Non mise
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Vecchio era morto a tempo. Mi venne in mente
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c’era stato un tempo che i signori, i
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e sulle colline il tempo non passa. ¶ Tornai verso
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domani?» dicevo. ¶ Ebbi il tempo di studiare tutti i
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nessun ex partigiano, tanto tempo era passato, e non
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della chiesa, da quanto tempo non sentivo piú la
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qui ero salito un tempo, dove finiva il cortile
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La voglia che un tempo avevo avuto in corpo
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giovane e hai tanto tempo davanti. Pensa a crescere
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ricordarmi che era il tempo di potare, di mietere
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ridevano. Per tutto il tempo che tenni la scala
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scalino. ¶ Non feci in tempo a guardarmi intorno, che
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non trovavo mai il tempo, e d’inverno la
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l’indomani il bel tempo. ¶ L’inverno era la
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gin, il liquore del tempo clandestino, per chi ci
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loro debolezza già al tempo di una delle prime
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vecchi dicevano che tanto tempo fa, quando la vecchia
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matrigna non ebbe il tempo di starsene offesa perché
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Una domenica, dopo tanto tempo, risentii suonare il piano
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è?», ma c’era tempo, e allora si misero
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metteva bene, a suo tempo gli avrei fatto io
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C’era stato un tempo, raccontò Nuto, che, quando