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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «terra»

nautoretestoannoconcordanza
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la Siberia era la terra dei deportati e dei
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stesso modo, guardando la terra, mi figuravo gli insetti
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che nel grembo della terra alimentava per intiero il
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il proprio destino. Dalla terra ero nato, sulla terra
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terra ero nato, sulla terra vivevo, sotto terra sarei
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sulla terra vivevo, sotto terra sarei finito… ¶ Mi ricordavo
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nelle pietre e nella terra, sognava nei cani e
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mio. Il sentire la terra come madre accorta e
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improvvisa per la mia terra e la mia casa
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un suo pezzo di terra, alla periferia della città
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sarebbe tornato nella sua terra. Non tentava neppure d
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senzapatria, l’uomo dalla terra perduta, che vagava a
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attraversare anche la nostra terra, oppure non avesse né
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o una gobba della terra. Pareva incredibile che vi
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persino di dissolversi nella terra. Forse la causa segreta
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un posto definito sulla terra. Un bisogno scuro ci
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si usavano più sulla terra, da venti secoli… ¶ Aspettavo
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quello che accadeva sulla terra, la neve, la pioggia
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si realizzava completamente sulla terra. C’era tra me
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tra me e la terra come un’intesa, un
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infinità di carri di terra, per riempire un vasto
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diecine di carri di terra, ricavata dallo sbancamento di
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a riportarli tutti alla Terra perduta. ¶ Che io ancora
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nella Transbajkalia, in una terra più lontana della luna
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guanti. Erano caduti in terra, e una grossa scheggia
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sue ossa in quella terra dura, irrigidita dal ghiaccio
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dei vagabondi sopra la terra. Mi veniva voglia di
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Era rimasto nella nostra terra. Invano mi dicevo che
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destino era legato alla terra. Era un’imperiosa necessità
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per i sentieri di terra battuta, tra i recinti
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senza riserva alcuna la Terra perduta. ¶ Guardavamo con insistenza
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contadini e faticavano sulla terra, come da noi, ciò
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andavano con ansia alla terra, alle piogge, al raccolto
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fossimo venuti da una terra tanto lontana per lavorare
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essere per lui la terra posseduta da un oscuro
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che la Siberia era terra di deportati, di forzati
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nostra famiglia, dalla nostra terra, ed eravamo qui come
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e al recupero della Terra perduta. Attraverso quali tappe
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riempivano il carro di terra, dissodata dagli uomini col
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trasportare senza sosta la terra necessaria. Centinaia di operai
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ritornare ciascuno alla propria terra. Ognuno a suo modo
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il declino, in quella terra di geli smisurati e
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un luogo di questa terra, ma un limbo o
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di sterro, perché la terra era ghiacciata e dura
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nostre spalle ingoiava la terra, e che il popolo
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a quella di una terra felice che non esisteva
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freddissima e desolata, la terra più straniera e forestiera
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Una raccontava che la terra aveva inventato la taiga
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pregarono gli dèi della terra che salvassero la gran
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volo stecchiti, e toccando terra scricchiolavano come palle di
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gli strati soprani della terra si liquefacevano come fossero
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scavare le fondamenta nella terra gelata. La difficoltà più
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dell’isba, scavata nella terra. Poi ci offrì anche
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ora di tornare alla Terra perduta; e che fosse
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a maturazione, e la terra produceva aborti di piante
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di un angolo di terra che Allah non avesse
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il ritmo stesso della terra e della vita, come
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s’inchinava fino a terra, con la faccia rivolta
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ancora continuato, in una terra straniera e ostile, dominata
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costruire una ferrovia in terra straniera, poteva essere dolce
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sterratori per riempirlo di terra, che poi veniva trasportata
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paese e la loro terra. Anch’essi erano come
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che lo univa alla Terra perduta fosse stato spezzato
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stancata d’ingoiare la terra di migliaia di carri
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tutt’uno con la terra indurita. Forse tra un
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finale, una patria, una terra che conteneva nello stesso
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la morte. Era la terra che creava ogni cosa
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della leggenda. Era la terra di cui mi ero
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era la taiga, la terra madre e la morte
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del ritorno finale alla terra… ¶ Mentre stava ormai per
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la vecchiaia nella mia terra. Desideravo congedarmi dall’esercito
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stavano ormai tutti sotto terra. A caccia non andava
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poco nel grembo della terra. ¶ Marco e Falalej ogni
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Tribù. È seppellita sotto terra, da tanti anni, e
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viventi, e quella della terra che aveva creato il
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altro saremmo morti in terra straniera. Riprese a inocularci
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La Siberia è una terra dove niente può cambiare
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di ogni cosa, di terra, di legno, di pietra
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dai quattro angoli della terra, e molti di noi
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popolo più strano della terra. Ciò non vuol dire
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un seme germoglia nella terra e prima o poi
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e tribolata missione in terra straniera… ¶ Il pensiero della
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era a filo di terra, e per arrivarci bastava
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quello che succedeva sulla terra. Pareva non potesse far
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come un verme nella terra. Si spaventò, gli venne
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fiutava una manciata di terra raccolta nell’orto. L
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la taiga e la terra che davano la vita
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o della formazione della terra. Stagioni e stagioni avevamo
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fino ai confini della Terra promessa, o in vista
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del mare? Davvero la Terra promessa era a due
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non il vaso di terra ben concimato che serviva
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Era il ritorno alla terra madre, e noi, esseri
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oppure un monticello di terra gli era franato addosso
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dei semi caduti nella terra, che cominciavano timidamente a
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Siberia né alla loro terra. Dai loro discorsi capivo
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a Irkutsk, la mia terra perduta per sempre, il
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ero in attesa, la terra felice e senza difetto