Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

quell’ora dove far testa veniva giù pian piano

al chiosco, alzava la testa, il collo la faceva

giungevano ai nodelli, la testa gli calò nel mezzo

Tarmito non alzava la testa dal piatto. ¶ La signora

pareva lo scudo, la testa la voltava qua e

gobbo smanganato con la testa di civettotto ingabbiata nel

murata murata, e la testa crocchiò come una noce

fecero una clessidra; la testa colava e la gobba

martirio aureolava la sua testa. La cella dura aveva

stipata nella taverna. La testa del cieco abbrividiva sull

mare. Io sarò in testa, io vi guiderò all

una città tumultuante, in testa a una folla di

dente della nuca. La testa pareva una di quelle

seduti i catecumeni. ¶ La testa di costui era gialla

s’aprì e una testa glabra e spaurita urlò

zoccoli da contadini. Nella testa pareva gli ci fossero

del fuoco alzò la testa che aveva a punta

fori. La sera la testa del ciabattino era ceralaccata

alto, membruto, con la testa di San Paolo e

una panca, con la testa poggiata sul grand’omero

fulvo, vigoroso, con la testa di San Paolo e

si slargava raddoppiandosi. La testa infiammata la sollevava a

prua, si sedette sulla testa dell’arganello guardando la

I meschini ciondolavano la testa sul petto come una

Uno dell’antichità. ¶ La testa della statua era potente

Il Tarmito avvicinò la testa alla bocca della ragazza

dell’alga, con la testa pesante come il maniglione

essere imbracato con la testa al gancio dell’argano

butterò lo scialle sulla testa. ¶ La madre bagnata, inginocchiata

entravano i due. La testa del Profeta pareva arsa

della liberazione, agitava in testa a noi, lo scheggione

sia stata staccata la testa. Dillo te, Argene?! ¶ — Una

tu sappia, hanno la testa di cencio. Molte cose

del suo paese. La testa gli s’era del

ali rotonde e la testa incendiata era sospeso nel

baffi bianchi iodiati, una testa di macrocefalo sopra un

collo si attorcigliava, la testa muoveva gli occhi, la

baciava, poi, avvincava la testa indietro come se volesse

tacco, allora muoveva la testa indolente, poggiata sulle ossa

un’ugna sola, la testa cicciosa e sanguigna, sbollentava

fanga e sangue. La testa dell’arnese era una

tomba e inghiottirlo. La testa era come lievitata, un

nel nulla, soltanto la testa gli rimaneva pesante sulle

dell’albero con la testa ritta e la lingua

di cuoio serpentino. La testa staccava gialla sulla parete

la vittima poggiava la testa sul seno della tormentatrice

di un centauro, la testa brada schizzava due occhi

della grossezza di una testa appiccata al ramo mettevano

furono messi uno in testa e l’altro nel

tagliavano la pelle della testa da un orecchio all

con una mazzata sulla testa in combattimento. ¶ — Tu menti

campano di quella in testa metteva nei cuori l

uno scheletretto rimpannucciato: la testa sbollentata, gli occhi scoppiati

Profeta chinava sempre la testa, s’era stretto il

facevano pendere anche la testa. ¶ Un soldato si fece

con gli incerati, la testa scheletrita le calava giù

le mosche con la testa schiavardata. Il vetturale gli

nere che sventolavano in testa ai cortei s’ammassavano

sulle membra indolenzite, la testa sembrò di pietra. Il

sassi, ha battuto la testa sul pietrame angoloso, ci

uno scialle nero sulla testa. ¶ — Ora pensiamo a noi

occhi verdi e la testa di ferro c’è

spicinìo di una fiancata. Testa che diaccia il cervello

bandiera della Patria, in testa ai cortei dei deportati

di sughero. ¶ — Hanno la testa nel ventre. ¶ — Non l

metà dalla porta. Sulla testa d’argilla secca bianchivano

morti che marceranno in testa ai viventi. ¶ La parabola

morti e marceranno in testa ai viventi. ¶ XXXV. ¶ E

col cappuccio che ingolla testa ed elmo, sembrano tessuti

dalla locomotiva agganciata in testa a una tradotta sterminata

le corna di una testa di bue che gli