parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «ti»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
ci vai a fare? Ti mangia in un boccone
2
1956
disse: – Sta’ zitto, o ti stritolo come questa selce
3
1956
gambe più lunghe. ¶ – Giusto! ti do dieci minuti. ¶ Giuanni
4
1956
interiora. – Se un Gigante ti domanda di me, – disse
5
1956
che vuoi che io ti dia? ¶ – Allora mi mangio
6
1956
salvi la vita, io ti faccio fare una mangiata
7
1956
E cos’è che ti pare? ¶ E lui: – Doghe
8
1956
E cos’è che ti garba? ¶ – Manici da scope
9
1956
lui disperato a raccontargliela, – Ti sta bene! – gridò. – Vi
10
1956
verresti con me, che ti porto al palazzo del
11
1956
venire con me che ti porto al palazzo del
12
1956
posso muovere. ¶ – Perché non ti puoi muovere? ¶ – Perché reggo
13
1956
Quanti turni di guardia ti sei fatti? ¶ Il napoletano
14
1956
aperta. – Ma, di’, come ti sei mascherato? ¶ – Ne sapete
15
1956
mia sorella Belsole. ¶ – Non ti credo, Belmiele. Ho fatto
16
1956
appena appena; se vuoi ti do acqua di mare
17
1956
E quella cannibale: – Adesso ti do io da bere
18
1956
marito era guarito. – Come ti posso ringraziare? – disse alla
19
1956
disse: – Be’, sì che ti sposo. ¶ E così col
20
1956
tutta in lagrime. – Non ti sgomentare, figlia mia, – disse
21
1956
te a ballare? ¶ – Io ti tiro questo stivale! ¶ E
22
1956
vediamo, – si disse, – chi ti sposa: se io o
23
1956
fa: – Come vuoi che ti paghi se il gobbo
24
1956
volta, non solo non ti pago, ma ti pigli
25
1956
non ti pago, ma ti pigli un fracco di
26
1956
d’un gobbo, non ti basta che t’ho
27
1956
gli disse: – Che Dio ti possa dare tanta salute
28
1956
padrona: – Brutta Saracina! Come ti permetti di tornare a
29
1956
del suo sangue, io ti sposo. ¶ Lo sguattero voleva
30
1956
giacché ci sei, stacci. Ti tratteremo come una sorellina
31
1956
ragazza, mi fai salire? Ti faccio vedere uno spillone
32
1956
Se tu fossi viva, ti sposerei, – le disse il
33
1956
padre disse: – Figliolo, ora ti porterò nel bosco, e
34
1956
porterò nel bosco, e ti consegnerò al tuo padrino
35
1956
padrone. Tre cose sole ti proibisco: d’aprire questa
36
1956
guerra e tu che ti sei preso la figlia
37
1956
Invano le trecce belle ti fai, ¶ Dal Re selvatico
38
1956
Invano le trecce belle ti fai, ¶ Dal Re selvatico
39
1956
a farlo nella stalla, ti calo io per la
40
1956
la botola e poi ti tiro su. ¶ La legò
41
1956
un castrato dalla mandria, ti do cento ducati. ¶ E
42
1956
da quella chiesa, vinci. Ti do otto giorni di
43
1956
quel signore. – Stavolta non ti darò più danaro. Tieni
44
1956
che non ne ho! Ti basta? – e andò a
45
1956
Compare, è ora che ti tolga l’incomodo. ¶ – E
46
1956
aspetta? ¶ – Uno zio… Anzi, ti faccio una proposta: vieni
47
1956
il moro e io ti condanno a morte. Ti
48
1956
ti condanno a morte. Ti darò la grazia solo
49
1956
buttagli i pani e ti lasceranno passare. Poi tieni
50
1956
i capelli; daglieli e ti lascerà passare. Poi tieni
51
1956
le mani, dagliele e ti lascerà passare. Bada solo
52
1956
da Prezzemolina. – Sai, Prezzemolina? Ti vogliono buttare nella caldaia
53
1956
dietro: – Va’, va’ poverina, ti contenti di poco! ¶ Il
54
1956
sposare il fornaio. – Bene, ti sia concesso, – disse il
55
1956
che voleva il vinaio. – Ti sia concesso, – disse il
56
1956
la sera. ¶ – E se ti fosse concesso davvero di
57
1956
disse la ragazza. ¶ – Allora, ti sia concesso di sposarmi
58
1956
moglie: – Ma guarda, non ti pare siano d’oro
59
1956
Poverino! – disse l’eremita. – Ti vogliono mandare alla morte
60
1956
hai, – disse alla bambina, – ti manca ancora l’Albero
61
1956
contenta dei consigli che ti ho dato? L’Acqua
62
1956
Albero che suona! Ora ti manca solo l’Uccel
63
1956
è quello che parla. Ti parlerà, ma bada, tu
64
1956
credi di prendere me? Ti sbagli. Sono le tue
65
1956
le tue zie che ti mandano a morte. E
66
1956
combinato ieri, figurati se ti caliamo! Non hai sentito
67
1956
sei in mano mia! Ti ricordi quando mi dicevi
68
1956
tu fossi viva ancora ti vorrei un gran bene
69
1956
tu ci fossi ora, ti vorrei un gran bene
70
1956
il Re le disse: – Ti sogni; chi vuoi che
71
1956
ho tagliato la mano. ¶ – Ti sogni, – disse il Re
72
1956
a benvolere la ragazza. – Ti terremo come una figliola
73
1956
di male. ¶ – Anzi, scendi, ti vogliamo ricompensare. Chiedi qualunque
74
1956
canzonano. ¶ – E la gobba ti sarà levata. ¶ Le vecchine
75
1956
Ecco il castigo che ti meriti! ¶ Così il povero
76
1956
caro, vieni fuori, come ti chiami? ¶ – Cecino, – disse il
77
1956
Babbo, o babbo! Vieni: ti porto da mangiare. ¶ Suo
78
1956
Io sì. ¶ – E allora, ti lascio qui e passerò
79
1956
disse l’altro ladro, – ti giuro, non sono io
80
1956
loro pensiero. – Finché non ti sarai accasata tu non
81
1956
È un’idea che ti sei messa in testa
82
1956
Re, scegli quello che ti piace e gli domanderemo
83
1956
e gli domanderemo se ti vuole. ¶ – Vi dico che
84
1956
istupidito. – Ma come mai ti sei fatta tanto brutta
85
1956
passerà quel giovane e ti dirà: «Signora, gradisce una
86
1956
perché mi mangi. ¶ – Non ti mangio, ochina, apri. ¶ – Bada
87
1956
nel cappio e io ti tiro su. ¶ La volpe
88
1956
dia corallo. ¶ – E io ti do oro, – e le
89
1956
d’oro e quando ti pettini ti cadano rose
90
1956
e quando ti pettini ti cadano rose e gelsomini
91
1956
ragliare l’asino non ti voltare ma quando senti
92
1956
le disse: – E chi ti ha dato tutta questa
93
1956
pulci. ¶ – Adesso sì che ti voglio bene, – disse la
94
1956
spago? ¶ – Perle! ¶ – E io ti do spago. ¶ – Orecchini d
95
1956
D’oro! ¶ – E io ti do patacca. Adesso vattene
96
1956
canta il gallo non ti voltare. ¶ Andò a casa
97
1956
Regina rossa di rabbia. – Ti pare il tono che
98
1956
parla a questo modo! Ti credi che sia scemo
99
1956
mia, – disse a Caterina, – ti sei tirata in capo
100
1956
ragazza che cercavo: ora ti sposo e ti faccio
101
1956
ora ti sposo e ti faccio Regina. Però a
102
1956
disse: – Se il Re ti vuole in sposa, non
103
1956
la cosa che più ti piace, e stasera tornatene
104
1956
sì. ¶ – E noi che ti credevamo trovatella! Allora puoi
105
1956
dice la novità. – Non ti rallegrare, bada, – dice la
106
1956
sapeva cosa fare. – Ora ti spiego, – disse la cavallina
107
1956
contadino e digli se ti dà il suo vestito
108
1956
stallieri e digli se ti vogliono prendere per mozzo
109
1956
sia una donna. E ti dirò anche che mi
110
1956
piace. ¶ – Io dico che ti sbagli, – disse la madre
111
1956
tre crini, e io ti aiuterò. ¶ Venuto il tempo
112
1956
Re impallidì: – Eh? Come ti permetti! Guardie! Olà! Arrestatelo
113
1956
a bastonate, a te ti voglio aiutare. ¶ – Bravo, – disse
114
1956
nipote. Ma se parli, ti faccio la pelle. Ci
115
1956
in cambio della libertà ti porti la treccia d
116
1956
stare coi cavalli e ti metteresti a nitrire. Siamo
117
1956
che dici, cavallina? Io ti vorrò sempre più bene
118
1956
t’abbandonerò mai… ¶ – No, ti dimenticherai di me… ¶ A
119
1956
fece: – Hai visto? Non ti ricordi più di me
120
1956
lo chiamarono: – Campriano! Vieni! Ti vogliamo morto! ¶ Esce Campriano
121
1956
devi vendere la pentola. Ti diamo trecento scudi –. Campriano
122
1956
La moglie gli disse: – Ti volevano già ammazzare per
123
1956
in seno e non ti spaventare se vedrai che
124
1956
spaventare se vedrai che ti darò col coltello. ¶ Arrivarono
125
1956
con randelli e pali. – Ti vogliamo morto! Rendici i
126
1956
i nostri denari o ti ammazziamo! ¶ – Che c’è
127
1956
mi dài cotesta scatola, ti darò tutto il grano
128
1956
Vento: – Cosa vuoi, Geppone? ¶ – Ti ricordi la scatola che
129
1956
pace, perché io non ti do più niente. ¶ – Per
130
1956
fame. Se no, non ti ubbidisce. ¶ Geppone ringraziò, prese
131
1956
a me, e io ti rendo l’altra. Che
132
1956
una scatola d’oro? Ti do in cambio l
133
1956
rispose. ¶ – Ah, caro mio! Ti ci vuole un cavallo
134
1956
e di tigri che ti mangerebbero in un boccone
135
1956
specchio. Questo specchio ora ti dico come devi fare
136
1956
hanno lo specchio che ti serve. La Maga sta
137
1956
ho dato in mano, ti dico. ¶ Così presero a
138
1956
fedele e gli disse: – Ti lascio la chiave di
139
1956
il Re: – Perbacco, se ti voglio! ¶ Fu fatta la
140
1956
perché aspetto un bambino… ¶ – Ti perdoniamo, – disse la Fata
141
1956
dell’aria. Se no ti mangiamo –. Se ne andarono
142
1956
le devi dire che ti dia la scatola del
143
1956
Ma non sai che ti mangia? ¶ – Meglio per me
144
1956
i battenti, ungila e ti lascerà passare. Poi tieni
145
1956
e ogni cosa che ti serva. Io aspetto il
146
1956
Perché non sei tornato? Ti credevamo morto! – E s
147
1956
Io dov’ero? Cosa ti successe nel palazzo? Cosa
148
1956
Dove vai così solo: ti sei perso? – disse la
149
1956
disse la vecchia, – io ti metto sulla via, il
150
1956
ingegnati a farlo tu. Ti regalo questo cane: ricordati
151
1956
e sarà lui che ti farà comporre l’indovinello
152
1956
verrò a svegliarti e ti porterò il latte. ¶ Menichino
153
1956
ancora in tempo, e ti risparmieresti un carico di
154
1956
con la sua morte ti salvò, perché non poteva
155
1956
voglia. Se però tu ti mettessi d’accordo con
156
1956
una Principessa che non ti vuole, sempre scontenta e
157
1956
In cambio sai cosa ti do? Il Segreto del
158
1956
si può sapere chi ti ha mandato? – E Menichino
159
1956
e poi sei sincero: ti meriti questo premio. Il
160
1956
sposa. Disse: – Guarda se ti piaccio, – e così dicendo
161
1956
le vacche siano satolle, ti farò vedere io. Patti
162
1956
l’erba e noi ti fileremo e ammatasseremo tutta
163
1956
a una cosa che ti piace. Ti darò per
164
1956
cosa che ti piace. Ti darò per compagno il
165
1956
E la madre: – Adesso ti dico io come devi
166
1956
so, – gli disse, – ma ti prometto che se stavolta
167
1956
pure quel che più ti piace; e se vuoi
168
1956
nulla. Se dimenticherai qualcosa, ti potrà succedere una gran
169
1956
di trovarlo. ¶ – Il pettine, ti eri dimenticata, eh? – disse
170
1956
è il premio che ti aspetta per la tua
171
1956
al Principe. – Come mai ti sei imbacuccata in questo
172
1956
Testa di Bufala: – E ti pare una colpa da
173
1956
mica colpa io se ti trovi così. Non t
174
1956
dopo il bene che ti avevo fatto! ¶ – Non fu
175
1956
per benino. ¶ – Andiamo, allora: ti perdono, – disse Testa di
176
1956
Se tu mi vuoi, ti sposo. ¶ Per farla corta
177
1956
fuoco; urlava: – Birbone! Ladro! Ti ho colto finalmente! Ora
178
1956
fuori certi signori, così ti lascio sola. ¶ – Fa’ pure
179
1956
Fa’ pure come più ti piace, – gli rispose la
180
1956
che se per strada ti metti a parlare di
181
1956
un uomo e tu ti sei preso tanta passione
182
1956
fin di vita e ti voglio vedere prima di
183
1956
sei? – le diceva. – Perché ti sei travestita così? ¶ E
184
1956
Guai a te se ti trovo a leggere nel
185
1956
butto nel fuoco e ti bastono, la seconda ti
186
1956
ti bastono, la seconda ti mozzo le mani e
187
1956
mozzo le mani e ti caccio via da casa
188
1956
pere? Per poco non ti stendevo lì con una
189
1956
Re. – Che birbone chi ti ha conciato a questo
190
1956
Regina mia madre certo ti terrà con sé e
191
1956
No, fa’ piuttosto come ti dico io. Mettiti in
192
1956
aiutarti da te non ti mancano più. Addio –. E
193
1956
come una foglia. ¶ – Adesso ti mangio! Sono nella stanza
194
1956
trattenne il respiro. ¶ – Adesso ti mangio! Sono ai piedi
195
1956
del letto! Ahm, che ti mangio! – E se la
196
1956
hai disubbidito, meriteresti che ti lasciassi così –. Ma finì
197
1956
una volta, – le disse, – ti lascio morta –. E Giricoccola
198
1956
fare tutto quello che ti piacerà, ma io voglio
199
1956
disse. – È fatata e ti potrà venire buona. Quando
200
1956
torni in questi paesi? ¶ Ti voglio mangiare un dì
201
1956
anno, ¶ E se non ti mangerò, sarà mio danno
202
1956
che il gobbo Tabagnino ti porta via la bacchetta
203
1956
torni in questi paesi? ¶ Ti voglio mangiare un dì
204
1956
anno, ¶ E se non ti mangerò, sarà mio danno
205
1956
che il gobbo Tabagnino ti porta via la cavalla
206
1956
disse il Re, – non ti resta che di fare
207
1956
disse: – Cara Stellina, io ti devo mandare a guardar
208
1956
guardar le pecore, ma ti do tutto quel che
209
1956
diede un anello. – Se ti troverai in necessità, prendi
210
1956
mano quest’anello, e ti aiuterà. ¶ Un mattino che
211
1956
conto quel poco che ti lascio. ¶ Morì, ma il
212
1956
disse il gentiluomo, – io ti do questo paio di
213
1956
In questo frattempo non ti devi mai lavare neanche
214
1956
avere, – disse Sandrino, – e ti darò la tua parte
215
1956
Dovevi almeno dirgli che ti desse un ritratto, tanto
216
1956
di queste proposte! Ma ti sembra che un uomo
217
1956
niente. – Ma come mai ti eri ridotto in quello
218
1956
quelle, e a te, ti lascio in pace! ¶ L
219
1956
miei occhi che non ti voglio più vedere! – e
220
1956
più fidato, – e quando ti domandano cosa costa, se
221
1956
bestie feroci, ma se ti terrai forte vedrai che
222
1956
ho più. E così ti do buona licenza. ¶ – Come
223
1956
d’intorno, che non ti veda più! ¶ – Perché? Siete
224
1956
tutti e due. Non ti deve vedere, se no
225
1956
deve vedere, se no ti mangia; ma io ti
226
1956
ti mangia; ma io ti metterò sotto il letto
227
1956
il marito, fa: – Mammalucco! Ti sei lasciato scappare un
228
1956
nell’albergo, pensa che ti pensa, chiamò il cane
229
1956
feste, a lei sola, ti raccomando, e prima che
230
1956
la Principessa: – Ma non ti basta il pericolo che
231
1956
accanto a me non ti ci voglio. ¶ La vecchierella
232
1956
rendi i fratelli o ti scanno in questo preciso
233
1956
a guardarlo. Esclamò: – Come ti permetti, dopo che t
234
1956
è un anello che ti do: quando la pietra
235
1956
palazzo quel che più ti garba da portare in
236
1956
se tu vivessi ancora, ti sposerei subito per farti
237
1956
guardie in camera. Se ti garba, bene, se no
238
1956
disse: – Bada bene, io ti comando che stanotte a
239
1956
una siepe di pruni. Ti garba questo fatto? ¶ E
240
1956
figlio, – disse il Re, – ti benedico. Prendi quattrini e
241
1956
da casa. Quello che ti raccomando è che tu
242
1956
Brava, – disse il nonno, – ti ringrazio: bella sei e
243
1956
casolare nel bosco e ti terrò là. ¶ Così fece
244
1956
se non t’abbandono, ti manderà a morte. Dimmi
245
1956
Bene, – disse il nonno, – ti sei dimenticata niente? ¶ – No
246
1956
un tratto sparì. ¶ – Nonno! Ti ringrazio! Addio! ¶ – Va’ pure
247
1956
Ora mio papà non ti condannerà più a morte
248
1956
Sorella mia, sai cosa ti dico? Che d’ora
249
1956
Sorella mia, sai cosa ti dico? – fece lui. – Invece
250
1956
diceva: ¶ Pierino Pierone non ti rimane ¶ Che saltare e
251
1956
idea: – Brava! Visto che ti sei così intestata a
252
1956
anzi un patto. Chi ti vorrà sposare, dovrà riuscire
253
1956
oca, dissero al padre: – Ti prego, non mandar via
254
1956
Bravo giovane, – gli disse, – ti prendo per servitore. Ti
255
1956
ti prendo per servitore. Ti va? – Ma il tignoso
256
1956
guardare lontano. ¶ – Ma cosa ti manca? – gli chiedeva il
257
1956
Benedetto te, vuoi che ti porti con me alla
258
1956
giovane. – Benedetto giovane, – dice, – ti darò tutto quel che
259
1956
dolci come innamorati. – Ora ti porto a vedere una
260
1956
il suo compare morto. ¶ – Ti sogni, – disse il vecchio
261
1956
stata il tuo castigo. Ti perdono, ma non farlo
262
1956
che non lo perdi, ti do anche uno dei
263
1956
dei miei gatti che ti seguano dappertutto. Sono bestie
264
1956
se non oggi domani ti saranno utili. ¶ Il giovane
265
1956
e se non torni ti raggiungerò dove sei e
266
1956
raggiungerò dove sei e ti mangerò. ¶ Il topo corse
267
1956
mi dài l’anello, ti porto dall’altra parte
268
1956
gioco vanno pagati subito, ti diamo questo braccio di
269
1956
ben conservato e che ti servirà meglio d’una
270
1956
portò in quel giardino. ¶ – Ti raccomando, – gli disse, – devi
271
1956
per metterti a viaggiare. Ti darò un bastimento, perché
272
1956
giovane: – Buon vecchio, io ti devo molto: lascerò a
273
1956
Se arriva mia figlia ti ammazza e ti mangia
274
1956
figlia ti ammazza e ti mangia. Non sai? Io
275
1956
Bora. Aspetta qui che ti porto qualcosa da mangiare
276
1956
io e mia madre ti daremo una lettera di
277
1956
dài una pecorella, io ti do uno dei miei
278
1956
dice mia sorella? ¶ – Cosa ti deve dire? Di un
279
1956
altra pecorella e io ti do un altro cane
280
1956
un cane solo non ti serve a niente: se
281
1956
vengono due lupi come ti salvi? ¶ E il ragazzo
282
1956
avremmo mai creduto che ti saresti dimenticato dei tuoi
283
1956
storia. ¶ – Sta’ buona, poverina. Ti farò io le frittelle
284
1956
fuoco e disse: – Stanotte ti vengo a mangiare! ¶ La
285
1956
Lupo da fuori: – Adesso ti mangio! Sono vicino a
286
1956
passo sulle tegole: – Adesso ti mangio! Sono sul tetto
287
1956
per il camino: – Adesso ti mangio! Sono nel camino
288
1956
sotto le coperte! ¶ – Adesso ti mangio! Sono nel focolare
289
1956
l’occhio storto, ¶ E ti stende come morto. ¶ I
290
1956
a te, ciabattino, quanti ti hanno portato gli zoccoli
291
1956
disse: – È vero che ti sei vantata d’andare
292
1956
Re. – Quando mio padre ti chiederà cosa vuoi per
293
1956
confessare, e sentirai cosa ti dice il confessore. ¶ Il
294
1956
riporti a casa tutte ti do la buonamano, altrimenti
295
1956
do la buonamano, altrimenti ti licenzio su due piedi
296
1956
Cosa mi racconti, pappagallo? ¶ – Ti racconterò una bella storia
297
1956
dissero: «Sai, la padrona ti vuol proprio bene e
298
1956
vuol proprio bene e ti dice tutto; ma non
299
1956
ha rubato il tesoro, ti lascio in libertà e
300
1956
lascio in libertà e ti faccio marchese. ¶ Portacalcina rispose
301
1956
stai bene, sì? Non ti manca niente, no? Hai
302
1956
ai piedi, dicendole: – Io ti amo! ¶ Quando s’ebbero
303
1956
dicendo: – Stai bene, sì? Ti vedo un po’ magrolina
304
1956
andare, – disse lui, – non ti basta avermi fatto trafiggere
305
1956
il mio bel Crin, ti voglio già tanto bene
306
1956
sottosopra e guai se ti trova! ¶ Ma lei tanto
307
1956
porta le disse: – Sì, ti alloggerei ben volentieri, ma
308
1956
tieni questa noce che ti potrà ben servire. ¶ Cammina
309
1956
male; e pensò: «Adesso ti faccio vedere io!» Con
310
1956
guarda che mio padre ti metterà una benda agli
311
1956
benda agli occhi e ti farà scegliere tra noi
312
1956
Senti, bisogna proprio che ti dica che mio padre
313
1956
un povero pulcino intirizzito, ti prego, lasciami entrare. ¶ – Vattene
314
1956
rotto una spalla, ma ti voglio bene lo stesso
315
1956
disse: – Fa niente, domattina ti vengo a prendere alle
316
1956
E sì che io ti voglio tanto bene! Domani
317
1956
alle corte, ch’io ti mangi è la tua
318
1956
alle corte, ch’io ti mangi è la tua
319
1956
alle corte, ch’io ti mangi è la tua
320
1956
lo stesso? ¶ – Sicuro. Non ti basta? ¶ – No, non è
321
1956
che t’ami e ti voglia bene. ¶ – Comando, comando
322
1956
Papà mio, compramelo, compramelo, ti prego. Lo metteremo nella
323
1956
mare a ascoltarti e ti dirà: «Suoni, bella giovane
324
1956
sotto di te e ti trasporterò io a riva
325
1956
Se no, bisogna che ti ammazziamo. ¶ Lei finì per
326
1956
cielo che tu non ti possa maritare se non
327
1956
cosa comandi che io ti porti. ¶ – Mi faccia questo
328
1956
d’acqua e poi ti darò le tre cose
329
1956
al coltello e disse: – Ti ricordi quand’ero a
330
1956
Sì che mi ricordo. ¶ – Ti ricordi quando sono andata
331
1956
A te. ¶ – Visto che ti ricordi e che dici
332
1956
dice la figlia abbracciandolo, – ti domando una grazia! Guarda
333
1956
foglia, e mangia che ti mangia, finì per far
334
1956
un bambino… ¶ – Sì che ti lascio andare, – disse la
335
1956
o la bambina che ti nascerà, quando avrà sette
336
1956
che è contento che ti sposi, basta che non
337
1956
attraente di raccontare, che ti fa indovinare della sua
338
1956
che dee viaggiare, ella ti mette fuori, senza accorgersene
339
1956
se non hai paura ti mando in un palazzo
340
1956
per la Compagnia che ti verrà a prendere credendoti
341
1956
perpetua gratitudine. ¶ – Vieni, che ti porto da tuo padre
342
1956
Tribordo! E noi che ti credevamo perduto, t’abbiamo
343
1956
tornerai senza averla liberata ti farò tagliar la testa
344
1956
vecchio, – quando il Re ti dirà: «Scegli quanti marinai
345
1956
le occasioni, questo anello ti servirà, se saprai usarlo
346
1956
disse uno dei tre, – ti do mille franchi. ¶ – E
347
1956
filato tutta questa canapa, ti sposo. ¶ Nella stanza c
348
1956
pranzo di nozze quando ti sposerai col capitano. ¶ – E
349
1956
vengo. Ma guai se ti dimenticherai il mio nome
350
1956
lo stesso che non ti avessi aiutato e tu
351
1956
l’avrai filata tutta, ti sposerò. ¶ La ragazza, come
352
1956
grosso degli altri due, ti prometto che celebreremo subito
353
1956
chiamare: «Columbun!»; ma se ti dimenticassi il mio nome
354
1956
pranzo di nozze; ma ti chiedo una grazia. Visto
355
1956
me la liberi, o ti faccio tagliare la testa
356
1956
alla formica: – Tieni: questa ti servirà da tana e
357
1956
cima agli alberi dove ti poserai! – Tutto il resto
358
1956
formica: – E io, io ti do una delle mie
359
1956
a liberarti! Bisogna che ti fai dire dal Mago
360
1956
hai l’anima e ti si riesca a uccidere
361
1956
e io resti morto. Ti pare facile? Ti pare
362
1956
morto. Ti pare facile? Ti pare il caso di
363
1956
Corte. ¶ – Bravo, – gli disse, – ti sei fatto un palazzo
364
1956
a calcinaccio. ¶ – E io ti dico di no… lasciala
365
1956
si può tutto, dimostramelo. Ti do tre giorni di
366
1956
Se non ci riesci, ti faccio tagliare la testa
367
1956
Ebbene? – disse la balia. – Ti vuoi dare per perso
368
1956
fino! Sta’ contento, ché ti do mia figlia in
369
1956
Cosa t’è successo? Ti sei fatto bestemmiare da
370
1956
tieni questo sasso che ti verrà buono. ¶ Il pastore
371
1956
pettine d’avorio che ti verrà buono. ¶ Il pastore
372
1956
la ragazza. – Quella che ti sei trovato in tasca
373
1956
madre. – Non sai cosa ti può succedere. ¶ Non passarono
374
1956
passo io e così ti porto notizie. ¶ – Grazie, siete
375
1956
il Diavolo in persona ti riporterà a casa. Ma
376
1956
bisogna che tu dica: «Ti vedo! Ti vedo!» ¶ Quando
377
1956
tu dica: «Ti vedo! Ti vedo!» ¶ Quando venne Naso
378
1956
da mia madre? ¶ – Non ti fidi di me? – fece
379
1956
il sacco e aprirlo. ¶ – Ti vedo! Ti vedo! – gridò
380
1956
e aprirlo. ¶ – Ti vedo! Ti vedo! – gridò subito la
381
1956
sacco perché sentì gridare: – Ti vedo! Ti vedo! ¶ La
382
1956
sentì gridare: – Ti vedo! Ti vedo! ¶ La lavandaia, che
383
1956
e fece per aprirlo. – Ti vedo! Ti vedo! – gridò
384
1956
per aprirlo. – Ti vedo! Ti vedo! – gridò Lucia. ¶ «Perbacco
385
1956
fino sono io, perché ti ho rubato i tacchi
386
1956
rispose: – E dormi! Non ti ricordi che l’hai
387
1956
se vince tuo figlio ti prendi tutta la roba
388
1956
se era matto. ¶ – Così, ti metti paura? Non ti
389
1956
ti metti paura? Non ti fidi? – gli fece il
390
1956
punto, figlio mio, non ti resta che portarlo con
391
1956
che fai lì? Come ti chiami? ¶ – Folgore, – disse quello
392
1956
acchiappò. ¶ – Be’, sai cosa ti dico? – disse il Magliese
393
1956
altro. – E tu come ti chiami? ¶ – Ciecadritto, – rispose. ¶ – Che
394
1956
come si chiama? ¶ – Come ti chiami? – chiese il Magliese
395
1956
Si misero a gridare: – Ti diamo un altro carlino
396
1956
diamo un altro carlino, ti diamo un altro carlino
397
1956
a faccia sotto? Come ti chiami? ¶ – Orecchialepre, – rispose. – Sento
398
1956
soffiava: pfuh! pfuuuh! ¶ – Come ti chiami? – gli chiesero. ¶ – Soffiarello
399
1956
stata tua e adesso ti tocca pigliartelo, sia chi
400
1956
Reginella dice che non ti vuole per marito a
401
1956
più togliere e non ti reggeranno più le gambe
402
1956
tiro una freccia e ti faccio saltar via la
403
1956
a vincermi alla corsa, ti regalo quest’anello per
404
1956
vecchio di te? Se ti prendi per moglie quella
405
1956
per moglie quella pazza, ti prendi il diavolo in
406
1956
in grazia di Dio. ¶ – Ti ringrazio di quel che
407
1956
lui reggeva tutto. ¶ – Come ti senti? – gli chiedevano. ¶ – Scommettiamo
408
1956
Ah, scemo! – disse Soffiarello. – Ti sei scordato che io
409
1956
il Nanni-Orco, – che ti porto a casa mia
410
1956
me e così non ti batterà più nessuno –. Tutte
411
1956
mamma tua? E allora ti lascerò andare a vederla
412
1956
lascerò andare a vederla. Ti darò un ciuco da
413
1956
mia, non gridare, che ti faccio ricca! – Tirò via
414
1956
con me, e non ti venga più in testa
415
1956
mamma mia, apri: stavolta ti darò da esser sazia
416
1956
malandrino! Vattene, vattene, che ti possano scorticare! ¶ Lui fece
417
1956
vuoi che la mazza ti batta. ¶ La madre aperse
418
1956
cosa ne pensi? Che ti dice questo tuo cervello
419
1956
sta’ attento: il Maestro ti porterà in una stanza
420
1956
e tutto insanguinato! Ora ti governerò io –. Per prima
421
1956
mio vero aspetto, e ti racconterò tutta la mia
422
1956
ma se il Re ti obbliga, buttalo forte in
423
1956
miei gattini e io ti voglio fare un bel
424
1956
disse il massaro, – se ti succede un’altra volta
425
1956
ecco avverato quel che ti diceva la civetta. ¶ Figuratevi
426
1956
in poi comanderai e ti godrai ogni ricchezza. ¶ Vennero
427
1956
dicendo: – No che non ti perdono né ti perdonerò
428
1956
non ti perdono né ti perdonerò mai. Avrai la
429
1956
Avrai la punizione che ti meriti. Preparati a morire
430
1956
della luna piena, ¶ Io ti conobbi in vita e
431
1956
son diventata una Sirena, ¶ Ti salverò e sarò condannata
432
1956
marinaio, – perché le Fate ti salveranno. ¶ – Torna qua domani
433
1956
Torna qua domani, e ti darò la risposta. ¶ L
434
1956
io muoio: quel che ti comando dovrai farlo. Quando
435
1956
due parole in confidenza. Ti devo dare mia sorella
436
1956
nostre sorelle che forse ti potranno aiutare. ¶ – E se
437
1956
potranno aiutare. ¶ – E se ti troverai in pericolo, – disse
438
1956
tre setole di porco; ti basterà gettarne una in
439
1956
una in terra e ti toglierai da ogni impaccio
440
1956
uditi. Se no domani ti farò tagliar la testa
441
1956
Sì, – disse il suocero, – ti sei meritata mia figlia
442
1956
Nemico. – Che hai che ti fa arrabbiare, marinaio? ¶ – Che
443
1956
sconosciuto, – disse il Re, – ti sei presentato alla giostra
444
1956
Finiamola! – disse il Re. – Ti comando di far venire
445
1956
adesso? ¶ – No, ora non ti vediamo. ¶ – E così non
446
1956
torneranno i miei figlioli? Ti vorranno mangiare. ¶ – Perché mangiare
447
1956
come ha fatto? Sì, ti diamo la mano di
448
1956
scivoli d’addosso. ¶ – Non ti preoccupare, – disse Liombruno, – tu
449
1956
vuole che viviamo insieme: ti devo lasciare –. Tutte le
450
1956
separare da te, ma ti lascerò questo ricordo –. Ficcò
451
1956
casa, ella gli disse: – Ti ricordi quella serpe che
452
1956
mangerà il fico e ti ringrazierà e ti inviterà
453
1956
e ti ringrazierà e ti inviterà a salire. Ma
454
1956
fico. – Vieni su che ti do un bacio! Non
455
1956
do un bacio! Non ti mangio, te lo prometto
456
1956
sul fuso. ¶ – Vieni su, ti prometto per l’anima
457
1956
d’Oro che non ti mangerò. ¶ Allora Filomena salì
458
1956
e cinque, se no ti mangio. ¶ Filomena, a piangere
459
1956
dài un bacio, io ti faccio raccogliere in un
460
1956
un bacio, – le dice, – ti insegno il modo di
461
1956
Tieni questa pala, che ti sarà pure utile. Addio
462
1956
sai che l’Orca ti mangia? ¶ – Se non mi
463
1956
senza scottarmi, e io ti vado a prendere lo
464
1956
Mi dài un bacio? Ti faccio tornare il suono
465
1956
da mia madre. Lei ti domanderà il perché del
466
1956
ci mettiamo d’accordo, ti prendo per garzone. ¶ – Sì
467
1956
Non sei andato dove ti avevo mandato! Sei licenziato
468
1956
e gli disse: – Io ti do danari, da mangiare
469
1956
ancora una parola e ti taglio anche la testa
470
1956
figliola! Basta che non ti fai vedere! ¶ – Allora, zia
471
1956
la Regina, – e poi ti butterò nella pece. ¶ La
472
1956
Figlia mia, perché non ti vuoi maritare? ¶ – Papà, – lei
473
1956
mesi alla nicchiola ¶ E ti viene la parola! ¶ E
474
1956
Non la perdere. Domattina ti rimetterai in cammino fino
475
1956
della Turca-Cane e ti farà salire. La Turca
476
1956
salire. La Turca-Cane ti chiederà quanto vuoi di
477
1956
spezzerai la noce e ti metterai a vendere quel
478
1956
scavare; e scava che ti scava arrivò fino a
479
1956
pure come il cuore ti comanda –. E il Re
480
1956
Stattene qui, che non ti mancherà niente. Io non
481
1956
io vado a caccia. Ti lascio qui il pranzo
482
1956
la mangi, quando torno ti prendo per sposa. Ma
483
1956
non l’hai mangiata, ti taglio la testa. ¶ Teresa
484
1956
uomo. Se lo mangi, ti sposo; se no, t
485
1956
lo domandi? ¶ – Perché ora ti dico. Quest’abito, se
486
1956
il volo. Vola che ti vola, giunse a un
487
1956
di quest’abito. ¶ – Cosa ti ci vuole? – disse il
488
1956
mezzadro e gli disse: – Ti do quanto vuoi, basta
489
1956
non vuoi cameriere, perché ti spogli da sola. Quando
490
1956
levo io, una veste ti levi tu». E tu
491
1956
levi tu». E tu ti toglierai la prima veste
492
1956
levo io, una veste ti levi tu», e lui
493
1956
devi fare quel che ti dico io. ¶ – Quello che
494
1956
dalla tua sedia e ti metterai a ballare con
495
1956
con me, e se ti toccherà di buscarne, buscale
496
1956
obbedisci a quel che ti diciamo? – Presero un bastone
497
1956
proprio a te! Non ti ci provare neanche, tanto
498
1956
provare neanche, tanto non ti vuole. ¶ Ma il figlio
499
1956
Regina gli dissero: – Non ti vuole, te lo diciamo
500
1956
con occhi duri. – Non ti ricordi quel che mi