Luigi Pirandello, Pasqua di Gea, 1891

tanto bene ¶ al corpo ti s'attaglia? ¶ Via, prendi

ornato di vermene. ¶ Chi ti vedrà passare ¶ dirà: "Che

con pïetosa mano ¶ io ti deponga ancora. ¶ Oggi la

oggi, va'! dimani, ¶ diman ti giungerò, ¶ Larva dei sogni

t'amo, e mi ti do." ¶ No, larva; se

do." ¶ No, larva; se ti prendo, ¶ non sarò piú

vo. ¶ E mai non ti raggiunga, ¶ e non s

nuove ¶ vorrei di te. Ti posa ¶ l'amico a

che nel cuore ¶ dapprima ti fiorí. - ¶ E la vecchietta

mai sconforti, ¶ e quanti ti dà affanni ¶ questo tardo

ritiene? ¶ Che mai tanto ti tarda ¶ stanotte di scoprire

la lunga esperïenza, ¶ non ti potran servire ¶ per quel

Sei tu, sei tu, ti sento, ¶ son tuo, trïonfa

crudele gioco ¶ per prova ti conosco, ¶ e piú non

conosco, ¶ e piú non ti pavento: ¶ So quanto tempo

l'hai cantato; ¶ io ti vedo spacciato, ¶ le innamorate

spacciato, ¶ le innamorate nuove ¶ ti mangeran con gli occhi

puoi dormire, ¶ né piú ti desterai. ¶ Le tue membra