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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

concordanze di «ti»

nautoretestoannoconcordanza
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Mario, zittuti. Smettila, se ti sentono le Fate sono
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cercava di rassicurarlo: «Non ti scantare. Nessuno ti porta
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Non ti scantare. Nessuno ti porta via, ci sono
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l’uomo. «Ah, se ti prendo…» ¶ Nica sgusciò fuori
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lei si trovò sopra. ¶ «Ti ho preso!» gridò e
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Podgora. «Guarda che io ti voglio sposare subito.» ¶ «Le
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con i genitori. ¶ «Ma ti piace?» le domandò il
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convenne la madre. «Ma ti piace? Perché quando te
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di cannone: certo che ti scanti! Ma non ti
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ti scanti! Ma non ti preoccupare, ci sono io
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si sentì un vigliacco. ¶ «Ti voglio far vedere una
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dalla tasca una fotografia. «Ti piace?» ¶ Mario osservò le
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Quella accanto, la sorella, ti piace?» ¶ «Non lo so
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te la presento. Magari ti innamori e facciamo il
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dispiaciuta. «Guarda che però ti devo fare rapporto.» ¶ «No
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saperne di più. ¶ «Che ti devo dire?» gli rispose
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mi sento male chi ti apre?». ¶ «Megghiu dire chi
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a parlarle dolcemente: «Non ti preoccupare, il parto è
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Ah, che malochiddire che ti darà!». ¶ La bambina uscì
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notare Melina. ¶ «Secondo me ti fa gli sberleffi» rispose
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cielo, sorpreso. «Ma come ti viene in mente una
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fossero marito e moglie. «Ti ricordi di me?» chiese
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dietro i polsi. «Che ti passa oggi, ah? Fai
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alla bambina: «Ava’, non ti scantare, la puoi prendere
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di attenzioni, ma almeno ti convinci pure tu che
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vai a mangiare? E ti piace chillo ca’ mangi
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diventi bello pacchione o ti faccio radiare dall’Arma
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ragazzo, Mancuso, Dio non ti abbandonerà.» ¶ Fu bello consegnare
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donna di fora e ti porta lontano lontano, in
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in un posto bellissimo. Ti fa passare il mare
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senza vagnariti i piedi, ti trasporta sopra le nuvole
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pigiamini e cuffiette. ¶ «Che ti sta bello ’stu cappottino
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casa pareva di soffocare. «Ti porto alle giostrine, oggi
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guizzanti. ¶ «Aspetta, ’nzà mà ti bagni.» La zia le
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dietro il collo. «Non ti inchiappare, che tua madre
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domandò la donna. «Non ti avevo dato l’indirizzo
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dire sciocchezze, da quando ti ho conosciuta non ho
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di te tanto che ti ho dato la casa
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fiducia e grande stima, ti prego gradire il mio
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Procura sempre che tutti ti stimino oltre che per
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che trovi nella presente ti accorgerai che già sono
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macigno grave della consapevolezza. ¶ Ti scrivo oggi per un
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nella tua posizione non ti sarà impossibile. Si chiama
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protezione, te lo affido. ¶ «Ti abbraccio con affetto, etc
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questo che la Curia ti ha mandato a Palermo
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è solo nostro Signore. ¶ Ti prometto che mi occuperò
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appena risolte alcune questioni. ¶ Ti abbraccio con l’affetto
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lungo i fianchi. ¶ «Guagliò, ti trovi bene in caserma
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Sei proprio sicuro? Non ti manca qualcosa o qualcuno
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a verità, guagliò: non ti manca tua moglie?» ¶ «Non
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lui? ¶ «Allora, guagliò? Che ti passa dinta ’o core
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a me chillo ca’ ti sta succedendo» insisté l
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male che le cose ti vanno bene!» esclamò il
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sempre da solo. Guagliò, ti piacerebbe essere trasferito a
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carabiniere proprio non capiva. ¶ «Ti avevo sottovalutato, con quel
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A forza di strabuzzarli ti cadranno fuori dalle orbite
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le tensioni sociali aumentano…». ¶ «Ti saluto, Mario» lo interrompeva
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si metteva a urlare: «Ti ha lasciata, lo vuoi
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te!» ¶ «Zizzì, zizzì.» ¶ «Chi ti fa più di mamma
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più di mamma, o ti finge o t’inganna
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disinfettando la ferita. ¶ «Ora ti pare a tia e
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giunte sul petto. ¶ «Come ti chiami?» ¶ «Roton.» ¶ «Che nome
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si chiuse a riccio. ¶ «Ti sei offeso? Scusa. Il
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Sì, io. Aspetta che ti faccio vedere.» ¶ Roton aprì
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i fatti tuoi.» ¶ «Non ti ho spiata. È che
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aver paura. Vuoi che ti presenti un mio amico
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parli e io non ti rispondo?» ¶ «Si, sì» rispose
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risuonava nell’animo. ¶ «Vieni, ti ci vuole un abbraccio
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manco ai cani” pensò. ¶ «Ti lascio solo a riflettere
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è Taccitedda e io ti ammazzo subito senza farti
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per la giacca: «Non ti offendere, ma sei così
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Baldi, e io non ti voglio tra i piedi
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gli occhi: «Non sapevo ti interessassi di politica». ¶ «Shhh
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presidente lo trattenne: «Siediti, ti devo parlare». ¶ Aveva il
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più come carabiniere semplice: ti ho proposto per la
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carabiniere scelto e poi ti trasferiranno a Palermo. Questi
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opache sul ripiano lucido. ¶ «Ti porto con me, Mancuso
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un rumore sinistro. ¶ «Guagliò, ti sì fatto gruosso» gli
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i bicipiti. «Ma forse ti devo chiamare Carabiniere scelto
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vitino sottile che hai, ti sta bene tutto» aggiunse
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rimproverò lei infastidita. ¶ «Io ti darò di più, io
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darò di più, io ti darò di più…» suonava
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È una picciridda, non ti fa pena?» ¶ Quella si
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Giovanotto, sei stato fortunato, ti potevano ammazzare, sai?» spiegò
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lo strinse al petto. «Ti fa male?» chiese puntando
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Ma che dici? Non ti faccio mancare nulla. Cucino
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nulla. Cucino per te, ti do le medicine e
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do le medicine e ti aiuto anche quando fai
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lei la completasse. ¶ «Mario, ti respiro ogni notte, sento
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con un sorriso artificioso. ¶ «Ti voglio dare un consiglio
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Ava’, levaci tutto che ti faccio vedere una cosa
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qualcosa doveva avere orecchiato. ¶ «Ti devo parlare» le sussurrò
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è questo che non ti dà pace, scimunita». Soffiò
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In quei giorni non ti devi lavare, sennò ti
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ti devi lavare, sennò ti puoi sentire male; non
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accanto a lei. ¶ «Bevi, ti farà bene» disse Melina
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più semplice?» ¶ «Ah, non ti lamentare. Diventare donna al
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giri intorno da quando ti conosco!» Binah tenne strette
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che puoi sistemare come ti pare. E tu ti
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ti pare. E tu ti lamenti?» ¶ «Bugia!» protestò Maruzza
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di verità. ¶ «Vuoi che ti faccia vedere?» si offrì
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mai qua?» domandò Mario. ¶ «Ti devo parlare» disse il
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due anni, pure se ti cresce il piede.» ¶ Sulla
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e sollevò una gamba. «Ti piacciono?» domandò con voce
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munnu, mi sintissi persu; ¶ ti vogghiu beni chiù di
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alla mamma e quella ti darà una bella vasata
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lo sentiva proprio. «Mancuso, ti vuoi rovinare. Se lo
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appuntato con occhi dolci, «ti porto al sicuro.» ¶ Quella
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a momenti arriva Mario.» ¶ «Ti ho portato un elefantino
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in quel preciso istante. ¶ «Ti ricevi gli uomini in
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di strapparle un sorriso. ¶ «Ti saluto, Melina, ché se
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poggiava larga sulle zampette. «Ti ho preparato la cuccia
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cuccia nel bagno, non ti azzardare a farmi i
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vocina tenera e strozzata. ¶ «Ti scappa!» esclamò Melina, come
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poi rivolta al bambino: «Ti manca la nonna, vero
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la nostalgia, ché altrimenti ti avvelena l’anima.» ¶ Melina
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strisciava tra le lenzuola. ¶ «Ti avevo preparato una bella
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il Padreterno, dopo che ti ha fatto un regalo
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verso casa. ¶ «Vieni che ti faccio conoscere una mia
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la madre, «vieni che ti presento suor Antonella.» ¶ La
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sentì in paradiso. ¶ «Mancuso, ti piace leggere?» domandò la
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senza vita. ¶ «Allora, che ti piace?» domandò la donna
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non è normale che ti faccia così male» la
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un po’ a parlare. “Ti facissi!” mi ha sibilato
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la figura della borghesuccia.» ¶ «Ti è piaciuto?» chiese Maruzza
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di spogliarsi: «Dài, non ti faccio niente, voglio solo
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lenzuola umide Maruzza tremava. «Ti scaldo io» aveva sussurrato
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soffice, continuando a ripeterle: «Ti amo, sei bella, mi
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fatti un tiro, almeno ti consoli». ¶ «Sei pazza!» urlò
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campo?» rispose Caterina. ¶ «Magari ti aiuta lui.» ¶ «Non voglio
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timpulate. ¶ «Non è che ti pagano per insegnar loro
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ho mai avuti e ti assicuro che la mia
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insegnato come usarla.» ¶ «Se ti avessero spiegato come fare
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niente. Di lavorare non ti spercia. Meglio che lo
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timone. Possibile che non ti venga voglia di stabilire
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modo fino a casa. ¶ «Ti ammazzo di legnate!» urlò
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mai litigato con te, ti ho sempre lasciato fare
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sono stata ubbidiente. Non ti ho mai risposto male
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Mario. No, non quando ti ho conosciuto. Al mercato
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cercavo tenerezza, pazienza. Tu ti sei avventato su di
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di sordi. Sai che ti dico, Mario Mancuso? La
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la sono tolta. Non ti temo più, ora sono
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tutte le mie compagne.» ¶ «Ti piace essere uguale alle
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andare.» ¶ «Si vede che ti voleva bene.» ¶ «Allora tuo
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Allora tuo padre, che ti tiene chiusa in casa
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tiene chiusa in casa, ti adora!» ¶ A questo Maruzza
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Tuo padre con me ti fa uscire.» ¶ Il concerto
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ma…» ¶ «… tuo padre non ti manda.» ¶ «Eh già.» ¶ «Tanto
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noi due e poi ti accompagno dove vuoi.» ¶ «Guarda
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dimmi: dove vuoi che ti accompagni?» chiese. ¶ «Portami a
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Posso aiutarti? Magari se ti costituisci, ti possiamo proteggere
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Magari se ti costituisci, ti possiamo proteggere dalla mafia
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E allora da chi ti scappi?» ¶ «Ma dove vivi
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a te e non ti succederà nulla di male
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si abbandonarono alle confidenze. ¶ «Ti ho portato un regalo