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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «ti»

nautoretestoannoconcordanza
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quaggiù... BRATH! ¶ – Non strillare, ti fa male strillare, Arold
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strillare, Arold. ¶ – Dove diavolo ti eri cacciato... è un
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arrivato..... ieri...... ¶ – Ehi, Pit, ti ha morso il demonio
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di Jun Rail non ti lasciava in pace. Ti
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ti lasciava in pace. Ti trapanava la fantasia, semplicemente
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trapanava la fantasia, semplicemente. Ti impiastricciava i pensieri. “Un
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Perché è così che ti frega, la vita. Ti
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ti frega, la vita. Ti piglia quando hai ancora
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l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine
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proprio stupore, Jun disse ¶ – Ti prego, non dirlo a
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e gli occhi chiusi. ¶ – Ti prego, non dirlo a
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della sera. Il sole ti piglia di fianco, quand
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creare un grande cantante”, ti dico che andrebbe a
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l’acqua, quella che ti casca sulla testa, a
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sorride. ¶ – Be’, sai cosa ti dico? lo troveremo, Pehnt
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di quelle cose che ti fa svegliare al mattino
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Mi piacerà? ¶ – Certo che ti piacerà. ¶ – Mi piacerà come
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di tic perpetuo che ti segava l’anima. E
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vedere e del sentire – ti si tendevano le reti
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dentro il piacere – così ti girava dentro l’anima
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e crudele sterminio che ti germoglia dentro – chissà se
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mondo, mentre tutt’intorno ti sferraglia la tentazione di
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canyon di animo buono. Ti lasciava sbagliare, quasi sempre
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cinese. ¶ – Non solo Jun ti perdonerà: ma quello sarà
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quelli – e nessuno mai ti fissava in quel modo
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in quel modo, come ti fissava lui. E taceva
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mi ha detto che ti danno un biglietto, tu
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biglietto, tu paghi e ti danno un dischetto d
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treno”, “Cosa pensavi, che ti pagavano a te per
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Ma chi vuoi che ti rubi una locomotiva?”, “Una
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maledettamente sola – disse Jun. ¶ – Ti piace? ¶ – È strana. ¶ – Strana
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al massimo, e io ti dico che metterò su
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li troverai quei soldi. ¶ – Ti dico che partirà, quel
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pieno di lacrime. ¶ Quando ti alzi e tutto il
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duro ancora un po’, ti prego... qui non muore
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il mio bicchiere... ¶ – Senti, ti vuoi spostare un po
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aprì gli occhi. ¶ – Tieni, ti ho portato a vedere
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vuoi morire bisogna che ti dai da fare, insomma
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insomma... cioè, volevo dire... ti piacciono così turchesi? eh
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è come se non ti bastasse una vita sola
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Però quando la gente ti dirà che hai sbagliato
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tutto il tempo che ti sono stato vicino... ci
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è una cosa che ti mette l’allegria addosso
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ragnatela, accorgersi che qualcuno ti chiama, farsi scappare dalle
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cavallo che impazzisce e ti manda all’altro mondo
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e tutta la vita ti si raccoglie nelle orecchie
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non lo so, lui ti guardava sempre con quegli
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quegli occhi pazzeschi, non ti guardava come lo fanno
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Niente che parlasse, o ti guardasse. Un deserto marcio
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il Crystal Palace? Sì, ti porterò un giorno, adesso
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continuo, pazzesco volare dappertutto, ti scompigliava la testa. Sparargli
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incantevole, un’emozione che ti inchiodava lì, nella notte
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lo so perché tu ti ostini a mandarle là
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vera è che tu ti ostini a non voler
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sé ridicola, che tu ti sia sposato la figlia
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che giudico desolante tu ti sia messo a fare
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bambino, cosa che ineluttabilmente ti porterà a metter su
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Che razza di idea ti è venuta in testa
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abbastanza grane senza che ti ci metta anche tu
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a quella povera creatura. Ti rendi conto che quello
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a fare l’assicuratore? Ti pare che uno possa
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lunga. Poi un giorno ti racconto. ¶ Molto venerabile, e
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lo so che non ti piace, ma non voglio
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tua, vecchio, maledetto Pekisch. ¶ Ti abbraccio. Dio sa quanto
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abbraccio. Dio sa quanto ti abbraccio. ¶ Pehnt, assicuratore. ¶ 4 ¶ Accadono
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dissi “Allora non credo ti convenga partire davvero”, così
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vetro. Le storie che ti ho raccontato io. Vedrai
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detta, Impossibile, Quel che ti manca è la memoria
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Andersson, Quello che non ti manca è la fantasia
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essere una cosa che ti rende speciale. Lei ce
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a vivere con te. Ti prego. ¶ È per questo
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con la paura che ti stringe la gola, e
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mangiare, a ridere. Non ti riesce più nulla. Stai
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vedova Abegg. Ma quando ti viene quella voglia di
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piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non
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non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto
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dell’umanofono. “La terra ti sia lieve, come tu
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ammoscia se non parla. “Ti piace, eh, troia? E
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in gola, dài, che ti fa godere, stupida troia
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troia alla donna che ti sta facendo un pompino
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sei stato, che tutti ti cercavano?”. E lui diceva
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verso di togliertelo. Allora ti rannicchi da qualche parte
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delle storie. Quel che ti viene. Ma lo devi
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merdaio lì. La miseria ti stava addosso, non ti
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ti stava addosso, non ti perdeva di vista un
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e mille fogli, e ti scriverò, piccola Elena, e
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scriverò, piccola Elena, e ti dirò perché uno poi