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Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

concordanze di «ti»

nautoretestoannoconcordanza
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1890
nella bruna notte. ¶ - Io ti voglio tanto bene - disse
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lei, cessando di piangere. ¶ - Ti voglio tanto bene, Anna
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tanto bene, Anna. ¶ - Io ti adoro, anima mia diletta
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bene, devi esser tranquilla... ¶ - Ti adoro, creatura mia cara
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non piangerai più così... ¶ - Ti adoro; ti adoro; ti
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più così... ¶ - Ti adoro; ti adoro; ti adoro - ripeteva
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Ti adoro; ti adoro; ti adoro - ripeteva ella monotonamente
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io no. ¶ - Ma io ti adoro, Giustino! ¶ - Questo, al
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mi vuoi bene, che ti adoro, che morremo, se
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hai reagito, perchè non ti sei ribellato? Sei giovane
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è un glaciale calcolatore, ti ha fatto paura? ¶ - Perchè
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gli tremò - e pure ti consiglio a dimenticare questa
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e mi ami, e ti debbo dire: dimentica, dimentica
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separazione; se mi amassi, ti parrebbe di morire dovendo
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di dignità a chi ti adora, a chi non
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so nulla di questo: ti amo, non so niente
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è amore. Taci. Non ti capisco: non puoi capirmi
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rimorso. Sono io che ti ho turbato l'esistenza
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importa. ¶ - Sono io, che ti rendo ribelle a Cesare
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Sono io, infine, che ti strappo al tuo sonno
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L'amore assolve. ¶ - Io ti assolverei; non gli altri
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vergogna? Della tua vergogna ti preoccupi? E la mia
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sono molti: e tu ti vergogni di quello che
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diranno di te? Io ti vengo dietro come una
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vuoi bene, che io ti adoro, ma egli non
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adoro, ma egli non ti avrà creduto... ¶ - Infatti, egli
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con lei. ¶ - Hai paura? ¶ - Ti prego di non parlarmi
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mi fa male. ¶ - Pure... ¶ - Ti dico di no. Laura
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crederà. ¶ - E se non ti crede? ¶ - Mi crederà. ¶ - Anna
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Anna, Anna, se non ti crede? ¶ - Allora, fuggiremo. Ma
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ebbero gli Apostoli. Dopo... ti scriverò per dirti tutto
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mi scoprono, tutto fallisce. Ti scriverò. Soltanto tu regola
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ho osato dirgli che ti adoravo, che volevo vivere
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stanco sul tuo petto: ti amo. Una vita intera
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Hai dunque inteso? Non ti curare di come io
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vuoi che ci scoprano? Ti meraviglia questa mia lucidezza
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bestemmio, è vero, ma ti adoro, ma io non
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avvenire. Ricordati, ricordati dove ti aspetta - Anna". ¶ Giustino Morelli
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voglio restare più qui; ti prego, andiamo. ¶ Egli, rassegnato
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per la infelicità che ti attende, domani, senza casa
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solo nell'amore. ¶ - Non ti capisco - disse, trasognata. ¶ - Eppure
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sguardo. ¶ - È vero: non ti amo abbastanza - rispose Giustino
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tu mi hai ingannata? ¶ - Ti ho ingannata - mormorò lui
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ho capito che tu ti davi tutta a questo
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lo so... Quando io ti appariva, io ti vedeva
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io ti appariva, io ti vedeva impallidire, pallida io
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pallida io stessa... se ti parlavo, la mia voce
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cercavi dovunque, come io ti cercava, sentendo bene che
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verità, dillo che non ti sei potuto strappare dal
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fatto... sa che non ti macchia nessuna colpa... sa
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lo meritava... ma che ti ha rispettata... ¶ - E chi
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sarei venuto qui e ti avrei salutata. ¶ - E dopo
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salutata. ¶ - E dopo? ¶ - Che ti avrei lasciata. ¶ - Quando? ¶ - Quando
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la mia colpa... ¶ - Non ti conosco: addio. ¶ - Ma che
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mi giudicare. ¶ - Io non ti giudico, Anna. ¶ - Laura, Laura
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cervello dicendogli: bada, ella ti ama e un giorno
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esclamò Anna. - E chi ti ha dato queste belle
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Laura sorrise. ¶ - Così, Anna, ti lascerò ai tuoi doveri
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ai tuoi doveri materni. Ti raccomando specialmente Luigi Caracciolo
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parere sui giovanotti, liberamente. ¶ - Ti piace, eh? - chiese con
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freddamente, senza sorridere. ¶ - Non ti piace la contessa d
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da un'altra scala. ¶ - Ti piace tutto questo, Anna
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nessuno. ¶ - Ah ecco, perciò ti sei fatta così bella
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ostinata fedeltà di Caracciolo ti ha commossa. È ammirabile
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ha commossa. È ammirabile; ti ama da un centinaio
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sorriso. ¶ - Devi imparare, tu: ti sta bene, sei bruna
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ne andare - pregò Anna. ¶ - Ti faccio osservare, che dobbiamo
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dopo una brevissima esitazione. ¶ - Ti aspetto, Cesare - disse Anna
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trovar te, mia cara. ¶ - Ti mariterai anche tu! - disse
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Craven. ¶ - Un romanzo mistico? ti vuoi far monaca? ¶ - Chissà
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guance scavate dall'insonnia! ¶ - Ti... aspettavo - ella disse, a
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maggior sorella. - Tutto che ti piace e ti commuove
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che ti piace e ti commuove, m'interessa. ¶ - Nulla
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spietata - aveva ripetuto Cesare. ¶ - Ti piacerebbe, che io avessi
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solo per metà. ¶ - Eppure, ti avevo lasciato libero il
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interrogatorio troppo geloso. Non ti dirò più una parola
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donna che ha errato. ¶ - Ti amo tanto, Cesare, tanto
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amo tanto, Cesare, tanto ti amo! ¶ - Lo so - mormorò
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importa, andiamo via, Cesare. ¶ - Ti secchi, qui, nel più
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lo seccavano immensamente. ¶ - Io ti secco dunque? Ti secco
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Io ti secco dunque? Ti secco? - aveva chiesto Anna
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una missione, quella che ti sei assunta, di seccare
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bene? - aveva chiesto Cesare. ¶ - Ti voglio bene - aveva risposto
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Mi vuoi bene? ¶ - Sì: ti voglio bene. ¶ - Quanto me
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vi era spettacolo? O ti sei sentita male? - chiese
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lampadina sopra una mensola. ¶ - Ti vedo bene - rispose, con
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il tuo cuore, nulla ti dice? Laura, Laura, niente
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dice? Laura, Laura, niente ti dice la tua coscienza
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sei così altera, perchè ti credi sicura, perchè mi
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essere sicuri... ¶ - Io non ti capisco - mormorò Laura, fiocamente
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dinanzi al disonore? ¶ - Se ti rammenti bene, non ne
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in gabbia. ¶ - E se ti vuoi rammentare bene, per
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di rimprovero, semiviva, egli ti ricondusse alla casa che
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ingiuriarti, senza rimproverarti, io ti ho tese le mie
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nella tua lunga infermità, ti abbiamo assistito: e non
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abbiamo assistito: e non ti rimproverammo giammai! E lo
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lui, se Cesare non ti sposava? Io ti ho
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non ti sposava? Io ti ho imitata, ecco. Come
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ho altro? ¶ - Luigi Caracciolo ti ama, però... - disse sorridendo
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amo Cesare, ma Caracciolo ti ama: ebbene, perchè non
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tutta la tua bontà. Ti ho insultata, è vero
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io lo dimentico, io ti perdono, senti, ti perdono
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io ti perdono, senti, ti perdono come Cristo perdonava
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e grande, poichè io ti ho perdonato... ¶ - E che
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di poterti dimostrare quanto ti voglio bene; io sarò
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altezza, che intenda, che ti renda felice, che tu
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felice, l'uomo che ti sposerà sarà un marito
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viaggio, all'estero, ciò ti distrarrà, pregherò la zia
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Laura, Laura, vedi come ti prego, vedi come ti
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ti prego, vedi come ti imploro, abbiamo lo stesso
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alla bocca e mordendolo. - Ti chiedo, se non ti
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Ti chiedo, se non ti sembra un estremo pericolo
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disperazione. ¶ - Meriteresti che io ti uccidessi, è vero? Lo
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un'ombra di sorriso. ¶ - Ti giuro sulla memoria di
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sulla gamba. ¶ - Abbreviamo, Cesare. Ti debbo chiedere una grazia
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ho voglia di viaggiare. ¶ - Ti è sempre piaciuto. ¶ - Adesso
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Per qualunque preghiera io ti facessi, tu diresti sempre
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Andiamo via insieme, Cesare. ¶ - Ti ho detto di no
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follia. ¶ - Fa quel che ti piace - egli rispose tranquillamente
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E che gelosia? Chi ti ha parlato di gelosia
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gelosia? - ella chiese, fieramente. ¶ - Ti avverto che non fai
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altro, da mezz'ora; ti avverto, che tu mi
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poco di senno che ti restava; e ti avverto
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che ti restava; e ti avverto, in ultimo, che
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scandalo e io non ti permetterò di farlo. Si
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è seria, e non ti dà nessuna noia, tu
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Desdemona - disse sordamente Anna. ¶ - Ti pare che io abbia
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Ne siete certa? ¶ - Non ti burlare di me, Cesare
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ridere; tu scherzi, quasi ti trovassi a una frivola
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vorresti esser lontano, io ti annoio, la mia voce
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annoio, la mia voce ti dà fastidio, e quel
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fastidio, e quel che ti dico, potrebbe forse far
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non sogghignare, questo non ti serve più a nulla
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mia strada: io non ti lascerò partire! Rammentati, Cesare
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fatto tu, Cesare, mentre ti adoravo, che mi ha
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hai potuto dimenticare che ti amo, che ti ho
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che ti amo, che ti ho dato la mia
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la mia anima, che ti adoro, in tutti i
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una frivolezza, Anna. ¶ - Laura ti ha detto che ti
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ti ha detto che ti voleva bene, io l
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disse lui, sorridendo. ¶ - Ella ti ha baciato, Cesare: io
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innocenti di prima, Anna. Ti assicuro che il mondo
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nè vergogna: tu non ti meravigli neppure. Quella, almeno
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infamia, e dichiara che ti ama, che ti adora
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che ti ama, che ti adora, che non vuole
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lasciare d'amarti, che ti adorerà sempre; è mia
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sei tu dunque, che ti sei fatto del tuo
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tradire tua moglie che ti adora, per sua sorella
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molto divertente per me. ¶ - Ti amava da prima, confessa
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hai ragione, ma io ti amavo, ma io ti
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ti amavo, ma io ti amavo, e tu mi
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tua vita: da che ti ho conosciuto fin oggi
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adorare un uomo come ti ho amato, come ti
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ti ho amato, come ti ho adorato, credevo che
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ne convengo, mentre io ti amo sino a morire
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di casa, io non ti dovevo amare e ti
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ti dovevo amare e ti ho amato, io ti
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ti ho amato, io ti ho amato e ti
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ti ho amato e ti ho seccato, e vedi
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in una notte fatale, ti ho permesso il tradimento
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e infame. Vedi, come ti do ragione. Tu hai
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del tradimento. Perdonami se ti ho chiamato infame, chiederò
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occhi folli. ¶ - Io non ti odio affatto - egli concluse
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ella disse, monotonamente. ¶ - Anna, ti scongiuro, dimmi se mi
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Anna. Anna, perdonami, se ti ho offesa, io ti
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ti ho offesa, io ti amo tanto, se te
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più, amor mio, esse ti contristano; la tua bella
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rispose, così. ¶ - Io non ti credo - egli soggiunse, con
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ho perduto la testa, ti amo, e sono disperato
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amorose braccia. ¶ - Anna, Anna, ti voglio tanto bene, da