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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «ti»

nautoretestoannoconcordanza
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solitudine. Le ultime confidenze ti smuoiono sulle labbra nei
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è cosa rara; dove ti logori nella caccia a
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un nemico fantomatico che ti sfugge; dove i cespugli
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resta quell’opera che ti somiglia, che in te
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d’educazione già formata. Ti si danno, ma è
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ridurre all’espressione che ti pare. Non è facile
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dandoti tutti i poteri, ti carica anche di tutte
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se si dona intero, ti esige intero. Devi, per
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d’essere un Dio, ti dà quasi le vertigini
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questa immagine alla quale ti obbligano a corrispondere; senti
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una debolezza, una stanchezza ti daranno il gusto irresistibile
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a poco a poco ti abitui come alla gobba
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scherno e di scetticismo ti smuore sulle labbra. Per
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che le prime sere ti stordisce. Poi ti ci
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sere ti stordisce. Poi ti ci avvezzi, l’aspetti
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e al ritorno non ti farà la fantasia. Un
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quattro punti cardinali – e ti dà una sensazione soffocante
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sole e azzurro. Chiuso ti senti e come strozzato
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massicci e immobili, che ti guardano diffidenti. E sulle
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attraverso la tenda e ti attenuano il sonno in
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Ogni tanto la compagnia ti si riduce a cinque
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o la dura e ti additano, con aria orgogliosa
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maneggia il fucile; oppure ti tornano incontro, conducendo per
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la dai a intendere. Ti ho sentito tutta la
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è liquido): Là! Che ti dicevo io? (A Fabrizi
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Chissà!? Può darsi che ti mandino anche in licenza
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abbia detto, no?, appena ti ha visto. L’elogio
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Sì sì, è così. Ti ha stretto la mano
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stretto la mano e ti ha detto: «Bravo!». È
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il tuo stato non ti consenta d’occuparti d
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so se questa lettera ti arriverà, immerso come sei
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non puoi capire quanto ti ammiri e ti invidi
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quanto ti ammiri e ti invidi. Sì, ti invidi
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e ti invidi. Sì, ti invidi. Perché voialtri siete
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Le cinque e mezzo. Ti dà noia se accendo
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per la sua mamma… Ti dispiace frugare un po
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saro guarito. Sai? Non ti dimenticare. ¶ GIUSTI: Sta’ tranquillo
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restato sulla soglia severo): Ti pare il momento di
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e lo avevano riconosciuto: «Ti ricordi, Goitana?». Goitana ricordava
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figlio». ¶ Primo fuoco ¶ Se ti volgi intorno, vedi che
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che tutti gli ascari ti guardano. Stanno a vedere
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dietro il cespuglio e ti guardano: è un peso
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un peso, insistente, che ti dà uggia. ¶ Il tuo
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un abisso di solitudine. Ti sei trovato a terra
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e non sai come. Ti schiacci, t’appiatti; tutto
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senti un ramo che ti fa male al ginocchio
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senti una mano che ti s’è informicolita, ritrovi
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sole, delle cose che ti stanno intorno. Il mondo
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che farai tu. ¶ Allora ti levi piano piano: prima
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risposta al sibilo che ti sfiora e a quella
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un’ebrietà da cocainomane ti prende e ti moltiplica
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cocainomane ti prende e ti moltiplica le forze, un
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una volta affissatotici, non ti liberi più dal maleficio
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Benedetta sempre nel Cielo ti salutiamo. ¶ Bulukbasci Tesemmà Uorchè
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biade arse: una landa ti si stende davanti a
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eterno oscillare indeciso, che ti aduggia gli occhi e
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lungo la linea –, quando ti stiri le reni e
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l’ovvietà dell’osservazione ti dice: «Ma scusi, perché
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là» come l’altro ti ha detto, ti fa
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altro ti ha detto, ti fa col medesimo sorriso
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notte; e all’alba ti senti quasi a disagio
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piantate a terra e ti dicono che oggi, guarda
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indurita dal tuo giacere, ti bèi di luna, conti
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pensa lo Sciumbasci che ti mormora all’orecchio: «Quello
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poi a un tratto ti trovi annebbiato, torbido. Un
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annebbiato, torbido. Un limaccio ti sale dal fondo, si
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cori degli ascari e ti pare che, sul ritmo
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sale e intorbida e ti fa triste. Non sai
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cassa abissale del negarit, ti avvolgono, si levano in
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altra: vita felice; e ti sei, partendo, proibito di
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perché vile – una femmina – ti si presenta nel trucco
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e resti nulla. Non ti appartengo. Non conti». Sì
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e padrone e perciò ti diciamo bravo e lo
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E io per questo ti diamo punizione». Ma prima
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per lo meno, così ti pare. Se vai al
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mercato e il mercante ti ruba mezzo tallero sul
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modo; e se, quando ti sposi, tuo suocero non
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sposi, tuo suocero non ti dà il bue che
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più sorprese. Qualunque cosa ti succeda, sai quel che
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che un bel giorno ti càpita qualcosa di nuovo
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e imprevedibile, il quale ti mostra che la saggezza
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del paese che sempre ti ha ammonito che soltanto
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che protestano, gente che ti urta, che ti pesta
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che ti urta, che ti pesta, che ti caccia
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che ti pesta, che ti caccia via, e improvvisamente
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di un buffo che ti fa rabbia: una insegna
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quale non puoi niente – ti dice: «Vieni dalla linea
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se ne vadano? che ti bacino i piedi (poveretti
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i piedi (poveretti)? che ti chiamino “signor Generale”? Che