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invenzioni verbali


Alessandro Verri, Le avventure di Saffo poetessa di Mitilene, 1782

concordanze di «ti»

nautoretestoannoconcordanza
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egli esclamò interrompendo: “Chi ti ha rivelato il mio
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credi, ripetuto: per ora ti basti il sapere qual
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gonfiano le guance e ti dirigono in Cipro”. Così
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dell'animo; poiché così ti piace di alleggerire i
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quanto hai già veduto ti basta perché presti fede
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Faone, e lascia che ti baci i candidi piedi
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un moderato sorriso. “Non ti par, diceva Saffo a
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le disse Scamandronimo, che ti perturbi l'animo, onde
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l'animo, onde così ti veggiamo compassionevolmente sedere?” Ed
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così vedendoti qual non ti vidi mai da prima
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di modo che io ti raggiunsi a casa. Ma
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i tappeti, se mai ti piaccia giacere, o che
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piaccia giacere, o che ti rechi il ristoro di
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posso io fare, che ti sia grato? Perché lasciasti
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placido sonno? Qual Nume ti perseguita? o quale avresti
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perturbazione? Deh se non ti scordi che queste braccia
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scordi che queste braccia ti sostennero prima delle tue
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turbamento. Ed infatti che ti può mai accadere, amabile
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tutto compiaciuta? se non ti avviene che qualche dardo
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da due begli occhi, ti abbia penetrato nel cuore
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Intanto è necessario che ti conforti, posciaché per renderti
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per renderti grata altrui ti sarà di nocumento la
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placida rispose: “Giacché ora ti sembra nauseoso, né so
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Figlia (che tal nome ti do per benevolenza, ancorché
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a quella infelicità, che ti rende spiacevole questa luce
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così miseri desideri? Però ti prego, diletta figlia, di
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clementissime leggi. E non ti ho forse, fino dalla
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disse l'ancella, che ti prepari ad offrire al
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né far misera chi ti offese per pietà della
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che se due colombe ti ho usurpate, eccone altre
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loro dolente. Ma se ti compiaci della vendetta, vedi
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e questo, io credo, ti avvenne allorché proferisti così
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imperio di Amore, quandoché ti è propizia la di
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il velo disciolto. “Forse ti avviene, disse Faone, di
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corrisposta. Oltre di che ti ha compartito il cielo
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nell'amoroso dominio, qual ti dichiara la celeste forma
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la celeste forma, che ti ha impressa la Dea
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segreto del cuore, io ti dirò che amo sinceramente
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mestamente Saffo: “Se Venere ti ha donata questa amabile
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questa amabile avvenenza, Minerva ti ha formato il cuore
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Giacché con tanta benevolenza ti mostri curiosa degli arcani
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arcani di lui, io ti dirò che l'ho
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ella, che ingannare non ti puoi, ogni qual volta
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puoi, ogni qual volta ti credi amato!” “Poiché, rispose
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rispose il garzone, non ti dispiace che io alquanto
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mi rendi piacevole, io ti dirò che lasciai a
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gentili tue maniere, che ti obbligano ad ingegnose lodi
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con sommesse parole: “Ben ti è noto, quanto ottenebrato
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i nostri ragionamenti, non ti dispiaccia, che alquanto io
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qui venuta”. “Sia come ti piace, cortese ospite, rispose
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congiunta, come fra poco ti avverrà, nei nodi di
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avventura, e come Venere ti abbia concessa questa, per
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scontento, sicché pare che ti abbia già fatta alcuna
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narri, come io già ti ho proposto, la maraviglia
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il nome di Faone ti conturbò ieri alla mensa
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grembo della madre. “Deh ti conforta, o figlia, disse
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che tu, mia figlia, ti struggessi per chi non
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struggessi per chi non ti ama: né ti mancherà
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non ti ama: né ti mancherà un avvenente e
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e tenero sposo, che ti faccia dimenticare un ingrato
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lietamente Scamandronimo, quand'anche ti ricusi, posciaché le ferite
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a naufragare”. “Ed io ti farò da nocchiero, aggiunse
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Scamandronimo: “Il cortese garzone ti ha compartite molte lodi
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animo sincero, che io ti manifesti che ho giurato
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nell'animo tuo, io ti esorto, non già a
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certamente quell'oggetto, che ti scacci dall'animo quest
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cagione che a me ti conduce: perocché basti a
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Ch'ami chi non ti cura! il tuo garzone
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miti preghiere, e però ti propongo due rimedi; l
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per lui così miseramente ti trafiggono. Quale scegli di
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steso in questa soglia ti rese suddita de' Numi
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qual sei di Amore, ti sembra tutto l'universo
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la interrogò: “Ma non ti sembra forse che Venere
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supplice e sommessa, come ti compiaci di così tormentarmi
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e virtuose. Che se ti ho mostrato dei portenti
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l'animo disposto, io ti dirò che fra le
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è ormai che io ti soddisfaccia e invochi per
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il Sacerdote di Febo ti dirà quanto ora è
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dicendole affettuosamente: “Che mai ti conturba infelice, e come
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ospite, se mai non ti sembra importuna la mia
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insegna, e qual vincolo ti lega al mio fedele
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o per consanguinità, quando ti ha fatta partecipe di
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partecipe di questo segno. Ti salvi il cielo, gratissima
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questa destra che ora ti porgo ospitale amica, non
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animi: “Io facilmente, disse, ti perdono, o fanciulla, questa
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conforto alcuno, ch'io ti possa porgere, tu in
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tristo suo caso, “Io ti ringrazio assai, le disse
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ora il misero già ti compiange o pascolo de
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per benignità del cielo, ti ho ricoverata. Del rimanente
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in oggi, o Encelado, ti annoia più del consueto
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saprei numerare; onde così ti vai volgendo e rivolgendo
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loro vizi. Né io ti posso promettere che l
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beverai questo vino, o ti accoglierò a questa mensa
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donzella, soggiunse Nomofilo, io ti prego di abbandonare questo
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siccome io già provo, ti amassi e non fossi
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tu, che sì spesso ti mostri nemico delle opinioni
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che i sofisti, io ti esorto di non preferire
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melanconica nelle speculazioni, io ti presento quello che tu
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rispose Eutichio lietamente, e ti prego non credere che
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dolori; ma se non ti trattieni dal cogliere le
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ed il fuoco, quantunque ti compiaci di tutti dominarci
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ragionatrice, perché spero che ti condanni, malgrado l'affetto
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hai dove appellarti, perché ti condanna un giudice da
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i tuoi ragionamenti, che ti udirei ben volentieri narrarmi
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l'ora, e però ti concedano gli Dei quel
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barbare agonie, delle quali ti lagni; e ciascuno crede
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credere a coloro che ti narrassero di avere più
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poiché brami che io ti rammenti i miei deliri
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i miei deliri, io ti dico che per benignità
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di lei encomio, non ti dispiaccia ch'io nasconda
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le quali anzi ora ti sembreranno spiacevoli; e però
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sorrisi del ciel come ti alletta ¶ Il tristo pianto
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Quell'ingrato garzon che ti ha delusa, ¶ Tempo verrà
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La prima volta, ¶ Che ti vidi, rimasi, come or
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dolore; tardi almeno pietoso ti dispiaccia vedere che ti
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ti dispiaccia vedere che ti sopravvivo e teco in
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più per quel che ti credi che per quel
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mia fede. Del rimanente ti prego di salutare la
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poté articolar parole: “Io ti prego, o Eutichio, di
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fuori nell'atrio, e ti mostrerò il sacro luogo
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che così misera vita”. “Ti inganni (rispose quegli severamente
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alla benevolenza del Nume ti slancerai intrepidamente, puoi sperarne
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increduli e diffidenti, non ti abbandoni”. Così disse con
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e d'esortarla: “Io ti prego (disse a lei