Ortensio Lando, Novelle, 1552

disse ad Agnolo: «Tu ti dei render certo che

ella suole dormire, nascosto ti starai, fin che ella

poi ciò che più ti aggradirà». Ad Agnolo, ch

O veneranda imagine, io ti prego per le straniezze

conosco che pur troppo ti sono stata nemica, e

già divenni, sempre obbligata ti sarò». Disse allora Andrea

Giannina, che alquanto io ti favelli». E nella casa

che maestro Marsilio si ti prattica per casa e

del medico, et io ti rimunererò questo grato servigio

ribaldone, ubriaco, che tristo ti faccia Dio, questa non

Fenice: «Oh, che dolente ti faccia Dio, asinaccio, porco

che se non parti, ti susciterò contra tutta la

tu nobilmente nato, forse ti potrebbe essere di non

di Navarra, il qual ti generai della reina Altilia

re di Spagna. Io ti campai con mio gran

cose, le quali io ti dirò, a mente, né

di matrimonio congiunta non ti sia; poi, non prender

il padrone – così come ti dirò voglio facciamo. Se

bugia, la sera avanti ti farò tal dono, che

avanti che suoni terza ti farò grazioso dono». Di

parte del sire, io ti facessi ambasciata et a

e scelerata, che trista ti faccia Dio! Ben t

non t’adirare, non ti turbare col tuo Marino

di tanti tuoi servigi, ti rimunererò per l’avvenire

Deh cara Fulvia, poni (ti prego) la mano al

padre. Ma, se egli ti sforzerà giamai a farti

dirgli: «Iddio da mal ti guardi». Lodovico la raccolse

così gli disse: «Io ti veggo, Milione, recar sovente

volesse Iddio che io ti potessi fare alcun grato

et io all’incontro ti farò tal dono, che

farò tal dono, che ti contenterai di me, né

contenterai di me, né ti pentirai d’avermi fatto

disse: «O Milione, Iddio ti perdoni i tuoi peccati

feci cosa che grata ti fosse, spiccami (ti prego

grata ti fosse, spiccami (ti prego) da questi abominevoli

È possibile che non ti sovenga delle tante fatiche

portaste due, come io ti dissi?». Allora il fanciullo