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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «tre»

nautoretestoannoconcordanza
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passi fuori, verso le tre del mattino, che cosa
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più austera. Finestre minuscole, tre tavole sconnesse a fare
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girata all’incontrario il tre, quella intonacata di bianco
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bruschi. Quando arrivai a tre metri di distanza lei
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ubriaco. ¶ Gliela cantai per tre volte di fila, e
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metà strada, verso le tre, in mezzo ai pascoli
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suonando l’organo alle tre di notte, in una
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misurare. Mezz’ora, due, tre? In cielo si era
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Ci incontriamo ai pasti tre volte al giorno, e
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si alzavano imperiosi muggiti: tre o quattro bidoni d
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gerarchia interna uno dei tre restava sempre al pascolo
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stanza rivestita di legno, tre metri per tre, una
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legno, tre metri per tre, una branda, una stufa
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il nostro. Ne contammo tre, quattro, cinque, alcuni in
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impilavamo in cumuli alti tre o quattro metri. Una
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come il vento. Dopo tre mesi lassù mi sentivo
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accovacciato di fronte, a tre o quattro metri di
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era a due o tre giorni di cammino. Partivo
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pochi pescatori: ne presi tre di piccole, lunghe poco
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bisogno di dirlo. Meglio tre mesi a custodire un
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nel bosco e altri tre a sostenere una casa
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aveva deciso che quelle tre parole non gli bastavano
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aveva trovato documenti di tre o quattrocento anni prima
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dileguarsi in due o tre balzi: e voi che
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di roccia, così bastavano tre muri anziché quattro e
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avrebbe distratto dalla scrittura. Tre, quattro, cinque, mi avrebbe
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ardere: per spaccarlo servivano tre o quattro cunei e
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andar via tutt’e tre alla fine di ottobre
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buio. “In casa avevo tre sedie”, scriveva Thoreau, “la