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Vittorio Alfieri, Agide, 1788

concordanze di «tu»

nautoretestoannoconcordanza
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grida. ¶ Anfare ¶ E temi tu d'esserne or vinto
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dei tempi. Oggi rimembra ¶ tu almen, se il puoi
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armi e d'oro ¶ tu ti fai scudo, ei
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di virtude ignuda: ¶ perché tu pieno di vendetta riedi
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opra a tuo senno tu: tremar non ponno ¶ Agide
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per la patria lor: tu, benché in armi ¶ ed
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temenza ¶ non è; di' tu? meglio per voi: ma
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l'ira sua. — Dovresti, ¶ tu cui son cari Agide
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figlio i buoni. Assai tu puoi, ¶ d'Agide madre
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sai. Se in ciò tu nieghi ¶ caldamente adoprarti, e
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mio, fuor dell'asilo ¶ tu stai? ratta a trovarviti
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Qual che ver me tu fossi, amata sempre ¶ consorte
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padre: né più vista ¶ tu mai mi avresti in
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In alto ei torna, ¶ tu nel periglio stai: chi
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patria tua, ¶ (amor che tu tanto altamente intendi) ¶ io
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e costumata, e pia, tu raro esemplo ¶ fra' guasti
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ritornarne a me. ¶ Agiziade ¶ Tu ben temesti. ¶ Tre giorni
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supplica, e scongiura, ¶ che tu, lasciato omai l'asilo
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virtù lontana? — ¶ Io spontaneo (tu il vedi) avea l
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al mio schietto dir, tu d'altro padre ¶ degna
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d'altro sangue nata ¶ tu fossi in Sparta. Il
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qual fia stupor, se tu più figlia e sposa
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O madre, Agide meglio ¶ tu conoscer dovresti: o in
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pel padre? ¶ Agide ¶ Ah! tu non sai, ¶ madre, qual
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pria, soggiacer poscia... ¶ Popolo ¶ Tu soggiacer? no, mai non
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tumulti e risse ¶ securtà tu non cerchi e in
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Ove piegarti ai cittadin tu vogli, ¶ (ai veri e
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ogni tua nuova legge ¶ tu stesso; il seggio, onde
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posa ¶ secura in me. — Tu, che di Sparta in
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ei non sa, se tu i proposti patti ¶ nieghi
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essi uditi. ¶ Anfare ¶ Poiché tu il vuoi, tosto a
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O figlio, ¶ che speri tu dall'empio re? ¶ Agide
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Sparta ei tiene; e tu mi chiedi, o madre
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pria che di Sparta ¶ tu mi cacciassi in bando
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stesso or vogli ¶ apprender tu pronto e sicuro il
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ad acquistar sia lieve) ¶ tu sprezzarla non puoi. Perenne
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ben di Sparta ¶ meco tu allor, per comun gloria
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al tuo ¶ privato ben tu sol pensavi, e a
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al suo rogo, ¶ spingevi tu. Non io perciò disegno
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ti legga in cor, tu già nol credi; ¶ che
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già nol credi; ¶ che tu il cangiassi, creder nol
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voglio. Omai convinto ¶ esser tu dei, che in mio
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invidi tuoi sguardi. — ¶ Me tu abborrisci; adoro io Sparta
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i cittadin fra loro. ¶ Tu, coi più rei, di
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che vero e immenso ¶ tu non vedessi in ciò
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nemico ¶ di Sparta: e tu la insopportabil taccia ¶ né
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accorto, error non lieve ¶ tu salvandomi festi. ¶ Agide ¶ E
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Agide ¶ E chiara ammenda ¶ tu ne farai, me trucidando
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freno ¶ aspro di re tu le abbi. Un breve
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me tal dubbio, or tu non trarmi; è lieve
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tutti io faccia, allor tu forza usarmi ¶ non puoi
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a te nuocere. ¶ Leonida ¶ Tu il credi? ¶ Agide ¶ Tu
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Tu il credi? ¶ Agide ¶ Tu il sai. Ma, non
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di me; pur che tu stesso farti ¶ grande ti
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mi oltraggi... ¶ Agide ¶ Adempi ¶ tu stesso, or sì, quant
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In seggio ¶ riponi or tu, non le mie, no
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Ciò far voll'io; tu il compi, e a
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questo ¶ aggiungerai, che rinnovar tu stesso ¶ vuoi con mente
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Morte, che darmi ¶ or tu non puoi, che a
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la dono. Io moro, ¶ tu regni; ambo contenti: a
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Agide ¶ Me spento, appien tu scarco ¶ d'invidia resti
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di Sparta, ¶ puoi compier tu. Di mia grandezza ardisci
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grandezza ardisci ¶ grande apparir tu stesso: invido fosti; ¶ or
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la viltà tua prisca ¶ tu ammanti appieno. A non
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ch'esser non sai tu iniquo, ¶ né sai fingerti
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carcere, qual non sei tu in trono. ¶ Sparta entrambi
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a fronte ¶ star potrai tu. — Se in carcere mi
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parlamento or teco? E tu, dagli empi ¶ tuoi sgherri
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vita ¶ ti serba, e tu in catene Agide traggi
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ei non l'è) tu ne dovresti ¶ pigliar, tu
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tu ne dovresti ¶ pigliar, tu primo, or le difese
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caggia: il sangue ¶ versar tu dei di quella figlia
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non spartano ¶ padre indarno tu parli. — Invidia vile, ¶ vil
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che diresti?... In core ¶ tu giurasti, o Leonida, l
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figlio son una) invan tu speri ¶ torre a noi
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dich'io? l'hai tu? — Scopo non altro ¶ fu
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sangue. In Sparta ¶ persian tu regni; e la uguaglianza
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me di tua man tu non uccidi. ¶ Leonida ¶ O
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io voglio. A me tu il desti; e torre
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or dianzi, ¶ il potevi tu solo al carcer trarre
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il tutto ¶ disposto hai tu? ¶ Anfare ¶ Nol vedi? In
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tutto. ¶ Leonida ¶ Ma, sei tu certo, che tornarne a
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limitar del carcer tuo, ¶ tu il sai, che fora
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finora, ¶ che tor così tu stesso alla tua plebe
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me ascolta. — ¶ Agide, hai tu, senza né udirlo, astretto
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carcer dunque ¶ non eri tu. Mezzi a me pur
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godo. ¶ Anfare ¶ Infrante hai tu le patrie leggi? ¶ Agide
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Leonida vostro. ¶ Anfare ¶ Osi tu forse ¶ negare ancor, che
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mendici; entrambi oppressi; ¶ negherai tu, che a trasgredite leggi
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a trasgredite leggi, ¶ quai tu nomi le nostre, allor
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In cotal guisa ¶ rispondi tu? La maestà sì poco
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così. ¶ Anfare ¶ Colpevol dunque ¶ tu ti confessi? ¶ Agide ¶ E
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E me colpevol tieni ¶ tu, che mi accusi? — Omai
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dei dire... ¶ Agide ¶ Eforo tu, le leggi ¶ non rimembri
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il vonno. Odimi dunque ¶ tu stesso, e taci. — E
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efori: con essi ¶ parlar tu dei, Leonida. Le tue
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donna, nol deggio, ¶ e tu stessa nol vuoi. Me
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dunque lascia ¶ morire; e tu, serbati in vita; i
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vita; i cari ¶ pegni tu salva, i figli nostri
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Amo i figli, e tu il sai: ma, non
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se sopravviver m'osi, ¶ tu puoi salvarli. Quel sublime
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figli ¶ fra tue braccia tu stringa; ove il tuo
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quel padre istesso ¶ tremerai tu, quando pe' figli il
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figli il lasci? ¶ Fuggir tu puoi con essi: assai
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ai nostri figli amati ¶ tu dei, s'è d
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essi e a me tu dai, ¶ se a lor
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moglie, ad infelice vita ¶ tu dei serbarti, intrepida, pe
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il tempo, ¶ ogni mezzo tu stesso a me n
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Agide ¶ E che? vuoi tu con le spartane grida
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accogliea nel petto: ¶ e tu mel rechi? oh gioia
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ferri son; quel che tu lasci, è il mio
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o madre ¶ d'Agide, tu? Pochi mi avanzan gli
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io t'odo: ¶ osi tu dirmi, che a tai
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prova; e in somma, ¶ tu sei pur padre: i