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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, Komokokis, 1902

concordanze di «tu»

nautoretestoannoconcordanza
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ai piedi. ¶ — Toh! sei tu? ¶ — Sono io. E tu
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tu? ¶ — Sono io. E tu?... ¶ — E anch’io.... sono
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di tutto cuore. ¶ — Dunque tu sei proprio il mio
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mescemmo alla folla. ¶ — E tu che fai ora a
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facendo! ¶ — Ti annoi anche tu, dunque? ¶ — Orribilmente. ¶ — È desolante
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un’idea! – esclamò. ¶ — Svèlala. ¶ — Tu ignori ancora certamente la
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subita.... ¶ — Non so nulla! tu lo comprendi.... ¶ — Ah, quel
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T’invidio. ¶ — Grazie. Ma tu ancora non sai una
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Alpi. A Turras! Hai tu mai sentito nominare tale
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è più romantica ancora. ¶ — Tu vorresti?... ¶ — Prendere il treno
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eccentrico, sai? oh, se tu lo avessi conosciuto! ¶ — Allora
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Edoardo: ¶ — Cosa ne dici tu, dunque? ¶ — Mah! io penso
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le rovine.... il mistero... tu dici.... ¶ — Sia sotto terra
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il mistero! il pozzo?... ¶ —Tu supponi, dunque.... ¶ — Che il
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pozzo.... e della verità!.... tu conosci il vecchio proverbio
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di sollevarmi. ¶ — Sei proprio tu? – mormorai. ¶ — Sono io, – rispose
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il mio amico. – Ah! Tu credi di essere ancora
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terra? che mai dici? ¶ — Tu dimentichi dunque che siamo
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capiremo e scopriremo tutto. ¶ — Tu hai l’intenzione a
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pezzo, quaggiù.... ¶ — Eh! Certamente. ¶ — Tu dimentichi una cosa.... ¶ — Che
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sono io garante. ¶ — Giacchè tu, durante la nostra caduta
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durava il mio svenimento.... tu eri ben in sensi
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nella nostra cesta, che tu giacevi svenuto od addormentato
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le dodici e minuti. ¶ — Tu parli già come l
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Giacchè vi siamo.... ¶ — E tu speri di uscirne? ¶ — Chi
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Mi sembri troppo fiducioso, tu! ¶ — E tu ti dispereresti
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troppo fiducioso, tu! ¶ — E tu ti dispereresti?... ¶ — Oh, no
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luminoso che ne circonda. Tu sai che in natura
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vibran di propria luce.... Tu conosci gli studi del
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barone di Reinchenbach? ¶ — Alquanto.... ¶ — Tu ricordi tra i tanti
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dette a tale luce, tu lo sai, il nome
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caverna, diceva, si abbasseranno, tu assisterai al più strano
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circonderanno!... ¶ — Attendiamo dunque quanto tu ci prometti, – mormorai, – Intanto
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me, poco fa, quando tu dormivi! ¶ — Ebbene? ¶ — La mia
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sì, certamente! ¶ — Lo credi tu?... – mormorai ancora, titubante e
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di veder bene. ¶ — Credi tu ad un’allucinazione? ¶ — Non
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non so quel che tu dici, figliuol mio, – rispose
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aver veduto! Questo neppur tu, suppongo, oserai metterlo in
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il mio buon Edoardo! tu non lo conosci!... e
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e quando un giorno tu saprai.... ¶ — Qualcosa mi dice
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accarezzandole la purissima fronte, – tu mi sembri triste.... ¶ — Kamelia
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mi dice che tutto tu devi sapere, che è
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è mio dovere che tu conosca.... Sì, lo sento
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è cosa cattiva, poichè tu e tutti voi quaggiù
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silenzio: ¶ — Amico, – disse egli, – tu mi nascondi qualcosa.... qualcosa
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lo sai? ¶ — I Maestri, tu lo sai, mi hanno
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a sapere. ¶ — Evvia, – esclamai, – tu parli ormai alla sibillina
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non ti far sentire! Tu hai portato quaggiù la
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te si è che tu ami.... alla foggia degli
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convertirmi, amico mio, come tu hai tatto così facilmente
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il doloroso è che tu.... ¶ — Ebbene? ¶ — Che tu hai
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che tu.... ¶ — Ebbene? ¶ — Che tu hai infuso questo tuo
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che vorresti dirmi? ¶ — Che tu entri in una via
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pericoli... e non giusta. Tu devi e puoi fermarti
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Ma in che modo? ¶ — Tu l’ami sinceramente Kamelia
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fare per.... salvarmi, come tu dici? ¶ — Salvarvi, di’ pure
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mia domanda: l’ami tu davvero? ¶ — Oh, sì! È
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Ah, ma come fare?... tu non sai, amico mio
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non sai, amico mio, tu non sai tutto! ¶ — Parla
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sai tutto! ¶ — Parla dunque. ¶ — Tu non sai che in
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mondo donde noi veniamo. Tu ricordi le parole, quel
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di un indefinito sgomento. ¶ — Tu sarai mia, – le mormorai
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un poeta potrebbe imaginare. ¶ — Tu sarai mia, – le ripetei
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e lo riconobbi subito. ¶ — Tu, Edoardo! – esclamai. ¶ — Sono io
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alla povera creatura che tu ami.... ¶ — Non posso più
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Ma pensa.... ¶ — Che vuoi tu che pensi? io ormai
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stento ormai a riconoscerti? Tu parli come un collegiale
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sedici anni innamorato! Sei tu, dunque, proprio tu che
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Sei tu, dunque, proprio tu che parli? Il sottile
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la mia Kamelia.... ¶ — Amico, tu sei perduto. ¶ — No, il
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ci vedremo e riparleremo. Tu però devi, per adesso
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ripetei. ¶ E soggiunsi: ¶ — E tu? ¶ Edoardo, sempre in preda
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intendi dire? – mormorò. ¶ — Sì, tu.... che farai? rimarrai dunque
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mormorai ancora: ¶ — Ci abbandonerai tu dunque? ¶ Edoardo mi buttò
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silenzio, esclamò: ¶ — Ma credi tu.... alla possibilità di questa
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svelerò tutto.... chissà?... Intanto tu non lasciar nulla trapelare
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saperlo, indovinava, sentiva che tu non eri come i
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mormorai. ¶ E continuai: ¶ — E tu sarai mia, tu guadagnerai
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E tu sarai mia, tu guadagnerai con me il
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azzurro del cielo che tu non conosci, il mio
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gli olezzi più soavi.... tu, fiore bellissimo e dolcissimo
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mio mondo t’invidieranno.... Tu bella, tu finissima, desterai
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t’invidieranno.... Tu bella, tu finissima, desterai ammirazione fra
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bisognerà affrettarsi, dunque.... ¶ — Ma.... ¶ — Tu sei indeciso?... preferisci restare
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è pronta alla partenza.... ¶ — Tu parli di partenza, e
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di Marsiglia.... ma qui, tu lo sai meglio di
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Troppe chiacchiere, amico mio! tu ci fai perdere un
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capre? ¶ — Quasi.... Non sei tu un valente alpinista? ¶ — O
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io salgo pel primo: tu sta attento, mi porgerai
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veramente una gran fede, tu! ¶ — Puoi dirlo. ¶ Ah! come
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forse, è vero, come tu dici, è impossibile trovarla
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perdonami, amico mio, – esclamai, – tu scienziato, dottore, naturalista, non
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sono sfuggiti.... ¶ — Male. Se tu li avessi osservati avresti
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a tre metri. ¶ — E tu vorresti ridurli in zattera
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terra. ¶ — Ne sei sicuro, tu? ¶ — Sicurissimo. ¶ — D’onde hai
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Sicurissimo. ¶ — D’onde hai tu tanta baldanzosa sicurezza? ¶ — Da
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torrente la cui voce tu trovi di poco buon
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noi. ¶ — Non distingui nulla, tu – esclamò egli. ¶ — Ma.... non
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la sua fronte corrugarsi. ¶ — Tu sei medico, – gridai ancora
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gridai ancora, – salvala, salvala tu! ¶ Egli si alzò, andò