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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «tu»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
Ulisse ¶ Più tornerà, né tu secura scorta ¶ Aver potrai
2
1867
la più saggia, ¶ Qual tu mi vanti, se alla
3
1867
pingui e numerose, ¶ Come tu, supplicandolo che il caro
4
1867
Fan queste cagne. E tu che vuoi le offese
5
1867
con tali accenti: ¶ Autòlico, tu stesso or dinne il
6
1867
mento, e dice: Ah tu sei certo Ulisse! ¶ Il
7
1867
Ulisse! ¶ Il figlio mio tu sei! Né, sciagurata! ¶ Io
8
1867
così parla sommesso: ¶ Vuoi tu perdermi, o donna? Io
9
1867
figlio? ¶ Non m'hai tu conosciuta in ogni prova
10
1867
io stesso ben saprò. Tu solo ¶ A tacer pensa
11
1867
legni ¶ Drizzava Ulisse; e tu ti sdraia al suolo
12
1867
guisa ¶ T'affanni Ulisse, tu che imperturbato ¶ Hai veduto
13
1867
lei l'accorto Ulisse: ¶ Tu parli il vero, augusta
14
1867
povero di senno; ¶ E tu di me, che pur
15
1867
sventure, ¶ Ne' tuoi perigli, tu di me diffidi? ¶ Orsù
16
1867
quando teco io fossi ¶ Tu rapir ne potresti i
17
1867
i cornigeri buoi. Dormi tu dunque, ¶ Dormi tranquillo; ché
18
1867
uomini e de' Numi, ¶ Tu dall'alto tuonasti, e
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1867
or t'incalza, almen tu sia ¶ Più fortunato un
20
1867
il più crudele, ¶ Giove, tu se', perché gli stessi
21
1867
casa ¶ Ulisse tornerà, potrai tu stesso ¶ Oggi vederlo sterminar
22
1867
speranza ¶ Di più vederlo, tu dovresti, io penso, ¶ Alla
23
1867
in vero ¶ Esser puoi tu, che la tua casa
24
1867
Di spacciar profezie. Vuoi tu l'avviso ¶ Che ti
25
1867
Enope? A che vai tu gridando ¶ Che a molti
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1867
quest'arco, sol perché tu fosti ¶ A curvarlo impotente
27
1867
l'arco ¶ Io prenda; tu però, fedele Eumeo, ¶ Entrambi
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1867
suoi lavori ¶ Ciascuna intenda. Tu, Filezio, chiudi ¶ La porta
29
1867
e innanzi agli altri ¶ Tu che sì ben parlasti
30
1867
parlasti, egregio Antinoo, ¶ E tu, figliuol di Polibo famoso
31
1867
guisa: Ahi sciagurato! ¶ Hai tu smarrito il senno? E
32
1867
L'arco tendesse, credi tu ch'ei voglia ¶ Farmi
33
1867
straniero ¶ Darlo io volessi. Tu ritorna, o madre, ¶ Alle
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1867
Laerte ¶ Gridavano: Stranier, così tu lanci ¶ Contro noi le
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1867
Se Ulisse ¶ Veramente se' tu, fra noi tornato, ¶ Delle
36
1867
a sostener l'assalto; ¶ Tu segui con Filezio il
37
1867
eroe, che proruppe: Ah! tu m'assisti, ¶ O buon
38
1867
qui cadrà col figlio, ¶ Tu pure con la vita
39
1867
rampognando, ¶ Certo, Ulisse, dicea, tu più non sei: ¶ Io
40
1867
bianche braccia. ¶ Orrenda strage tu colà facevi ¶ Delle schiere
41
1867
casa profetar ti piacque, ¶ Tu per fermo agli Dei
42
1867
fosse Penelope feconda: ¶ Dunque tu pur morrai. - Dal suol
43
1867
Celeste si canta. Ah tu perdona ¶ Dunque a miei
44
1867
a' piedi tuoi; deh! tu m'aita, ¶ E chiedi
45
1867
già ti salvò, perché tu vegga ¶ E dica agli
46
1867
uom la virtù. Ma tu, Medonte, ¶ E tu, buon
47
1867
Ma tu, Medonte, ¶ E tu, buon Femio, uscite ad
48
1867
forestiero, ¶ Avean rispetto. Or tu mi noma, o vecchia
49
1867
se dai campi, ¶ Come tu dici, è la città
50
1867
me fia grato ¶ Che tu goda que' doni; e
51
1867
Lagrime bagno. Non vorrai tu dunque, ¶ Pria che vengano
52
1867
e tali e tanti ¶ Tu del grato mio cor
53
1867
egli m'ingiunse, e tu pur brami ¶ Ch'io
54
1867
via, si parta, ¶ E tu precedi i passi miei
55
1867
l'orgoglio, ¶ Con che tu sempre, o perfido capraio
56
1867
parlasti, amico, ¶ Ulisse replicò. Tu mi precedi, ¶ Ed io
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1867
lasciò passando a Troia, ¶ Tu nel mirarne l'opre
58
1867
vuol che in giro ¶ Tu vada per la sala
59
1867
il mandriano: Antinoo, ¶ Prode tu sei, ma saggio non
60
1867
Ma fra i Proci ¶ Tu fosti ognor d'Ulisse
61
1867
cura che di me tu prendi, ¶ Tu che l
62
1867
di me tu prendi, ¶ Tu che l'ospite mio
63
1867
nulla ¶ A me dar tu vorrai, tu che il
64
1867
me dar tu vorrai, tu che il migliore ¶ Sembri
65
1867
un re somigli? ¶ Dammi tu dunque; ed io farò
66
1867
tua magion per fermo ¶ Tu non daresti pur di
67
1867
sorte ¶ Involar si potrà. Tu sappi intanto, ¶ Che s
68
1867
cibo ne fornisce; e tu fra tanto ¶ Veglia su
69
1867
ancora io voglio; ma tu sorgi ¶ E va', se
70
1867
Basterà questa soglia; e tu, che sembri ¶ Mendico al
71
1867
al par di me, tu non dovresti ¶ Impedir ch
72
1867
mi vivrei, ché certo ¶ Tu non faresti qui doman
73
1867
il divo Ulisse, ¶ Uom tu mi sembri assai facondo
74
1867
ingiuste. ¶ Sii dunque pio tu sempre, e godi in
75
1867
vecchia: ¶ A lui scendi tu dunque, e gli palesa
76
1867
Senno maturo, pronto accorgimento ¶ Tu palesavi da fanciullo; ed
77
1867
ospite s'oltraggia, ¶ E tu lo vedi e il
78
1867
ad Ilio ¶ Perir dovrò. Tu d'ogni cosa intanto
79
1867
qui recar faremo; ¶ E tu gli accetta, ché follia
80
1867
se il più valente ¶ Tu pria non abbia per
81
1867
a schernir: Malnato vecchio, ¶ Tu per certo deliri. E
82
1867
o pure un folle ¶ Tu sempre fosti, e cianci
83
1867
hai domato ¶ Tanto vampo tu meni? Ah! bada, o
84
1867
fosti all'ozio usato, ¶ Tu la fatica abborri, ed
85
1867
e un vil ghiottone ¶ Tu non saresti di chiamarmi
86
1867
gente ¶ Uso a trattar tu sei. Ma se approdasse
87
1867
insolentir non cessi? ¶ O tu pazzo nascesti, o tal
88
1867
la tua casa custodir tu possa! ¶ Ma chi ti
89
1867
sogliono gli Dei. ¶ Or tu vanne a corcarti: io
90
1867
divo Ulisse: ¶ Stranier, vorrai tu dunque anche di notte
91
1867
pentir ti farò. Ben tu sapevi ¶ Da me medesima
92
1867
ti piaccia ¶ Chi se' tu, di che stirpe e
93
1867
donzelle, o forse ancor tu stessa ¶ N'avresti noia
94
1867
Ospite amico, fammi or tu secura ¶ Che, come affermi
95
1867
pietà; ma d'amicizia ¶ Tu sei degno e d
96
1867
padre il fece; ¶ E tu l'eroe non piangerai
97
1867
più non cura. ¶ Ma tu, tornando, scegli fra le
98
1867
favellar ti deggio, e tu m'ascolta. ¶ Nel golfo
99
1867
alla città spedisci; ¶ E tu vanne all'ostel del
100
1867
setolosa in guardia. ¶ Ivi tu dormi; e il servo
101
1867
invia, per avvisarla ¶ Che tu da Pilo ritornasti illeso
102
1867
è d'uopo. ¶ Ma tu fermati almen tanto ch
103
1867
mani d'Elèna, e tu lo serba ¶ Per sua
104
1867
madre il custodisca, e tu ritorna ¶ Lieto con questi
105
1867
Telemaco rispose: ¶ Tutto, come tu brami, inclito Atride, ¶ Il
106
1867
Al re converso, Credi tu, gli disse, ¶ Ch'abbia
107
1867
Pisistrato, non m'hai tu già promesso ¶ Che in
108
1867
Ne stringeranno. Non voler tu dunque ¶ Entro Pilo condurmi
109
1867
E se tanto indugiar tu non volessi ¶ Che i
110
1867
il vero. ¶ Chi se' tu? di che sangue, e
111
1867
l'ampia terra. ¶ Deh! tu dunque pietoso mi ricetta
112
1867
consumar. Co' tuoi consigli ¶ Tu dunque, Eumeo, m'aiuta
113
1867
perché d'uopo è tu conosca ¶ Che per mercé
114
1867
Numi, ¶ Come a me tu sei caro, a cui
115
1867
Poiché cotanto di saper tu brami ¶ I casi miei
116
1867
suoi compagni, favellò: Pireo, ¶ Tu che fra i cari
117
1867
Per quanto a lungo ¶ Tu ne' campi t'arresti
118
1867
gli dicea piangendo, ¶ Sei tu dunque tornato? Io dall
119
1867
albergo ¶ Il piè volgesti. Tu sovente i campi ¶ Visitar
120
1867
affido ¶ Alle tue mani. Tu di lui disponi ¶ Come
121
1867
Ma dimmi, amico: soffri tu l'indegno ¶ Giogo senza
122
1867
d'un Dio sei tu caduto in ira ¶ Ai
123
1867
degli Dei riposa. ¶ Or tu vanne, o custode, alla
124
1867
Io qui rimango; ¶ E tu, dato l'avviso, a
125
1867
consiglio. ¶ Ma non vuoi tu che pure al buon
126
1867
Dell'alto Olimpo abitator tu sei. ¶ Deh! tu ne
127
1867
abitator tu sei. ¶ Deh! tu ne sia propizio, e
128
1867
ai Numi ¶ Uguagliarmi vuoi tu? Sono tuo padre, ¶ Il
129
1867
il mare a piedi ¶ Tu non varcasti. ¶ Come brami
130
1867
Ma fa mestieri che tu pria mi dica ¶ Quanti
131
1867
che tutti di valor tu vinci ¶ E di prudenza
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1867
loro strali, in pace ¶ Tu lo sopporta, e solo
133
1867
avviso ¶ Io ne darò. Tu l'armi, che disperse
134
1867
dal vapor del fuoco ¶ Tu le togliesti, perché più
135
1867
fra loro. ¶ Or, se tu sei mio figlio, se
136
1867
e se fidanza ¶ Aver tu possa in me. Forse
137
1867
O svergognato, ¶ O traditore, tu che a torto in
138
1867
anelanti. E in ricompensa ¶ Tu la casa d'infamia
139
1867
se qualcun l'osasse, ¶ Tu del suo sangue rosseggiar
140
1867
caro io sempre. ¶ E tu, regina, non temer che
141
1867
a Penelope non corra. ¶ Tu sollecito riedi, il giovinetto
142
1867
ad Eumeo. Ch'hai tu di novo udito ¶ Alla
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1867
A mendicar vi condurrai tu poscia; ¶ Ché un pane
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1867
Un padrone a servir. Tu vanne adunque: ¶ Il mandrïan
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1867
quel mar le vele ¶ Tu sforza e i remi
146
1867
oda ¶ Il canto lusinghier. Tu, se lo brami, ¶ L
147
1867
Orco s'inabissa; e tu la curva ¶ Tua nave
148
1867
udito, io sclamai: Deh! tu m'insegna ¶ Come, scampato
149
1867
cedi ai Numi, credi tu che Scilla ¶ Sia mortal
150
1867
fuori un'altra volta ¶ Tu balzar la vedresti, e
151
1867
tutti; e quando ¶ Pur tu salvo n'uscissi, a
152
1867
scampi dalla morte. E tu che siedi ¶ Del timone
153
1867
certo, Ulisse, ¶ Un crudele tu sei! Perché sortisti ¶ Indomito
154
1867
sei di ferro, vorrai tu che gli altri, ¶ Affamati
155
1867
preda ai venti? Credi tu che salva ¶ Avrem la
156
1867
porgea, così dicendo: ¶ Salve tu sempre, salve, o mia
157
1867
umani. Io parto; ¶ E tu qui co' tuoi figli
158
1867
Al suo ritorno, perché tu l'avevi ¶ Col cenno
159
1867
Sarà da terra, e tu lo cangia in pietra
160
1867
stenda in mare? ¶ O tu sei stolto, o ben
161
1867
da fanciullo; non vorrai tu dunque ¶ Dagl'inganni cessar
162
1867
d'eloquenza ¶ I mortali tu vinci, e tutti io
163
1867
a me propizia ognor tu fosti ¶ Ne' teucri campi
164
1867
a' miei mali, e tu venisti ¶ Con amiche parole
165
1867
E temo che ingannar tu non mi voglia ¶ Con
166
1867
veramente Itaca mia. ¶ Ancor tu, dunque, a dubitar t
167
1867
i congiunti sarìa: ma tu di loro ¶ Udir non
168
1867
a' miei detti ¶ Alfin tu creda. Del marino Forco
169
1867
Alle Naiadi sacro, ove tu stesso ¶ Offrir solevi un
170
1867
a parte a parte ¶ Tu, cortese mia Diva? Or
171
1867
Menelao, ¶ Per saper se tu vivi e in qual
172
1867
Perché non l'hai tu detto al figlio mio
173
1867
figlio mio, ¶ Ulisse replicò, tu che il sapevi? ¶ Forse
174
1867
o veglio, mancò che tu sbranato ¶ Non fossi da
175
1867
splenda il Sole. ¶ Ma tu seguimi, o veglio, ed
176
1867
fuor di paese. E tu, buon vecchio, ¶ Non tarderesti
177
1867
il saggio eroe: Pastore, ¶ Tu neghi adunque ch'ei
178
1867
ed un mantello, ¶ Che tu però non mi darai
179
1867
né voler tai cose ¶ Tu ricordarmi, perché sempre il
180
1867
lui si taccia; e tu mi narra ¶ I tuoi
181
1867
perché a queste ¶ Rive tu certo non giungesti a
182
1867
sono. Nondimen la spica ¶ Tu scerner dalla paglia in
183
1867
Eumeo soggiunse, ¶ Affè che tu m'hai l'anima
184
1867
in Itaca disceso. ¶ Dunque tu pure non volermi, o
185
1867
alma ostinata in sen tu chiudi, ¶ Il figliuol di
186
1867
tornato ei non sarà, tu contro ¶ M'incita i
187
1867
a lui rivolgea: Possa tu sempre, ¶ Come a me
188
1867
un tanto onore. ¶ E tu così gli rispondesti, Eumeo
189
1867
Eumeo replicò, leggiadra istoria ¶ Tu ci narrasti, né veruno
190
1867
Telemaco, non lice ¶ Che tu più lungamente erri lontano
191
1867
Questo vïaggio. Non tardar tu dunque ¶ Ad impetrar da
192
1867
meglio; perocché la donna ¶ Tu ben conosci: del novello
193
1867
lamenti: ¶ Oh ch'hai tu, Polifemo? A che sì
194
1867
nessun t'offende ¶ E tu sei solo, dicean essi
195
1867
vieni? ¶ Una volta seguir tu non solevi ¶ La greggia
196
1867
tuo signor l'occhio tu piangi, ¶ Che il malvagio
197
1867
morte ¶ Cercherebbe fuggir, se tu, che senti ¶ Di me
198
1867
imbelle ¶ I miseri che tu nel cavo speco, ¶ Di
199
1867
veramente ¶ Ai Numi inviso tu se' qui venuto. ¶ E
200
1867
de' perduti amici: ¶ Come tu comandasti, inclito Ulisse, ¶ La
201
1867
mi lascia; ¶ Ché né tu stesso ritornar, né gli
202
1867
né gli altri ¶ Ricondur tu potrai. Fuggiam, fuggiamo, ¶ Sin
203
1867
apre un varco. ¶ E tu qui resta, Eurìloco, risposi
204
1867
forse venuto? Ah che tu stesso ¶ Cadresti ne' suoi
205
1867
verga ¶ T'avrà percosso, tu la spada impugna, ¶ E
206
1867
inviterà; né il letto ¶ Tu ricusarne, se i fedeli
207
1867
accenti, ¶ Oh chi se' tu, mi dice? e donde
208
1867
donde vieni? ¶ Dove hai tu la tua casa, i
209
1867
invitta ¶ Certo in seno tu chiudi, il saggio Ulisse
210
1867
saggio Ulisse ¶ Certo sei tu; perché il figliuol di
211
1867
Forse ¶ Di qualche inganno tu paventi; e a torto
212
1867
in belve? Se davver tu brami ¶ Ch'io qui
213
1867
abbian la fronte; ¶ Ma tu rivolta la terrai del
214
1867
fiera sua sposa; e tu col nudo ¶ Ferro nel
215
1867
come all'Orco ¶ Sei tu disceso? e come sei
216
1867
come sei qui giunto ¶ Tu prima a piè, che
217
1867
e piano, il so, tu speri, o prode ¶ Laerziade
218
1867
E te medesimo contener tu sappia. ¶ Ivi pascono i
219
1867
estremo. ¶ E quando ancor tu solo ne campassi, ¶ Tardi
220
1867
il core. Aspra vendetta ¶ Tu ne farai. Ma come
221
1867
su le spalle. ¶ Allor tu pianta l'agil remo
222
1867
volge, una parola. ¶ Deh tu m'insegna come far
223
1867
ombre di coloro, ¶ Cui tu concedi d'appressarsi al
224
1867
O figlio, come hai tu potuto ¶ Scender vivo quaggiù
225
1867
pugnar co' Troiani. Or tu mi svela ¶ Qual caso
226
1867
pianto? ¶ O non sei tu che un idolo bugiardo
227
1867
gli amplessi degli Dei. Tu cura ¶ Ne prendi, e
228
1867
Che ciurmador, né mentitor tu sei, ¶ Della mala semenza
229
1867
e se a narrar tu segui ¶ La tua storia
230
1867
sono, ¶ Pur, se udirla tu brami, io la pietosa
231
1867
di signor potente. ¶ E tu che tanti eroi perir
232
1867
tenzone ed in battaglia, ¶ Tu stesso avresti pianto in
233
1867
Clitennestra ordìa. ¶ Né pur tu dunque, soggiungea lo spettro
234
1867
Or dimmi, amico: sai tu dove alberghi ¶ Il figlio
235
1867
qual novo inganno ¶ Sei tu venuto a macchinar nel
236
1867
su la morta gente: ¶ Tu lagnarti non puoi del
237
1867
su l'ombre. ¶ Ma tu di Pirro invece mi
238
1867
tra i morti ¶ Dunque tu l'ira deporrai, per
239
1867
resero i Numi? ¶ Ah! tu crollasti, o ròcca degli
240
1867
ti sapranno. Alle Sirene ¶ Tu primamente arriverai, che han
241
1867
M'odi, qual che tu sia, re di quest
242
1867
e che indossarle ¶ Dovrai tu stessa, e farne a
243
1867
a lungo, ¶ Il credi, tu non resterai fanciulla. ¶ Vanne
244
1867
limpidi lavacri? ¶ Sì, ché tu pure d'indossar ti
245
1867
deggia. ¶ Se una Diva tu sei, del vasto Olimpo
246
1867
Giove. E se mortal tu sei, ¶ Oh! tre volte
247
1867
del mio tanto affanno ¶ Tu che la prima salutai
248
1867
a me sconosciuta; e tu m'addita ¶ La tua
249
1867
addita ¶ La tua cittade, tu mi porgi un manto
250
1867
andremo, a presti passi ¶ Tu seguirai con le donzelle
251
1867
ne puoi le grida. ¶ Tu là t'arresta; e
252
1867
casa, entra in città tu pure, ¶ E dell'albergo
253
1867
col nappo in mano. ¶ Tu non volgerti a lui
254
1867
natìo, benché lontano. ¶ Ove tu sappia con le preci
255
1867
O figliuola, dicea, vuoi tu condurmi ¶ Al palagio del
256
1867
mio buon padre. ¶ Ma tu segui in silenzio i
257
1867
Ecco la casa che tu cerchi. A mensa ¶ Ivi
258
1867
vedrai ¶ Di Giove alunni; tu però t'inoltra ¶ Senza
259
1867
levarlo di là che tu l'accenni. ¶ Ma via
260
1867
l'accenni. ¶ Ma via, tu stesso all'ospite la
261
1867
indosso? e non se' tu qui giunto ¶ Naufrago, errante
262
1867
al fianco suo vedendomi, tu seco ¶ Non ti sdegnassi
263
1867
partenza affretterò. Tranquillo ¶ Dormi tu dunque; ché i nocchier
264
1867
Ai Feacesi. Vedi or tu se lesti ¶ Sono i
265
1867
stranier t'accosta, ¶ E tu stesso a giostrar con
266
1867
dicendo: ¶ Ospite padre, orsù, tu pure in questi ¶ Giochi
267
1867
punse: ¶ Ospite, affè che tu non rassomigli ¶ Ad uom
268
1867
condottier di mercantesca nave ¶ Tu rassomigli, solo al carco
269
1867
il cor non hai. ¶ Tu superbo parlasti e discortese
270
1867
no, non sono, ¶ Come tu cianci, a questi ludi
271
1867
agl'illustri convitati ¶ Narrar tu possa le gentili usanze
272
1867
Venere da canto? ¶ E tu lo chiedi, o saettante
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Ulisse: ¶ O magnanimo re, tu mi vantasti ¶ I tuoi
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con questi detti: ¶ Sii tu felice sempre, ospite padre
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e la sposa riveder tu possa, ¶ Da cui diviso
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E l'Itacense: Vivi tu del pari ¶ Appien felice
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favellò: Con fune ¶ Or tu stesso il coperchio n
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le sorti degli Achei tu canti ¶ A meraviglia, e
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se veduto ¶ Tutto avessi tu stesso, o dalle labbra
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ospite un fratello. ¶ Però tu pure, o forestier, sincero
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onde, ¶ La sua minaccia, tu mi narra intanto ¶ Quali
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questo. Ma la storia ¶ Tu vuoi ch'io dica
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tuoi ginocchi, ¶ Onde benigno tu n'accolga, e un
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egli ¶ Replicò disdegnoso: O tu sei folle, ¶ O ben
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Contro mia voglia. Ma tu dimmi intanto ¶ Ove lasciasti
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concedi. ¶ Ma un crudele tu se'. Tristo! chi mai
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Ciclope, il mio nome tu chiedi? ¶ Il mio nome
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nome io dirò; ma tu poi dammi ¶ Il presente
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rispose, ¶ Già non eri tu scemo; e che vai
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accenti: Atride Menelao, ¶ Conosci tu questi garzoni, or giunti
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di genti, ¶ Marzïal Menelao, tu non errasti, ¶ Eccoti innanzi
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acciò con l'opra ¶ Tu giovar lo potessi e
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Io nol conobbi; ¶ Ma tu, divino Atride, il conoscesti
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Atride, il conoscesti, ¶ E tu ben sai che tutta
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beltade a niun secondo. ¶ Tu parli il vero, o
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seguìa. Ben tre fïate ¶ Tu t'aggirasti al gran
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fine amaro, ¶ Sia che tu lo vedessi o da
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breve. ¶ Ciò che saper tu brami, io senza inganno
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Straniero, il senno hai tu perduto, o vai ¶ Solo
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lasciar queste spiagge? - O tu, qualunque ¶ Delle Dive ti
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sdegno ¶ Io forse provocai. Tu che se' Diva, ¶ Tu
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Tu che se' Diva, ¶ Tu cui nulla s'asconde
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Se da teso agguato ¶ Tu pigliar lo potessi, ei
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tender l'agguato or tu m'insegna, ¶ Io replicai
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dell'Alba a me tu vieni ¶ Con tre compagni
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Il vasto golfo attraversar tu possa. ¶ Sì dicendo, ne
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Ciò ch'io bramo tu il sai: tu sai
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bramo tu il sai: tu sai ch'io sono
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quanto ciò m'affanni. ¶ Tu che se' Nume, tu
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Tu che se' Nume, tu che nulla ignori, ¶ Svelami
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natìo, ¶ Dall'Egitto salpar tu non dovevi ¶ Anzi che
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paterno ostello? ¶ Perché vuoi tu di questo interrogarmi, ¶ O
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le dardanie sponde, ove tu pure ¶ Hai combattuto, e
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sponde alfin rividi. ¶ Ma tu meco rimanti, ospite mio
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un dono qualsìa, che tu mi porga; ¶ Ma i
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serba a tuo diletto ¶ Tu ch'hai vaste pianure
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tetto m'accolse; e tu l'avrai. ¶ Mentre così
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lui rivolse: Antinoo, ¶ Sai tu quando Telemaco da Pilo
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Telemaco, o l'hai tu volonteroso ¶ A lui ceduta
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allor la nudrice: O tu m'uccida, ¶ O la
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la dodicesma Aurora. ¶ O tu di lui cercassi, o
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Nel tuo dolor, Penelope, tu dormi? ¶ Di contristarti e
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E Penelope a lei: Tu che se' Diva, ¶ O
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rispose. ¶ Forse non hai tu stessa risoluto ¶ Che torni
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Proci? ¶ E Telemaco pur, tu che lo puoi, ¶ Scorgi
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prole, ¶ Rivolto, disse: O tu, che i miei messaggi
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Dell'aurea verga portator? Tu questo ¶ Povero ostello frequentar
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rispose: ¶ Perché, Dea qual tu sei, me Dio ricerchi
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che la fame ¶ Cacciar tu possa, e n'abbia
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ben altro, rispose, or tu disegni ¶ Di me misero
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Sopra una zatta ¶ Vuoi tu dunque ch'io varchi
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Il fragil legno, se tu pria non giuri ¶ Che
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Ma se gli affanni ¶ Tu conoscessi, che il crudel
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persona, ¶ La prudente Penelope tu vinca; ¶ Ch'ella è
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è mortale, ed immortal tu sei ¶ Né vecchiezza ti
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morte egli desìa, ¶ Se tu prudente, qual mi sembri
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il dì rapìa. ¶ Or tu, figlia di Giove, in
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stranier: gradito a me tu giungi. ¶ Vieni, t'assidi
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desco, e quanto ¶ Brami tu dopo mi farai palese
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Il mio parlar, sai tu perché costoro ¶ Non d
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il vero: ¶ Chi se' tu? di che sangue, e
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parla, o garzon: sei tu d'Ulisse ¶ Veramente figliuolo
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non vile dunque hai tu sortito, ¶ Sclamò la Diva
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è noto agli Dei. Tu pensa, o figlio, ¶ A
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All'alma Pilo ¶ Vanne tu prima, e quivi con
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Ultimo giunse. Ove saper tu possa ¶ Che Ulisse vive
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iniqui Proci. Omai fanciullo ¶ Tu più non sei, né
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A tradimento ucciso? E tu, garzone, ¶ Come sei bello
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indugio ¶ Loro increscer potrìa. Tu chiudi in petto ¶ I
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sono i consigli ¶ Che tu mi porgi, né sarà
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valoroso Femio ¶ Ti lagni tu, se i lunghi affanni
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La sua canzone. E tu l'ascolta in pace
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In Itaca regnar. Ma tu governa ¶ La casa tua
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governa ¶ La casa tua, tu serba i tuoi tesori
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Eupite il figlio: ¶ O tu, di lingua audace e
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opre imbelle, ¶ Quali hai tu proferite a nostro scorno
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e d'ogni frode, ¶ Tu dêi solo incolpar. Tre
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di compirla. Odi or tu dunque, o figlio ¶ D
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Così perito ¶ Con lui tu fossi, che le infauste
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tuo. Né a lui tu giovi, ¶ Né i tuoi
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Né i tuoi disegni tu vedrai compiuti; ¶ Perocché in
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vecchio, ¶ A che vai tu lo sdegno degli Achivi
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scendendo dalle olimpie vette, ¶ Tu di partir mi comandasti
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non andrà fallito, ¶ Se tu dal sangue veramente uscisti
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core ¶ E la saggezza tu sortisti, e a fine
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ad apprestar m'accingo. ¶ Tu rientra in tua casa
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e così parla: ¶ O tu, valente ai detti e
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Appronteran gli Achivi, e tu su l'orme ¶ Andrai
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il dodicesmo giorno ¶ Nulla tu le dirai, perché col
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Al buon Nestorre ¶ Or tu dunque t'avvia: quanto
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della mia: ricevi adunque ¶ Tu prima il nappo. - E
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Pilo, ¶ Chi siam noi tu domandi? Itaca alpestre ¶ I
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sua misera fine, ¶ Onde tu stesso testimon già fosti
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lustro intero, e stanco ¶ Tu partiresti pria d'udirne
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vendicò la morte. ¶ E tu, garzone, che sei grande
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sei grande e bello, ¶ Tu pur sii forte e
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Or dimmi ¶ Non hai tu resistito? o tutti avversi
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se a Minerva ¶ Fossi tu caro, come già tuo
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ricche merci oppresse. ¶ Ma tu non imitarlo, amato figlio
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non varca. A lui tu dunque ¶ N'andrai con
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Il biondo Menelao. Se tu lo preghi, ¶ Tutto che
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di tenebre la terra. ¶ Tu ben parlasti, o figlio
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Censo al riscatto; e tu farai che voglia ¶ Qualcun
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tutti gli Achei. Deh! tu propizia ¶ Alla mia casa
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Or dimmi, Ulisse: ¶ Vuoi tu ch'io salga alle
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figlio; ¶ Ma non vuoi tu che un manto ed
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scendi a mirar chi tu sospiri ¶ Da tanto tempo
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ognor serbasti. ¶ Perché vuoi tu di questa desolata ¶ Prenderti
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La saggia donna replicò. Tu sai ¶ Come a tutti
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sarìa. ¶ Ma ciò che tu racconti, ohimè! dal vero
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torna. ¶ Oh che vai tu dicendo, o figlia mia
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Che di ria morte tu morir mi faccia. ¶ E
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lei: Benché scaltrita, ¶ Mal tu sapresti penetrar l'ascosa
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i Numi? ¶ Bensì dovunque tu mi chiami, pronto ¶ A
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a lei tornato? ¶ Ma tu, buona Euriclea, prepara un
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volerti adirar meco, Ulisse, ¶ Tu che sempre di senno
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a noi cagione. ¶ Ma tu del nostro letto rivelasti
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abbiamo entrambi ¶ Finor durate: tu, meschina, invano ¶ Pregando ch
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accolse, ¶ Il governo avrai tu di questa casa; ¶ Ed
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padre, ¶ A consolarlo; e tu, benché sì saggia, ¶ Ascolta
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morte i Proci: ¶ Sali tu dunque con le fide
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perché morto ¶ Non sei tu prima su le teucre
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vollero gli Dei che tu di morte ¶ Miserrima perissi
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polve e il sangue ¶ Tu del cocchio dimentico giacevi
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giovenche e negre agnelle. ¶ Tu nel divin tuo manto
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Affè, degli orti ¶ Esser tu devi un buon cultore
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un padron pur hai ¶ Tu, che al volto, alle
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mi narra a chi tu servi ¶ E coltivi il
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Stranier, la terra che tu cerchi è questa, ¶ Proruppe
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signoreggia, e senza pro tu fosti ¶ Sì largo de
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piaccia ¶ Da quanto hai tu nella tua casa accolto
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dimmi ancora: ¶ Chi se' tu? di che gente? e
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tuoi compagni? O se' tu forse giunto ¶ Sovra legno
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offese. ¶ Ah! se Ulisse tu sei, sclamò Laerte, ¶ Se
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quella ¶ Chiedendo ti venia. Tu di ciascuna ¶ L'indole
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di quei tristi, e tu, mio figlio, ¶ Avresti nel
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petto ¶ Disegni ascondi? Brami tu che in pace ¶ Vivano
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uccise il Laerziade Ulisse? ¶ Tu fa' ciò che t