Luigi Pirandello, Pasqua di Gea, 1891

la nostra via. ¶ Ove tu posi il piè, ¶ e

ben la vita. ¶ - Odi tu, gramo Figlio ¶ d'un

cui tutto è peccato; ¶ Tu, martire legato ¶ a la

l'universa vita? ¶ Preghi tu ancor, confitto ¶ a quest

il regno ¶ di chi tu Padre chiami, ¶ il regno

morte? ¶ E ben, se tu non l'ami ¶ quest

splende e odora: ¶ Via Tu, mesto profano! ¶ Ove in

ben mio, t'avrò. ¶ Tu, che sí bella sei

Larva dei sogni miei, ¶ tu sei, forse, la morte

vorrò. ¶ Va' sempre. Ove tu vai ¶ affascinato io vo

invisibil filo, ¶ con che tu mi conduci. ¶ Mi laceri

il fosso, ¶ a cui tu pur mi guidi, ¶ tu

tu pur mi guidi, ¶ tu, che sí dolce ridi

s'allontana; ¶ non sei tu forse arcana ¶ de la

e certo ¶ crudel sei tu, se neghi ¶ agli assetati

Madre, ¶ Madre, chi mai tu adori? ¶ VIII ¶ Ancor per

tornerà? ¶ IX ¶ Ed abbi tu nel canto ¶ eterna primavera

che si muoja ¶ quando tu giungi al fine: ¶ colta

degli alberi silenti. ¶ O tu, che sui prim'anni

or dove, ¶ dove sei tu? Le nevi ¶ del desolato

meste ombre, lasciate! ¶ E tu, tra i nuovi fiori

presto morir dèi: ¶ vuoi tu morir co'l dí

pioggia di mezzo aprile. ¶ Tu dietro la vetrata ¶ de

voglia! ¶ io prego che tu voglia ¶ lasciarmela passare... ¶ Via

la luna". ¶ XVI ¶ Sei tu, sei tu, ti sento

XVI ¶ Sei tu, sei tu, ti sento, ¶ son tuo

sposi, a dimani! ¶ XX ¶ Tu morta, e luce ha

la gran madre ¶ ora tu puoi dormire, ¶ né piú

fosti sempre cara. ¶ E tu gli augelli i fiori

una maligna sorte. ¶ O tu, morta a vent'anni

morta di primavera, ¶ odi tu i dolci canti ¶ degli

un ignorato mondo ¶ sei tu per noi mortali, ¶ che

la sera, ¶ ed anche tu mi muori, ¶ estro di