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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il disprezzo, 1954

concordanze di «tu»

nautoretestoannoconcordanza
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no... perché devi sacrificarti... tu stesso hai sempre detto
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e che voglio che tu dorma con me?». ¶ Ella
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non sono cambiato, ma tu sì». ¶ «Io non sono
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darei volentieri... ma poi tu continui... e ormai è
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a dormire di là... tu rimani qui»; e in
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amenità: «Bisogna dire che tu, Riccardo, sei come i
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spago, al solito: «No, tu fammi pagare tutta la
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che ti tormenta affinché tu ti faccia pagare... mi
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mia moglie», mentii, «ma tu lo sai come sono
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mi raccomando... e anche tu Gino bevine poco... potrebbe
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momento... ho pensato che tu non fossi più da
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rivista, senza guardarmi: «E tu che hai fatto?». ¶ «I
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questa casa alla quale tu tieni o sembri tenere
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so di certo che tu non mi ami più
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e non disse nulla. «Tu non mi ami più
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ribatté con ostinazione: «Di’ tu, invece, che cosa ti
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russavo. Dissi: «E poi tu non mi ami, perché
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fa l’amore come tu lo fai da qualche
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amore ogni volta che tu lo desideri... Mi sono
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l’abbiamo fatto... e tu non sei uno che
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io sono convinto che tu non mi ami più
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appena Battista ti telefona, tu gli fissi un appuntamento
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dovrei farlo, visto che tu non mi ami più
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non ero sicuro che tu mi amassi... e tu
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tu mi amassi... e tu rispondesti che mi amavi
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risolutezza, «io credo che tu mi abbia mentito... non
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perché pensavo che fossi tu a tenerci». ¶ Trasecolai dentro
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sentimento verso di me... tu ieri mi hai mentito
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per te e se tu non mi ami più
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sentono... io sento che tu non mi ami più
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e due». ¶ «Allora», incalzai, «tu riconosci che io possa
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da me?». ¶ «La verità». ¶ «Tu vuoi per forza che
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quello che vuoi!». ¶ «Dunque tu ammetti che questa verità
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ammetto nulla». ¶ «Ma se tu l’hai detto: le
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Beh, l’hai voluto tu... Io non domandavo di
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l’hai proprio voluto tu: è vero, io non
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da dire». ¶ «Ma perché?... Tu mi amavi, no?». ¶ «Sì
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poco la voce. ¶ «Sei tu che me lo fai
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dico io, il motivo, tu lo riconoscerai?». ¶ «Ma io
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una sceneggiatura... quella dattilografa... tu ci sorprendesti mentre ci
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da quel bacio che tu hai cominciato a non
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detto soltanto che se tu hai la coscienza tranquilla
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fa troppo male». ¶ «Sei tu che mi costringi a
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che io creda che tu non mi ami più
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ho mai più rivista... tu queste cose le sai
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la verità è che tu non mi ami più
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tutto l’idea che tu ti facevi di me
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della lingua. Insistetti: «Insomma, tu prima che avvenisse una
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non sono vere... e tu le hai dette, così
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dalla rabbia. Rispose finalmente: «Tu me le hai chieste
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le ho dette». ¶ «Ma tu sei tenuta a spiegarle
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Come sarebbe a dire?». ¶ «Tu devi spiegare perché... perché
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ad aspettarti nella macchina... tu intanto paga» ¶ Uscì, ed
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mi chiamo Mario e tu Maria... finalmente abbiamo trovato
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padroneggiare un’improvvisa inquietudine, «tu non mi ami più
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di telefonarle... ora, ecco, tu lo sai». ¶ Io non
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con voce forte: «Ma tu non puoi andartene così
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la testa e disse: «Tu non volevi che me
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Io voglio certamente che tu rimanga», dissi, «ma non
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ho fatto, Emilia, perché tu mi parli in questo
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camera d’affitto... e tu non dovrai aiutarmi che
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no... io voglio che tu resti... ma, Emilia, non
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non costretta». ¶ «Non sei tu che mi costringi», ella
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villa di Battista... e tu hai già accettato?» ¶ «Mi
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assai di un albergo». ¶ «Tu hai già accettato?». ¶ «Sì
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Se me lo dici tu». Ella si voltò con
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che ti ama... e tu l’hai costretta ad
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a me stesso: ¶ Ah! tu con me non t
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proprio non ti capisco... Tu ci tieni tanto a
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ti interesserebbero». ¶ «Sì, ma tu non avrai il coraggio
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chi te l’impedisce?». ¶ «Tu», dissi con enfasi; e
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gesto di protesta: «Non tu direttamente... ma la tua
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sono: non parliamone... ma tu sei sempre mia moglie
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soprattutto per te... Se tu non ci fossi, io
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non li accetterei... Insomma, tu lo sai benissimo ed
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voglio farti è questa: tu stessa decidi se io
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ti prometto che se tu mi dici di non
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pareva meditabonda: «Sei furbo tu», disse finalmente. ¶ «Perché?». ¶ «Perché
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di decidere». ¶ «Ricòrdati che tu hai insistito perché decidessi
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non ti conviene rinunziare... Tu stesso del resto me
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irrevocabile. Insistetti, quasi incredulo «Tu pensi veramente questo?». ¶ «Sicuro
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è il mio consiglio... tu, poi, farai quello che
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ho cambiata: ecco tutto». ¶ «Tu, insomma, provi sempre per
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allora mi dissi improvvisamente: “Tu non ti uccideresti perché
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sei stanco della vita... tu non sei stanco della
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sei stanco della vita... tu ti uccideresti per Emilia
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con questa nuova riflessione: “Tu hai reagito in modo
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di Penelope per Ulisse, tu hai pensato al disprezzo
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ha dato fastidio e tu hai protestato contro la
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maniera definitiva questa volta: “Tu hai pensato di ucciderti
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i Proci... In teoria tu dovresti uccidere Battista... ma
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disprezzarti e desidera che tu, con la tua condotta
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nel suo disprezzo... Ma tu non devi tener conto
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ti fa piacere... Purché tu non mi tolga il
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seccamente: «Mi sorprende che tu me lo domandi... mi
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so per quale motivo tu mi consigli di fare
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casa... d’altra parte tu stesso hai detto tante
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a causa tua, affinché tu ti ricreda su di
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ricreda su di me... Tu, non so perché, ormai
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cioè?». ¶ «Ma dimmi prima tu, che effetto dovrebbe farmi
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provai paura Dissi tuttavia: «Tu hai detto, tempo fa
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Io non so perché tu mi disprezzi... ma so
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io non sono come tu mi credi: ecco tutto
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bracciolo della poltrona. «Emilia, tu mi dici questo?». ¶ Ella
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se rifiuto la sceneggiatura tu continuerai a disprezzarmi?». ¶ D
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come sono fatto?». ¶ «Come tu sei fatto, non lo
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lo so, lo saprai tu... so soltanto che non
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nulla?». ¶ «Va’ là, che tu lo sai benissimo». ¶ Ella
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quello che avevi visto... tu invece, buono buono, sei
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consiglio che desideravi e tu l’hai accettato... poi
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magari non sei stato tu a rinunziare, è stato
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calma che potei: «Emilia, tu mi disprezzi, ma non
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non lo sai neppure tu... ma io ho il
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voce lenta, quasi compitando, «tu ti sei immaginata, basandoti
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questo vuol dire che tu vuoi potermi disprezzare a
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mai nessun altro... e tu hai rovinato ogni cosa
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cercando di attirarla, «adesso tu vai a fare le
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spiegherò ogni cosa... e tu ti convincerai, ne sono
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riposo, resto qui... parti tu, se lo desideri... io
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mia volta mi infuriai: «Tu partirai con me... domani
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tutti e due». ¶ «No, tu non lo farai». ¶ «Sì
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Caro Riccardo, visto che tu non te ne vuoi
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parlare... fa’ come se tu sapessi che ero qui
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Tanto... ero sicuro che tu fossi partita... e invece
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ho pensato allora che tu fossi andato alla Piccola
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distesa al sole e tu mi sei passato accanto
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importante di tutte: «Ma tu», dissi, «tu non credi
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tutte: «Ma tu», dissi, «tu non credi che io
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di materia spregevole... di’, tu non credi questo, Emilia
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mai creduto... pensavo che tu ti fossi comportato in
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gelido. Dissi ancora: «E tu mi ami?». ¶ Ella esitò