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Giuseppe Parini, Il giorno, 1801

concordanze di «tu»

nautoretestoannoconcordanza
1
1801
a mense. ¶ Ma che? Tu inorridisci e mostri in
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1801
Signor questo non è. Tu col cadente ¶ Sol non
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guidarvi è d'uopo. ¶ Tu tra le veglie e
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le bevande usate ¶ Sorbir tu goda in preziosa tazza
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al digerir ti vaglia, ¶ Tu il cioccolatte eleggi, onde
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1801
si vedean dintorno: ¶ Ma tu gran prole in cui
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1801
signor t'innoltra o tu che addestri ¶ A modular
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voce ¶ Soavi canti; e tu che insegni altrui ¶ Come
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1801
il vano adempia, ¶ Mentre tu chiedi lor tra i
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a la fulgida carriera ¶ Tu il tuo corso interrompa
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conversar sublime. ¶ Non però tu senza compagna andrai; ¶ Chè
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1801
o figli del par; tu più possente ¶ Il dardo
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1801
Il dardo scocca, e tu più cauto il reggi
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viver che fia quando tu solo ¶ Regni in mio
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tempo e l'opra. ¶ Tu che di strali altero
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il giorno impera; ¶ E tu che di fior placidi
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e meco apprendi ¶ Quai tu deggia il mattin cure
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1801
bel crin volubile architetto ¶ Tu pria chiedi all'eroe
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ti penderia sul capo? ¶ Tu allor l'eroe vedresti
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Umiliava le dorate corna. ¶ Tu non pertanto coraggioso e
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un mortal cui degni ¶ Tu de gli arcani tuoi
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piaceri ottusa voglia. ¶ Or tu il libro gentil con
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sè fingon di sapere, ¶ Tu appresta al mio signor
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d'ogni vanto altera. ¶ Tu de la Francia onor
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1801
de la Francia onor, tu in mille scritti ¶ Celebrata
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Atene i tuoi precetti ¶ Tu pur detta al mio
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Pasci l'alto pensier tu che all'Italia, ¶ Poi
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Non pertanto avverrà che tu sospenda ¶ Quindi a poco
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mai varcàro i monti. ¶ Tu a lui credi ogni
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dell'amorosa diva. ¶ Or tu l'affretta impaziente e
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Con opposto cristallo ove tu faccia ¶ Sovente paragon di
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panneggi. ¶ È ver che tu del grande di Crotone
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Di sua temerità. Ma tu non pensa ¶ Ch'altri
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restò giudice il tatto. ¶ Tu pertanto o signor tu
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Tu pertanto o signor tu che se' il primo
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sua man salvi; ove tu, assai più vago ¶ E
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a' tuoi piedi? ¶ Vuoi tu i lieti rubini? O
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tintinno! ¶ Ma v'hai tu il meglio? Ah sì
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il variar de' giorni: ¶ Tu dolce intanto prenderai solazzo
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gran tempo arco rallente. ¶ Tu dunque allor che placida
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mortal dubiterai; ma innalza ¶ Tu allor la mente a
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ornan fulgidi nodi: e tu frattanto ¶ Fero genio di
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1801
o invitto campion, volgi tu pure ¶ Il generoso piè
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annunciare al mondo ¶ Che tu vieni a bearlo; altri
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1801
mentre il dorato ¶ Cocchio tu sali, e tacito e
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Pur sia che vuol; tu baldanzoso innoltra ¶ ne le
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1801
seggioletta. Ognaltro ¶ Tacciasi; ma tu sol curvato alquanto ¶ Seco
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se mesta o disdegnosa ¶ Tu la guidi a la
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la mensa; o se tu puoi ¶ Solo piegarla a
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1801
di carri ¶ Automedonte. O tu sagace mastro ¶ Di lusinghe
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1801
nome di plebe. Or tu garzone ¶ Che per mille
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lei seggio s'adatta. ¶ Tu signor di tua mano
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1801
Gusti otterran da lei. Tu dunque il ferro, ¶ Che
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o non giova, allor tu stesso ¶ La bell'opra
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e all'arte disse: ¶ Tu compi il mio lavoro
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1801
grappolo primiero: e tal tu forse ¶ Tessalico garzon mostrasti
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pensier picchin lo spirto. ¶ Tu pur grida commercio: e
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vendetta ¶ Chieder sembrolle: e tu vendetta avesti ¶ Vergine cuccia
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passeggero inutili lamenti: ¶ E tu vergine cuccia idol placato
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a i fianchi: e tu lontan da lei ¶ Co
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su i cori. ¶ Allor tu le ubbidisci; o se
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1801
mai cari all'Amore. ¶ Tu al cenno de' bei
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non s'apprende? Or tu signore ¶ Co' voli arditi
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1801
leggesti al mattino onde tu deggia ¶ Gloria sperar; qual
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e dentro piomba, ¶ Tal tu il sermone altrui volgi
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1801
è già nota, allor tu studia ¶ Materia espor che
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teco a la mensa. ¶ Tu a lui ti volgi
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dato sperare. A lui tu dunque ¶ Non disdegna o
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1801
o signor volger talora ¶ Tu' amabil voce; a lui
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amabil voce; a lui tu canta i versi ¶ Del
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lo avvolge intorno. ¶ Ma tu come sublime aquila vola
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nudre ¶ La libertà magnanima. Tu questo ¶ Reca solo a
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il Sassone industre. E tu da i greggi ¶ Rustica
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1801
convitato cavalier le labbra. ¶ Tu signor che farai poi
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sol nell'alto ingegno ¶ Tu verserai; poi col supremo
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La turba convitata; e tu da un lato ¶ Sol
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la candida Maia, o tu che d'Argo ¶ Deludesti
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man tura gli orecchi. ¶ Tu vincesti o Mercurio. Il
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1801
tardi omai? Non vedi tu com'ella ¶ Già con
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1801
predate amiche rose? ¶ Or tu nato di lei ministro
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1801
mano a lei rintègra: ¶ Tu il ventaglio le scegli
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1801
bella oblia ¶ Pochi momenti; tu di lei più saggio
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1801
te sorridi. ¶ Al fin tu da te sciolto, ella
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1801
l'amata belva; ¶ E tu sopra di lei da
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1801
amarvi: e insieme avvinti, ¶ Tu a lei sostegno, ella
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1801
le mense, amabil dea, tu insegni ¶ Come il giovin
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1801
rispondansi ¶ Con un vezzoso tu. Tu fra le dame
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1801
Con un vezzoso tu. Tu fra le dame ¶ Sul
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1801
rivolti ¶ Pendean di già: tu fai che a lei
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1801
dispiacer le fide amiche: ¶ Tu le carche faretre a
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1801
eloquenti, ¶ Magnanimo garzone andrai tu forse ¶ Trepido ancora per
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1801
nascente salute? Ahi no; tu lascia ¶ Lascia che il
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1801
breve carta; ¶ O se tu vuoi che semplice vi
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1801
grembo al sonno oblia. ¶ Tu fra tanto colà rapido
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1801
La volatile dea, disse: tu sola ¶ Sai vincere il
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1801
Del giovane Agramante. Osa tu pure ¶ Osa invitto garzone
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1801
in poco ¶ Strinse dicendo: Tu sarai simìle ¶ Al tuo
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1801
genitore. ¶ La Notte ¶ Nè tu contenderai benigna Notte, ¶ Che
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1801
miei studj glorioso alunno, ¶ Tu seconda me dunque, or
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1801
suon di Stentori plebei ¶ Tu' amabil voce; e taciturno
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1801
Al fin libero andrai. Tu non pertanto ¶ Doman chiedi
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1801
lei gara d'ingegno ¶ Tu mal cauto venisti: e
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1801
Già la man, che tu baci arretra, e tenta
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1801
a tranquillar suoi sdegni. ¶ Tu in van chiedi mercè
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1801
di mente in vano ¶ Tu a lei te stesso
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1801
coppia beata, a cui tu vegli. ¶ E tu signor
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1801
cui tu vegli. ¶ E tu signor tronca gl'indugi
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strepito e luce. O tu, che porti ¶ La dama
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petti ¶ Dianzi forse agitò, tu chino e grave ¶ A
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manca v'inserisca. Premi ¶ Tu col gomito un poco
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1801
ascose ¶ Tacito apprenderò. Ma tu sorridi ¶ Invisibil Camena; e
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1801
Sbadigliano distinte. Ah, se tu sai, ¶ Fuggi ratto o
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1801
Quanta folla d'eroi! Tu, che modello ¶ D'ogni
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1801
di cavalieri e dame? ¶ Tu per quelle t'avvolgi