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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Crisostomo Trombelli, Le favole di Fedro liberto d'Augusto [traduzione da Fedro], 1735

concordanze di «tu»

nautoretestoannoconcordanza
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vinto dal ver: ma tu soggiugne, ¶ Fin da sei
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al suo mal conforto: ¶ Tu che sicuro, dice, mi
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entrambe udite, ¶ Sì parla: tu non sembri aver perduto
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richiedi, e avrai rapito ¶ Tu Volpe ciò ch’accortamente
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ratto girne altrove: ¶ E tu del pari a gli
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altro: ¶ Se per me tu il facessi, io l
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Ch’io taccia, dice, tu lo speri indarno; ¶ A
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che del mio tacer tu non profitti. ¶ FAVOLA XXIV
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giusto è, dice, che tu giaccia estinto; ¶ Poichè vilmente
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farei, risponde, ¶ Ma prenderne tu stesso hai per costume
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del Prence: ¶ Poco hai tu fatto, e ciò l
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mal s’adatta. ¶ Ma tu fosse dirai: verran le
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Fia dunque allor che tu a mie baje attenda
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non poteo natura; ¶ Vuoi tu, dice, Villan, ciò, che
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Mula: Sei pur, dice, tu pigra! ¶ Vuoi che il
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correr deggia. ¶ * Così ridir tu puoi di quei, che
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O questo no! e tu goditi, ¶ Cane, le tue
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macchin rei costumi; e tu il tuo volto ¶ Vinca
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reo sarà tal, che tu nol pensi; ¶ E orditi
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o amor; a quel tu credi, ¶ Che conosca tu
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tu credi, ¶ Che conosca tu stesso. Poichè offese ¶ Alcun
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soffro, ¶ Rispose quegli; ma tu, stolto, il danno ¶ D
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val, che ti sia tu qui scoperta? ¶ Nè a
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Scrivendo io scherzi; ma tu queste baje ¶ Penetra: oh
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le tenebre l’arte, tu lo scopra; ¶ E ch
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inganno, e fossi, dice, ¶ Tu che giacente entro farina
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ebbi, ¶ E appresi quanto tu giovar mi possa; ¶ E
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FAVOLA VI. ¶ Il Poeta. ¶ TU che nasuto i miei
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Altri fallisce appena, e tu ’l riprendi. ¶ FAVOLA X
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a me non cale; ¶ Tu però, scellerato, con la
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cotanto ¶ Incauta m’inoltrai, tu mel condona; ¶ Indi, chiaro
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condona; ¶ Indi, chiaro poichè tu scorgi, o Drago, ¶ Nulla
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Ciò ti reca, sicchè tu sempre vegli ¶ In tenebre
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simile, a vita trasse. ¶ * Tu adunque, che n’andrai
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mi godo. ¶ Ch’hai tu di somiglievole, villana? ¶ Lo
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Pascerti presso a’ muri. Tu gli altari ¶ Frequenti; ma
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lodi; ¶ Ma perchè disdegnato tu non parta, ¶ Poichè i
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suppliche t’arreco, ¶ Quando tu stesso a la pietade
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petulante astio l’insegue! ¶ Tu mi chiedi, qual è
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la materia antica. ¶ Se tu sovente, che sei meco
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imitarlo, atro livore. ¶ Che tu, ch’altri a te
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ei risponde; anzi che tu nascessi ¶ Io già il
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ma temo, in vano. ¶ Tu profanasti i sacri luoghi