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Guido Da Verona, L'amore che torna, 1908

concordanze di «tu»

nautoretestoannoconcordanza
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1908
speranza, mai più.» ¶ Dirle: ¶ «Tu sai: l'amore che
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ne ricordo assai bene, tu cantarellavi... Certo non hai
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non pregarti di tacere. Tu, come donna, in quest
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profumo sprecato! ¶ - Credo che tu voglia millantare in questo
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trascinarono fuori. ¶ - Credo che tu abbia perduta la bussola
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che prendessi moglie anche tu. Una fanciulla che ti
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angosciata, intercedendo per me. ¶ - Tu sei una sciocca, Edoarda
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parlar io, visto che tu taci. ¶ - Zia, ti prego
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sangue per voi. Ma tu sei una sciocca, povera
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buona. Le dissi piano: ¶ - Tu non sai come soffro
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andremo? - le domandai. ¶ - Dove tu preferisci: nel giardino o
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Nulla è mutato. ¶ - No, tu non rispondere... Taci, taci
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ricominciò. - Dopo il pranzo tu mi dicevi: Non verrà
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parlare così... - la supplicai. - Tu soffri per colpa della
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malata. Non è come tu credi. Solamente, il carattere
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mille volte meglio che tu non abbia questa inutile
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andai vicino, con dolcezza: ¶ - Tu, purtroppo, rimarrai eternamente una
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capriccio, per fare qualcosa... Tu non crederai, ma quando
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Oh, non lo dire! Tu sai... ¶ - Certo, certo, so
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Certo, certo, so che tu sei buona, infinitamente buona
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per te? ¶ - Sei anche tu, Edoarda, un piccolo cuore
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vita è troppo dolorosa; tu mi comunichi la tua
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rinnovo. ¶ - Mi sembra che tu non debba ritornare mai
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grazie. ¶ - Mi pare che tu abbia la faccia scura
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di un gentiluomo! ¶ - Eppure tu sai... - feci, smettendo la
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sono del parere che tu abbia perduta la testa
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rodo per te. ¶ - Grazie. Tu mi sei amico, e
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so benissimo che anche tu pensi come loro. ¶ - Lasciamo
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caso di retrocedere, checchè tu senta per l'una
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perchè l'avventura che tu chiami un diversivo è
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di questo matrimonio, e tu lo sai. ¶ - Calma! calma
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la tua salvezza; ma tu la rifiuti, e sia
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così gelida? ¶ - Ah? e tu credi ch'io non
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con preghiera: ¶ - Senti... se tu mi volessi aiutare! ¶ - A
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domandò con lentezza. ¶ - Sì, tu solo. Sei amico d
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sarà più facile... E tu lo credi proprio? - egli
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avviene in me, che tu stesso l'hai notato
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di là ti scriverò, tu mostrerai la mia lettera
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la mia lettera, saprai tu come dire... Promettimi. Fabio
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Le voglio bene. ¶ - Oh... tu!... - fece, con una scrollata
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la prima volta, sì! Tu ridi... è naturale. Ma
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trent'anni... E poi, tu non la conosci ancora
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che voglio dire. Credi tu che un'altro, volendola
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fra i capelli. ¶ - E tu non mi racconti nulla
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mi era sembrato. ¶ - E tu? ¶ - Io non lo sono
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Poi, quando mi baci tu, sento il cuore che
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non devi esserne offesa. Tu ti diverti ad ingannarmi
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so molte cose che tu non sospetti nemmeno. ¶ - Invece
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sospetti nemmeno. ¶ - Invece, se tu le conoscessi davvero, forse
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e sogguardandomi sorrise. ¶ - E tu, - fece - quando parli a
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disse: ¶ - Non credo che tu m'abbia veduta. ¶ - Come
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diritto. Solo bisognerà che tu scelga fra una cosa
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perchè non credo che tu le pensi. ¶ - Ma dunque
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quelle che puoi supporre tu. E non l'ho
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congiunte tremavano. ¶ - Come vuoi tu! Sei anche libera di
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labbra che fremevano, livida. ¶ - Tu hai fatto questo, Elena
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le aveva domandato: ¶ - E tu, non hai ancora avuto
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aveva dato sùbito del tu. ¶ - Ebbene sei una scioccherella
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anzi, non si deve. Tu aspetti l'amore, piccina
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anche piacevole. Ma, dimmi: tu che sei bella come
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con un bacio che tu volessi dare, potresti esser
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bella, s'immagini che tu sia una ragazza tuttora
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per tanti anni, anche tu pórtalo per tanti anni
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ti facessi chiamare... dovunque tu sia, promettimi che verrai
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nelle ultime pagine diceva: ¶ «Tu non puoi figurarti, Elena
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sempre più credo che tu agisca sotto l'impulso
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intendere a Edoarda come tu, «da uomo dignitoso», non
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vibrazioni del suo pensiero. ¶ - Tu non sai quanto sono
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gastaldo, e gli dissi: ¶ - Tu mi farai condurre verso
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su quel terrazzo che tu vedi, l'ultimo sole
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cavallo, io che ridevo, tu anche. Poi quelle foreste
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avevo quasi paura, e tu che mi baciavi, piano
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passo al grande Annibale. Tu non sei Fabio Massimo
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desiderare un uomo. ¶ - E tu l'ami? ¶ - È il
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quello che vuoi, ma tu avresti finito con sposar
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amata un giorno Edoarda.... ¶ - Tu? - esclamai, pieno di stupore
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male a parlartene. Ma tu promettimi, Germano, che fingerai
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d'Edoarda. Oh, se tu vedessi com'è ora
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meditazione, prese a dirmi: ¶ - Tu m'hai chiesto un
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poco scemata e forse tu potessi ragionare più freddamente
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e vedo come finora tu non abbia rimediato a
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momento fosse troppo crudele. ¶ - Tu non hai pensato a
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a te. E che tu voglia corrervi, ma ci
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egli esclamò tristemente. - Anche tu mi fai pena. ¶ - Vedi
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parlandogli con voce affettuosa; - tu sei troppo sensibile, hai
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ostinata e gelosa immaginazione. Tu la ritieni capace di
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potermi dire ogni giorno: «Tu non mi ami più
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quest'analisi che ora tu fai, - rispose Fabio. - Del
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sua costante ironia. ¶ - E tu che farai? - mi domandò
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di vent'anni fa. Tu hai voluto scegliere il
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Germano?... già: un anniversario! Tu, che sei un uomo
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1908
tre anni or sono, tu guidavi al Pincio due
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1908
sapevo chi fossi. Ma tu mi hai guardata, e
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1908
l'ho veduta come tu me l'hai descritta
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della contessa Falconieri; e tu le facevi la corte
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corte, anzi dicevano che tu ne fossi l'amante
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suo libro d'ore. Tu hai scritto così: «Passare
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il ventaglio. ¶ «Passare, passare!...» Tu hai fatto questo, Germano
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Guelfa? Mi sembra che tu non debba ritornare mai
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di queste mie parole! Tu hai ben altri pensieri
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della vita, e comunque tu voglia, io sarò sempre
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non concedermi questa gioia? Tu hai bisogno del denaro
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seguiremo col pensiero, dovunque tu vada e qualsiasi cosa
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vada e qualsiasi cosa tu faccia, come una volta
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pericolo contro il quale tu non possa lottare. ¶ Resta
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e mi diceva: ¶ - No, tu non puoi comprendermi, Germano
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sono troppe cose che tu non puoi comprendere. Vedi
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felicità qualsiasi nella vita, tu non puoi comprendere come
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spesso ne rimanevo stupito. ¶ - Tu non puoi figurarti, - le
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intravvedevo la falsità. ¶ - Lavorare, tu dici? Ebbene, vediamo. Una
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le conoscenze più elementari. Tu mi dirai che si
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E che ne sai tu? ¶ - Io?... nulla. Una semplice
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le provviste io stessa. ¶ - Tu? Ma ti pare! Cambiamo
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è una brava donna. ¶ - Tu non sarai capace di
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a tenere una casa, tu che sei sempre stata
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costa un pollo? ¶ - E tu lo sai? ¶ - Io sì
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Dillo dunque. ¶ - No, dillo tu. ¶ - Oh, Dio!... due e
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uno. ¶ - Per bacco! Ma tu mi sorprendi!... - E mutando
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più ironica freddezza. ¶ - Allora tu sai... - ella osò profferire
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leggero, e dissi: ¶ - Almeno, tu, che sei tanto falsa
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riguarda! ¶ - Bene: qualsiasi cosa tu abbia fatto per saperlo
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Elena, perchè sarebbe inutile. Tu hai voluto che fra
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come sono tranquillo io? ¶ - Tu simuli! Tu mi vuoi
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tranquillo io? ¶ - Tu simuli! Tu mi vuoi esasperare con
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male! Voglio dire che tu hai bisogno di mentire
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se anche a Roma tu avevi un amante!... ¶ - A
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casa? ¶ - Si giuoca. Ma tu, perchè non ti sei
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bisogno. ¶ - Sì, va bene... tu mi hai già ripetute
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Vorrei non volertene più. Tu non comprendi nemmeno la
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si possono mutare. Ma tu per il primo e
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La stessa domanda che tu mi fai, la stessa
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ma come puoi amarmi tu, che sei stato sempre
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consiste nel veder piangere. Tu non hai desiderato altro
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stupefacente. ¶ - Elena, - le dissi, - tu trovi un modo molto
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fino dal primo giorno tu non mi avessi tanto
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Ho tanto sofferto io, tu nulla. E t'aspettavo
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di fotografie. ¶ - Non toccare tu... non voglio! mi disse
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calda persona. ¶ - Voglio che tu mi creda! - esclamò imperiosamente
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è più nulla che tu non sappia. Il resto
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tutta sconosciuta e nuova. ¶ - Tu ami un'altra... - ella
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mio silenzio, tranne che tu mi sia men vivo
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era quello di lavorare... Tu certo ne riderai! «Se
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in Gualtiero Alessi, che tu pure devi conoscere, il
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una vita tranquilla. E tu, se non mi serbi
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giorno ci davamo del tu. Io risi e non
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me? Poi, se anche tu neghi, non sembra che
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Guelfo; può darsi che tu le sia piaciuto; forse
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scrollai le spalle: ¶ - Bah!... tu parli così perchè vi
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ti risponderò prima che tu parta. I miei titoli
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Ora senti, Guelfo: se tu, - siamo abbastanza amici per
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per poterne parlare, - se tu avessi bisogno di qualsiasi
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che ti piaccia. ¶ - Ma tu non puoi, non devi
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È una maraviglia. Ma tu non devi spendere, Germano
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c'è verso che tu vinca. ¶ - Già, è vero
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la professa; ti pare? ¶ - Tu hai sempre ragione; continua
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chiaro... ¶ - Precisiamo le cose. Tu, Guelfo, sei un irresoluto
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che non le conosca tu stesso. ¶ - Lo so. ¶ - Dunque
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la tua. Sii franco: tu sapevi benissimo che l
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lasciamo le vie trasverse: tu potresti essermi utile, come
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Non m'importa che tu lo creda; faccio questa
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gran merito, ammettiamolo pure. Tu sei dunque un onest
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Senti, mio buon amico, tu mi sembri oggi un
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affermo, è impossibile che tu riesca. Non nasconderti più
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tuo segno. Quello che tu sei oggi, sono stato
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risollevai sempre. ¶ - Cosa chiami tu un pregiudizio? - feci, per
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fatto. ¶ - Piano, mio caro tu precipiti! Ho molte cose
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alla tua prima dichiarazione! Tu non odii la posa
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intellettuale ed un sensuale; tu non sei in fondo
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era un amabile cinico, tu sei un cinico per
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la sua serena indifferenza. Tu sei stato un arbitro
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sprofondi nella mediocrità, e, tu per primo, ti riconosci
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creò la luce. ¶ - E tu? ¶ - Ed io ti dico
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Guelfo, mio buon amico, tu stai per andartene a
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luogo mio ci andassi tu, come se fossero tue
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gentile! Conosco!... grazie! conosco!... ¶ - Tu non conosci nulla, mio
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vendere meglio di chicchessia. Tu non devi portarmi che
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l'ineffabile Vigetto che tu sai. Ma questi è
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fatta una scoperta straordinaria. ¶ Tu non sei fra quegli
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tavola di salvezza. Ma tu non hai voluto, e
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l'andrò a vedere. ¶ Tu la chiamavi una creatura
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è così bella come tu stesso non puoi ricordare
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stesso non puoi ricordare, tu che la vedevi con
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basta per oggi, finchè tu mi risponda. ¶ Questo tuo
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non prenderesti moglie? ¶ - Anche tu!... Per l'amor del
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sciocco. Insomma, ragazzo mio, tu non sai vivere. Sei
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di lasciare sempre, come tu fai, le cose a
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milioni di dollari, che tu ritorneresti a spendere gaiamente
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perchè non la sposi tu questa fidanzata ideale? ¶ - Ma
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altri. ¶ - Sei bizzarro anche tu! Guarda: oserei dire che
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matrimoniali.... Ora cominceresti anche tu? ¶ - Io te ne parlo
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di troppa sentimentalità. Via!... tu non sai nemmeno cosa
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quel fatto lontano. Ma tu, vediamo, cosa fai per
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è la stessa cosa, tu che non conosci nemmeno
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tua volontà? No, Guelfo, tu sei un uomo tutto
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conta. Son quelli che tu potresti prendere per i
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tramite per giungere altrove: tu eri fra questi; ecco
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vi sappia leggere. ¶ - E tu, mago, mi hai finalmente
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un estate di meno. Tu non puoi credere come
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In questa villa, che tu conosci, è accaduta una
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Prima, in quella casa, tu eri il genio assente
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di piccoli oggetti che tu regalasti, o che ti
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La grande araucaria, che tu hai fatta piantare nel
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di selvaggina che amavi tu solo e che Edoarda
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parlò insieme! Che anima tu hai perduto. Guelfo mio
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1908
volta, mentre passeggiavamo insieme, tu capitavi tra noi come
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altri, sua zia compresa, tu sei, tu devi essere
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zia compresa, tu sei, tu devi essere una persona
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viso e tacque. Forse tu puoi, meglio di chicchessia
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diversa da quella che tu hai conosciuta. ¶ Piero De
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a mezzo Dicembre. E tu? Le tue lettere mi
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salutarmi, - che al ritorno tu mi dia notizia d
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1908
una buona sorella. ¶ - Oh, tu non puoi comprendere che
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1908
detto nulla, io. ¶ - Sì, tu sei molto buona, molto
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1908
dal primo giorno, e tu, come dicevi appunto, avresti
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1908
Oh, questo è semplice, tu dici! Dopo di te
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faccia. ¶ - Non parlare così. Tu stessa non puoi credere
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una cosa molto ragionevole: tu non puoi vivere con
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e questa sola sei tu - sei ancora tu. Oh
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sei tu - sei ancora tu. Oh, non v'è
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sempre difendersi, - rispose. - E tu, per difenderti, mi accusi
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1908
impossessò dell'anima mia. ¶ - Tu chiami crudele un uomo
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Questo è vero. ¶ - Anche tu lo sai, Germano? ¶ - E
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1908
coglieva un ramo. ¶ - Come tu mi amavi allora, Elena
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1908
fissazioni! Mi seccava che tu leggessi certe bizzarìe... Ad
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1908
tua rovina. ¶ - Elena, se tu mi volessi bene veramente
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1908
forse... Che ne sai tu? ¶ Compresi che il momento
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andrebbe incontro all'irreparabile; tu lo comprendi, e come
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molte anzi che vorrei tu non sapessi... ¶ A questo
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anima e coi sensi; tu mi sei necessaria; il
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1908
una sola condizione: che tu mi appartenga lo stesso
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1908
Vedi, lo hai detto tu stesso: il rimedio non
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1908
capace d'improvvise violenze. ¶ - Tu non puoi non appartenermi
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Se partirò, - le dissi, - tu mi dimenticherai sùbito. Il
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1908
Dicevo a me stesso: ¶ «Tu non hai saputo essere
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1908
ti disperi? Non hai tu stesso accettato e preparato
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preparato questo necessario abbandono? Tu, che non hai fatto
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cedere alle commozioni che tu stesso ti elargisci. La
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ti soverchia l'anima. Tu l'ami l'amore
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Indi una pausa: - E tu? ¶ - Nemmeno. ¶ Presi una posata
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ti ho fatto perchè tu mi debba odiare? - soggiunsi
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sùbito quanto mi occorre; tu invece potresti averne bisogno
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1908
lo vuoi dire? ¶ - E tu? - fece con angoscia; - e
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1908
fece con angoscia; - e tu? ¶ - Io?... sei stata la
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1908
sorda, - quasi violenta. ¶ - Sei tu che hai voluto, Elena
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1908
suo lavoro. ¶ - Oh, se tu potessi partire con me
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1908
ci vedevamo! Stai benissimo tu. ¶ - Devi certo aver le
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1908
questi ultimi tempi! Se tu sapessi! Ma prima ti
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1908
la conosci bene anche tu. ¶ - Cionondimeno lo sposa, dunque
249
1908
se lo è preso. ¶ - Tu esageri! Pietro De Luca
250
1908
il quale, ti assicuro, tu non esisti, non sei
251
1908
altra donna penserebbe come tu dici, tranne lei. Benedetta
252
1908
dovremo rimaner estranei, e tu non far nulla per
253
1908
treno, mentre partivi. Ma tu non la domandare. ¶ Avevi
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1908
una ragione diversa che tu respingi la mia preghiera
255
1908
anno molto allegro! E tu? ¶ - Io? Sono partita tre
256
1908
un poco. ¶ - Dimmi ancora «tu»... - la pregai. - Non senti
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1908
desideri un poco anche tu? ¶ - Non so, non so
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1908
amore, tutto!... ¶ - È vero: tu sai dimenticare, - dissi amaramente
259
1908
la lista. ¶ - No, fa tu. ¶ Sorrisi, e scelsi tutte
260
1908
in modo ambiguo. ¶ - E tu? ¶ - Oh, anch'io... ricchissimo
261
1908
venne di fronte. ¶ - Ah, tu hai creduto, - ella disse
262
1908
di nuovo appartenerti qualora tu lo volessi? Hai creduto
263
1908
ancora non credevo che tu potessi partire... Invece sei
264
1908
per farti ricco, se tu mi avessi amata lo
265
1908
rispettare almeno come uomo, tu, che come amante non
266
1908
mi scosse. - Dimmi dunque! tu, che ne parli tanto
267
1908
Mormorava: ¶ - Tatto quello che tu soffri, è nulla... è
268
1908
Io, - balbettò - io, quando tu partivi, ero incinta già
269
1908
venuto a vedere se tu potessi pagarmi quelle famose
270
1908
famose novemila lire che tu sai. ¶ - Oh, mio buon
271
1908
non ho mezzi... e tu sei stato buono, veramente
272
1908
credito, e so che tu sei molto pratico di
273
1908
ma, vedi... ¶ - Lásciami dire; tu sei intimo del Wendel
274
1908
parte della cauzione, ma tu mi devi ottenere, dalla
275
1908
che vi guadagneresti anche tu le tue mediazioni. ¶ - Wendel
276
1908
franchi al più, se tu non puoi aggiungervi nulla
277
1908
Mariani, so benissimo che tu, volendo, puoi ottenermi quello
278
1908
non si muore. Anche tu non morrai!» ¶ E nel
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1908
naturalmente gliele avrai raccontate tu. ¶ - Un po' io, un
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la più soave ingenuità: ¶ - Tu, cara, - le disse - conosci
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a Edoarda? ¶ - Eh, via!... tu scherzi! ¶ - Ti avverto che
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E in fede mia tu fai proprio tutto quello
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caratterista. ¶ - Sai, Fabio? Se tu avessi fatto il predicatore
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è vero? Ma, già!... tu non ti curi di
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tornare! Dimmi... dimmi!... Anche tu? ¶ Ella scosse il capo
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Senti allora... e me? ¶ - Tu? ¶ Aperse gli occhi mi
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due chicchere fumanti. ¶ - Ma tu devi aver sonno! - esclamò
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debito? Non credo che tu ne abbia con me
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in qualsiasi cosa che tu avessi preferita. Partire con
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cosa più ragionevole che tu potessi fare. ¶ - Infatti m
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un pochino, perchè anche tu cominci a non esser
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a quel segno. ¶ - Via! tu hai sonno adesso, e
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l'attribuiscono. ¶ - Inutile che tu prenda quel tono geloso
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Ma cosa dici, Fabio? Tu hai le traveggole da
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un po' di lungo. ¶ - Tu, mio caro, hai presa
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buona dose di rassegnazione! Tu, gli amici, li tratti
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coltivati ed amati; ma tu - inutile nasconderlo! - per una
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che mi fa pena. Tu scherzi con le anime
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e sarai soddisfatto! Se tu divieni bisbetico io non
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che mi fai... ¶ - E tu, allora? ¶ - Io?... Ma è
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queste cose? Vedi, sei tu che mi offendi! ¶ Lasciò
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piace che lo abbi tu. Te l'ho fatto
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se vuoi, ma pórtalo tu, sii buono! ¶ E le
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se domani, per esempio, tu avessi un fastidio qualsiasi
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naturale!... Vedi come parli tu! ¶ Mi ricinse con le
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e mi disse: ¶ - Purtroppo tu non riesci a comprendere
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per me avere secreti! Tu ed io, io e
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te la racconterò sempre; tu invece ti nascondi. Perchè
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poniamo un caso. Se tu, domani, avessi bisogno di
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caso... - dunque, se domani tu avessi bisogno di denaro
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non voglio! Pretendo che tu me lo dica sùbito
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stessa, identicamente la stessa! Tu, vedi, non arrivi a
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stessa cosa di te, tu di me... comprendi? ¶ - Sì
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Qualche volta sogno che tu potresti portarmi via, con
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più. ¶ - Già... i nervi, tu li fai servire a
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li hai fatti bruciare tu. ¶ - Ma certo ne avrai
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voglio che ti disturbi; tu non sei uso a
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ha lasciato Parigi. ¶ - Qualora tu le parlassi, non raccontarle
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tranquilla. ¶ - Era necessario che tu me ne avvertissi perchè
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supporre io stesso: ma tu, per fortuna, sei un
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nero. ¶ - Ah, sì! Ma tu arguisci troppo!... ¶ - Ebbene, se
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so... ¶ - Bene, va, cercala tu pure. Io corro di
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è tutto lì?... Ma tu non comprendi allora?... ¶ - Ma
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senti, fammi un piacere: tu non partire questa sera
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parto e andiamo dove tu vuoi. Ma prima riméttiti
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vuoi fare? ¶ - Eh, via!... Tu scherzeresti anche dinanzi ad
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che colpa ne hai tu? ¶ - Nessuna; questo però non
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non toglie... ¶ - Ah, baie! Tu sei nato con quattro
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quello che dovevi prendere tu. ¶ - Fa dunque una cosa
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potrà informare. ¶ - Credo che tu faccia male mostrandoti là
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una cosa: vuoi andar tu? ¶ - Io?... Se non conosco
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bene, ora vado. E tu? ¶ - Io passeggio qui e
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quasi le otto; va tu a pranzare; io mi
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L'altro dovevi esser tu; ma il séguito mi
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borsa della signora. E tu, - disse alla donna, - stalle
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fammi un piacere: va tu dall'amministratore dei De
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partecipazioni sui giornali. Combina tu stesso l'annunzio, ti
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altrimenti? Mi disprezzerai anche tu, Germano42? Io, dentro di
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e mi dice: «Anche tu l'hai sposato per
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che mi seppellirai, se tu sapessi che i morti
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potrebbe anche darsi che tu non intendessi una sillaba
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spoglia con ammirevole semplicità. ¶ Tu hai, becchino, l'abitudine
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dà tuttavia da riflettere. ¶ Tu, per esempio, hai una
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familiarità con la quale tu avvicini e maneggi il
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frequente. ¶ Orbene, senza che tu neppure te n'accorga
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e non le odi tu forse?) - domandano: «Quale?» ¶ Becchino
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mie suggellate labbra, e tu per me rispondi: ¶ «Amò
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una celia inconsapevole; ma tu non mutarne sillaba e